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A RISCHIO IL CENTRO NASCITE DI CHIOGGIA, SOTTO QUOTA 500. IL CONSIGLIO REGIONALE FACCIA FRONTE COMUNE PER SALVARLO

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Venezia, 29 dicembre 2022 – Salvare il centro nascite dell’ospedale di Chioggia. L’appello viene da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo la presentazione dei dati relativi al 2022 nell’ULSS 3 veneziana: il reparto, infatti, dopo anni di crescita e stabilità negli ultimi dodici mesi ha subìto una flessione, giungendo a soli 449 parti in luogo dei 521 registrati l’anno precedente (-13.8%). La denatalità strisciante, dunque, colpisce anche dove la soglia di galleggiamento veniva costantemente superata: nel territorio dell’ULSS Serenissima solo il centro nascite di Mirano ha incrementato le proprie prestazioni.

«La questione rileva -spiega la consigliera- poiché negli ultimi anni le linee guida del Ministero della Salute hanno già determinato una drastica scure per i centri con meno di 500 nascite l’anno, come è accaduto per esempio a Piove di Sacco, Adria, Trecenta e Valdagno. Tanto che dal 2018 molte madri della Saccisica e del Basso Polesine hanno preferito far nascere le proprie figlie e i propri figli a Chioggia, data la minor distanza dai relativi capoluoghi».

Le cifre del 2022, invece, non lasciano tranquilli: «Se tanto mi dà tanto -continua Baldin- per la prima volta il centro nascite dell’ospedale clodiense è veramente a rischio. Sarebbe un duro colpo per la popolazione locale, considerato che la città dista almeno un’ora dai principali centri limitrofi, e che le comunicazioni stradali e ferrate sono deficitarie: basta un incidente lungo la Romea e anche partorire diventa un’emergenza». All’ospedale Civile di Venezia, peraltro, viene da anni concessa una deroga nonostante i circa 300 parti annui, data la particolare conformazione della città d’acqua.

L’esponente del M5S auspica quindi che «mai come ora in Consiglio regionale tutte le forze politiche e i consiglieri eletti nell’area metropolitana di Venezia, nel Padovano e nel Rodigino facciano fronte comune affinché il reparto chioggiotto, considerato di eccellenza, non venga chiuso. Smantellare il centro nascite, anzi, potrebbe essere la chiave di volta per spostare poi anche altri reparti dallo stesso ospedale “spoke” verso l’hub dell’Angelo e non solo». La prospettiva, conclude Erika Baldin, non sarebbe affatto aleatoria: «La privatizzazione sostanziale che la giunta Zaia ha perseguito fin qui sta producendo effetti devastanti per la sanità di vicinato, in particolare per Chioggia e l’area meridionale della provincia, vicina al Delta e alla Saccisica».

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SANITÀ, ANCHE IL VENETO VERSO LA PRIVATIZZAZIONE: ZAIA NON FACCIA LO STRUZZO

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Venezia, 29 dicembre 2022 – «La sanità veneta sta scivolando verso il privato e non da oggi. Ormai a negare questo preoccupante fenomeno è rimasta soltanto la Giunta Zaia, con il Presidente che anche in occasione della presentazione del bilancio regionale ha raccontato tutto il contrario: una Regione che non ha mai favorito il privato, che anzi lo riduce. Come si spiega allora la realtà con cui quotidianamente si scontrano i veneti, ben descritta nei numeri pubblicati oggi da La Nuova? Mi chiedo che film abbia visto Zaia». Così la consigliera regionale Erika Baldin, che in una nota commenta i dati sulle Ulss del Veneto resi noti oggi dalla stampa locale e aggiunge: «Di fronte a problemi veri e tangibili, noti a tutti i cittadini che si rivolgono al Servizio sanitario regionale, Zaia non nasconda la testa sotto la sabbia».

