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Comunicati stampa

UFFICI COMUNALI, ALCUNI SONO ANCORA APERTI AL PUBBLICO SOLO SU PRENOTAZIONE. LA REGIONE INTERVENGA PER FAR RIMUOVERE LA LEGISLAZIONE D’EMERGENZA

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Venezia, 26 giugno 2023 – A tre anni e mezzo dallo scoppio della pandemia da Covid 19, e ad oltre un anno dalla fine dello stato d’emergenza in Italia, non tutto è tornato a posto. In molti uffici pubblici, ad esempio, il ritorno alla normalità viaggia a rilento: «Come nel Comune di Cona -osserva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- dove è difficile per la cittadinanza trovare accesso ai servizi, lo riportano gli organi di informazione in seguito ala segnalazione del gruppo locale “Insieme per Cona”. Niente accoglienza nella sede municipale, nemmeno risposte telefoniche».

Ma non è l’unico caso: «A Chioggia -prosegue la consigliera- l’ufficio Anagrafe riceve una cittadina o un cittadino alla volta, e solo previa prenotazione. Comprenderei se fosse stata avviata la massiccia digitalizzazione dei certificati, ma così non è. Senza contare che alcune operazioni, come il rilascio della carta d’identità ora elettronica, necessitano della presenza in loco. Per cui urge tornare allo status quo precedente l’attuale regime, ovvero alle procedure correntemente attuate fino al 2019».

Baldin ricorda i lunghi ritardi cui incorre, appunto, chi ha bisogno di un nuovo documento personale (lo si è visto con i passaporti, quando le attese durano anche sette mesi): «Per fortuna, però, non è dappertutto così. E non è sempre responsabilità delle scelte effettuate da ogni singolo Comune, anche riguardo l’applicazione pedissequa di norme oggi incomprensibili. È il motivo -spiega l’esponente del M5S- per cui chiedo alla Regione del Veneto di adoperarsi con le amministrazioni locali affinché venga resa uniforme in tutto il territorio la massima apertura possibile degli uffici, rimuovendo gli ostacoli precauzionali adottati in èra Covid oppure operando la moral suasion con il governo centrale “di filiera” per ottenere lo stesso risultato».

Occorre inoltre considerare che dietro le decisioni degli enti c’è anche la penuria di personale: «Molte impiegate e impiegati -conclude Erika Baldin- sono andati in pensione per gli effetti di “quota cento”, e non sono stati rimpiazzati. Eppure i Comuni hanno le risorse e il tempo per avvicendarli attraverso il turn over regolato da concorsi. Non è tollerabile che vi siano prestazioni erogate solo la mattina, e non nei pomeriggi settimanali di rientro: questo mina ancora di più la fiducia delle cittadine e dei cittadini verso le istituzioni».

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Comunicati stampa

CONSIGLIO REGIONALE, È LA LEGISLATURA DEI PROGETTI DI LEGGE STATALE. CHE NON VENGONO ESAMINATI DAL PARLAMENTO

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Venezia, 14 giugno 2023 – «Che senso ha continuare ad approvare Progetti di legge statale che poi non vengono nemmeno esaminati dal Parlamento? Ora che la maggioranza in Regione ha lo stesso colore politico di quella nella Camere, la situazione risulta paradossale: nel corso della legislatura, la produzione di Pdls è addirittura aumentato. Ma delle 14 proposte approvate dal Consiglio e trasmesse al Parlamento, soltanto una è confluita in una legge nazionale». Così Erika Baldin, del MoVimento 5 Stelle, all’indomani della seduta del Consiglio regionale del Veneto, con un ordine del giorno che, oltre al consueto spazio riservato alle interrogazioni, «era interamente composto, ancora una volta, da Progetti di legge statale. Proposte spesso condivisibili nel merito, che però quasi mai si traducono in leggi nazionali».

«I dati parlano chiaro. Dal 2005 ad oggi sono state depositate in Consiglio regionale ben 160 Proposte di legge statale. Tra queste, soltanto 32 hanno concluso il proprio iter, sono arrivate al voto finale in Aula e successivamente trasmesse al Parlamento. E poi? Qui sta il dramma: soltanto 3 di queste proposte sono poi confluite in una legge dello Stato. Tre su 160, una percentuale dell’1,87%. Un risultato davvero deludente, considerato il lavoro svolto nelle Commissioni, dagli uffici dei Gruppi consiliari e dalla struttura del Consiglio regionale», osserva Baldin, che aveva sollevato il caso già il 14 febbraio scorso.

«Vorrei sapere perché non è stata presa in considerazione la mia proposta di un monitoraggio costante sull’iter dei progetti di legge statale, da trasmettere anche ai parlamentari eletti in Veneto. Questo ci permetterebbe di misurare l’impatto effettivo del nostro lavoro. Certo, per la destra che governa la Regione e il Paese, sarebbe imbarazzante scoprire che le proposte che partono dal Veneto finiscono nei cassetti del Parlamento e lì rimangono, abbandonati anche dalla maggioranza di Giorgia Meloni», conclude Baldin.

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