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MEDICI E INFERMIERI OGGI IN SCIOPERO CONTRO I TAGLI DEL GOVERNO MELONI: PROTESTA GIUSTA, CHE CONDIVIDO

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Venezia, 5 dicembre 2023 – «La politica ascolti il grido di protesta di medici e infermieri che oggi scioperano contro la manovra del governo Meloni. L’adesione, oltre l’85%, è un dato enorme considerato che anche il recente sciopero generale proclamato dalla Cgil ha raggiunto le punte più elevate proprio nel servizio sanitario». Così Erika Baldin, consigliera regionale e presidente del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, che si schiera «senza se e senza ma, dalla parte dei medici e infermieri oggi in sciopero».

«Meloni sostiene di aumentare il fondo sanitario nazionale, che in realtà diminuisce se rapportato al Pil? Mi ricorda Zaia quando nega che le politiche regionali abbiano favorito il diffondersi della sanità privata. La verità, in entrambi i casi, è che la destra al governo ha prodotto soltanto tagli», osserva Baldin. «La protesta di medici e infermieri è sacrosanta. Le condizioni di lavoro all’interno degli ospedali sono peggiorate nel corso del tempo, con il risultato che conosciamo: la fuga dei medici dal pubblico verso il privato. Dal PNRR sono arrivate le risorse per gli investimenti in sanità, un governo lungimirante dovrebbe accompagnare questo processo con nuove assunzioni e politiche che valorizzino il lavoro dei professionisti che scelgono di lavorare nel servizio sanitario nazionale. Invece Meloni cosa fa? Taglia le pensioni e non rinnova i contratti: continuare così significa spianare la strada al privato e trasformare la salute in un lusso per chi se lo può permettere», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliere regionale

 

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FINE VITA, GIORNATA STORICA: FINALMENTE IL DISEGNO DI LEGGE “LIBERI SUBITO” VIENE TRATTATO IN COMMISSIONE SANITÀ

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Venezia, 31 ottobre 2023 – «Finalmente il Consiglio regionale del Veneto affronta la questione del fine vita e della regolamentazione del suicidio medicalmente assistito: oggi, dopo mesi che lo chiedevamo, il progetto di legge di iniziativa popolare promosso dall’Associazione Coscioni e sottoscritto da oltre 9 mila veneti è stato presentato e discusso in commissione». Così la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, a margine della seduta odierna della Quinta Commissione consiliare permanente, competente in materia di Sanità e Sociale. «Ora il Veneto ha la possibilità di essere la prima regione ad approvare questa legge di libertà e di civiltà», sottolinea Baldin.

«Sono stata la prima, lo scorso 25 luglio, a chiedere la calendarizzazione del progetto di legge. Ricordo che il testo è stato depositato in Consiglio il 30 giugno scorso e il 12 luglio è stato dichiarato ammissibile dalla presidenza. Sono quindi trascorsi quattro mesi dal deposito del Pdl all’avvio dell’iter in commissione, considerato che si tratta di una proposta di legge di iniziativa popolare: così la politica non fa bella figura, credo che la maggioranza di Zaia abbia dato l’impressione di non essere molto sensibile alle istanze che provengono dai cittadini veneti», commenta Baldin. «Un ritardo ancor più grave, se si considera che il Consiglio regionale si è già espresso sul tema del fine vita: l’ha fatto approvando una mia mozione», afferma Baldin, ricordando la mozione n. 367 del 26 ottobre 2022, “Fine vita, la Regione si impegni a garantire che ogni persona sia libera di scegliere senza condizionamenti politici”, approvata a larga maggioranza dal Consiglio regionale nella seduta del 2 maggio 2023.

«Insomma, è già trascorso molto tempo, tempo che le persone malate purtroppo non hanno: ora si cerchi di non perderne altro. Auspico quindi un iter rapido, che dalla commissione arrivi rapidamente all’approvazione dell’Aula. Da questo punto di vista, preoccupano i tentativi di “ostruzionismo” di una parte della maggioranza di Zaia: alcuni stanno cercando di dipingere questa legge come qualcosa che non è, parlando di “cultura della morte”. Sembra che con questo Pdl si vogliano costringere i malati a seguire un determinato percorso, mentre è vero il contrario: la legge “liberi subito” serve a garantire a tutte e tutti la libertà di poter scegliere, fino alla fine, come vivere la propria vita. Il nostro faro è la Corte Costituzionale, con la sentenza 242/19 che deve essere attuata con procedure e tempi certi. Sono fermamente convinta che chiunque sia a favore delle libertà individuali non possa non sostenere e votare questa legge», conclude Baldin.

