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Infrastrutture e trasporti

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TRAGEDIA DEL VAJONT, LE CARTE PROCESSUALI SONO PATRIMONIO DELL’UNESCO E DEVONO RIMANERE ARCHIVIATE A BELLUNO

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Venezia, 24 maggio 2023 – «Le carte processuali del disastro della diga del Vajont devono rimanere custodite all’Archivio di Stato di Belluno. Mantenere lì quei documenti, recentemente inseriti nel Registro della Memoria Unesco, rappresenta una sorta di riconoscimento etico: la Regione si impegni quindi a scongiurare il ritorno dell’archivio processuale del Vajont a L’Aquila». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio regionale del Veneto, che oggi ha depositato un’interrogazione a risposta immediata chiedendo alla Giunta «quali azioni intenda porre in essere per dar corso alla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel 2019, con la quale si impegnava la Giunta ad adoperarsi per garantire il mantenimento dei documenti presso l’Archivio di Stato di Belluno».

«Ho ritenuto doveroso sollecitare la Giunta, specie dopo l’inserimento delle carte processuali del Vajont nel registro del programma Unesco “Memory of the World”», sottolinea la consigliera regionale. E aggiunge: «venerdì il Giro d’Italia partirà proprio da Longarone con la tappa dolomitica più attesa, la numero 19. Un bel modo per omaggiare la memoria del Vajont nel sessantesimo anniversario della tragedia».

«Credo sia giusto che l’archivio rimanga qui, a Belluno, dove ogni anno ricordiamo le 1910 persone scomparse il 9 ottobre 1963 in quel disastro causato dall’uomo, non certo dalla natura. Una memoria quanto mai attuale, purtroppo, nel Veneto e nell’Italia funestati dal dissesto idrogeologico e dal cambiamento climatico: si direbbe che non abbiamo imparato dagli errori del passato», conclude Baldin.

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CORSE SALTATE E SOVRAFFOLLAMENTO NEI MEZZI DELLA LINEA 80 TRA CHIOGGIA E VENEZIA: ARRIVA VENETO, COSÌ NON VA

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Venezia, 23 maggio 2023 – Ancora una giornata di passione per le lavoratrici e i lavoratori pendolari che usufruiscono delle linee 80, 85 e 87 del trasporto pubblico da Sottomarina e Chioggia in direzione Venezia, e viceversa. Sono infatti saltate ben sette corse nell’orario centrale della giornata, in aggiunta a quelle dei giorni scorsi: l’indisposizione contemporanea di molti conducenti era stata preventivamente segnalata da Arriva Veneto, l’azienda che ha in appalto il servizio, ma questa informazione non ha certo ridotto i disagi che la numerosa utenza ha dovuto sopportare.

«Per alcuni passeggeri -rileva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- i tempi di attesa sono stati anche di un’ora e mezza. La linea 85, peraltro, conduce anche all’aeroporto Marco Polo e le corse saltate rischiano di avere ripercussioni anche nei voli aerei già prenotati».

Inevitabilmente l’accumularsi delle persone alle fermate (non sempre riparate da pensiline) porta con sé il sovraffollamento delle corse successive, le prime ad essere effettuate: «Giungono segnalazioni -osserva la consigliera- di passeggeri stretti come sardine entro autobus a un solo piano, sia attorno a mezzogiorno che nel primo pomeriggio, dal momento che ulteriori utenti vengono fatti salire lungo il percorso e sono costretti a sostare nel corridoio senza possibilità di muoversi. È chiedere tanto, l’utilizzo continuativo di bus a due piani?».

Arriva Veneto in questi giorni è arrivata addirittura ad offrire perfino il pagamento della patente per eventuali volenterosi che volessero avvicinarsi al mestiere: «I conducenti sono i primi ad essere esasperati da questo stato di cose -ricorda Baldin- considerando che sono pendolari essi stessi. Sta venendo meno l’universalità di un servizio per il quale chi lavora paga mensilmente un cospicuo abbonamento».

Nella legislatura in corso e in quella precedente, la coordinatrice provinciale del M5S ha sollevato diverse volte interrogazioni consiliari e anche lettere alla società erogatrice, che rare volte hanno sortito gli effetti sperati: «Se il contratto di servizio è stato firmato dalla Città Metropolitana di Venezia -conclude Erika Baldin- non va dimenticato che il trasporto pubblico locale è competenza della Regione, già deficitaria nell’area meridionale del Veneziano per quanto concerne la gestione della ferrovia».

