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AttualitàComunicati stampa

VENETO/CRISI. BALDIN (M5S): LANCIAMO ALLARME PER PERICOLO SHOPPING MAFIOSO NEL TURISMO E NELLA RISTORAZIONE, TENIAMO ALTA LA GUARDIA

Erika Baldin, M5S Veneto

«Leggo con grande apprensione le parole di Nicola Gratteri. Sembrano disegnate su misura per lo scenario che si potrebbe aprire nel settore del turismo e della ristorazione veneti. Dobbiamo fare ogni sforzo per evitare che siano profetiche». Così Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, commentando le dichiarazioni del procuratore, da sempre in prima linea nella lotta contro la mafia, apparse sulla stampa odierna: “C’è un welfare mafioso, che approfitta della mancanza dello Stato, e c’è il doping economico di cui hanno bisogno imprese e attività commerciali per non fallire.”

«I comuni turistici veneti, da Venezia a Verona, da Chioggia e Caorle, sono già in forte sofferenza, e nel litorale veneziano è allarme rosso per il tessuto economico, lo vediamo dalle segnalazioni continue e da tanti episodi quotidiani. Sottoscriviamo in pieno – afferma una preoccupata Baldin – l’allarme lanciato da Gratteri, frutto dell’esperienza e del senso della legalità, che non dobbiamo smarrire nemmeno di fronte alla crisi. Temiamo che le difficoltà dei nostri imprenditori aumentino la possibilità, più che concreta, che il “welfare mafioso” faccia shopping nel turismo veneto, inquinandolo senza rimedio».

«Non abbassiamo la guardia – ribadisce la consigliera M5S – non permettiamo che l’isteria prevalga sulla correttezza e non dimentichiamo il caso ancora aperto del comune di Eraclea. Che non è su Marte o in qualche oscuro angolo della Sicilia, ma in provincia di Venezia, nel cuore della nostra macchina turistica».

«Invitiamo quindi – conclude la politica veneziana – le associazioni del settore turismo e della ristorazione a mettere le mani avanti, attrezzandosi per togliere ossigeno a chi si presenta con le valigie di soldi in contanti, per comprare attività imprenditoriali che non sono riuscite a superare il dopo-Covid. Un passo concreto potrebbe essere quello di creare una convenzione, da parte delle categorie, con la Guardia di Finanza, per permetterle di effettuare un controllo preventivo sul nome dell’eventuale compratore – secondo Gratteri bastano 24 ore di tempo – e di affidarsi soltanto ai canali di finanziamento ufficiali, usando le modalità che ha messo e metterà in atto il governo. Anche se ci sono scartoffie da compilare, il pericolo di invischiarsi con la criminalità organizzata è dietro l’angolo, in un momento di straordinaria difficoltà come questo».

mercoledì 13 maggio 2020

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Comunicati stampaLavoro

CHI AMMINISTRA EVITI DI SOFFIARE SUL FUOCO DEL DISAGIO

Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle

di Erika Baldin (*)

Le proteste dei commercianti, che chiedono di riaprire le loro attività, non lasciano indifferenti. Ogni chiave, consegnata simbolicamente al proprio sindaco per protesta o timore, è un corollario negativo del contagio, da qualunque parte la si consideri. Perché rappresenta una tessera del nostro puzzle produttivo che rischia di venire smarrita per sempre, in questo tsunami che ci ha travolto.

Chi esprime il proprio disagio? Esercenti, loro dipendenti, artigiani. Che hanno bisogno di risposte, di fatti e interventi concreti. Non di veder alimentato tout court il malcontento, di sms speranzosi o, peggio, di venire usati come mezzo (espresso e a costo zero) per polemiche altrui o manovre di partito.

Penso ad amministratori e assessori, che avrebbero il preciso compito di governare il territorio, ma non rinunciano a soffiare sul fuoco della protesta parcellizzata. Avere la sfrontatezza di tingerla di un colore politico, in questi momenti di complicata gestione del contagio, è innanzitutto un atto irrispettoso di chi manifesta, nonché assolutamente inutile per la sua causa.

L’endorsement plateale, buono per l’istantanea sui social e nulla più, si rivela infatti strumentale soltanto ad aumentare il livello di scontro con il governo. Una mossa improvvida e miope, che non fa certamente il bene della popolazione, anzi, ma rende il quadro ancor più complicato di prima.

In questa partita – senza vincitori né ricette facili– chi ha i mezzi per intervenire lo faccia, altrimenti abbia il buon gusto di proseguire il proprio lockdown.

A meno che non voglia aiutare concretamente chi manifesta in piazza, devolvendo una parte dello stipendio alla causa comune dei cittadini che sono in difficoltà. Come facciamo noi del Movimento 5 Stelle. Non da oggi, e qualunque sia il colore del governo nazionale.

(*) consigliera regionale veneta, gruppo M5S.

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