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MAFIA. BALDIN (M5S): VENEZIA TOLGA LA TESTA DA SOTTO LA SABBIA E FACCIA DIVENTARE LA LOTTA ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA UN IMPEGNO QUOTIDIANO

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«Ormai il cancro non è più solo un sospetto. È fin troppo ben radicato e in alcune zone, come a Eraclea, è già andato in metastasi. È ora che Venezia – e l’intera provincia – tolga la testa da sotto la sabbia e faccia diventare la lotta alla criminalità organizzata un impegno quotidiano, non un soprammobile scomodo, da nascondere nelle foto di famiglia». Così Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle e candidata alle prossime elezioni regionali nella circoscrizione di Venezia, lega i risvolti sempre nuovi che emergono dal processo ai casalesi per la bufera sul comune di Eraclea con la presentazione in Consiglio regionale della relazione di fine mandato dell’Osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e mafiosa e la promozione della trasparenza, approvata oggi all’unanimità a palazzo Ferro Fini.

Baldin prosegue: «Lo denuncio a gran voce. Il nostro tessuto socio-economico-istituzionale è bravissimo a stupirsi per i titoli sui giornali, ad applaudire per le operazioni della Dda e della Gdf, ma poi ci si ferma lì. Come è possibile che, come scrive il Prof. Guidotto nella relazione, tutto il nostro territorio sia colmo di infiltrazioni e che la situazione sia cambiata in peggio, da quando alcune ditte collegate alla camorra vinsero appalti in Regione per lavori a palazzo Ferro Fini e al Balbi nel 1988 e nel 1991? Ci stupiamo soltanto a parole?».

«La sottovalutazione è generale, con un atteggiamento di indifferenza verso i campanelli di allarme del ministero dell’Interno che hanno permesso ai nuclei di mafia, ‘ndrangheta e camorra di radicarsi a fondo. Le istituzioni hanno grandi responsabilità, perché è mancata una strategia organica di contrasto al fenomeno criminale sui piani economico e sociale nelle zone meno fortunate (la mala del Brenta nacque appunto in un contesto povero e degradato). La Regione doveva mettere in piedi forti azioni culturali e divulgative per la popolazione, ma sono state solo sporadiche, e l’Osservatorio doveva basarsi sulla collaborazione con personale dell’ufficio scolastico regionale, che non si è mai visto».

«Il Prefetto Zappalorto – aggiunge la politica veneziana – nel documento ha parlato di assenza di anticorpi a Venezia: “Il litorale veneziano è una zona dove ci sono interessi fortissimi. Non c’è solo Eraclea, c’è Caorle, c’è Jesolo, ci sono altre realtà che vanno indagate perché queste cose non avvengano più. Bisogna creare gli anticorpi» Parole forti, che si collegano all’allarme che sto lanciando da mesi per il pericolo di “shopping mafioso” nelle aziende di turismo e ristorazione colpite dalla crisi del Covid. Pericolo acclarato dalla recente indagine della GdF. Sulle 2.700 imprese nate in Veneto in due mesi di lockdown – una cifra incredibilmente alta – 900 sono gestite da persone con precedenti penali. Di questi, 200 sono pregiudicati per reati specifici: mafia, usura, frode fiscale e riciclaggio.

«Nel Veneto vengono prima gli “schei”, anche a discapito della trasparenza e della correttezza. Noi del M5S – conclude Baldin – non ci stiamo. Prima di tutto viene la legalità e i comportamenti onesti. In questo campo i compromessi non esistono. Perché, se li facciamo esistere e li accettiamo in mezzo a noi, eccone i risultati: da Eraclea, alle infiltrazioni sul litorale, alla vergogna epocale del Mose».

Martedì 21 luglio 2020

Tags : CriminalitàmafiaVenezia
erika baldin

The author erika baldin

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