«Se 21 pronto soccorso su 26 in Veneto sono operativi grazie a cooperative private, vuol dire che un problema esiste. Se il privato convenzionato è arrivato al 21 percento tra ospedali e centri riabilitativi, non si può far finta di niente. Se la Giunta Zaia paga ai privati 10 milioni di euro su 41 per smaltire le liste d’attesa, pari al 25 percento, io mi preoccupo come tutti i cittadini veneti che sanno benissimo cosa significa essere costretti a rivolgersi al privato quando, ad esempio, nel pubblico i tempi d’attesa sono troppo lunghi», osserva Baldin e conclude: «Non è un problema soltanto veneto, ma è un problema anche in Veneto. Ho sempre denunciato la privatizzazione strisciante in sanità, di recente anche con un’interrogazione sull’area riabilitativa che nell’Ulss 3 Serenissima vede la netta prevalenza del privato convenzionato. Continuerò a testa alta a far emergere i problemi che esistono e a pretendere risposte dalla Giunta Zaia».

 

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ANCORA UN BANDO “PILOTATO”, STAVOLTA ALLA RESIDENZA PER ANZIANI DI DOLO. SENZA TRASPARENZA, TANTO VALE NON EFFETTUARE PIÙ I CONCORSI

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Venezia, 27 dicembre 2022 – Cosa sta succedendo alla sanità veneta? Se lo chiede Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo il recente concorso annullato per tre ruoli da dirigente biologo all’ospedale dell’Università di Padova, e uno (lo scorso 20 dicembre) destinato a coprire un ruolo da istruttore amministrativo nella residenza per anziani di Dolo: «Anche in questo caso, già documentato nei media -specifica la consigliera- le modalità di esecuzione della prova scritta lasciano a desiderare. I due candidati sconfitti, infatti, hanno denunciato alla Procura della Repubblica di aver visto il terzo svolgere l’esame nell’ufficio di destinazione, già con il proprio nome inciso nella targa all’esterno. Nessuna spiegazione è stata data ai partecipanti al concorso, Michele Milan e Alice Zanon, ai quali manifesto la mia solidarietà».

L’episodio segue di poco tempo quello emerso all’Azienda Zero della sanità veneta, che ha annullato il bando da dirigente biologo a Padova dopo la denuncia di alcuni candidati, secondo i quali la prova pratica sarebbe stata redatta da uno dei partecipanti, già al lavoro nell’unità operativa: «Se questo è il modo di procedere -continua ironicamente Baldin – allora tanto vale non effettuare più i concorsi, risparmiando tempo e denaro. Solo che l’evidenza pubblica è obbligatoria, ma richiede trasparenza, rigore e nessun sospetto».

Nell’attesa che la giustizia faccia il suo corso (il fatto è stato segnalato anche alle autorità Anticorruzione), l’esponente del M5S ricorda di aver depositato una formale richiesta di acquisire informazioni, diretta alla presidente della V commissione Sanità, Sonia Brescacin: «Anche questa vicenda va chiarita in ogni aspetto -conclude Erika Baldin- tenuto conto del fatto che pure il fascicolo relativo al concorso padovano è stato già inviato alla Procura. Noi stiamo dalla parte di chi si impegna e lavora per ottenere il proprio ruolo sul campo e con merito, senza approfittare di posizioni di comodo. In specie trattandosi di un settore molto delicato per la vita delle persone».

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CONCORSO ANNULLATO ALL’ONCOEMATOLOGIA PEDIATRICA DI PADOVA, AZIENDA ZERO RIFERISCA IN COMMISSIONE

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Venezia, 21 dicembre 2022 – «La Commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto convochi i funzionari di Azienda Zero per riferire sul bando per tre posti da dirigente biologo nell’Azienda ospedaliera universitaria di Padova, procedimento annullato da Azienda Zero dopo la denuncia di alcuni candidati secondo i quali la prova pratica sarebbe stata redatta da uno dei partecipanti peraltro già al lavoro nell’unità operativa». Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, che nella mattinata di oggi ha depositato una richiesta formale di acquisizione di informazioni ai sensi dell’art. 54 del Regolamento del Consiglio Regionale, diretta alla Presidente della Commissione Sanità, in merito al concorso pubblico indetto da Azienda Zero per l’assegnazione di tre posti da dirigente biologo nell’Oncoematologia pediatrica dell’Azienda Ospedale-Università di Padova.

