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LA GARANZIA DI POTER EFFETTUARE L’INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA ENTRA NELLE “PAGELLE” DELLE ULSS VENETE: FINALMENTE, LO AVEVO DETTO UN ANNO FA

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Venezia, 30 maggio 2023 – «I direttori generali delle Ulss venete saranno valutati anche per il rispetto della Legge 194 sull’Interruzione volontaria di gravidanza (Ivg). Oggi, infatti, nella commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto abbiamo introdotto un nuovo parametro nelle pagelle annuali dei dg: la percentuale di strutture che praticano l’Ivg, rapportata al totale delle strutture con reparti di ostetricia e ginecologia. L’obiettivo assegnato è che tale percentuale non sia mai inferiore alla media nazionale». Ne dà notizia Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che aggiunge: «sono stata la prima, un anno fa, a proporre che la tutela del diritto della donna ad accedere alla procedura dell’Ivg venisse agganciata alla valutazione dei dg delle Ulss».

«Il senso è molto semplice: non può essere considerata efficiente la gestione di una Ulss dove ci sono reparti di ostetricia e ginecologia che non riescono a garantire l’Ivg a causa dei medici obiettori. L’obiezione di coscienza è un diritto dei sanitari, tutelato dalla legge, ma è un dovere dell’Ulss organizzare il personale in modo che il servizio sia garantito in tutte le strutture», dichiara Baldin. «Spiace che l’anno scorso la mia proposta sia stata malamente respinta dalla maggioranza in Commissione, che si era trincerata dietro presunte motivazioni tecniche: il fatto che oggi sia stato finalmente introdotto il parametro della Legge 194 è la dimostrazione che avevo ragione, si poteva fare, e quelle della maggioranza erano soltanto scuse. Bene, quindi, che i consiglieri della Lega abbiano cambiato idea, anche se così è stato sprecato un anno. Se mi avessero ascoltato avremmo risparmiato tempo e garantito un po’ meglio i diritti delle donne», conclude Baldin.

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STOP ALLE LISTA D’ATTESA, AL VIA DA OGGI LA RACCOLTA DI FIRME PER LA SANITÀ PUBBLICA

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Venezia, 23 maggio 2023 – «Parte oggi la raccolta firme per sostenere la proposta di legge regionale del MoVimento 5 Stelle contro le liste d’attesa nella sanità veneta. L’obiettivo della petizione è sollecitare l’iter del progetto di legge che ho presentato il 27 febbraio scorso in Consiglio regionale». Lo annuncia Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale e prima firmataria della proposta di legge volta a ridurre le liste d’attesa «con l’obiettivo di garantire i tempi previsti dal medico prescrittore. La petizione è già online, sul sito actionnetwork.org, sui miei canali social e sui profili del MoVimento 5 Stelle del Veneto».



«La proposta di legge introduce due principi nella normativa regionale: in primis, la possibilità dei cittadini fermi nelle liste d’attesa di accedere alla prestazione sanitaria in regime di libera professione, senza ulteriori oneri. Saranno infatti le Ulss a rimborsare gli specialisti. Questa possibilità dovrà essere pubblicizzata sulla ricetta medica, con obbligo per medici e operatori del Cup di informare i pazienti. Dall’altro lato, la legge fissa un limite alla libera professione intramoenia dei medici, prevedendo un blocco nel caso in cui le liste d’attesa nel pubblico siano troppo lunghe», spiega Baldin.

«Si tratta di due meccanismi molto semplici, già adottati da altre Regioni, che traducono in concreto il diritto del cittadino ad accedere alle prestazioni sanitarie in tempi certi. In Emilia Romagna, dove sono stati applicati, in poco tempo si è ottenuta una riduzione delle liste d’attesa. Non si capisce perché il Veneto non voglia sfruttare questi rimedi che sono già previsti dalla normativa nazionale», conclude la consigliera regionale.

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LISTE D’ATTESA NELLA SANITÀ PUBBLICA, LA SOLUZIONE NON È CHIEDERE AI MEDICI DI BASE DI EMETTERE MENO PRESCRIZIONI

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Venezia, 10 maggio 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, dice un secco no all’ipotesi -ventilata oggi negli organi di stampa- di un “ridimensionamento” delle prestazioni specialistiche e degli esami ambulatoriali richiesti dai medici di base, per far fronte all’ormai cronico prolungamento delle liste d’attesa nella sanità veneta.
L’idea sarebbe emersa lunedì, nel corso dell’incontro tra l’assessora regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, e i direttori generali delle nove ULSS: a quanto si è appreso, questi ultimi dovrebbero utilizzare maggior appropriatezza ed evidenza nelle prescrizioni, di modo da indicare solo le visite strettamente necessarie.

