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INCENERITORE DI FUSINA (VE) E CONSUMO IDRICO, SERVE CHIAREZZA. PERCHÉ CONSUMARE ACQUA PER IMPIANTI CHE LA STESSA UE GIUDICA OBSOLETI?

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Rifiuti. Baldin (M5S): «Inceneritore di Fusina (VE) e consumo idrico, serve chiarezza: interrogo la Regione. E basta attese per i bio-monitoraggi»

Venezia, 29 luglio 2022 – «Gli inceneritori consumerebbero molta acqua, più di quanto si pensi, e la pagherebbero molto poco. L’impianto di Fusina nel 2022 avrebbe consumato 259.727 metri cubi d’acqua derivati dal Naviglio del Brenta e altri 30.789 pescati dall’acquedotto. Secondo il comitato No Inceneritore Fusina, queste cifre (contenute nella Relazione Tecnica redatta da Ecoprogetto in riferimento alla gestione per l’anno 2021) sarebbero pari all’intero consumo dichiarato in sede di Via per l’intero Polo tecnologico, comprensivo di 3 linee di incenerimento, alla massima capacità produttiva. Peccato che nel 2021 fosse attivo solo il primo forno e le linee del CSS abbiano lavorato al 62% della capacità. A pieno regime, quindi, quanta acqua consumerà l’impianto?». Così la capogruppo in Regione del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che nella giornata di oggi ha depositato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta regionale di intervenire per valutare opportunamente l’impatto del consumo idrico dell’inceneritore di Fusina. 

«In tempo di crisi energetica e caro bollette, il fatto che Ecoprogetto possa aver pagato alla Regione circa 8 centesimi di euro ogni 1000 litri d’acqua – come rivelato dal Comitato No Inceneritore – lascia a dir poco perplessi. Alle famiglie veneziane, nello stesso periodo, l’acqua costava molto di più: tra 1,1 e 1,4 euro al metro cubo», sottolinea Baldin. «L’acqua è un bene primario», osserva la consigliera regionale, «non deve essere sprecata e la siccità di quest’anno ci costringe a scelte coraggiose e radicali. Ritengo sbagliato che si continui a consumare una risorsa pubblica così preziosa per far funzionare impianti giudicati obsoleti a livello europeo, come gli inceneritori. Siamo di fronte a un circolo vizioso: gli inceneritori consumano l’acqua, contribuendo ad aggravare gli effetti della siccità, salvo poi subire quegli stessi effetti visto che – come sta accadendo a Padova – senza acqua quegli impianti non possono funzionare. A quel punto, il rifiuto torna in discarica: lo scenario peggiore. È necessario un intervento a livello regionale e su questo attendo risposte da parte della Giunta».

«Ancora in attesa di risposta, del resto, è la mia interrogazione dello scorso ottobre, in merito ai bio-monitoraggi promessi dalla Regione da effettuarsi tra la popolazione interessata. Si tratta di due indagini per verificare la presenza di possibili inquinanti nelle unghie dei bambini e nel latte materno, per valutare l’impatto dell’impianto di Fusina secondo il principio di precauzione. Il Consiglio regionale nel dicembre 2020 ha approvato un mio ordine del giorno che impegnava la Giunta a effettuare i bio-monitoraggi, è passato più di un anno e mezzo ma ancora i cittadini non hanno ottenuto risposte. Cosa sta aspettando la Regione?», chiede Baldin, incalzando la Giunta a rispondere all’interrogazione a risposta immediata n. 206 del 26 ottobre 2021, “Inceneritore di Fusina: Quali interventi della Regione ai fini dei Bio-Monitoraggi?”.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

Tags : Fusinainceneritore
erika baldin

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