«La vicenda va chiarita in ogni suo aspetto ed è necessaria la massima trasparenza: per questo ho richiesto la convocazione dei funzionari regionali e degli enti coinvolti nella Commissione competente all’interno del Consiglio regionale, al fine di acquisire informazioni dettagliate in relazione ai fatti riportati dalla stampa locale», spiega Baldin, che aggiunge: «Azienda Zero ha fatto sapere che il fascicolo relativo al concorso è già stato inviato alla Procura. Ritengo che i rappresentanti dei cittadini veneti abbiano il diritto di essere informati, considerato che parliamo delle procedure di selezione dei dirigenti della sanità pubblica. Chiaro inoltre che la Regione abbia tutto l’interesse ad allontanare ogni sospetto di concorsi pilotati in un settore così importante per la vita e la salute delle persone», conclude la consigliera regionale.

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TAGLI, FUGA DEI MEDICI E PRIVATIZZAZIONE: NELLA PUNTATA DI REPORT I PROBLEMI CHE DENUNCIAMO DA ANNI

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Sanità. Baldin (M5S): «Tagli, fuga dei medici e privatizzazione: nella puntata di Report i problemi che denunciamo da anni»

Venezia, 7 dicembre 2022 – «Ringrazio i giornalisti di Report che con la puntata di lunedì sera e il lungo servizio dedicato alla sanità veneta hanno contribuito a fare emergere una realtà fatta di tagli, privatizzazioni e liste d’attesa: è la stessa realtà che denunciamo ogni giorno dai banchi dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto e nella commissione Sanità». Così la capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che aggiunge: «quello di Report per la Rai è giornalismo d’inchiesta, informazione di qualità che svolge un vero servizio pubblico».

«Il Veneto è una delle regioni che ha chiuso il maggior numero di pronto soccorso in Italia. Dal 1997 al 2020 sono passati da 69 a 15, un taglio spaventoso avvenuto negli anni in cui la Lega di Zaia ha governato la sanità veneta. Negli stessi anni sono state chiuse tutte le lungodegenze all’interno delle strutture pubbliche e rimangono soltanto quelle nel privato. Complessivamente, i posti letto nella sanità pubblica sono diminuiti e quelli nel privato accreditato sono aumentati», dichiara Baldin citando la trasmissione andata in onda lunedì sera su Rai Tre.

«Portare all’attenzione i nodi della sanità è più difficile di quanto si creda. In Regione, spesso le nostre interrogazioni restano senza risposta e quasi sempre ho l’impressione che i nostri interventi vengano accolti addirittura con fastidio. Avviso il Presidente Zaia e la sua Giunta che continueremo a testa alta, chiedendo risposte, denunciando problemi e disservizi, portando la voce di quei 700 mila veneti che, citando il Censis, hanno rinunciato a curarsi perché trovano tempi d’attesa troppo lunghi nel pubblico e costi insostenibili nel privato», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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SOLIDARIETÀ AL PRESIDENTE ZAIA OGGETTO DI MINACCE NO VAX

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Politica. Baldin (M5S): «Solidarietà al Presidente Zaia oggetto di minacce No Vax»

Venezia, 15 novembre 2022 – «Esprimo la mia solidarietà al Presidente della Giunta regionale del Veneto, Luca Zaia, bersaglio in queste ore di un vile attacco da parte della galassia No Vax». Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, in merito alle scritte apparse sulla Treviso-Ostiglia dopo le minacce e gli insulti rivolti a Zaia sul gruppo Telegram “V-V”.

«Ciascuno è libero di pensarla come crede, ma a tutto c’è un limite. Qui siamo di fronte all’ennesimo, inaccettabile attacco alle istituzioni democratiche e questi atti incivili sono ormai il marchio di fabbrica del mondo No Vax. Negli ultimi mesi in Veneto hanno preso di mira ospedali, sedi delle Ulss e anche sedi sindacali. Non si parli quindi della libertà di pensiero che nulla ha a che vedere con gli insulti e le minacce, gesti inqualificabili che non vanno sottovalutati e costituiscono un pericolo per la nostra democrazia», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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RIFORMA IPAB, OGGI IN PIAZZA CON I LAVORATORI

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Sanità. Baldin (M5S): «Riforma Ipab, oggi in piazza con i lavoratori»

Venezia, 15 novembre 2022 – «Il Veneto è l’unica regione d’Italia che non ha ancora realizzato la riforma delle Ipab. La aspettiamo dal 2001, un vero e proprio record: c’era ancora Galan». Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, ha partecipato stamane a Venezia alla manifestazione di Cgil Cisl e Uil in piazza per chiedere la riforma delle Ipab, l’applicazione del contratto della sanità per il personale delle case di riposo, l’aumento degli standard per la dignità e la salute di pazienti e lavoratori.