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INTERRUZIONE VOLONTARIA DI GRAVIDANZA, UNA LEGGE REGIONALE PER LIMITARE IL NUMERO DEI MEDICI OBIETTORI

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Venezia, 25 ottobre 2023 – Una proposta di legge regionale per obbligare le Ulss a garantire la presenza di personale sanitario non obiettore di coscienza nei servizi dove viene praticata l’interruzione volontaria di gravidanza (IVG): ad annunciarne il deposito, in occasione della presentazione in Consiglio regionale del volume “Il corpo mi appartiene – Donne e consultori a Nordest” della rivista Venetica, è la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in consiglio regionale e protagonista nell’attuale legislatura di una lunga battaglia per la difesa della legge 194 e per il diritto all’autodeterminazione della donna.

«Ho deciso di presentare un progetto di legge che va nella stessa direzione di quanto avevo già proposto in Commissione Sanità: le strutture sanitarie devono garantire sempre e comunque alle donne la possibilità di accedere al servizio di IVG, e i dirigenti devono essere valutati in rapporto al raggiungimento di questo obiettivo. Ho già ottenuto l’inserimento di questo parametro nelle pagelle dei direttori generali delle Ulss, ma ritengo sia necessario inserirlo in legge per renderlo strutturale. Inoltre propongo che gli venga attribuito il massimo peso in termini di punteggio», spiega Baldin.

Il progetto di legge annunciato oggi da Baldin prevede che in ogni momento, presso i servizi ostetrico-ginecologici delle strutture sanitarie pubbliche e convenzionate, debba trovarsi in servizio una quota di sanitari non obiettori sufficiente ad assicurare l’espletamento delle procedure dell’Interruzione volontaria di gravidanza, per l’intera durata di ogni turno. Il Pdl, inoltre, prevede che il rispetto di quest’obbligo sia inserito tra i criteri di valutazione dei dirigenti competenti, attribuendovi il massimo peso in termini di punteggio.

«L’obiezione di coscienza è prevista dalla legge, riguarda la sfera delle convinzioni morali di ciascun professionista e non è assolutamente in discussione. Quello che sembra sia stato dimenticato, è che la legge 194 del 1978 tutela il diritto della donna all’interruzione volontaria di gravidanza, assegnando alle Regioni il compito di garantire che la procedura sia effettuata all’interno delle strutture pubbliche. Una condizione che, come ben sappiamo, non sempre si realizza», chiosa Baldin.

Il problema è arcinoto. «In Veneto, la percentuale di obiettori supera il 70 percento. Molto di più della media nazionale che, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, vale il 63,4% nel caso dei ginecologi, il 40,5% degli anestesisti e il 32,8% del personale non medico. Con percentuali così elevate, l’effetto è quello che in alcuni reparti ostetrico-ginecologici l’IVG non è sempre garantita perché manca il personale non obiettore: una situazione inaccettabile, che costringe le donne a spostarsi di struttura in struttura per poter ottenere l’interruzione volontaria di gravidanza», spiega Baldin.

«Siamo di fronte ad una costante, palese violazione del diritto della donna di accedere al servizio di interruzione volontaria di gravidanza nei casi previsti dalla legge. La stessa 194 prevede che il servizio sanitario regionale debba in ogni caso assicurare l’effettuazione degli interventi di IVG, eventualmente ricorrendo alla mobilità del personale», ricorda Baldin. «Non dovrebbero essere le donne a spostarsi, quindi. Semmai è l’organico dei servizi sanitari che dev’essere riorganizzato ricorrendo a trasferimenti del personale obiettore», conclude la consigliera.

