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Come ogni anno l’arrivo dell’inverno coincide in Veneto con un picco quasi ininterrotto nelle concentrazioni di polveri sottili e sostanze inquinanti. I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle chiamano in causa la Regione, spiegando quali mosse il governo veneto dovrebbe intraprendere per limitare l’emergenza.

“Ogni volta la stessa storia – tuona la consigliera regionale M5S Erika Baldin – si comincia a preoccuparsi dell’allarme quando si è nel mezzo della bufera, quando si può solo ricorrere alle misure di emergenza. Sono fenomeni arcinoti e che si ripetono con frequenza. Perché allora non iniziare a combattere l’inquinamento ora e per tutto l’anno con provvedimenti intelligenti e non quando i buoi sono ormai scappati?”

Nei giorni scorsi la consigliera ha formalizzato un’interrogazione, nella quale si chiede alla giunta regionale quale sia la situazione delle colonnine di ricarica per mezzi elettrici in Veneto. Nel mirino dell’esponente del M5S ci sono inoltre una serie di provvedimenti, legati appunto alla mobilità green, a un uso maggiore di energie derivanti da fonti rinnovabili e allo stop agli impianti inquinanti.

“Siamo al terzo anno di emergenza – dice quindi il consigliere regionale Manuel Brusco – speriamo di non dover tornare ancora una volta in aula con la mascherina per far capire al consiglio regionale che non si può più andare avanti così”.

“Ci auguriamo che stavolta la Regione, che ha votata il suo primo Piano aria qualche mese fa, diventi più responsabile e decida finalmente di coordinare le azioni sul territorio – continua Brusco – questo intervento potrebbe evitare un mosaico di azioni dei vari Comuni, che a volte contrastano fra di loro. Peccato che sul Piano aria manchino i provvedimenti attuativi da parte della giunta, quindi tutto quel lavoro rischia di restare lettera morta”.

 

erika baldin

The author erika baldin

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