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Venezia, 13 dicembre 2023 – «La propaganda di Zaia, purtroppo, è distantissima dalla realtà». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, non usa mezzi termini per definire «le esternazioni di chi lancia la candidatura del Veneto regione “young friendly”, dopo aver governato 13 anni senza alcun tipo di attenzione nei confronti delle nuove generazioni. Anche in questo bilancio, le mie proposte per gli sconti sul trasporto pubblico e per il contrasto alla crisi abitativa sono state bocciate».

«Le parole spese in questi giorni sull’educazione all’affettività nelle scuole, poi, sembrano aria fritta, se pensiamo che è dalla pandemia che gli studenti chiedono il supporto psicologico nelle scuole. Nel frattempo, il mio progetto di legge per istituire un servizio psico-pedagogico scolastico regionale è fermo in commissione dal giugno dello scorso anno», ricorda Baldin. «Insomma, ai giovani non bastano i proclami. E in assenza di fatti, chi può alza i tacchi e se ne va. Lo dimostrano i dati del saldo migratorio relativo agli under 35: le stime della Fondazione Nord-Est parlano di quasi 120mila giovani emigrati dal Veneto nell’ultimo decennio. Di questi ne sono rientrati solo 36 mila, con una perdita netta di 80mila giovani: è come se in Veneto, da quando governa Zaia, fosse sparita una città grande come Treviso e abitata esclusivamente da under 35», commenta Baldin.

«Ritengo sia ormai anacronistico parlare di “fuga dei cervelli”: il fenomeno non riguarda più soltanto i livelli più alti dell’istruzione. Perché i giovani scappano dal Veneto? Da un lato mancano i servizi, basti pensare alla situazione dei trasporti.  Perché in Veneto non c’è il biglietto unico, che preveda una scontistica per i giovani, magari legata all’ISEE? Altre Regioni lo prevedono già da anni. E poi il Veneto è maglia nera per il diritto allo studio: in questo momento nella nostra regione ci sono più di tremila studenti universitari che rischiano di non ricevere la borsa di studio a cui hanno diritto. Due terzi di tutti gli idonei non beneficiari italiani sono in Veneto e poi ci stupiamo se i ragazzi vanno via», aggiunge Baldin.

«C’è poi una questione legata al lavoro: la disoccupazione giovanile è ancora relativamente alta e, con la diffusione del precariato, assistiamo alla crescita dei working poor, specialmente tra i giovani. La CGIL stima che in Veneto ci siano 200mila lavoratori poveri, il 16% del totale. Tra i giovani però la percentuale si alza fino al 23%: ecco allora che candidarsi a regione “young friendly” vuol dire, ad esempio, sostenere il salario minimo. Il contrario di quel che stanno facendo Zaia e i suoi alleati. Per non parlare dei tirocini gratuiti, altra piaga che colpisce i più giovani e rispetto alla quale la Regione non è mai intervenuta», conclude la consigliera regionale.

erika baldin

The author erika baldin

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