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PERCHÉ L’ATER DI VENEZIA NON HA SFRUTTATO IL SUPERBONUS 110% AL FINE DI RISTRUTTURARE I 1555 ALLOGGI ORA NON ABITABILI, PER METTERLI A DISPOSIZIONE DI CHI ATTENDE UNA CASA?

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Venezia, 30 maggio 2023 – Come mai l’ATER di Venezia non ha inteso accedere ai fondi previsti per il Superbonus 110%, e utilizzarli nella ristrutturazione del proprio parco alloggi di edilizia residenziale popolare? Lo chiede Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto, attraverso un’interrogazione a risposta scritta, avanzata nei confronti della Giunta di palazzo Balbi.

«Nonostante siano moltissimi gli appartamenti in cattivo stato di manutenzione -argomenta la consigliera-l’ATER veneziana non ha speso un solo euro di quelli messi a disposizione nell’ambito del Superbonus. Eppure numerosi inquilini, in specie gli assegnatari degli immobili in via Camporese a Mestre, avevano inoltrato la richiesta di accesso.

Con ogni evidenza, si tratta di un’occasione perduta per risolvere la crisi abitativa nell’area metropolitana, frenando allo stesso tempo le occupazioni indebite. Ricordo che a Venezia e nella terraferma sono stati stimati 2249 appartamenti pubblici sfitti, di cui 1555 da ristrutturare in quanto carenti dei requisiti minimi di abitabilità. Il tutto a fronte di circa 1200 domande rimaste inevase in graduatoria: tanto che, ad esempio, i rimanenti alloggi potrebbero essere messi a disposizione delle studentesse e degli studenti universitari, data l’ingente domanda».

Baldin chiede pertanto di conoscere le ragioni di questo apparente disinteresse: «La Regione dica quali azioni intende realizzare, in via autonoma oppure tramite la stessa ATER, per ristrutturare gli alloggi già esistenti (in primis appunto quelli di via Camporese) e per porre fine alla crisi residenziale nel centro storico di Venezia, nella terraferma e nell’intera area metropolitana, tutte zone a diverso titolo segnate dallo spopolamento».

Stride soprattutto il confronto con quanto realizzato dalle ATER delle altre province: «I dati -sottolinea l’esponente del M5S- parlano chiaro, e dicono che ad esempio l’ATER padovana ha investito 191 milioni coperti dal Superbonus per risanare 57 abitazioni. Lo stesso è accaduto a Verona per 24 alloggi, a Rovigo per 13, a Treviso per 12 e a Vicenza per cinque. Solo Venezia e Belluno si sono chiamate fuori, e il fatto è del tutto inspiegabile».

La discrasia dei dati veneziani con quelli del resto della Regione non è l’unico aspetto nel focus di Erika Baldin: «Lo scorso novembre avevo presentato un progetto di legge regionale, in riforma dell’attuale legge 39/2017, il quale prevede l’ingresso nei consigli di amministrazioni delle ATER anche dei rappresentanti dei Comuni e degli inquilini. Ho intenzione anche di presentare un ordine del giorno al primo provvedimento in materia di bilancio, per chiedere di finanziare appunto la manutenzione ordinaria e straordinari di questi appartamenti: solo a Mira servirebbero risorse per un milione e mezzo…

Senza contare che c’è la possibilità da parte della Regione di acquistare gli immobili messi in vendita dall’INPS (26 a Padova, 14 a Vicenza, 5 a Treviso), a proposito della quale giace pure una mia interrogazione a risposta scritta. Sono tutti fattori concordi nel ritenere che la politica della Giunta regionale del Veneto riguardo il diritto alla casa sia ampiamente insoddisfacente».

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LA GARANZIA DI POTER EFFETTUARE L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA ENTRA NELLE “PAGELLE” DELLE ULSS VENETE: FINALMENTE, LO AVEVO DETTO UN ANNO FA

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Venezia, 30 maggio 2023 – «I direttori generali delle Ulss venete saranno valutati anche per il rispetto della Legge 194 sull’Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Oggi, infatti, nella commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto abbiamo introdotto un nuovo parametro nelle pagelle annuali dei dg: la percentuale di strutture che praticano l’Ivg, rapportata al totale delle strutture con reparti di ostetricia e ginecologia. L’obiettivo assegnato è che tale percentuale non sia mai inferiore alla media nazionale». Ne dà notizia Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che aggiunge: «sono stata la prima, un anno fa, a proporre che la tutela del diritto della donna ad accedere alla procedura dell’Ivg venisse agganciata alla valutazione dei dg delle Ulss».