La consigliera M5S è poi intervenuta in apertura dei lavori del Consiglio regionale, riunito oggi a Palazzo Ferro Fini, per esprimere la sua solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori oggi in piazza e per sollecitare la discussione della legge. «Nonostante le promesse di Zaia e dell’assessora Lanzarin, la proposta di legge non è ancora arrivata in Commissione. Chiediamo che si apra subito una discussione, che coinvolga anche i rappresentanti dei lavoratori delle case di riposo. Nella sessione di Bilancio regionale mi batterò per ridurre in ogni modo i costi a carico dei cittadini e per difendere il personale del comparto, stremato da due anni di pandemia e mai realmente valorizzato», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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CASA DI CURA DI ABANO (PD), LA REGIONE INTERVENGA DOPO LE GRAVI INTIMIDAZIONI ANTISINDACALI

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Sanità. Baldin (M5S): «Casa di Cura di Abano, la Regione intervenga dopo le intimidazioni antisindacali»

Venezia, 31 ottobre 2022 – «La mia solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Casa di Cura di Abano Terme e alle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Sia chiaro che in Veneto non sono accettati atti o atteggiamenti di intimidazione nei confronti dei lavoratori che lottano per migliorare la propria condizione». Così la capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che nella giornata di oggi ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sui fatti di Abano, dove nella notte tra il 25 e il 26 ottobre la direzione avrebbe rimosso volantini e bandiere delle sigle sindacali attestanti lo stato di agitazione nella Casa di Cura.

«Le lavoratrici e i lavoratori della Sanità hanno tutto il diritto di protestare. I problemi sono tanti, acuiti da due anni di pandemia, e non è pensabile che chi li denuncia e li vuole affrontare subisca questo trattamento. La Casa di Cura di Abano è un ente accreditato con il Sistema Sanitario Regionale», sottolinea inoltre Baldin. «Chiedo pertanto alla Giunta regionale di fare chiarezza su quanto accaduto. Se confermata, questa circostanza sarebbe gravissima: specie in un periodo come questo caratterizzato da continui attacchi alle sedi sindacali, anche nel territorio veneto», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

[Foto: il volantino delle Organizzazioni Sindacali]
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FINE VITA, OGNUNO SIA LIBERO DI SCEGLIERE. LA MOZIONE IN CONSIGLIO REGIONALE

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Sanità. Baldin (M5S): «Fine vita, ognuno sia libero di scegliere. La mozione in Consiglio regionale»

Venezia, 25 ottobre 2022 – Una mozione regionale per la libertà di scelta sul fine vita. I consiglieri regionali dell’opposizione Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), Elena Ostanel (Veneto che vogliamo), Cristina Guarda (Europa Verde), Giacomo Possamai (Partito Democratico), Vanessa Camani (Partito Democratico), Anna Maria Bigon (Partito Democratico), Jonatan Montanariello (Partito Democratico), Andrea Zanoni (Parito Democratico), Francesca Zottis (Partito Democratico) e Arturo Lorenzoni (Gruppo Misto) hanno presentato in Consiglio regionale una mozione per impegnare la Giunta «a garantire, sul piano regionale, a tutte le persone che avanzano richiesta di fine vita un percorso oggettivo, rapido e scevro da qualunque tipo di condizionamento esterno». L’opposizione a Palazzo Ferro Fini chiede anche di «promuovere, presso tutte le istituzioni, il principio per cui il ruolo della politica è quello di garantire la libertà di scelta astenendosi da qualunque intervento, anche ideologico, potenzialmente in grado di coartare o comunque condizionare la libera scelta delle persone».

