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Venezia, 16 gennaio 2024 – Sono trascorsi pochi minuti dalla mancata approvazione del disegno di legge di iniziativa popolare promosso dall’associazione Coscioni, in tema di fine vita, al Consiglio regionale del Veneto, ed Erika Baldin non nasconde la propria amarezza. «Soprattutto per le persone sofferenti che vengono penalizzate da questo esito -esordisce la capogruppo del MoVimento 5 Stelle- e che continueranno a vedersi negata la possibilità di un commiato liberatorio, tutelato, riconosciuto e non clandestino».

La consigliera parla di «un giorno triste per il Veneto, che avrebbe potuto essere la prima Regione a normare la materia, dopo la sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, la quale metteva in guardia dal vuoto normativo e invitava le assemblee delle elette e degli eletti a legiferare in merito». Decisive sono state le astensioni: «C’è chi ha deciso di non decidere -accusa Baldin- assumendosi una grossa responsabilità nei confronti delle oltre novemila cittadine e cittadini veneti che hanno sottoscritto il disegno di legge. Io stessa avevo autentificato le loro firme ai banchetti».

Un iter che l’esponente del M5S ha seguìto fin dai suoi inizi: «Nel maggio 2023 avevo presentato una mozione, approvata a larga maggioranza, che impegnava la Regione a garantire un percorso oggettivo e rapido, e a promuovere il principio della libertà di scelta, astenendosi da interventi ideologici al fine di condizionare la volontà delle persone stesse. Nei mesi scorsi avevo chiesto più volte alla maggioranza di inserire la trattazione del progetto di legge nel calendario dei lavori d’aula. Oggi sarebbe stato possibile perfezionare tale iter, aggiungendo diritti e possibilità, senza togliere niente a nessuno. Invece i persistenti conservatorismi l’hanno avuta vinta, sia per la défaillance delle sedicenti voci liberali e moderate, che ormai sono acquattate sotto l’ombrello della destra più retrograda; sia per il voto della consigliera Anna Maria Bigon, la quale si è assunta la responsabilità di dividere il fronte progressista delle opposizioni».

L’impegno per i diritti però non viene meno: «La battaglia non finisce qui -conclude Erika Baldin- e il MoVimento 5 Stelle si impegnerà in Parlamento per ottenere finalmente una norma statale, evocata dalla sentenza della Corte Costituzionale. Intanto ringrazio immensamente l’associazione Luca Coscioni, le sue attiviste e attivisti veneti, per aver sollevato il tema ed essersi dati da fare nei territori, fino a un passo dalla vittoria. Grazie anche alle oltre novemila persone che si sono riconosciute in questo testo, e che avrebbero meritato una risposta differente, laica e contemporanea dalla politica regionale. Le prime faglie nel monolite culturale delle destre diventeranno crepacci, è solo questione di tempo ma il futuro arriverà anche qui».

erika baldin

The author erika baldin

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