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LA NUOVA SALA D’ATTESA ALLA STAZIONE FERROVIARIA DI CHIOGGIA APRIRÀ AL PUBBLICO ENTRO LA FINE DI MAGGIO

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Venezia, 24 aprile 2023 – Entro fine maggio la stazione di Chioggia avrà di nuovo una sala d’attesa funzionante. La comunicazione arriva da RFI -la società che cura la rete ferroviaria italiana- in risposta alla consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, che nei giorni scorsi l’aveva interpellata per conoscere quali prospettive temporali fossero previste per l’intervento.

«Sarà ubicata in un locale prospiciente il primo marciapiede -riporta Baldin- dove sono in corso gli opportuni lavori di adeguamento infrastrutturale e impiantistico. Non si tratta della precedente sala d’attesa, chiusa anni fa in seguito ai bivacchi e agli atti di vandalismo dei quali era stata oggetto». L’ente ha appunto fornito la fine del prossimo mese di maggio (in concomitanza con l’inizio della stagione balneare) quale termine per l’apertura dei locali al pubblico, salvi imprevisti legati alla fornitura dei materiali.

L’attenzione della coordinatrice metropolitana del M5S attorno alla circolazione ferroviaria nel sud del Veneto rimane alta: «Anche se è stato negato il “treno del mare” per l’estate 2023, bisogna chiudere velocemente il rimpiazzo di Sistemi Territoriali con il nuovo gestore. Per il quale, in tempi non sospetti, predicavo si dotasse almeno degli standard in uso a Trenitalia.

Le scelte della giunta Zaia in merito al trasporto pubblico via rotaia, con relative disfunzioni del servizio, cozzano con l’impegno che RFI dimostra nel miglioramento dei livelli di comfort e fruibilità delle stazioni. Per noi -conclude Erika Baldin- investire nel potenziamento del trasporto ferroviario rimane fondamentale, al fine di sgravare le strade dal traffico privato e aumentare la sicurezza di chi viaggia».

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UN’ESTATE SENZA TRENI TRA CHIOGGIA E ROVIGO: ALTRO CHE “TRENO DEL MARE”, LA REGIONE INTASA LA ROMEA E LE ALTRE STRADE IN PIENA STAGIONE TURISTICA

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Venezia, 21 aprile 2023 – Il “treno del mare” verso Chioggia e Sottomarina anticipa al 2023? Macché, non se ne parla. Anzi, sarà proprio un’estate senza treni dalla laguna sud a Rovigo e viceversa: è la risposta che la Giunta regionale ha dato all’interrogazione avanzata da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, che chiedeva di avviare la sperimentazione turistica già prevista e confermata per il 2024.

Ma l’esito gela la consigliera: la tratta ferroviaria verrà interrotta al traffico per lavori di manutenzione e potenziamento dal 26 giugno al 31 agosto, prima fino ad Adria e poi del tutto. «La chiamano “riduzione di capacità” da parte di RFI -commenta Baldin- ma io traduco con autosostituzioni, che in pieno caldo incrementeranno il traffico lungo le strade come la Romea, obbligando i passeggeri a circa 40 minuti di viaggio in più rispetto al treno, per chi compie l’intera corsa».

Non significa solo far viaggiare peggio le persone: «Questi provvedimenti -prosegue l’esponente del M5S- scoraggiano la mobilità turistica, considerando che la linea attraversa importanti località balneari come Chioggia e Rosolina, entrambe sedi di fermata. Dacché non è pensabile che i pendolari del mare rinuncino ai loro spostamenti, questo obbliga all’utilizzo delle automobili private, proprio quando andrebbero disincentivate. Il “treno del mare” sarebbe andato in questa direzione, un regalo di addio da Sistemi Territoriali in dismissione».

Conclude Erika Baldin: «Ancora non si conosce, peraltro, quale sarà il gestore della linea dal prossimo settembre, per via del ricorso di Arriva Italia. Altrove le strade ferrate ottengono investimenti, qui la Regione nemmeno finanzia lo studio di fattibilità per riprendere in mano i progetti della Chioggia-Piove-Padova dopo oltre cent’anni. Nelle politiche della giunta Zaia e dell’assessora De Berti, l’area a sud di Venezia e il Polesine sono ancora una volta le cenerentole».
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TRIVELLAZIONI: I VESCOVI SI INTERROGANO, IL SINDACO DI CHIOGGIA TACE PER COMPIACERE IL GOVERNO AMICO. MARTEDÌ IN CONSIGLIO REGIONALE LA MIA MOZIONE PER DIRE NO: LA MAGGIORANZA SEGUIRÀ LE PAROLE DI ZAIA?