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FINE VITA, IL CONSIGLIO REGIONALE INSERISCA ENTRO LA FINE DEL 2023 IN CALENDARIO LA DISCUSSIONE DEL DISEGNO DI LEGGE DELL’ASSOCIAZIONE COSCIONI

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Venezia, 14 ottobre 2023 – Inserire al più presto, e comunque entro la fine del 2023, il disegno di legge di iniziativa popolare in materia di fine vita nel calendario delle discussioni al Consiglio Regionale del Veneto. La richiesta pressante arriva da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, che torna a rilanciare la questione dopo che l’associazione Luca Coscioni, promotrice del progetto di legge sottoscritto da oltre novemila cittadine e cittadini veneti, ha annunciato ulteriori iniziative di lotta nel caso i tempi dovessero slittare ancora.

«Sono stata la prima, lo scorso 25 luglio -spiega la consigliera- a chiederne la trattazione alla presidente della V Commissione consiliare. Da allora il tema non è mai stato preso in considerazione, nonostante anche nella maggioranza siano emerse alcune voci consonanti. Ho apprezzato infatti le dichiarazioni di Alberto Villanova, presidente dell’intergruppo tra la Lega e la lista Zaia, che (annunciando il proprio voto favorevole) lascerà libere le sue consigliere e i suoi consiglieri: come ha detto, infatti, urge normare la questione per via dei casi di grave sofferenza che affliggono cittadini veneti come Stefano Gheller, il quale ha ancora una volta dimostrato il suo coraggio sabato, ospitando e partecipando alla conferenza dell’associazione Coscioni, che ringrazio per il suo impegno costante».

Baldin è consapevole del fatto che l’ideale sarebbe una norma nazionale, nel senso indicato dalla Corte Costituzionale: «Ma è tuttavia importante che il Veneto sia la prima Regione in Italia ad esprimersi. Altro che perdita di tempo, come sento dire da qualcuno a destra: da quando ho avanzato la necessità di una calendarizzazione sono già trascorsi oltre due mesi. Non promuoviamo una “cultura della morte”, come sostiene Fratelli d’Italia, bensì la possibilità di tutte e di tutti di scegliere riguardo il proprio fine vita, specie quando minato da sofferenze indicibili».

L’esponente del M5S è fiduciosa riguardo l’esito del futuro voto in aula: «Se ai voti delle opposizioni -conclude Erika Baldin- si aggiungeranno quelle di tante e tanti consiglieri di maggioranza, lo stesso capogruppo Villanova e il presidente Zaia potrebbero essere orgogliosi di veder seguiti dai fatti i loro annunci. E scriveremmo assieme una bella pagina di diritto, in nome delle persone più fragili e di coloro che hanno firmato».

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IL TAR ANNULLA IL CONCORSO PER GLI PSICOLOGI DELLE ULSS, BANDITO DUE ANNI FA DA AZIENDA ZERO: LO ZAIASTAN FA CILECCA SULLA SALUTE MENTALE

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Venezia, 28 settembre 2023 – «Nel Veneto penultima regione italiana per investimenti in salute mentale, Azienda Zero prova per la prima volta nella storia ad assumere degli psicologi a tempo indeterminato per le Ulss del Veneto… E fallisce, dopo due anni di agonia». Così le consigliere regionali Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, e Cristina Guarda, capogruppo di Europa Verde, in una nota a commento della nuova sentenza con cui il Tar del Veneto ha accolto un ricorso contro Azienda Zero, che che ora dovrà rifare il concorso per l’assunzione di 47 psicologi bandito nel dicembre 2021. «Dopo due anni di maldestri tentativi e di aperte elusioni delle precedenti sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, ora si riparte daccapo», commentano le consigliere regionali che il 6 aprile scorso avevano presentato un’interrogazione per sapere quanti ricorsi analoghi fossero pendenti all’epoca e quali iniziative intendesse intraprendere la Regione.

«Nel frattempo, la domanda nel campo della salute mentale non è certo diminuita, anzi, gli accessi alle strutture sono aumentati. La spesa in salute mentale è rimasta invece al palo, attorno al 2,5% sul totale della spesa sanitaria: poco, pochissimo, basti pensare che le linee guida nazionali raccomandano almeno il 5% e paesi come la Germania superano il 10%. In questo ambito, peggio del Veneto di Zaia c’è soltanto la Campania di De Luca», dichiarano le consigliere regionali. «Nelle Ulss venete mancano psicologi e i pochi che ci sono hanno per lo più contratti precari. Questo concorso non avrebbe risolto le gravissime carenze di un sistema sotto finanziato da anni, ma rappresentava un’occasione a suo modo storica: era la prima volta che Azienda Zero metteva a bando degli incarichi per psicologi a tempo indeterminato nelle Ulss e, non a caso, sono stati ben 2.140 a rispondere alla chiamata», sottolineano Baldin e Guarda.

