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FONDO SOCIALE, OTTENUTI 140MILA EURO NELLA MANOVRA

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Venezia, 16 dicembre 2022 – La consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini esprime «grande soddisfazione per i 140 mila euro di incremento al Fondo regionale per le politiche sociali, ottenuti per l’anno 2023 grazie alla battaglia emendativa portata avanti assieme alle altre forze politiche dell’opposizione». I fondi, spiega Baldin, «serviranno a finanziare in special modo attività e progetti in materia di disabilità, autismo, salute mentale e lotta contro il cancro».

«Bocciati, invece, le mie proposte contenute negli ordini del giorno presentati al bilancio di previsione», dichiara Baldin. «La maggioranza ha votato contro l’impegno a costituire una scuola di formazione permanente per la Polizia locale in Veneto, come quella che già opera in Lombardia, oppure ad aderire a un Centro interregionale di formazione, come quello che esiste tra Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. Niente da fare anche per la mia richiesta, rivolta alla Giunta Zaia, di intervenire sugli strumenti finanziari derivati, i due “collar” sottoscritti con le banche nei primi anni Duemila dalla Regione che, secondo la Corte dei Conti, hanno generato “flussi differenziali negativi di notevole ammontare” causando esborsi milionari che gravano sul bilancio della regione: perché il Veneto non segue l’esempio di molti enti locali, che sono riusciti a liberarsi del macigno dei derivati registrando già alcune sentenze favorevoli?», chiede la consigliera regionale.

«La maggioranza ha detto “no” anche a due ordini del giorno legati al territorio che rappresento, bocciando la richiesta di potenziare i collegamenti infrastrutturali tra Chioggia e il resto della Regione, sia a livello ferroviario che stradale. Respinto, infine, l’impegno a favore dei 200 lavoratori dell’hotel Bauer di Venezia sottoposti a una procedura di licenziamento collettivo che rischia, tra l’altro, di stabilire un pericoloso precedente per procedure di licenziamento collettivo in caso di ristrutturazione di immobili: davvero inspiegabile che la maggioranza abbia voltato le spalle a questi lavoratori e alle loro famiglie», conclude Baldin.

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HOTEL BAUER A VENEZIA, 200 LAVORATRICI E LAVORATORI NON POSSONO TRASCORRERE IL NATALE NELL’INCERTEZZA: AMMORTIZZATORI SOCIALI SUBITO!

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Venezia, 14 dicembre 2022 – L’increscioso episodio del camion recante l’effigie di Mussolini, rimosso sempre troppo tardi durante le operazioni di sgombero dell’hotel Bauer a Venezia, rischia di far passare in secondo piano lo stallo nella situazione dei circa 200 lavoratrici e lavoratori (90 dei quali a tempo indeterminato) che rischiano il licenziamento collettivo dalla struttura, in pendenza della lunga ristrutturazione aziendale che porterà alla riapertura solo nel 2025.

Martedì l’incontro interlocutorio nel palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto, con le rappresentanze sindacali e datoriali, non ha fornito ancora alcuna certezza relativa al futuro delle maestranze: «Lo smantellamento dell’immobile continua -nota amareggiata Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- ma di impiegati e operai nessuna traccia nella programmazione futura, come fossero invisibili. Sono diventati anch’essi “oggetti” da smaltire?».

La richiesta della CGIL, ovvero una cassa integrazione a carico dello Stato per l’80% e la riassunzione automatica in servizio quando l’hotel riaprirà i battenti, non è stata ancora accettata dalla società Signa che dirige l’albergo, la quale prima vuole verificare i conti, poi si atterrà comunque alle indicazioni del subentrante, il gruppo cinese Rosewood. «È inaccettabile -prosegue la consigliera regionale- che duecento persone vengano lasciate nel limbo, tra i sommersi e i salvati, solo perché un cartello o un fondo decide di poterne fare a meno. Si tratta di lavoratrici e lavoratori anche vicini all’età della pensione, per tutte e tutti la congiuntura dice che c’è difficoltà a trovare un reimpiego nel settore a Venezia, nonostante anni di professionalità dimostrata ad alti livelli».

