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APPROVATA LA MIA RISOLUZIONE PER ATTIVARE LA GIUNTA A SPINGERE CON IL GOVERNO AL FINE DI TROVARE SOLUZIONI AL SOVRAFFOLLAMENTO NELLE CARCERI E ALLA CARENZA DI PERSONALE

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Venezia, 24 gennaio 2024 – La situazione nelle carceri venete è stata al centro della seduta settimanale del Consiglio regionale, con tre risoluzioni e una mozione, equamente divise tra maggioranza e opposizione.
Soddisfatta la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, per l’approvazione del suo testo (numero 88) che intende attivare la Giunta di palazzo Balbi al fine di trovare soluzioni concrete ai tanti problemi che attanagliano le case di reclusione: sovraffollamento, suicidi, sommosse, carenza di personale, condizione delle madri detenute.

«Mi fa piacere -commenta a caldo la consigliera- che il Consiglio, con l’eccezione di Fratelli d’Italia, abbia convenuto di auspicare l’impegno dell’esecutivo regionale con il governo, per garantire risultati duraturi nel risolvere le criticità in parola. Il sovraffollamento delle carceri venete si attesta in media al 128%, con picchi che raggiungono il 156% e il 157% nelle case circondariali di Treviso e Verona, del 144% nella casa di reclusione di Padova. 

E non bastano le rassicurazioni del sottosegretario Ostellari, di recente in visita al penitenziario veronese di Montorio, quanto alle necessarie assunzioni di personale in maniera almeno sufficiente a ripristinare per intero le piante organiche carenti. In media, dove dovrebbero esserci al massimo dieci detenuti se ne trovano almeno tredici, con picchi di 16, gestiti da un numero sempre inferiore di guardie carcerarie. A mancare, inoltre, sono soprattutto educatrici ed educatori, dal momento che ogni professionista gestisce una media di circa 70 persone detenute».

L’impegno di Baldin in materia non è certo nuovo, anche se acuito dalle drammatiche notizie delle ultime settimane, con la serie di suicidi (ultimo, il 27enne chioggiotto Stefano Voltolina al Due Palazzi di Padova) e le continue proteste delle detenute e dei detenuti, che chiedono migliori condizioni di agibilità dentro le celle: «Avevo presentato questa risoluzione nell’aprile 2023, ad un anno di distanza dalle rivolte nell’istituto penitenziale minorile di Treviso, che venne appunto chiuso per quindici mesi. Allora chiedevo la sua riapertura, avvenuta solo a luglio dello scorso anno». Durante la discussione sono stati affrontati anche i temi della sanità dietro le sbarre, di competenza regionale: l’assessora alle Politiche Sociali, Manuela Lanzarin, ha confermato gli investimenti nel settore e l’apertura di una nuova struttura a Rovigo.  

L’esponente del M5S ricorda anche la sua visita nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore: «Sono luoghi dove ci si rende conto come il sistema di esecuzione penale italiano sia volto alla riabilitazione e risocializzazione, principio fondamentale soprattutto quando si parla di minori o neomaggiorenni. La vicinanza alle famiglie e agli affetti è essenziale, e se viene a mancare è più facile che siano giovani coloro che non trovano più speranza tra quelle mura, per abbandono. Ringrazio ancora le volontarie e i volontari che si prendono cura di questi casi».

Erika Baldin insiste affinché vengano prese in considerazione misure alternative, depenalizzazioni dei reati a minor impatto sociale e accordi con i Paesi di provenienza: «Il rispetto delle garanzie delle persone carcerate è sancito dall’articolo 27 della Costituzione, e proprio in Veneto non mancano istituti all’avanguardia per il riavvicinamento al lavoro, condizione indispensabile al ritorno alla vita civile dopo aver scontato la pena».

erika baldin

The author erika baldin

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