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Venezia, 13 aprile 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, plaude all’iniziativa che i vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara hanno organizzato a Porto Viro in materia di trivellazioni di idrocarburi nel mare Adriatico. «Davvero un incontro di spessore -commenta la consigliera- con oratori qualificati e di alto livello, in grado di allargare l’interesse all’intero Delta del Po e alle propaggini meridionali della Laguna veneziana».


Baldin, tuttavia, non può fare a meno di notare che «mentre le Diocesi dei territori coinvolti si esprimono, e lo stesso hanno fatto i Comuni polesani, non si è mai ascoltata in proposito la voce del sindaco di Chioggia. Del resto, Armelao non ha mai difeso il proprio territorio dalle politiche di un governo amico, evocando anzi il fantomatico ricorso alla “filiera” per accelerare le decisioni proficue, di cui peraltro non vi è alcuna traccia. Quale posizione ha preso l’amministrazione comunale di Chioggia in merito alle trivellazioni? Nessuna! Così come niente sta facendo per smantellare il deposito di gpl in Val da Rio».

L’esponente del M5S ricorda che martedì prossimo, nella seduta del Consiglio regionale, verrà discussa la mozione n.374, che la stessa Erika Baldin ha avanzato da prima firmataria lo scorso 7 novembre: «Nell’atto -conclude- chiedo che la Giunta tuteli il Veneto e dica no allo sblocco di questa procedura, la quale avrà per effetto l’incremento della subsidenza lungo i litorali.

Non sono le energie fossili e inquinanti la risposta alla crisi attuale, bensì un poderoso investimento nelle fonti rinnovabili. In aula vedremo se le dichiarazioni del presidente Zaia, contrarie alle trivellazioni e riportate dai media, troveranno seguito nel voto della maggioranza. O se questa preferirà seguire gli input del governo Meloni (già impugnati avanti la Corte Costituzionale), contro gli interessi ambientali ed economici della popolazione locale».

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IL TRENO DEL MARE VERSO SOTTOMARINA PUÒ PARTIRE GIÀ NELL’ESTATE 2023: LA REGIONE LO ATTIVI, POI PENSIONI SISTEMI TERRITORIALI

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Venezia, 15 marzo 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto, Erika Baldin, ha formalizzato la già annunciata interrogazione a risposta scritta, atta a conoscere dalla Giunta regionale se intenda attivare già nella stagione estiva 2023 il “Treno del Mare” con destinazione Chioggia e Sottomarina.

L’iniziativa della consigliera prende le mosse da quanto dichiarato dall’assessora regionale ai Trasporti, Elisa de Berti, lo scorso 14 febbraio, relativamente al ritorno del servizio (con il nome “Chioggia Line”) solo il prossimo anno, dopo dieci estati di stop: la riattivazione del servizio -oltretutto con la possibilità di trasportare le biciclette- consentirà a Chioggia e al Polesine di ampliare la propria offerta turistica, con sicuro impatto economico positivo per tutto il comparto.

«Lo stallo nell’assegnazione della linea Chioggia-Rovigo a Trenitalia -considera Baldin- non può essere d’ostacolo alla possibilità di attuare già fra tre mesi questo servizio, in capo alla società Sistemi Territoriali, partecipata dalla Regione. C’è anzi il rischio, ove il ricorso di Arriva Rail Italia al TAR incontrasse tempi lunghi, che pure il Treno del Mare 2024 slitti di un’intera annata, mortificando le aspettative degli operatori e l’interesse dei potenziali ospiti».

La coordinatrice metropolitana del M5S è fiduciosa che la sua istanza possa incontrare adesione e attuazione: «Niente vieta infatti che Sistemi Territoriali possa nel frattempo riattivare il Treno del Mare, dal momento che esso verrebbe a innestarsi in una realtà e in una linea preesistenti. Servono giusto la volontà politica e la disponibilità di risorse -conclude Erika Baldin- ovvero le ultime da spendere per la società che (sperabilmente da settembre) lascerà il posto a imprese capaci di mantenere uno standard superiore, rispetto alle lacune oggettive dell’attuale gestione».