Baldin è d’accordo con il sindacato quando afferma che «il licenziamento collettivo sarebbe un precedente pericoloso, perché aprirebbe le porte ad analoghe soluzioni quando ci si potrà trincerare dietro una ristrutturazione straordinaria», e torna a invocare l’adozione di un ammortizzatore sociale universale: «Sono intervenuta anche nell’aula del Consiglio regionale, attraverso un’interrogazione -conclude l’esponente del M5S- e preannuncio già un ordine del giorno al bilancio veneto, che è in fase di discussione. I dati del mese di ottobre, riguardo l’occupazione e i licenziamenti, sono tornati negativi, e penso che a quelle duecento persone bisogna dare risposte sicure affinché non trascorrano il Natale in una drammatica incertezza».

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SICUREZZA SUL LAVORO, IL VENETO È MAGLIA NERA. E ZAIA NON MANTIENE LE PROMESSE A PROPOSITO DEGLI SPISAL

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Venezia, 14 dicembre 2022 – «Rabbia e sconforto», è la reazione di Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, alla notizia dell’ennesimo infortunio mortale sul lavoro in Veneto, oggi a Cessalto in provincia di Treviso. Baldin esprime «solidarietà e vicinanza alla famiglia e ai colleghi dell’operaio deceduto».

«Nel 2022 il Veneto è la seconda regione per numero di morti sul lavoro dopo la Lombardia, con 93 decessi nei primi dieci mesi dell’anno. Un dato in aumento, che segue il trend degli infortuni sul lavoro in crescita nella nostra regione del +27,5 percento: erano 56.131 a fine ottobre 2021, sono 71.567 nel 2022. Sono i numeri di una vera e propria emergenza, da anni denuncio il “caso Veneto” e chiedo a Zaia di mantenere gli impegni assunti con la firma del Patto regionale per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto da sindacati e imprese». Così la consigliera regionale, che richiama i dati resi noti il 30 novembre scorso dall’Osservatorio Sicurezza Vega Engineering di Mestre e attacca la Giunta Zaia che «con il Patto si era impegnata a potenziare gli organici SPISAL per aumentare controlli e prevenzione».

«Stiamo ancora aspettando che Zaia mantenga le promesse, sottoscritte prima nel 2018 e rinnovate quest’anno. In alcune Ulss le assunzioni non coprono nemmeno il turnover e rimaniamo lontani anni luce da regioni come la Toscana, dove la percentuale di ispettori SPISAL in rapporto al numero di imprese è molto più elevato. La settimana scorsa il Consiglio regionale ha approvato un mio emendamento al DEFR, inserendo nella programmazione regionale l’obiettivo del “concreto potenziamento dell’organico SPISAL anche per garantire l’applicazione del Patto regionale per la sicurezza nei luoghi di lavoro”», ricorda Baldin.

«Ma non basta, servono le risorse per bandire nuove procedure concorsuali e formare una graduatoria unica regionale per l’assunzione del personale destinato ai controlli nelle aziende, che restano lo strumento più efficace che può mettere in campo la Regione per aumentare la sicurezza nei luoghi di lavoro», dichiara la consigliera regionale, che ha presentato due emendamenti alla manovra di bilancio per aumentare gli stanziamenti a favore del sistema degli SPISAL. «Certo, le iniziative potrebbero essere molte altre: penso ad esempio al registro dei quasi incidenti chiesto dai sindacati dei metalmeccanici. Considerata l’emergenza, tuttavia, per aumentare la prevenzione è prioritario investire per maggiori controlli», conclude Baldin.

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L’AUSTERITY DI ZAIA IMPOVERISCE LE NUOVE GENERAZIONI

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Bilancio regionale. Baldin (M5S): «L’austerity di Zaia impoverisce le nuove generazioni»

Venezia, 6 dicembre 2022 – «Negli ultimi 12 anni Zaia ha regalato alla parte più ricca del Veneto quasi 4 miliardi di euro, privandosi dell’addizionale Irpef, col risultato che ci troviamo ancora una volta di fronte a un bilancio regionale nel segno dell’austerity. Le risorse da distribuire sono pochissime e a pagarne il prezzo saranno soprattutto le generazioni future». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, nel suo intervento in apertura della discussione sulla manovra di bilancio regionale che inizia oggi a Palazzo Ferro fini con la disamina degli emendamenti al DEFR, il Documento di Economia e Finanza Regionale.