«La super-azienda voluta da Zaia a capo della Sanità veneta, con la promessa che avrebbe snellito le procedure e garantito risparmi ai veneti, si rivela quindi un gigantesco fallimento: quanto è costato questo concorso, che non ha portato a nulla? Alle spese ordinarie – già di per sé ingenti, considerato il numero di iscritti – si sommano le spese legali, soldi della sanità pubblica che potevano essere spesi per la salute dei veneti», aggiungono le consigliere regionali. «Siamo di fronte a una vicenda paradigmatica della storia recente del Veneto. Zaia ha governato per tre mandati promettendo efficienza e lucrando sui dividendi politici di un sogno, quello dell’autonomia. Alla fine della sua parabola, però, cosa resterà al Veneto? Tanta propaganda e, purtroppo, troppe macerie», concludono Baldin e Guarda.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale
Cristina Guarda (Europa Verde), consigliera regionale

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LA REGIONE NON SI INTERESSA DELLE CONDIZIONI DI LAVORO NELLE STRUTTURE SANITARIE PRIVATE ACCREDITATE

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Venezia, 26 settembre 2023 – «“L’amministrazione regionale non ha alcuna competenza in ordine alle relazioni sindacali interessanti le strutture private accreditate”: la Giunta Zaia ha risposto così alla mia interrogazione sulla Casa di Cura di Abano Terme, dove nel novembre scorso è avvenuto un grave episodio di intimidazione nei confronti dei lavoratori che erano in stato di agitazione. Senza esprimere alcun giudizio su quanto accaduto e, soprattutto, negando qualsiasi solidarietà al personale sanitario e alla loro vertenza». Lo dichiara Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, a margine della seduta odierna a Palazzo Ferro Fini dov’è stato osservato un minuto di silenzio per la scomparsa del Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano.

«Prima della sospensione dei lavori in concomitanza con i funerali di Stato, la Giunta ha risposto alle interrogazioni», spiega Baldin. «Tra queste, la mia interrogazione a risposta immediata del 2 novembre 2022. All’epoca avevo chiesto alla Regione di intervenire dopo l’episodio avvenuto alla Casa di Cura di Abano, dove nella notte erano stati staccati i volantini e le bandiere attestanti lo stato di agitazione. Una chiara intimidazione, già denunciata dai sindacati CGIL, CISL e UIL», ricorda Baldin.

«La risposta è arrivata soltanto oggi, a quasi un anno dai fatti. E la Giunta non ha voluto esprimere un giudizio su quanto accaduto, ma ha scelto di aderire acriticamente alla versione della direzione aziendale della Casa di Cura, senza considerare nemmeno la posizione espressa delle organizzazioni sindacali. Qualcuno quelle bandiere le ha strappate, di fronte a una simile intimidazione antisindacale la solidarietà nei confronti dei lavoratori dovrebbe essere spontanea. Il fatto che la Giunta regionale scelga di non esprimere la vicinanza è grave e inquietante», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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LA TRAGEDIA DI MASER FORSE AVREBBE POTUTO ESSERE EVITATA, IN PRESENZA DI UNA LEGGE CHE REGOLI IL FINE VITA. IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVI QUELLA DELL’ASSOCIAZIONE COSCIONI

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Venezia, 25 settembre 2023 – «Apprendo con sgomento la notizia che la signora Manuela Bittante, colpita a morte dal marito nella sua casa di Maser, non ce l’ha fatta. Una tragedia anche per chi rimane, che non trova giustificazione nel diritto né nelle coscienze.

Il particolare relativo alle condizioni di salute della donna, in stato semi vegetativo a causa di ictus che la aveva colpita recentemente, spinge solo a considerare come non più procrastinabile l’approvazione di una legge che regoli il fine vita, e che consenta a chi lo richiede (e sia in condizioni terminali o di sopravvenuta insostenibilità del dolore) di concludere volontariamente la propria esistenza, assistito dall’ULSS e nella piena legalità. Come già avvenuto poco tempo fa per altri pazienti veneti, in forza della sentenza n.242/19 della Corte Costituzionale.

