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Donazzan privatizza la formazione pubblica regionale, Baldin (M5S): “Nessuna concertazione, chiederemo alla giunta regionale di rispondere”

cfp

L’assessore Donazzan vuole privatizzare la formazione pubblica regionale con una delibera che, seppur non ancora pubblicata, gira tra gli enti formativi privati. Questa delibera mette in mano ai privati i centri di formazione professionale ex provinciali.

La quasi totalità del personale assegnato alla funzione della formazione professionale nei CFP e inquadrato nel ruolo di Docente, ricopre incarichi di insegnamento nell’area tecnico-professionale, mentre restano scoperti l’area delle competenze di base e gli insegnamenti obbligatori della religione cattolica e delle attività motorie. I vincoli finanziari imposti alla Città metropolitana, alle Province e alla Regione Veneto non consentono di assumere i docenti necessari a realizzare i percorsi di istruzione e formazione professionale e adempiere all’obbligo istituzionale di salvaguardare la continuità didattica e il diritto allo studio di centinaia di minori.

Per questo la Regione Veneto comunica che la sezione Formazione individuerà, attraverso una procedura di evidenza pubblica, un organismo di Formazione accreditato idoneo a gestire i medesimi percorsi, a cui verrà richiesto un partenariato obbligatorio con la Città metropolitana di Venezia, in modo da assicurare l’utilizzo nei percorsi del personale assegnato alla formazione professionale.

La consigliera regionale del M5S Erika Baldin ha deciso di interrogare la Giunta e l’Assessore regionale alla Formazione per chiarire alcuni punti.

Baldin spiega: “Dal testo regionale non ci sembra assicurato l’utilizzo del personale ex provinciale, come invece era stato previsto, al fine di non disperdere professionalità e per favorire la continuità formativa degli allievi. Vogliamo spiegazioni al riguardo.

Inoltre riteniamo che la localizzazione del progetto debba restare nelle stesse sedi formative utilizzate dai CFP provinciali nel 2015/2016 . Non come condizione ottimale– come dice il testo – ma come obbligo. Lo stesso obbligo per noi deve esserci per il partenariato con la provincia.

E’ evidente che non c’è stata concertazione con la città Metropolitana né con le province coinvolte”.

Il candidato sindaco di Chioggia per il M5S, Alessandro Ferro aggiunge: “Parliamo di ragazzi che hanno già frequentato la classe 1^ e 2^nei vari CFP  e di quelli che hanno scelto di frequentarla classe 1^ presso  il CFP in base soprattutto alla vicinanza della sede alla loro residenza. L’anno scolastico è al termine e le iscrizioni alla classe 1^ sono state effettuate in tempi non sospetti. Che garanzie hanno le famiglie di questi studenti che il prossimo anno scolastico potranno frequentare una scuola in prossimità delle loro abitazioni?

Sono state informate  le famiglie e soprattutto sono state poste nelle condizioni di iscrivere eventualmente  i loro figli in altre scuole?

Come sindaco di questa città difenderò il CFP per farlo restare a Chioggia”.

 

I due esponenti chiedono: “Se è un bando che deve favorire il privato e dov’è l’interesse di un Organismo privato nell’impiegare il personale regionale,  dal momento che in sede di rendicontazione  il costo dello stesso viene detratto dal contributo regionale?

Dov’è l’interesse del privato ad usufruire delle sedi esistenti dal momento che la Regione precisa che naturalmente le spese di affitto e gestione dell’immobile sono a carico dell’Organismo?

Vogliamo informazioni anche sul valore dell’affitto e delle utenze degli immobili non di proprietà della Regione, cosa di cui non vi è traccia nel bando e tantomeno risulta che ne abbia fatto richiesta agli Enti proprietari degli immobili o gestori ad oggi degli stessi”, concludono i 5 Stelle.

erika baldin

The author erika baldin

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