«Che prospettiva offre il Veneto ai suoi figli? Siamo la regione del consumo di suolo record (525 mq per abitante, contro i 359 mq a livello nazionale), dove la popolazione esposta al rischio di alluvioni è aumentato dal 9,3% all’11,6% in 5 anni e dove la quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale negli ultimi anni è sotto la media nazionale e negli ultimi anni è addirittura diminuita (17,6% contro il 18,2% dell’Italia, -0,2% dal 2018)», dichiara Baldin.

«La spesa per la ricerca è pari all’1,4% sul Pil, peggio del dato nazionale dell’1,5%. E la Regione si è dimostrata incapace di garantire il diritto allo studio, con il disastro delle borse e i mancati investimenti per alloggi e servizi agli studenti. Risultato: i giovani cervelli fuggono. Nel 2019 il Veneto è la seconda regione per numero di espatri con 15 iscrizioni all’AIRE, con un boom del +13,3% su base annua pari a sei volte il dato nazionale (+2%). La precarietà è aumentata e dopo lo shock pandemico la forbice sociale si è allargata, con la povertà assoluta che schizza dal 3,5% del 2010 all’8,2% del 2020 nel Nord Italia», aggiunge la consigliera regionale.

«Dissesto idrogeologico, emergenza ambientale, fuga dei giovani, lavoro sempre più povero e precario. Sono campanelli d’allarme che non possiamo ignorare e richiedono un cambio di paradigma. Le proposte del MoVimento 5 Stelle sono contenute nei miei emendamenti, a partire da un chiarimento sull’autonomia: il Veneto dica chiaro e tondo che vengono prima i Lep, che il tema dei nove decimi del gettito non esiste più e che va portata avanti anche l’autonomia dei Comuni. Non ci arrendiamo all’idea di una Regione bloccata dall’austerity: un concetto fuori tempo massimo. Ora servono investimenti e Zaia in dodici anni di governo ha messo la Regione nella condizione di non poterli fare. Sarà anche vero che i pessimisti non fanno fortuna, ma anche chi non investe sulle giovani generazioni è destinato a non avere futuro!», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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IN REGIONE UN VOTO (IDEOLOGICO) CONTRO IL SALARIO MINIMO, ERRORE STORICO DA PARTE DELLA MAGGIORANZA

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Lavoro. Baldin (M5S): «In Regione un voto (ideologico) contro il salario minimo, errore storico da parte della maggioranza»

Venezia, 8 novembre 2022 – «Il voto di oggi della maggioranza di Zaia – che ha scelto di astenersi sulla mia proposta – è un voto contro le lavoratrici e i lavoratori veneti, in particolare i giovani che trarrebbero il maggior beneficio dall’introduzione del salario minimo». Così la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, a margine della seduta odierna del Consiglio regionale del Veneto dopo il voto dell’Aula che ha bocciato – con una massiccia astensione da parte dei consiglieri di maggioranza – la mozione n. 256 “La Regione promuova in ogni sede l’istituzione del salario minimo” a sostegno della proposta di legge nazionale del M5S ancora ferma in Parlamento dal 2013. «Lega e Fdi ignorano il problema dei working poor, le persone che pur lavorando non arrivano alla fine del mese: nel nostro Paese sono tre milioni, l’11,7% del totale e molto sopra la media Europea. Per noi del MoVimento 5 Stelle invece il lavoro deve sempre garantire dignità e sicurezza: basta attese, il Parlamento approvi il salario minimo legale».

C’è però anche una peculiarità veneta, spiega Baldin. «Che sui livelli retributivi il Veneto sia indietro rispetto ad altre Regioni è un dato di fatto», commenta la consigliera regionale citando lo studio della Fondazione Corazzin pubblicato a luglio dalla Cisl del Veneto. «Secondo quell’analisi, il Veneto è addirittura a metà classifica con una retribuzione media equivalente (il dato che si utilizza per confrontare regioni diverse) pari a 33.166 euro, inferiore alla media nazionale di 33.790 e lontanissimo dalla Lombardia a 39.413 euro e Emilia Romagna a 35.43 euro», ricorda Baldin.