«Il senso è molto semplice: non può essere considerata efficiente la gestione di una Ulss dove ci sono reparti di ostetricia e ginecologia che non riescono a garantire l’Ivg a causa dei medici obiettori. L’obiezione di coscienza è un diritto dei sanitari, tutelato dalla legge, ma è un dovere dell’Ulss organizzare il personale in modo che il servizio sia garantito in tutte le strutture», dichiara Baldin. «Spiace che l’anno scorso la mia proposta sia stata malamente respinta dalla maggioranza in Commissione, che si era trincerata dietro presunte motivazioni tecniche: il fatto che oggi sia stato finalmente introdotto il parametro della Legge 194 è la dimostrazione che avevo ragione, si poteva fare, e quelle della maggioranza erano soltanto scuse. Bene, quindi, che i consiglieri della Lega abbiano cambiato idea, anche se così è stato sprecato un anno. Se mi avessero ascoltato avremmo risparmiato tempo e garantito un po’ meglio i diritti delle donne», conclude Baldin.

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LA REGIONE DEL VENETO CONCEDA IL PROPRIO PATROCINIO AL VENEZIA PRIDE, AL RIVIERA PRIDE E A TUTTE LE MANIFESTAZIONI PER I DIRITTI CIVILI DELLE PERSONE LGBT

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Venezia, 24 maggio 2023 – Giugno, tempo di Pride. Nel mese prossimo saranno due infatti le manifestazioni che avranno luogo, rispettivamente il 10 a Dolo e il 24 a Venezia, per rivendicare i diritti delle persone LGBT: a tale proposito, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, ha avanzato un’interrogazione a risposta scritta alla giunta di palazzo Balbi, per conoscere se sia intenzionata a conferire il proprio patrocinio ad entrambi gli eventi e a quelli futuri della stessa specie nel territorio veneto.

«È importante -sottolinea la consigliera- dare copertura istituzionale a iniziative come queste, volte a contrastare le discriminazioni ancora presenti nella società». Baldin rileva che lo Statuto della Regione del Veneto «informa la propria azione ai principi di eguaglianza e di solidarietà nei confronti di ogni persona, contrastando pregiudizi e discriminazioni», come ad esempio la convinzione di alcune e alcuni per cui le persone LGBT sarebbero “malate”.

La coordinatrice metropolitana del M5S ricorda alcune recenti dichiarazioni del presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, il quale aveva affermato come l’omofobia (e non l’omosessualità) fosse una patologia, e che chi non lo comprende è fuori dalla storia: «Chiedo dunque alla Giunta di dar seguito alle parole del suo presidente -conclude Erika Baldin- attribuendo il proprio patrocinio ufficiale al Pride veneziano, a quello rivierasco e a tutti quelli veneti, ed evitando così di arretrare ancora una volta in tema di diritti civili. Come purtroppo era avvenuto, invece, lo scorso 10 gennaio nell’aula del Consiglio, dove (oltre alla bocciatura della mozione vocata a ottenere analogo patrocinio) alcuni pensieri e affermazioni offensive nei confronti delle comunità LGBT hanno potuto essere espresse senza vergogna né censura».

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CORSE SALTATE E SOVRAFFOLLAMENTO NEI MEZZI DELLA LINEA 80 TRA CHIOGGIA E VENEZIA: ARRIVA VENETO, COSÌ NON VA

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Venezia, 23 maggio 2023 – Ancora una giornata di passione per le lavoratrici e i lavoratori pendolari che usufruiscono delle linee 80, 85 e 87 del trasporto pubblico da Sottomarina e Chioggia in direzione Venezia, e viceversa. Sono infatti saltate ben sette corse nell’orario centrale della giornata, in aggiunta a quelle dei giorni scorsi: l’indisposizione contemporanea di molti conducenti era stata preventivamente segnalata da Arriva Veneto, l’azienda che ha in appalto il servizio, ma questa informazione non ha certo ridotto i disagi che la numerosa utenza ha dovuto sopportare.

