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Case chiuse, il M5S Veneto chiede la riapertura. Baldin (M5S): “Ce lo chiedono i nostri iscritti. Ora vogliamo impegnare la maggioranza a fare pressione con noi sul Parlamento”

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A 60 anni dalla legge Merlin parte dal Veneto la “legge Baldin” sulle case Chiuse: sulla piattaforma del M5S “Rousseau” gli iscritti hanno deciso attraverso un voto online quali delle proposte scritte da iscritti stessi dovessero essere prese in carico dai parlamentari pentastellati.

Una delle due proposte che hanno ottenuto più voti è infatti quella sulla riapertura delle case chiuse.

In Veneto sarà la consigliera Baldin a seguire la proposta, dato che, come spiega: “Ho ricevuto molte richieste al riguardo in questo primo anno passato sul territorio. Dopo tutto è proprio da Chioggia che è nato il problema, la Merlin (prima firmataria della legge per abolire le case chiuse nel 1958) ricordiamo che era chioggiotta. Noi faremo il contrario, riapriremo le case chiuse.

In questo modo avremo più decoro nelle strade, le ragazze non saranno più sfruttate e toglieremo un importante affare alle mafie, ci sarà più sicurezza per la salute e, cosa non da poco, finalmente questa attività pagherà le tasse. Fino ad oggi la prostituzione, non essendo regolamentata, ha sottratto al fisco miliardi di euro. E’ ora che quei soldi tornino nelle nostre casse”.

L’azione in Regione

Baldin annuncia una mozione: “Poiché il governo Renzi, come sempre, proverà a non ascoltare le proposte che vengono direttamente dai cittadini e ci metterà degli ostacoli alla calendarizzazione di questa proposta in Parlamento – dice – chiederemo alla Regione Veneto di votare una mozione per fare pressione sull’esecutivo a Roma, affinché questa proposta venga discussa in tempi brevi”.

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Brexit, M5S veneto: “Nostre argomentazioni contro questa Ue sono concrete, al contrario del populismo leghista. Ora la parola ai cittadini”

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La Gran Bretagna è fuori dall’Unione Europea e Cameron si è dimesso. Lo hanno deciso i cittadini britannici con il referendum. E’ la strada più cara al Movimento 5 Stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti decisivi per i popoli. Nessun governo deve aver paura delle espressioni democratiche del proprio popolo, anzi deve considerare il suo volere come il più autorevole dei mandati.

 

E’ per lo stesso motivo che chiediamo da tempo un referendum sull’autonomia del Veneto e, riguardo i temi europei, sulla moneta unica. Referendum per il quale abbiamo raccolto le firme, dato che nessuno ci ha mai interpellato come cittadini sull’euro.

 

Il messaggio che arriva chiaro dal popolo inglese è che l’Unione Europea deve cambiare, altrimenti muore.

 

Non è con facili populismi come fa la Lega che ci opponiamo ad un’Europa del genere. Noi lo facciamo con argomentazioni concrete basate sulle caratteristiche del nostro territorio. Le elenchiamo.

 

L’Unione Europea ha sbagliato nel mettere l’austerità al centro della politica, le banche – contro cui lottiamo in Veneto ogni giorno – e la finanza davanti ai cittadini; non ha risolto il problema dell’immigrazione – altro problema vicino -, perché dominata dell’egoismo degli Stati membri; ha creato povertà e disoccupazione dilagante; si è dimostrata a trazione tedesca, Angela Merkel e Martin Shultz si sono comportati come i padroni assoluti e incontrastati; il suo esecutivo è guidato da Jean-Claude Juncker, per anni primo ministro di quel Lussemburgo campione d’elusione fiscale; vuole imporre il TTIP e altri grandi Trattati internazionali, discutendoli a porte chiuse. Trattati che affosserebbero ulteriormente le nostre imprese, così come stanno facendo le sanzioni alla Russia.

 

L’Europa che vogliamo noi è un’altra. E’ quella fatta dai cittadini che credono nella democrazia diretta. In questa il Movimento 5 Stelle ha ottenuto risultati straordinari. Quest’altra Europa ci ha dato ragione sul Reddito di Cittadinanza, sulla promozione delle energie rinnovabili, sul bandire dal dizionario comunitario parole come combustibili fossili e rigassificatori, sul trasporto pubblico gratuito, sull’economia circolare e molto altro ancora.

 

L’Italia è uno dei Paesi fondatori dell’UE, ma ha un Governo troppo debole per poter negoziare uno “Statuto Speciale” a tutela delle sue eccellenze. Renzi continua a propagandare sui media le necessità del Paese e poi, a Bruxelles dimentica tutto. Fa orecchie da mercante rimbalzando tra una lobby e l’altra, incapace di prese di posizione reali. Vediamo l’olio tunisino, delle arance marocchine e del TTIP, solo per fare qualche esempio.

 

L’Italia non ha bisogno di un Governo amico dei lobbisti, ma di onestà, determinazione e competenza politica. Dobbiamo tutelare il nostro made-In Italy, garantire la flessibilità sugli investimenti pubblici, cambiare la politica sull’immigrazione, proteggere le eccellenze agroalimentari e valorizzare le nostre PMI. Vogliamo un’Europa che sia una “comunità” e non un’unione di banche e lobby. Ora la parola ai cittadini.

 

I consiglieri regionali Jacopo Berti, Erika Baldin, Manuel Brusco, Simone Scarabel

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