«A farne le spese sono soprattutto donne e giovani. Non è un caso se ogni anno il Veneto perde 10 mila ragazzi che scelgono di trasferirsi in altre regioni o di emigrare all’estero, dove trovano stipendi e condizioni di lavoro migliori. Con un gender pay gap del 32%, poi, che senso ha parlare di politiche a sostegno della famiglia e della natalità senza affrontare la questione salariale? Il salario minimo porterebbe un vantaggio oggettivo alle lavoratrici della nostra regione, spingendo verso l’alto tutte le retribuzioni: il voto di oggi è frutto di una scelta miope, di una visione ideologica e rappresenta un errore storico», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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CASA DI CURA DI ABANO (PD), LA REGIONE INTERVENGA DOPO LE GRAVI INTIMIDAZIONI ANTISINDACALI

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Sanità. Baldin (M5S): «Casa di Cura di Abano, la Regione intervenga dopo le intimidazioni antisindacali»

Venezia, 31 ottobre 2022 – «La mia solidarietà alle lavoratrici e ai lavoratori della Casa di Cura di Abano Terme e alle sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil. Sia chiaro che in Veneto non sono accettati atti o atteggiamenti di intimidazione nei confronti dei lavoratori che lottano per migliorare la propria condizione». Così la capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che nella giornata di oggi ha presentato un’interrogazione a risposta immediata sui fatti di Abano, dove nella notte tra il 25 e il 26 ottobre la direzione avrebbe rimosso volantini e bandiere delle sigle sindacali attestanti lo stato di agitazione nella Casa di Cura.

«Le lavoratrici e i lavoratori della Sanità hanno tutto il diritto di protestare. I problemi sono tanti, acuiti da due anni di pandemia, e non è pensabile che chi li denuncia e li vuole affrontare subisca questo trattamento. La Casa di Cura di Abano è un ente accreditato con il Sistema Sanitario Regionale», sottolinea inoltre Baldin. «Chiedo pertanto alla Giunta regionale di fare chiarezza su quanto accaduto. Se confermata, questa circostanza sarebbe gravissima: specie in un periodo come questo caratterizzato da continui attacchi alle sedi sindacali, anche nel territorio veneto», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

[Foto: il volantino delle Organizzazioni Sindacali]
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HOTEL BAUER A VENEZIA, LA REGIONE DOMANI AL TAVOLO PER I 200 LAVORATORI. SERVE UN AMMORTIZZATORE SOCIALE SPECIFICO

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Lavoro. Baldin (M5S): «Hotel Bauer a Venezia, la Regione domani al tavolo per i 200 lavoratori. Serve un ammortizzatore sociale specifico»

La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio Regionale, Erika Baldin, esprime solidarietà e preoccupazione per il futuro delle circa 200 lavoratrici e lavoratori dell’hotel Bauer di Venezia, in via di licenziamento collettivo a causa della prevista ristrutturazione del celebre albergo lagunare, che, dopo il passaggio della gestione alla catena Rosewood, riaprirà i battenti (opportunamente restaurato) solo nel 2025. Lasciando però a terra, nel frattempo, tutte le maestranze: entro 75 giorni la procedura che le riguarda andrà completata a norma di legge, senza che sia stato ancora determinato alcun ammortizzatore sociale per un periodo di 30 mesi.

«La Regione del Veneto – spiega la consigliera – ha raccolto l’appello lanciato dai sindacati FILCAMS CGIL e UILTUCS nell’incontro di ieri al Ministero del Lavoro, e sarà parte attiva domani, venerdì 28 ottobre, al tavolo di discussione per salvaguardare il reddito delle lavoratrici e dei lavoratori, fissi e stagionali. Essi costituiscono il capitale umano, risorse imprescindibili e prioritarie che hanno contribuito fin qui al prestigio della struttura alla quale hanno prestato opera. Non è possibile accantonarli per trenta mesi senza conseguenze sociali, non sono una variabile indipendente». Durante l’incontro di ieri al Ministero, i funzionari di quest’ultimo si sono detti possibilisti riguardo l’applicazione di uno specifico ammortizzatore ad hoc, da individuare.