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TRE LINEE FERROVIARIE DA AFFIDARE A TRENITALIA, CITTADINE E CITTADINI PAGANO RITARDI E DISASTRI DELLA REGIONE VENETO

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Venezia, 13 marzo 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, commenta l’accoglimento del ricorso da parte di Arriva Rail Italia nei confronti della gara europea che ha assegnato, in prima istanza, a Trenitalia l’appalto per la gestione delle tratte ferroviarie Chioggia-Rovigo, Rovigo-Verona e Adria-Mestre. «Naturalmente bisogna conoscere prima le motivazioni di tale accoglimento – spiega la consigliera – e soprattutto la preferenza per l’ulteriore ribasso, modalità che non auspico perché sottrae risorse alle vetture, agli utenti e ai lavoratori. Ma ribadisco che affidarsi a Trenitalia, quanto a standard di servizio, è apparsa una soluzione convincente, tanto che ero stata la prima a parlarne quando ancora non si conoscevano gli esiti della gara. Questo perché garantire la stessa qualità dei trasporti di cui gode il resto del Veneto è il minimo che si possa chiedere alla Regione».

Semmai il problema, continua Baldin, è stato «coprire per anni il servizio attraverso la società regionale di Sistemi Territoriali, che non ha certo dato buona prova di sé, soprattutto per il ritardo dell’ente nell’affrontare la gestione disastrosa. Se queste sono le prove per l’autonomia, altro che regionalismo…». L’esponente del M5S intende scongiurare che «i disastri regionali vengano pagati dalla cittadinanza di Chioggia e dell’area sud del Veneto, tramite ulteriori ritardi e disservizi, o soprattutto con autosostituzioni via gomma», e annuncia un’interrogazione affinché il Treno del Mare -annunciato per il 2024 dall’assessora regionale Elisa de Berti- parta già nei prossimi mesi estivi: «È impensabile – conclude Erika Baldin – che Sistemi Territoriali, nei suoi ultimi mesi di attività, continui a ignorare un’esigenza primaria del territorio e del turismo. Faccia questo regalo a Chioggia e Sottomarina, prima di andare in soffitta».

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FERROVIA CHIOGGIA – PIOVE DI SACCO, LA GIUNTA REGIONALE NON FINANZIA LO STUDIO DI FATTIBILITÀ CHE PURE AVEVA APPROVATO. COSÌ RESTA UNA SCATOLA VUOTA

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Venezia, 7 marzo 2023 – Una scatola vuota. È lo studio di fattibilità per la costruzione della tratta ferroviaria tra Chioggia e Piove di Sacco, che pure il Consiglio regionale del Veneto aveva votato all’unanimità dei presenti lo scorso 15 dicembre: oggi infatti l’assemblea di palazzo Ferro Fini ha respinto, con soli otto voti favorevoli a fronte di 33 contrari, un nuovo ordine del giorno promosso dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, il quale intendeva assumere in capo alla Regione l’impegno a sostenere economicamente la realizzazione di questo stesso studio.

«L’ordine del giorno numero 128, infatti -ricorda la consigliera- impegnava l’ente solo a sottoscrivere un protocollo d’intesa con Rete Ferroviaria Italiana per predisporre tale strumento fondamentale. Non prevedeva alcuno stanziamento di fondi a bilancio, necessario per dare gambe a un progetto che la comunità di Chioggia attende da circa 140 anni». Baldin, che aveva sottoscritto l’odg di dicembre assieme al consigliere leghista Marco Dolfin, chiedeva quindi che la Giunta regionale concretizzasse tale mandato consiliare affinché lo studio non rimanesse lettera morta sulla carta.

La neocoordinatrice metropolitana del M5S è rimasta delusa dall’atteggiamento della maggioranza, e in particolare dello stesso Dolfin, promotore dell’ordine del giorno tre mesi fa: «Succede non di rado che, messo alle strette tra le esigenze della città e gli ordini di scuderia, egli scelga di sostenere i secondi. Peccato, perché non è sufficiente attivarsi nero su bianco con RFI, se non viene prevista una copertura finanziaria pubblica».

La Regione -conclude Erika Baldin- «dica chiaramente che non vuole finanziare lo studio di fattibilità per la ferrovia Chioggia-Piove di Sacco, la quale consentirebbe all’area meridionale del Veneziano di congiungersi in tempi più celeri al capoluogo come a Padova, rompendo il monopolio automobilistico con la conseguenza di intasare meno le strade ed inquinare meno».