«Non sono d’accordo con questa impostazione -spiega la consigliera- perché significherebbe abbassare l’asticella di quanto la pubblica amministrazione ha il dovere di fare per la cittadinanza, in primis per garantire il diritto alla salute, come da dettato costituzionale. Sarebbe più facile dire addio alla prevenzione, con evidenti rischi per la collettività, lo dimostra la recente pandemia. Quando si rinuncia a difendere il bene comune a livello universalistico, ovvero per tutte e tutti, aumentano in parallelo le ricadute sociali e quelle economiche. Spero sia stata solo una boutade».

A metà febbraio erano 170mila le prestazioni ancora da erogare da parte della sanità pubblica in Veneto, 20mila delle quali accumulate durante il 2020 e il 2021: quel che più preoccupa è che non ci sia ancora una data prevista per la fine di questa emergenza. «Forse la Regione spera che nel frattempo le pazienti e i pazienti si rivolgano al privato -argomenta Baldin- pur di dire di aver smaltito le liste di attesa. Ma poche persone possono permettersi tale modello, e questo dev’essere chiaro anche a chi ha la responsabilità di amministrare. Anzi, l’applicazione ViviVeneto dev’essere attivata molto presto, così che diventi possibile prenotare anche al di fuori della propria ULSS territoriale».

L’esponente del M5S prende atto della costituzione di un tavolo di lavoro e dell’avviato monitoraggio relativi alle liste, ma chiede che venga accelerato l’iter del progetto di legge regionale, a propria firma, mirato a ridurre i tempi per l’erogazione delle prestazioni nella sanità pubblica: «Qualora questo mio progetto diventasse legge, chi non riceve nel pubblico la prestazione a cui avrebbe diritto, entro i termini stabiliti dal medico di base, potrà ottenerla in regime di libera professione intramuraria, pagando lo stesso identico ticket e con la differenza in capo all’ULSS. Nell’impegnativa ciò dovrà essere scritto a chiare lettere. E nel caso in cui le liste di attesa superino abbondantemente il limite previsto dalla prescrizione -conclude Erika Baldin- si potranno temporaneamente limitare le prestazioni private intramurarie, restituendo alla sanità pubblica la sua centralità. Questo significa occuparsi di sanità soddisfacendo un diritto universale, non rinviare per la terza volta l’approdo in commissione della riforma delle IPAB, che ormai ogni altra Regione ha compiuto».

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ALLARME SCARLATTINA, MANCANO GLI ANTIBIOTICI. LA REGIONE INTERVENGA PER REPERIRE L’AMOXICILLINA

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Venezia, 4 maggio 2023 – «La diffusione di infezioni da streptococco sta provocando un’impennata dei casi di scarlattina, in particolare tra la popolazione under 15. Dopo i 1.506 casi registrati tra gennaio e aprile, che confermano l’allarme lanciato già a dicembre dal ministero della Salute, desta particolare preoccupazione la criticità denunciata da pediatri e farmacisti, costretti a curare i pazienti con antibiotici ad ampio spettro perché l’amoxicillina e i suoi equivalenti non sarebbero disponibili sul mercato. Ho chiesto alla Regione di intervenire con urgenza, prima che sia troppo tardi». Così Erika Baldin, capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, che nella giornata di oggi ha depositato un’interrogazione a risposta immediata, chiedendo alla Giunta regionale «quali azioni intende porre in essere» rispetto al dilagare dei contagi da scarlattina e, in particolare, alla scarsità di antibiotici necessari alle cure.