Nei giorni scorsi Baldin aveva presentato anche un’interrogazione a risposta immediata alla Giunta regionale, nella quale chiedeva che l’assessorato al Lavoro venisse impegnato ad affiancare il personale nella vertenza per la ricollocazione o il riconoscimento della cassa integrazione in deroga: «Lo scorso 17 ottobre – osserva l’esponente del M5S – le rappresentanze sindacali unitarie hanno ricevuto pieno mandato dall’assemblea del Bauer a intraprendere qualsiasi iniziativa utile a tutelare chi lavora da ogni esternalità negativa correlata allo stop. Ma dal prossimo 1° novembre non vi potranno essere più incertezze: ne va del tenore di vita di 200 famiglie veneziane e metropolitane, gli enti locali non se lo possono permettere». Già il 10 ottobre la Regione del Veneto aveva manifestato la propria disponibilità a trovare soluzioni condivise per attutire gli effetti della chiusura forzata: «È ora di passare dalle parole ai fatti», conclude Erika Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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STUDENTE E RIDER MORTI IN 48 ORE, IL PRECARIATO UCCIDE! SUBITO SALARIO MINIMO, CONTROLLI IN AZIENDA E STOP STAGE GRATUITI

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Lavoro. Baldin (M5S): «Rider e studenti, di precariato si muore. Salario minimo, controlli in azienda e stop stage gratuiti»

Venezia, 20 settembre 2022 – «Basta morti sul lavoro, fermiamo la strage in Veneto». Questo l’appello della capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, che esprime «dolore per le morti del rider di 48 anni nel Trevigiano e dello studente veneziano in alternanza scuola-lavoro» e si stringe ai familiari delle vittime e ai loro colleghi.

«Per noi del MoVimento 5 Stelle il lavoro significa dignità, non morte. Basta precariato, ai rider vanno riconosciute le tutele previste dai contratti nazionali, oltre al salario minimo legale», dichiara Baldin. «Per i giovani bisogna costruire veri tirocini, all’interno di luoghi di lavoro sicuri: stop agli stage gratuiti, e l’alternanza scuola-lavoro va completamente rivista. La priorità va data alla formazione», aggiunge la consigliera regionale.

«I due incidenti, avvenuti nell’arco di 48 ore nella nostra regione, si aggiungono a una lunga scia di lutti: nei primi sette mesi del 2022 in Veneto si sono verificati 60 infortuni mortali sul lavoro, uno ogni tre giorni. Il dato è in aumento rispetto all’anno scorso e in controtendenza rispetto al trend nazionale: c’è un caso Veneto ed è compito della Regione affrontarlo al più presto, partendo dagli strumenti che già esistono ma vanno applicati. In primis il Patto regionale per la sicurezza sul lavoro, sottoscritto da sindacati e imprese, che impegna la Regione a potenziare gli organici Spisal per aumentare controlli e prevenzione», ricorda Baldin, che recentemente ha depositato un’interrogazione alla Giunta regionale chiedendo «a che punto siamo con le azioni previste dal Piano».

Erika Baldin (M5S), consigliera regionale
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CAPORALATO, VENETO 2° DOPO LA SICILIA: SERVONO PIÙ CONTROLLI, COORDINARE I PROGETTI E SUBITO UN PROTOCOLLO REGIONALE

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Lavoro. Baldin (M5S): «Caporalato, subito un protocollo regionale»

L’interrogazione in Regione. «Tanti progetti virtuosi, ma vanno coordinati. E servono più controlli»

Venezia, 2 agosto 2022 – «Il Veneto è la regione del Nord più colpita dal fenomeno del caporalato, siamo secondi in Italia soltanto alla Sicilia per numero di procedimenti giudiziari aperti. Progetti e strumenti a contrasto non mancano, anche diretti dalla stessa Regione, occorre però un maggiore coordinamento. Perché non pensare a un protocollo regionale dedicato al contrasto di questo odioso fenomeno?». Così la consigliera regionale Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), a margine della seduta odierna a Palazzo Ferro Fini dove l’assessora regionale al Lavoro Elena Donazzan ha risposto all’interrogazione a risposta immediata n. 267 del 24 maggio 2022, “Caporalato, schiavitù del XXI secolo. Come intende intervenire la Regione?”.