Se una norma fosse già stata oggi in vigore, attraverso una libera manifestazione del proprio consenso magari la signora avrebbe potuto preliminarmente avvalersi di un’opportunità negata fino ad ora a tante cittadine e cittadini, che pure ne avrebbero fatto richiesta.

Al Consiglio regionale, intanto, giace in materia il disegno di legge di iniziativa popolare, promosso dall’associazione Luca Coscioni e sottoscritto da oltre novemila cittadine e cittadini veneti: chiedo ancora una volta che la V Commissione sanità lo esamini e approvi, nel rispetto della libertà di coscienza di ogni consigliere e consigliera, prima dell’approdo all’esame dell’Aula in sessione plenaria. Non si deve più perdere tempo, casi analoghi a quello di Maser potrebbero purtroppo ripetersi ancora: il ddl Coscioni venga calendarizzato alla prima seduta utile!».

La dichiarazione è di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto.

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A JESOLO UN’AMBULANZA ARRIVA DOPO 25 MINUTI DALLA TELEFONATA PER UN INFARTO: INTERROGO LA REGIONE PER CONOSCERE LE CAUSE DELLA CARENZA DI MEZZI IN LOCO

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Venezia, 5 settembre 2023 – Il caso dell’ambulanza di Jesolo, arrivata a 25 minuti dal primo contatto con il 118 per soccorrere un infartuato, approda alla Regione del Veneto. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha infatti depositato un’interrogazione a risposta immediata, rivolta alla Giunta regionale, per conoscere quali azioni intenda intraprendere in relazione al fatto, accaduto domenica sera nei pressi di via Verdi.

In tale circostanza, il mezzo è dovuto arrivare dalla sede di Ca’ Savio, dal momento che l’ospedale di Jesolo era privo di mezzi disponibili: «Meno male che le condizioni del paziente si sono rivelate presto migliori del temuto -commenta la consigliera- ma inizialmente era stato richiesto un codice rosso, dal momento che il turista soffriva di patologie cardiache e aveva già impiantati due bypass».

Baldin ricorda che già nel novembre 2020, in analoga circostanza, una persona del luogo era deceduta poiché l’unico mezzo disponibile proveniva da Caorle e ha impiegato mezz’ora a raggiungere Jesolo: «Anche un solo minuto può fare la differenza tra la vita e la morte -prosegue la coordinatrice metropolitana del M5S- e ciò non è certo imputabile alla velocità con la quale vengono chiamati i soccorsi. Anzi, il fatto che la prima risposta telefonica sia avvenuta dopo ben cinque minuti di silenzio è altrettanto grave, e ne vanno investigate le ragioni per prendere i dovuti provvedimenti».

La questione chiama in causa anche il servizio sanitario offerto nella principale località turistica del litorale veneto: «Non è tollerabile -conclude Erika Baldin- che le aspettative di vita dei soggetti soccorsi si riducano drasticamente perché l’attesa di un intervento medico urgente arriva a rasentare la mezz’ora, tenuto conto anche del tempo necessario per raggiungere l’ospedale via ambulanza. Oltre alla salvaguardia della salute delle persone, ne va anche dell’attrattività della zona, in quanto simili disservizi possono disincentivare arrivi e presenze turistiche».

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FINE VITA, BENE LE PAROLE DI ZAIA. MA ORA ESERCITI LA SUA MORAL SUASION, E FACCIA INSERIRE URGENTEMENTE IN DISCUSSIONE IL DISEGNO DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE

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Venezia, 18 agosto 2023 – «Le parole del presidente Zaia riguardo la necessità di una legge in tema di fine vita, ribadite anche ieri, mi trovano del tutto d’accordo. Ma gli ricordo che un disegno di legge in tal senso, per di più di iniziativa popolare, giace in V Commissione consiliare. E la sua autorevole moral suasion potrebbe essere decisiva per inserirlo nel calendario di discussione e, magari, farlo poi approvare dall’aula». È la risposta di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, alle parole che ieri il presidente della Giunta veneta ha pronunciato durante una trasmissione online.