«Serve garantire un approvvigionamento straordinario di amoxicillina o equivalenti, se necessario anche con un intervento diretto da parte della Regione», aggiunge Baldin, componente della commissione Sanità dell’assemblea di Palazzo Ferro Fini. «Va tutelata la popolazione più fragile, come bambini e anziani. Gli esperti ci mettono in guardia rispetto ai rischi connessi all’utilizzo di antibiotici ad ampio spettro, che possono indurre antibioticoresistenza: un allarme che non può essere ignorato», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO LA MIA MOZIONE PER GARANTIRE, A CHI NE FACESSE RICHIESTA, UN PERCORSO DI FINE VITA TUTELATO E LIBERO DA CONDIZIONAMENTI POLITICI

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Venezia, 2 maggio 2023 – Libere e liberi, fino alla fine. Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato oggi la mozione, promossa dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che impegna la Regione a garantire un percorso oggettivo e rapido a tutte le persone che avanzano la richiesta di procedere alle pratiche per il fine vita, e a promuovere il principio secondo cui il ruolo della politica è garantire la libertà di scelta in materia, astenendosi da interventi ideologici al fine di condizionare la volontà delle persone stesse.



«Un grande successo -commenta la consigliera- per il quale ringrazio tutti i gruppi consiliari, di maggioranza e di opposizione». Solo due i contrari e sei gli astenuti, a fronte di 32 voti favorevoli per la mozione Baldin: decisiva anche la libertà di coscienza accordata dai capigruppo del centrodestra alle proprie consigliere e consiglieri.

Prosegue l’esponente del M5S: «Il voto odierno è un bene per tutta la cittadinanza, data la carenza normativa nel settore. C’è stato chi ha dovuto accumulare debiti per potersi recare in una clinica svizzera a porre fine alle proprie sofferenze. Oggi il Consiglio regionale del Veneto viene loro incontro, garantendo un percorso eguale in tutte le ULSS e un contesto tutelato, nella vicinanza dei propri cari al momento del commiato».



La mozione ha preso le mosse dal caso di Stefano Gheller, il 50enne di Cassola (Vicenza) affetto da una rara forma di distrofia muscolare, che lo scorso ottobre si vide prestare l’assenso dell’ULSS 7 Pedemontana alla richiesta di fornitura della strumentazione e dei medicinali da autosomministrarsi per il fine vita: «Di grande importanza -conclude Erika Baldin- è stato anche l’impegno dell’associazione Luca Coscioni, la quale ha raccolto oltre settemila firme nel territorio veneto, a sostegno del progetto di legge regionale per il suicidio assistito. Anche questa volontà, trasversalmente espressa dalla cittadinanza, è servita a sensibilizzare il Consiglio, che oggi ha scritto una bella pagina di civiltà giuridica e di adesione alla contemporaneità».

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OLTRE 7000 FIRME PER IL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE IN TEMA DI SUICIDIO MEDICALMENTE ASSISTITO: MARTEDÌ IN AULA LA MIA MOZIONE PER LIBERARE LE SCELTE DI FINE VITA

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Venezia, 17 aprile 2023 – Le oltre settemila firme raccolte nel Veneto, a sostegno del progetto per una legge regionale di iniziativa popolare in materia di suicidio medicalmente assistito, sono «un’ottima notizia» secondo Erika Baldin. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale ritiene che «non solo il loro numero testimonia come l’attenzione attorno all’argomento sia viva e sentita anche da queste parti, ma soprattutto questo progetto (partito dal basso grazie all’impulso dell’associazione Luca Coscioni) potrà finalmente essere discusso in aula».

La consigliera ringrazia «coloro che hanno firmato, le volontarie e i volontari che hanno impiegato il proprio tempo per organizzare la raccolta delle firme, coloro che si uniranno lungo il percorso». La stessa Baldin, «convinta delle finalità necessarie che l’iniziativa si ripromette, come la garanzia di tempi celeri e della gratuità della prestazione», ha firmato ai gazebo e ha contribuito ad autenticare le firme delle cittadine e dei cittadini a Mestre e a Vicenza.

«Essendo nelle istituzioni, inoltre -spiega l’esponente del M5S- comunico che all’ordine del giorno della prossima seduta di Consiglio (in programma domani, martedì 18 aprile) è iscritta anche la mozione n.367 che ho presentato da prima firmataria lo scorso 26 ottobre, sottoscritta da tutte e tutti i consiglieri di minoranza, la quale impegna la Regione a garantire che ogni persona sia libera di scegliere liberamente le disposizioni per il proprio fine vita, senza alcun condizionamento politico».
Qualora la mozione fosse accolta, conclude Erika Baldin, «sarebbe un passo di civiltà che proietterebbe il Veneto nella contemporaneità dei diritti civili: obiettivi per i quali è giusto battersi sempre, comunque e senza risparmio. Libere e liberi fino alla fine, per citare lo slogan della campagna».