«Per alcuni passeggeri -rileva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- i tempi di attesa sono stati anche di un’ora e mezza. La linea 85, peraltro, conduce anche all’aeroporto Marco Polo e le corse saltate rischiano di avere ripercussioni anche nei voli aerei già prenotati».

Inevitabilmente l’accumularsi delle persone alle fermate (non sempre riparate da pensiline) porta con sé il sovraffollamento delle corse successive, le prime ad essere effettuate: «Giungono segnalazioni -osserva la consigliera- di passeggeri stretti come sardine entro autobus a un solo piano, sia attorno a mezzogiorno che nel primo pomeriggio, dal momento che ulteriori utenti vengono fatti salire lungo il percorso e sono costretti a sostare nel corridoio senza possibilità di muoversi. È chiedere tanto, l’utilizzo continuativo di bus a due piani?».

Arriva Veneto in questi giorni è arrivata addirittura ad offrire perfino il pagamento della patente per eventuali volenterosi che volessero avvicinarsi al mestiere: «I conducenti sono i primi ad essere esasperati da questo stato di cose -ricorda Baldin- considerando che sono pendolari essi stessi. Sta venendo meno l’universalità di un servizio per il quale chi lavora paga mensilmente un cospicuo abbonamento».

Nella legislatura in corso e in quella precedente, la coordinatrice provinciale del M5S ha sollevato diverse volte interrogazioni consiliari e anche lettere alla società erogatrice, che rare volte hanno sortito gli effetti sperati: «Se il contratto di servizio è stato firmato dalla Città Metropolitana di Venezia -conclude Erika Baldin- non va dimenticato che il trasporto pubblico locale è competenza della Regione, già deficitaria nell’area meridionale del Veneziano per quanto concerne la gestione della ferrovia».

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STOP ALLE LISTA D’ATTESA, AL VIA DA OGGI LA RACCOLTA DI FIRME PER LA SANITÀ PUBBLICA

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Venezia, 23 maggio 2023 – «Parte oggi la raccolta firme per sostenere la proposta di legge regionale del MoVimento 5 Stelle contro le liste d’attesa nella sanità veneta. L’obiettivo della petizione è sollecitare l’iter del progetto di legge che ho presentato il 27 febbraio scorso in Consiglio regionale». Lo annuncia Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale e prima firmataria della proposta di legge volta a ridurre le liste d’attesa «con l’obiettivo di garantire i tempi previsti dal medico prescrittore. La petizione è già online, sul sito actionnetwork.org, sui miei canali social e sui profili del MoVimento 5 Stelle del Veneto».



«La proposta di legge introduce due principi nella normativa regionale: in primis, la possibilità dei cittadini fermi nelle liste d’attesa di accedere alla prestazione sanitaria in regime di libera professione, senza ulteriori oneri. Saranno infatti le Ulss a rimborsare gli specialisti. Questa possibilità dovrà essere pubblicizzata sulla ricetta medica, con obbligo per medici e operatori del Cup di informare i pazienti. Dall’altro lato, la legge fissa un limite alla libera professione intramoenia dei medici, prevedendo un blocco nel caso in cui le liste d’attesa nel pubblico siano troppo lunghe», spiega Baldin.

«Si tratta di due meccanismi molto semplici, già adottati da altre Regioni, che traducono in concreto il diritto del cittadino ad accedere alle prestazioni sanitarie in tempi certi. In Emilia Romagna, dove sono stati applicati, in poco tempo si è ottenuta una riduzione delle liste d’attesa. Non si capisce perché il Veneto non voglia sfruttare questi rimedi che sono già previsti dalla normativa nazionale», conclude la consigliera regionale.