«Sul territorio sono già operativi dei progetti virtuosi come il FARm, che ha per capofila l’Università di Verona e produce mappatura, ricerca e analisi del fenomeno, e il progetto Navigare (ex Nave del Comune di Venezia) che vede il Veneto capofila a livello nazionale. Questi progetti vanno coordinati, incrociando la lettura dei dati e coinvolgendo maggiormente Comuni e ATS», dichiara Baldin.

«Nel 2019 il Veneto ha sottoscritto un protocollo contro il caporalato in agricoltura. Perché non estenderlo agli altri settori?», ha proposto Baldin in sede di replica alla risposta dell’assessora Donazzan. «C’è poi l’urgenza di rafforzare i controlli, spesso tardivi e insufficienti. Servono più risorse per il contrasto al caporalato, al lavoro nero e alla criminalità organizzata: terremo monitorate le scelte della Regione in sede di bilancio», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliere regionale

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STIPENDI, IL VENETO È SOTTO LA MEDIA NAZIONALE (E DISTANTE DA LOMBARDIA E EMILIA-ROMAGNA)

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Lavoro. Baldin (M5S): «Stipendi, il Veneto distante da Lombardia ed Emilia: serve il salario minimo»

Venezia, 8 luglio 2022 – «L’analisi della Fondazione Corazzin per la Cisl del Veneto sulla paga dei dipendenti non lascia scampo: in questo ambito il Veneto è rimasto indietro, mentre Lombardia ed Emilia Romagna hanno continuato a correre». Così la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, che sottolinea come il Veneto «sia in cima a molte classifiche, in ambito nazionale ed europeo, ma non in questa».

«Sui salari c’è un dato evidentissimo: lo squilibrio tra le regioni. Il fatto è che in questo caso il Veneto non occupa le prime posizioni, ma arranca a metà classifica». Anzi, qualche gradino sotto, considerato che la retribuzione media equivalente (che costituisce l’indicatore utile a porre in relazione territori con caratteristiche differenti) è pari a 33.166 euro a fronte di una media nazionale leggermente superiore, 33.790 euro. Irraggiungibili, invece, Lombardia ed Emilia Romagna con 39.413 euro e 35.432 euro rispettivamente, come si evince dai dati della Fondazione Corazzin diffusi dalla Cisl del Veneto.

«A logica, il Veneto dovrebbe essere in prima linea a livello nazionale per sostenere misure come il salario minimo», osserva Baldin, sottolineando che «i dati della Cisl riguardano soltanto il lavoro dipendente, ma nella selva dei “contrattini” e delle finte partita iva la situazione è ancora peggiore. Per non parlare di riders e lavoro a chiamata».

«Ancora una volta abbiamo la conferma che le categorie più svantaggiate sono le donne e i giovani, che hanno retribuzioni bassissime», addirittura sotto i 17 mila euro per gli under 19, sempre in termini di media equivalente. «Oltre a una profonda ingiustizia, qui c’è una parte delle cause della crisi demografica: il boom dell’emigrazione e il crollo della natalità si spiegano anche con la dinamica dei salari. Perché un giovane dovrebbe fermarsi qui e mettere su famiglia?».

«Il Veneto deve ritornare ad essere una regione attrattiva per i giovani, che oggi cercano un lavoro stimolante con cui crescere. Va ripensato il modello di sviluppo, la Regione deve aprire un confronto il più ampio possibile: con le categorie economiche, le organizzazioni sindacali, ma anche le Università e gli enti del terzo settore, vere risorse del nostro territorio. Mi impegno fin da ora a sottoporre i dati della Fondazione Corazzin all’attenzione di tutto il Consiglio regionale», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

 

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