Luca Zaia, in particolare, ha definito “un fatto di civiltà e un diritto che dev’essere garantito” la legislazione che dovrebbe disciplinare le disposizioni in materia di trattamento sanitario terminale, aggiungendo che egli stesso vorrebbe poter decidere per sé: «Non fa una piega -continua Baldin- soprattutto il riferimento al fatto che oggi coloro che sono riusciti a ottenere questo traguardo (e sono pochissimi, ovvero due) lo devono a una pronuncia della Corte Costituzionale, peraltro applicata egregiamente in Veneto grazie alla collaborazione delle ULSS».

L’esponente del M5S concorda con Zaia: «Ormai è evidente a tutti, o quasi, che argomenti del genere abbisognano di un dettato legislativo rigoroso, e non già di sentenze interpretabili. Il presidente dice che “se questa legge non la facciamo per scelta, la faremo per necessità”? Bene, lo sfido a passare dalle parole ai fatti. Chieda (come ho già formalmente fatto io più di un mese fa, senza finora aver ottenuto alcuna risposta) alla presidente della V Commissione, la sua compagna di partito Sonia Brescacin, di calendarizzare urgentemente la discussione del disegno di legge promosso dall’associazione Coscioni e firmato da oltre novemila cittadine e cittadini veneti».

Una discussione rapida sarebbe anche la miglior risposta da dare a Stefano Gheller, che da tempo invoca la possibilità di ottenere il medesimo trattamento concesso alla signora Gloria: «La Lega -conclude Erika Baldin- aveva lasciato libertà di coscienza nel voto alla mia mozione, approvata quasi all’unanimità, che chiedeva tempi certi, procedure semplificate, accessibilità universale e gratuità del percorso. Di conseguenza, non dovrebbe aver problemi a velocizzare la fase istruttoria del disegno di legge Coscioni. Il Veneto sarebbe la prima Regione in Italia, a Zaia farebbe piacere».

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LA MANCATA APPLICAZIONE DELL’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF PRIVA I MENO ABBIENTI DI RISORSE NECESSARIE PER LA SANITÀ, LE POLITICHE SOCIALI E LA PUBBLICA ISTRUZIONE

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Venezia, 16 agosto 2023 – «Niente addizionale IRPEF? Allora niente nuove case per gli studenti, niente assunzioni nei distretti sanitari scoperti, niente allargamento della copertura per i centri estivi, minori opportunità destinate a chi sta peggio». Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, commenta categoricamente la decisione della Giunta veneta di non applicare l’addizionale nemmeno nel 2024: «Zaia dice che lascerà nelle tasche delle cittadine e dei cittadini un miliardo e 179 milioni di euro – prosegue la consigliera – ma la verità è li ha lasciati solo nelle tasche dei più ricchi, perché senza quelle risorse le fasce di reddito medio-basso dovranno spendere di più per la propria salute, per l’istruzione, per una terza età dignitosa nei luoghi familiari alla persona anziana».

Già durante la scorsa sessione di bilancio, nel dicembre 2022, Baldin aveva promosso un emendamento atto a introdurre anche in Veneto l’addizionale regionale all’IRPEF, che avrebbe gravato sopra i redditi di almeno 50mila euro annui: «Con questo gettito extra -ricorda l’esponente del M5S- sarebbe stato possibile, ad esempio, risalire le classifiche nazionali che ci vedono ultimi al nord per numero di asili nido e per investimenti pro capite nella sanità pubblica. La Regione spende solo il 2.8% del prodotto interno lordo in questi settori fondamentali, eppure alla maggioranza di destra pare andare bene così, continuando a privatizzare i servizi e a renderli sempre meno disponibili a livello universale, per tutta la popolazione, anche nelle zone periferiche del territorio».

Conclude Erika Baldin: «Sono trent’anni che ascoltiamo da parte della Lega sempre la stessa solfa, ovvero “le troppe tasse impediscono di creare occupazione”. Ma nella realtà questo principio spesso (e purtroppo volentieri) si è tradotto nelle delocalizzazioni, nei licenziamenti, negli ammortizzatori sociali a carico della collettività. E nel frattempo chiudono presìdi ospedalieri, un numero elevato di donne è costretto a non lavorare per l’assenza di supporti alla maternità, il welfare sbilanciato verso le età avanzate non intercetta né tantomeno soddisfa le nuove povertà. Ancora una volta chi amministra la Regione non ascolta la richiesta di protezione sociale, che emerge omogenea e urgente».

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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