«Siamo d’accordo con le parole pronunciate nei giorni scorsi da Zaia e auspichiamo che questa possa essere la posizione di tutto il Consiglio regionale, per questo abbiamo presentato la mozione che riprende i concetti espressi dal presidente. Questo a dimostrazione che il fine vita non è un tema politico, ma che riguarda la sfera della libertà personale di ognuno. Il ruolo delle istituzioni dev’essere quello di garantire effettivamente, in concreto, questa libertà, rispettando la sofferenza e le scelte di chi soffre. Speriamo che in questa materia il nuovo governo ascolti le parole di Zaia e del Veneto», dichiara la prima firmataria della mozione, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle Erika Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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INCENERITORE DI FUSINA (VE) E CONSUMO IDRICO, SERVE CHIAREZZA. PERCHÉ CONSUMARE ACQUA PER IMPIANTI CHE LA STESSA UE GIUDICA OBSOLETI?

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Rifiuti. Baldin (M5S): «Inceneritore di Fusina (VE) e consumo idrico, serve chiarezza: interrogo la Regione. E basta attese per i bio-monitoraggi»

Venezia, 29 luglio 2022 – «Gli inceneritori consumerebbero molta acqua, più di quanto si pensi, e la pagherebbero molto poco. L’impianto di Fusina nel 2022 avrebbe consumato 259.727 metri cubi d’acqua derivati dal Naviglio del Brenta e altri 30.789 pescati dall’acquedotto. Secondo il comitato No Inceneritore Fusina, queste cifre (contenute nella Relazione Tecnica redatta da Ecoprogetto in riferimento alla gestione per l’anno 2021) sarebbero pari all’intero consumo dichiarato in sede di Via per l’intero Polo tecnologico, comprensivo di 3 linee di incenerimento, alla massima capacità produttiva. Peccato che nel 2021 fosse attivo solo il primo forno e le linee del CSS abbiano lavorato al 62% della capacità. A pieno regime, quindi, quanta acqua consumerà l’impianto?». Così la capogruppo in Regione del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che nella giornata di oggi ha depositato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta regionale di intervenire per valutare opportunamente l’impatto del consumo idrico dell’inceneritore di Fusina. 

«In tempo di crisi energetica e caro bollette, il fatto che Ecoprogetto possa aver pagato alla Regione circa 8 centesimi di euro ogni 1000 litri d’acqua – come rivelato dal Comitato No Inceneritore – lascia a dir poco perplessi. Alle famiglie veneziane, nello stesso periodo, l’acqua costava molto di più: tra 1,1 e 1,4 euro al metro cubo», sottolinea Baldin. «L’acqua è un bene primario», osserva la consigliera regionale, «non deve essere sprecata e la siccità di quest’anno ci costringe a scelte coraggiose e radicali. Ritengo sbagliato che si continui a consumare una risorsa pubblica così preziosa per far funzionare impianti giudicati obsoleti a livello europeo, come gli inceneritori. Siamo di fronte a un circolo vizioso: gli inceneritori consumano l’acqua, contribuendo ad aggravare gli effetti della siccità, salvo poi subire quegli stessi effetti visto che – come sta accadendo a Padova – senza acqua quegli impianti non possono funzionare. A quel punto, il rifiuto torna in discarica: lo scenario peggiore. È necessario un intervento a livello regionale e su questo attendo risposte da parte della Giunta».

«Ancora in attesa di risposta, del resto, è la mia interrogazione dello scorso ottobre, in merito ai bio-monitoraggi promessi dalla Regione da effettuarsi tra la popolazione interessata. Si tratta di due indagini per verificare la presenza di possibili inquinanti nelle unghie dei bambini e nel latte materno, per valutare l’impatto dell’impianto di Fusina secondo il principio di precauzione. Il Consiglio regionale nel dicembre 2020 ha approvato un mio ordine del giorno che impegnava la Giunta a effettuare i bio-monitoraggi, è passato più di un anno e mezzo ma ancora i cittadini non hanno ottenuto risposte. Cosa sta aspettando la Regione?», chiede Baldin, incalzando la Giunta a rispondere all’interrogazione a risposta immediata n. 206 del 26 ottobre 2021, “Inceneritore di Fusina: Quali interventi della Regione ai fini dei Bio-Monitoraggi?”.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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