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INCIDENTE MORTALE SUL LAVORO IN PROVINCIA DI VENEZIA: LO SPISAL DEVE CONTROLLARE PRIMA, NON ARRIVARE DOPO. MA LA REGIONE NON NE STA POTENZIANDO IL PERSONALE

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Venezia, 13 aprile 2023 – Ancora un incidente mortale sul lavoro nel Veneziano, ancora una vita spezzata. La tragica fine di Arben Salliu, operaio albanese di 57 anni che ha perso la vita in uno stabilimento di Cona, non lascia indifferente Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale: «Assieme alla naturale solidarietà verso la famiglia di questo lavoratore -esordisce la consigliera- purtroppo non posso non ricordare che il Veneto è la terza regione per numero di vittime nei luoghi di lavoro durante i mesi di gennaio e febbraio, con nove decessi che aumentano del 29% rispetto ai dati dello stesso periodo nel 2022, rilevati dall’osservatorio Vega Engineering. Nell’area metropolitana di Venezia sono state 22 le scomparse di lavoratrici e lavoratori lungo lo scorso anno, e le denunce d’infortunio all’INAIL sono schizzate da oltre undicimila nel 2021 a oltre 15mila nel 2022, con un aumento del 34%».

Baldin si augura che le indagini in corso facciano piena luce e in tempi celeri: «Si parla di uno scoppio, o di un corto circuito, quale fonte dell’incidente. Ma lo SPISAL è intervenuto solo dopo i fatti: è evidente che la prevenzione è necessaria, ma la Regione del Veneto (pur essendosi impegnata a rafforzare gli organici) è ancora carente di almeno un centinaio di professionisti del settore». Un recente accesso agli atti da parte della coordinatrice metropolitana del M5S ha portato alla conoscenza delle cifre aggiornate al 30 novembre scorso: il personale in servizio allo SPISAL di Venezia è fermo a 41 unità, a fronte di un fabbisogno di 69 medici; quello autorizzato dalla Regione ammonta comunque a 55 professionisti.

È di ieri la denuncia, da parte della CISL veneta, che il Piano strategico per la sicurezza nei luoghi di lavoro -approvato dalla Giunta regionale nel febbraio 2022 e firmato tre mesi più tardi dalle confederazioni sindacali- non ha raggiunto gli obiettivi prefissati: «Il Piano -conclude Erika Baldin- prevede tavoli di settore per fissare standard di sicurezza in ogni impresa, che pure sono stati avviati. Ma evidentemente la carenza di personale addetto ai controlli preventivi, non successivi, si ripercuote nei comportamenti aziendali e, di conseguenza, purtroppo anche nel numero delle vittime».

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DUE PSICHIATRI INTEGRATI NEI SER.D DI MESTRE E MIRANO: SODDISFATTA PER AVER ACCELERATO QUESTO PROCESSO, MA LA RISPOSTA ALLE DIPENDENZE NON PUÒ ESSERE SOLO MEDICA

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Venezia, 12 aprile 2023 – Due medici psichiatri ai Ser.D di Mestre e Mirano, al posto di uno. È soddisfatta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto, dalla risposta letta oggi in aula dall’assessora alla Sanità, Manuela Lanzarin: «L’8 febbraio scorso infatti -spiega la consigliera- avevo presentato un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta, chiedendo di non sguarnire i servizi sociali relativi alle dipendenze nella terraferma veneziana. Aver sollevato questo problema ha accelerato la sua soluzione».

Davanti a tale atto, la Regione ha chiesto una memoria al direttore generale dell’ULSS 3 Serenissima, Edgardo Contato, il quale ha comunicato che il trasferimento di un medico dal Ser.D di Mestre -circostanza che ha causato l’interrogazione di Baldin- è stato nel frattempo compensato dall’arrivo di un medico dal Dipartimento di Salute Mentale. Analogo percorso compirà nei prossimi mesi un suo collega dal DSM al Ser.D di Mirano, a copertura di tutti i posti vacanti nella stessa disciplina.