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CARO AFFITTI A VENEZIA, IL SINDACO BRUGNARO È IMBARAZZANTE: DIMOSTRA DI NON CONOSCERE LA CITTÀ CHE AMMINISTRA

udu Venezia pianta le tende ai magazzini di San Basilio per chiedere soluzioni alla crisi abitativa

Venezia, 19 maggio 2023 – «Poche cose sono più imbarazzanti di un sindaco che dimostra di non conoscere la propria città. Nella lingua inglese esiste una parola, “cringe”, che è perfetta per descrivere la sensazione evocata dalle dichiarazioni di Brugnaro sul caro affitti: secondo il leader di Coraggio Italia, se uno studente paga 700 euro di affitto vuol dire che si è fatto fregare e non merita la laurea. Ebbene, se Brugnaro crede che 700 euro per una stanza siano una truffa, dovrebbe essere lui a denunciare i gestori degli studentati che applicano tariffe anche superiori a quella cifra. A Venezia ce ne sono, il sindaco dovrebbe saperlo. Per non parlare del mercato privato, dove i prezzi sono schizzati alle stelle: Brugnaro evidentemente non conosce Venezia».

Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, che nella giornata di ieri ha depositato una mozione per chiedere alla Regione di intervenire contro il caro affitti, a sostegno degli studenti fuori sede, delle giovani coppie e delle famiglie venete. «Il Veneto guidato da Zaia è tra le regioni che finanziano di meno il diritto allo studio e le politiche per la casa. Poi non possiamo stupirci se i giovani veneti scelgono di andare a studiare o lavorare all’estero», osserva Baldin.

«Con le sue esternazioni Brugnaro manca di rispetto agli studenti sopraffatti dal caro affitti, che da giorni stanno vivendo in tenda davanti alle sedi universitarie di tutta Italia. “Si rimbocchino le maniche”? Da che pulpito! Brugnaro è sindaco di Venezia e capo di un partito nazionale, che fa parte della compagine di governo. Invece di fare la ramanzina ai giovani che chiedono solo di poter studiare, dovrebbe spiegarci quali soluzioni intende mettere in campo contro il caro affitti. Che non riguarda soltanto gli studenti fuori sede, ma anche le famiglie, le giovani coppie e i residenti della città storica, dove gli affitti sono sempre più alti a causa delle locazioni turistiche fuori controllo», conclude Baldin.

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CENTRI ESTIVI PER LE PERSONE CON DISABILITÀ NEL MIRANESE E IN RIVIERA DEL BRENTA, L’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF AVREBBE AIUTATO A TENERLI APERTI 6 SETTIMANE E NON 2

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Venezia, 16 maggio 2023 – «Se la Giunta regionale avesse istituito l’addizionale IRPEF per i redditi più alti, da destinare alle politiche sociali, non ci troveremmo in questa situazione». È categorica Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini, commentando la riduzione da sei settimane a quindici giorni dei centri estivi per le persone con disabilità, che la Conferenza dei sindaci del Distretto sanitario Dolo-Mirano ha deliberato negli scorsi giorni.

Continua la consigliera: «Comprendo le difficoltà dei Comuni, chiamati a pagare ogni anno il servizio, coordinato dall’ULSS 3 Serenissima. Ma non possono farne le spese i genitori, dal momento che la riduzione forzata dei centri estivi impatta contro i loro tempi di vita. Inoltre li costringe a rivolgersi a operatori privati, che naturalmente chiedono cifre ben diverse. Con tanti saluti all’universalità dei diritti, in specie per chi già versa in condizioni più difficili».

Baldin attacca quindi la giunta Zaia: «Lo scorso dicembre, in sede di approvazione del bilancio regionale, avevo presentato alcuni emendamenti atti a introdurre l’addizionale IRPEF, la quale avrebbe gravato sopra i redditi che oltrepassano i 50mila euro annui. Con questo gettito extra, sarebbe stato possibile ad esempio ridurre le rette per gli asili nido, finanziare le borse di studio e le residenze universitarie, e appunto mantenere i centri estivi disponibili per sei settimane anziché due».

L’esponente del M5S condivide anche le critiche della CGIL: «È infatti a rischio l’occupazione di cento operatrici e operatori, con contratto part time. Sono gli effetti di anni di tagli, di politiche restrittive peculiari della destra, la quale sia in Regione che al governo toglie servizi alle fasce più deboli e non intacca mai i patrimoni di quelle più abbienti. Una cosa è certa, torneremo alla carica nella prossima sessione di bilancio -conclude Erika Baldin- per chiedere e ottenere l’introduzione dell’addizionale IRPEF e la fine di queste politiche che mettono in ginocchio la solidarietà sociale pubblica».

