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Il cantiere Tav apre i cancelli ai sindaci della Valle di Susa

(Arv) Venezia 4 feb. 2016 –    “Così come viene proposta è per noi un’opera inutile”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Manuel Brusco, commentando la notizia che il Ministero dell’ambiente ha pubblicato l’avvio della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, presentata dal consorzio Iricav 2, per il progetto alta velocità Verona/Padova: l’istanza riguarda il primo lotto funzionale fra Verona e il bivio di Vicenza.

“È indispensabile, in questa fase, procedere ad un uno studio attento della relazione non tecnica – spiega il consigliere pentastellato – per quanto ci riguarda comunque nutriamo già seri dubbi sui livelli vibrazionali, sulla rumorosità meccanica del cantiere, sull’impatto rispetto alle infrastrutture esistenti, sull’impatto elettromagnetico, sull’emissione di particolato e inquinanti vari, sulla produzione di rifiuti da parte del cantiere e sull’impatto che questo avrà nei confronti delle cave”.

Particolare attenzione, secondo il Movimento 5 Stelle, dovrà essere dedicata all’analisi dei costi- benefici, che nella lettura degli esponenti regionali del Movimento appaiono sproporzionati rispetto alle risorse economiche che dovranno essere destinate.

“Confermiamo – sottolinea Brusco – la nostra posizione sull’inutilità di questa opera così come viene proposta. La realizzazione di tratte ferroviarie ad alta velocità ha costi molto elevati nel caso in cui si realizzino tratti destinati a convogli la cui velocità vada da 200 a 300 chilometri orari”.

La tratta fra Milano e Venezia – 230 chilometri in tutto – ha non meno di 4 fermate AV: Brescia, Verona, Vicenza e Padova. “E non ha quindi senso pratico ed economico alcuno – avverte il consigliere – nemmeno il tempo di arrivare a velocità di regime che bisogna in pochi secondi azionare il freno per la fermata successiva. Con le emergenze i sociali presenti nel nostro Paese non si può non interrogarsi sullo spreco di denaro pubblico con le grandi opere che finiscono per costare sempre almeno due/tre volte più di altri Paesi europei”.

“Le priorità sono i servizi ferroviari regionali, mettendo al centro l’utente. – conclude Brusco – Serve una diretta inversione delle priorità infrastrutturali per i 160mila pendolari veneti, sapendo che è più importante la elettrificazione di tutta la linea, il raddoppio dei binari e l’intervento sui nodi urbani critici della rete”.

erika baldin

The author erika baldin

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