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DISSERVIZI LUNGO LA LINEA 80 DEGLI AUTOBUS TRA SOTTOMARINA E VENEZIA, LA CITTÀ METROPOLITANA DI BRUGNARO NON RISPONDE NEMMENO ALLA REGIONE

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Venezia, 7 marzo 2023 – La linea 80 degli autobus tra Sottomarina e Venezia torna all’attenzione del Consiglio regionale del Veneto. Nella seduta di stamane, l’assessora ai Trasporti, Elisa de Berti, ha informato di aver sollecitato formalmente la Città Metropolitana di Venezia -titolare del contratto di servizio con Arriva Veneto- affinché relazioni in ordine alle misure organizzative da attuare per evitare le criticità e i disservizi in atto. L’iniziativa della Regione ha avuto luogo lo scorso 2 dicembre 2022, ma ad oggi nessun riscontro dalla Città Metropolitana è stato comunicato all’ente sovraordinato: «La Città Metropolitana di Luigi Brugnaro non risponde nemmeno alla richiesta della Regione -osserva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini- e questo non depone certo a suo favore. Ringrazio tuttavia la Giunta per essersi attivata». 



La stessa consigliera, il 7 febbraio, aveva inviato una mail alla compagnia di trasporti, per sollecitare la soluzione al sovraffollamento della corsa diretta in partenza alle 7 del mattino da Sottomarina verso Venezia: «La società ha risposto nei fatti -conferma Baldin- tornando ad utilizzare autobus a due piani, in modo che nessun utente sia più costretto a rimanere in piedi per un’ora già dopo poche fermate. Ma gli altri temi sottoposti nell’interrogazione all’assessora De Berti, il 16 novembre 2022, rimangono tuttora irrisolti».



La coordinatrice del M5S si riferisce alla «mancanza di corse bis, specie di notte e per il rientro delle lavoratrici e dei lavoratori pendolari. Molte persone per questo motivo continuano a essere lasciate a terra lungo la strada 309 Romea, costrette ad attendere ulteriori trenta minuti entro stalli a volte sprovvisti di pensilina». Inoltre, l’assenza di tendine parasole e di braccioli dal lato corridoio in alcune vetture, oltre alla carenza di segnalazioni digitali della fermata successiva, particolarmente utili per chi non viaggia spesso. «Pagare biglietti e abbonamenti costosi senza poter fruire di un servizio efficace -conclude Erika Baldin- è ingiusto e fastidioso: la Regione deve provvedere, per quanto possibile, a eliminare anche queste diseguaglianze tra le differenti parti del suo territorio».

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LA REGIONE CONFERMA DI AVER ABBANDONATO LA CONSULTA PER LA SICUREZZA STRADALE

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Venezia, 7 marzo 2023 – «Oggi la Vicepresidente e assessora alle Infrastrutture e Trasporti della Regione, rispondendo alla mia interrogazione del 13 settembre scorso, ha confermato che la Giunta Zaia ha di fatto abbandonato il progetto della Consulta per la sicurezza stradale. L’organo, previsto da una legge regionale del 2012, è rimasto sulla carta: evidentemente la Regione non ha ritenuto importante riunire tutti i soggetti pubblici e privati interessati, dalle istituzioni regionali e locali, forze dell’ordine, associazioni motoristiche, scuole guida, mondo della scuola e, non ultime, le associazioni delle vittime della strada. Ritengo che si tratti di un errore e di una scelta incomprensibile visti i continui incidenti, purtroppo anche mortali, che avvengono nelle strade del Veneto». Così la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo a Palazzo Ferro Fini del MoVimento 5 Stelle, a margine della seduta odierna del Consiglio regionale dove la Giunta ha risposto all’Interrogazione a risposta immediata n. 294 del 13 settembre 2022, “Consulta regionale per la sicurezza stradale, organismo istituito nel 2012 ma inutilizzato. Quando sarà resa operativa?”.

«L’assessora ha risposto ammettendo che negli anni si è verificato un differimento delle attività inizialmente previste dalla legge regionale sulla sicurezza stradale, la legge 15/2012, tra cui la formazione della Consulta. Poi ha elencato le altre, pur meritorie, azioni regionali in materia di sicurezza stradale: benissimo, ma resto dell’idea che rinunciare allo strumento della Consulta sia sbagliato. Non passa giorno senza che sulle pagine dei giornali ci sia notizia di una nuova strage sulle strade venete e i dati Aci-Istat confermano un trend preoccupante: in Veneto abbiamo avuto 285 morti sulle strade nel 2021 (+56 rispetto al 2020) e l’aumento complessivo del +33% degli incidenti, che lo scorso anno sono stati 12.403: siamo ancora ai livelli dei primi anni novanta», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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