«Rimane scoperto solo un ruolo da medico ambulatoriale interno, specialista in tossicologia», riferisce l’assessora Lanzarin: «L’ULSS 3 lo sta cercando, dal momento che la figura non è presente nella graduatoria in corso. La sanità veneziana sta operando affinché il numero dei medici nei Ser.D sia al livello previsto dalla dotazione organica». Gli effetti dannosi delle dipendenze da sostanze stupefacenti a Mestre e Marghera rimangono tuttavia ingenti: la cittadinanza sta reagendo, prova ne sono la grande manifestazione dello scorso 24 febbraio e il nuovo incontro, in programma giovedì 20 aprile, proprio dedicato agli abusi da eroina.

La risposta tuttavia non può essere solo medica, indipendentemente dal ripristino degli organici in forza ai Ser.D: «Al centro della mia iniziativa politica -spiega la coordinatrice metropolitana del M5S- c’è il concetto di rigenerazione urbana, in specie nella zona della stazione. Lo scorso dicembre avevo presentato un emendamento alla Legge di Stabilità regionale, attraverso il quale chiedevo alla Giunta veneta di erogare un milione di euro per finanziare progetti di inclusione sociale e culturale e di sensibilizzazione agli effetti delle dipendenze, anche attraverso eventi a ingresso gratuito».

Il modello poteva ispirarsi a quello padovano di Greenline, elaborato e attuato dalle associazioni di volontariato, e finalizzato ad affiancare sotto l’aspetto sociale la necessaria repressione dei fenomeni criminosi: «Purtroppo -conclude Erika Baldin- la maggioranza ha risposto picche a questa richiesta di contributo in sede di bilancio. Eppure è evidente che solo rigenerando l’area sarà possibile far appartenere nuovamente quei luoghi alle cittadine e ai cittadini che li abitano senza delinquere.

Colgo comunque con soddisfazione l’esito alla mia interrogazione, poiché significa che la Regione del Veneto e l’ULSS 3 Serenissima stanno comprendendo come sia diventato cruciale evitare che i comportamenti alterati dalle tossicodipendenze e dalle ludopatie producano ulteriori problemi di ordine pubblico e alla serenità familiare. Gli arresti degli spacciatori di strada non bastano ad arrestare le organizzazioni criminali, che possono contare sopra una disponibilità pressoché illimitata di “manovalanza” illegale, pescata tra coloro che vivono ai margini della società».

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FINE DELL’ESCLUSIVA PER IL PERSONALE MEDICO NELLA SANITÀ PUBBLICA, LA REGIONE IMPUGNI IL DECRETO DEL GOVERNO E L’ASSESSORA LANZARIN RIFERISCA IN COMMISSIONE

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Venezia, 3 aprile 2023 – «L’assessora regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, venga in V Commissione a riferire la posizione della Giunta in merito al vergognoso addendo al “decreto bollette” del governo Meloni, che nei giorni scorsi ha cancellato con un colpo di spugna trent’anni di civiltà giuridica nei rapporti professionali tra pubblico e privato». La richiesta proviene da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto, e si riferisce alla decisione presa dal Consiglio dei Ministri per consentire al personale dipendente dal Servizio Sanitario Nazionale di svolgere contemporaneamente la propria attività entro strutture private.

«L’addio all’esclusiva, faticosamente raggiunta nel tempo -spiega la consigliera- non significa altro che un’escalation verso il sostanziale smantellamento della sanità pubblica in Italia. Ma soprattutto, come ha giustamente fatto notare il sindacato Funzione Pubblica della CGIL, una pesante ingerenza del governo centrale nelle competenze delle Regioni. Le quali, a buon diritto, dovrebbero impugnare il provvedimento avanti la Corte Costituzionale: anzi, chiedo alla giunta Zaia di farsi promotrice di un’iniziativa in tal senso».

Non è la prima volta che Baldin lancia l’allarme relativo alla strisciante privatizzazione della sanità: «Molti servizi sono ormai appaltati a cooperative, c’è la fuga dall’impiego nelle ULSS e le liste d’attesa vengono estese a dismisura, convogliando i pazienti alle costose prestazioni intra mœnia, senza che queste vengano rimborsate dalla mano pubblica. Allo scopo di riequilibrare questo aspetto, superando le liste di attesa a costo zero per i pazienti, ho presentato anche un progetto di legge regionale, che verrà discusso in V Commissione proprio questa settimana».