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LISTE D’ATTESA NELLA SANITÀ PUBBLICA, LA SOLUZIONE NON È CHIEDERE AI MEDICI DI BASE DI EMETTERE MENO PRESCRIZIONI

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Venezia, 10 maggio 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, dice un secco no all’ipotesi -ventilata oggi negli organi di stampa- di un “ridimensionamento” delle prestazioni specialistiche e degli esami ambulatoriali richiesti dai medici di base, per far fronte all’ormai cronico prolungamento delle liste d’attesa nella sanità veneta.
L’idea sarebbe emersa lunedì, nel corso dell’incontro tra l’assessora regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, e i direttori generali delle nove ULSS: a quanto si è appreso, questi ultimi dovrebbero utilizzare maggior appropriatezza ed evidenza nelle prescrizioni, di modo da indicare solo le visite strettamente necessarie.

«Non sono d’accordo con questa impostazione -spiega la consigliera- perché significherebbe abbassare l’asticella di quanto la pubblica amministrazione ha il dovere di fare per la cittadinanza, in primis per garantire il diritto alla salute, come da dettato costituzionale. Sarebbe più facile dire addio alla prevenzione, con evidenti rischi per la collettività, lo dimostra la recente pandemia. Quando si rinuncia a difendere il bene comune a livello universalistico, ovvero per tutte e tutti, aumentano in parallelo le ricadute sociali e quelle economiche. Spero sia stata solo una boutade».

A metà febbraio erano 170mila le prestazioni ancora da erogare da parte della sanità pubblica in Veneto, 20mila delle quali accumulate durante il 2020 e il 2021: quel che più preoccupa è che non ci sia ancora una data prevista per la fine di questa emergenza. «Forse la Regione spera che nel frattempo le pazienti e i pazienti si rivolgano al privato -argomenta Baldin- pur di dire di aver smaltito le liste di attesa. Ma poche persone possono permettersi tale modello, e questo dev’essere chiaro anche a chi ha la responsabilità di amministrare. Anzi, l’applicazione ViviVeneto dev’essere attivata molto presto, così che diventi possibile prenotare anche al di fuori della propria ULSS territoriale».

L’esponente del M5S prende atto della costituzione di un tavolo di lavoro e dell’avviato monitoraggio relativi alle liste, ma chiede che venga accelerato l’iter del progetto di legge regionale, a propria firma, mirato a ridurre i tempi per l’erogazione delle prestazioni nella sanità pubblica: «Qualora questo mio progetto diventasse legge, chi non riceve nel pubblico la prestazione a cui avrebbe diritto, entro i termini stabiliti dal medico di base, potrà ottenerla in regime di libera professione intramuraria, pagando lo stesso identico ticket e con la differenza in capo all’ULSS. Nell’impegnativa ciò dovrà essere scritto a chiare lettere. E nel caso in cui le liste di attesa superino abbondantemente il limite previsto dalla prescrizione -conclude Erika Baldin- si potranno temporaneamente limitare le prestazioni private intramurarie, restituendo alla sanità pubblica la sua centralità. Questo significa occuparsi di sanità soddisfacendo un diritto universale, non rinviare per la terza volta l’approdo in commissione della riforma delle IPAB, che ormai ogni altra Regione ha compiuto».

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MUTUI E CARO AFFITTI, LE FAMIGLIE VENETE INDIFESE DOPO I TAGLI DI GOVERNO E REGIONE

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Venezia, 10 maggio 2022 – «La casa diventa sempre di più un lusso, tra il caro affitti e le rate dei mutui che sono schizzate alle stelle ormai sono migliaia le famiglie in difficoltà. Di fronte a questa emergenza, il governo e la Regione guidati dalla destra mostrano tutta la loro inadeguatezza: le politiche sulla casa sono totalmente inadeguate». Così Erika Baldin, capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, commentando i dati sull’aumento dei mutui, diffusi dall’associazione dei consumatori Adico di Mestre proprio nei giorni della polemica sul caro affitti nelle città universitarie.

