A seguito del disastro di Bologna ho rilasciato un’intervista a Vvox.
Ecco il testo.
«Abbiamo visto purtroppo cosa ha provocato un tir carico di GPL a Bologna: ma cosa succederebbe a Chioggia se al mega-deposito vi fosse un incidente grave?» (ne avevamo parlato qui e qui). È la domanda che si pongono la maggioranza dei 50mila abitanti di Chioggia e che ha espresso ai microfoni di Vvox Erika Baldin (in foto), consigliere regionale veneto del M5S. Il deposito è in costruzione a Punta Colombi in Val da Rio, a poche centinaia di metri dalle case e da edifici sensibili come le scuole. Una volta ultimato per volontà dei Ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e trasporti (e con i permessi di Regione, Città metropolitana e amministrazione comunale precedente – qui il VINCA), conterrà 9000 metri cubi di gas di petrolio liquefatti (GPL) e di 1250 metri cubi di gasolio.
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La consigliera Baldin si dà da fare da alcuni anni contro l’impianto e ha prodotto interrogazioni e pure una mozione da far votare in Consiglio regionale contro l’iniziativa calata dall’alto. L’attuale amministrazione comunale è contraria. Qualcuno sostiene che sia troppo tardi per dire no: il cantiere è in funzione e si opera anche nel mese di agosto per ultimare i lavori. Baldin sottolinea come l’impianto sia troppo vicino alla città e ai cittadini, ma anche al porto turistico. Ha invitato il ministro Danilo Toninelli (M5S) a prendere in considerazione in modo approfondito la situazione: l’esponente del Governo Conte presto sarà a Chioggia.