La ricetta dell’esponente del M5S invece viaggia in direzione opposta a quella indicata dall’esecutivo: «Urge finanziare copiosamente il Fondo Sanitario Nazionale -conclude Erika Baldin- così pure quello per il rinnovo dei contratti scaduti da venti mesi, oltre a reintrodurre l’indennità di esclusiva per i dipendenti del SSN. L’autonomia differenziata potrebbe essere il colpo di grazia a un’idea di Stato che abbattesse le diseguaglianze, e che già oggi vede sostanzialmente in vigore 21 sistemi sanitari differenti tra loro».

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IN PRESIDIO ALL’EX OSPEDALE GIUSTINIAN DI VENEZIA: GARANTIRE IN LOCO LA PERMANENZA DEGLI ESISTENTI SERVIZI DI PROSSIMITÀ, IMPLEMENTARLI CON LA CASA DI COMUNITÀ

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Venezia, 31 marzo 2023 – Questa mattina anche Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, assieme alle colleghe consigliere e consiglieri di opposizione nella V Commissione che si occupa di sanità e politiche sociali, ha partecipato alla manifestazione che il Movimento per la Sanità Pubblica veneziana ha convocato davanti all’ex ospedale Giustinian di Venezia. Dove, secondo la candidatura avanzata dal presidente della Giunta regionale Luca Zaia, potrebbe insediarsi l’Agenzia europea contro il riciclaggio di denaro.



«Poco più che una boutade propagandistica -l’ha definita la consigliera- con poche possibilità di realizzarsi, ma che contribuisce seriamente a minacciare il mantenimento in loco di importanti servizi sociosanitari di prossimità, attraverso nuovi e ulteriori tagli». All’ex Giustinian infatti oggi hanno sede il Distretto sociosanitario per la città d’acqua, con le unità di continuità assistenziale, il centro prelievi, l’anagrafe canina, il centro per le vaccinazioni, il centro unico di prenotazione, il Ser.D. e molti ambulatori dove lavorano i medici di base.

«L’opposizione consiliare al Comune di Venezia -prosegue Baldin- con in testa Sara Visman e il M5S, le associazioni di cittadinanza attiva e le confederazioni sindacali stanno facendo muro, e hanno raccolto oltre 9mila firme contro il trasferimento di questi servizi all’ospedale Civile, che si trova dall’altra parte della città storica. Dev’essere chiaro che quest servizi non dovranno essere dispersi, bensì rimanere dove sono, ed essere implementati dalla futura Casa di Comunità. Per la quale al momento -nonostante i proclami- non risultano stanziati i fondi».



La coordinatrice metropolitana del MoVimento si era battuta affinché il sestiere di Castello tornasse ad avere il proprio medico di medicina generale, e attraverso un’interrogazione aveva chiesto che la Regione tornasse a occuparsi della programmazione medico-sanitaria per non arrivare sempre all’ultimo momento «Ora in Consiglio regionale le minoranze sono orgogliose di sostenere la battaglia dei comitati, per mezzo di atti ispettivi concreti come la mozione n.412 presentata il 23 febbraio scorso, atta a garantire il presidio dell’ex Giustinian anche nel caso in cui il Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea attribuisse all’Italia e a Venezia la sede dell’Agenzia antiriciclaggio. Fermo restando che in città altri luoghi meglio si presterebbero allo scopo, in primis l’attuale sede del Tribunale all’Erbaria di Rialto, la quale presto sarà sgomberata per traslocare all’ex Manifattura Tabacchi».

Il sestiere di Dorsoduro, dov’è ubicato il presidio, è una zona abitata da molte persone anziane oltre che dalle studentesse e dagli studenti fuorisede, che non possono servirsi del medico di base nella propria città e che sono parimenti mobilitati per difendere la specificità di Venezia: «Una città complessa -conclude Erika Baldin- non paragonabile ad alcuna altra realtà nel mondo, che ha bisogno di servizi capillari e in grado di servire comodamente anche l’isola della Giudecca. Purtroppo le istituzioni amministrate dal centrodestra rispondono spesso con opacità e con poca trasparenza, preferendo dare la propria benedizione ai nuovi hub della sanità privata, destinati a soppiantare i necessari servizi pubblici di prossimità a vantaggio delle fasce più fragili della popolazione. Non ci stancheremo mai di dirlo, né di essere al fianco della cittadinanza organizzata, fino a quando non riusciremo a cambiare aria alla politica di Venezia e del Veneto».

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