Baldin annuncia il deposito a stretto giro di una mozione necessaria a «sollecitare la Regione e il governo a intervenire al più presto a sostegno delle famiglie colpite dal caro mutuo e dal caro affitti, che rischiano di mettere in ginocchio soprattutto le giovani coppie». «L’aumento del costo dei mutui, fotografato da Adico, vale 364 euro al mese a Venezia e 460 euro a Padova. Parliamo del +70% nell’arco di un anno. Preoccupano la stima secondo cui una famiglia su tre nel Veneziano fatichi a pagare dopo i rincari e 4.400 coppie under 35 sono a rischio pignoramenti. Il tasso del mutuo cresce ma lo stipendio resta lo stesso, ecco perché i consumi restano al palo», dichiara Baldin.

«Sul caro affitti, che colpisce in particolare gli studenti universitari, gli esponenti del governo stanno dimostrando la loro totale incompetenza: da un lato Valditara che cerca di scaricare la responsabilità sui Comuni dimenticando che la casa e il diritto allo studio sono competenze statali e regionali, dall’altro Salvini che annuncia di voler creare all’interno del suo ministero un dipartimento ad hoc, che però esiste già!», sottolinea Baldin e conclude: «Due gaffe belle e buone, con le quali la destra prova a camuffare le sue responsabilità politiche. È stato il governo Meloni a non rifinanziare né il fondo affitti né quello per le morosità incolpevoli! Fondo affitti che in Veneto non è mai stato incrementato, a differenza di altre regioni. Senza dimenticare che la Giunta Zaia è responsabile di una disastrosa riforma dell’edilizia residenziale pubblica, che ha comportato l’aumento dei canoni e non è stata in grado di risolvere il problema della carenza di alloggi pubblici. Il Veneto inoltre è tra le regioni che finanziano di meno il diritto allo studio, come ha ricordato proprio oggi l’Unione degli Universitari di Venezia».

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PASSAPORTI E CARTE D’IDENTITÀ IN DRAMMATICO RITARDO, PERCHÉ SOLO A VENEZIA? URGONO LA MASSIMA APERTURA DI TUTTI GLI UFFICI E L’ASSUNZIONE DI NUOVO PERSONALE

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Venezia, 9 maggio 2023 – «Perché a Venezia e nella sua area metropolitana i tempi di consegna delle carte d’identità e dei passaporti travalicano la normale attesa, anche rispetto al resto del Veneto?». Lo chiede Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, commentando le ultime notizie riportate nei media, che parlano di un ulteriore ritardo rispetto a quanto già manifestato a cavallo della fine dell’anno.

«Non è possibile -esordisce la consigliera- che per ottenere un passaporto in Commissariato si venga rinviati addirittura al 2024 sia a Chioggia che a Marghera e Mestre (addirittura in aprile), e per una carta d’identità nella terraferma veneziana bisogna aspettare oltre due mesi. Il Covid e la Brexit non c’entrano più niente, semmai a causare ulteriori disguidi è stata la decisione del governo Meloni di abbandonare lo SPID per l’adozione della carta elettronica generalizzata. E a sopportare il peso di questi disservizi è come sempre la cittadinanza».

Lo scorso 7 febbraio la Giunta regionale aveva risposto a un’interrogazione in materia della stessa Baldin: «Allora dissero che la situazione di difficoltà aveva già raggiunto il picco, e che quindi il problema sarebbe stato in via di soluzione. Le notizie odierne smentiscono tale impostazione, quindi vuol dire che c’è dell’altro. Ad esempio, Comuni come Venezia ricevono ancora solo per appuntamento: è ora di riaprire gli sportelli al pubblico in tutti i giorni e gli orari pre-pandemici, specie nei luoghi periferici come le isole».

La coordinatrice metropolitana del M5S ricorda che «stando alla norma, ogni cittadino ha diritto a ricevere il passaporto entro trenta giorni. Succedeva agevolmente prima della rivoluzione digitale, e la risposta non può essere demandata all’adozione di procedure d’emergenza». Urge invece ripristinare la normalità: «Mi metto nei panni di chi deve viaggiare per necessità -conclude Erika Baldin- oppure ha programmato una trasferta con congruo preavviso. Ma anche di tutte e tutti coloro cui quotidianamente necessita l’utilizzo della carta d’identità personale: come dovrebbero fare, di qui ai primi mesi del 2024? Se gli uffici anagrafe sono al collasso e in deficit di pianta organica, è ora di bandire gli appositi concorsi per le assunzioni del personale».

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