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Ricerca, sviluppo e innovazione, digitalizzazione e sostegno alle PMI. Solo parole?

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Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) è uno strumento europeo di investimento che mette a disposizione significative risorse economiche per le regioni europee su alcune aree chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, PMI, economie “verdi”. Uno degli importanti compiti cui è chiamata l’Amministrazione Regionale è proprio la strutturazione ed attuazione del Piano Operativo Regionale (POR) nel settennato 2014-2020, nell’ambito del quale i fondi europei, nazionali e regionali, che assommano a circa 600 milioni di euro vengono finalizzati ad un piano di crescita sociale ed economica.

 

Stante l’importanza dello strumento POR-FESR e stante la rilevanza di una sua efficace applicazione per la costruzione organica di un futuro prospero per imprese e cittadini, ci saremmo aspettati la massima attenzione da parte dell’Amministrazione Regionale. E, visto il range temporale (2014-2020), visto che siamo nel 2017, ci saremmo attesi già quasi un discreto insieme di progettualità e risultati intermedi a vantaggio delle nostre pmi e dell’evoluzione socio-economica della nostra regione, a sostegno delle imprese venete, potenziali “motori di innovazione” veneti ed europei.

 

La realtà è – spiace rilevarlo – ben diversa. Dobbiamo registrare una serie di gravissime criticità sia sul piano quantitativo che sul piano qualitativo.  Le elenchiamo:

 

1) alla data del 21 dicembre 2016[1], su un complessivo di 600 milioni da allocare nel periodo 2014-2020, erano stati pubblicati solo 62 milioni (appena il 10%!!!) tramite 12 bandi. Ricordiamo che prima bisogna che ci siano i bandi, poi le assegnazioni, poi i progetti, quindi arrivano le erogazioni: un percorso lungo, ma al 90% non ancora partito!!!

2) da quanto risulta dalla stampa locale[2] sono a tutt’oggi non risolte alcune obiezioni “strutturali” sul POR che la Commissione Europea avrebbe contestato agli Uffici Regionali e che stanno di fatto impedendo l’assegnazione tempestiva (e progressiva) dei fondi alle nostre imprese. Con l’ulteriore rischio di vedersi sottratti i fondi (si parla di 114 milioni). Quando invece – ricordiamolo! – i concorrenti delle regioni confinanti come l’Austria in diversi casi sono state accompagnate alle progettualità FESR sin dal 2014!!!

3) non bastassero questi problemi, le nostre imprese, invece di essere ben indirizzate con dei chiari criteri di selezione per le assegnazioni, sono state obbligate a concorrere ai fondi con il metodo del “click-day”, una modalità assolutamente inadatta, ingiusta e, viene da dire, umiliante![3] La combinazione della erogazione tardiva e inferiore alle attese dei fondi e del click-day ha fatto sì infatti che in pochi minuti i fondi fossero completamente esauriti. Se l’Amministrazione non ha la capacità di identificare dei criteri congrui per l’assegnazione dei fondi, suggeriamo (provocatoriamente, si intende) che la prossima volta si utilizzino i dadi! Sarebbe comunque uno strumento più equo.

 

Come spesso accade, abbiamo visto attribuire le cause di questi ritardi ad altri livelli istituzionali (in questo caso al governo). Ci piacerebbe che invece l’Amministrazione Regionale si prendesse la responsabilità di questo grave ritardo e procedesse con la massima urgenza a sanare la situazione. Tre anni di ritardo su sette vuol dire mettere fuori mercato le imprese più avanzate della nostra regione che facevano affidamento sui fondi europei per investimenti in innnovazione. Vogliamo caricare le imprese venete, già alle prese con tassazioni elevate, crisi del mercato interno e concorrenza esterna di un ulteriore fardello?

 

ERIKA BALDIN

Consigliera regionale M5S Veneto

[1] Cfr. http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2016/21-dicembre-2016/caccia-fondi-ue-robot–2401145669626.shtml

[2] Cfr. anche, per un dettaglio sul “problema RIS3”: http://corrierealpi.gelocal.it/regione/2016/11/17/news/soldi-a-industria-4-0-il-veneto-in-panne-114-milioni-a-rischio-1.14429338

[3] Per inciso, si tratta del modo peggiore di utilizzare le possibilità straordinarie offerte dalle tecnologie informatiche.

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