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CASCO OBBLIGATORIO PER LE E-BIKE, NON SOLO PER I MINORI: LA MAGGIORANZA DI ZAIA VOTA NO

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Venezia, 12 settembre 2023 – «Il casco dev’essere obbligatorio per tutti, non solo per i minori di 18 anni. Quando si batte la testa per terra l’asfalto non guarda l’età: qualcuno lo spieghi alla maggioranza di Centrodestra che ha bocciato il mio emendamento». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, a margine della seduta odierna che a palazzo Ferro Fini ha visto l’approvazione dell’ennesimo progetto di legge statale promosso dalla maggioranza leghista. «Il “no” al casco obbligatorio per tutti è assurdo sia nel merito, che nel metodo. In questo modo infatti la maggioranza si contraddice, smentendo l’analoga disposizione prevista in una proposta di legge statale sui monopattini: in quel caso l’obbligo è stato previsto per tutti», aggiunge Baldin.

«Concordo sul fatto che le e-bike debbano essere dotate di tutti i mezzi di sicurezza esistenti, inoltre sono favorevole all’estensione dell’obbligo assicurativo anche a questi veicoli. Naturalmente poi vanno effettuati i controlli: che senso ha introdurre nuove norme, se nemmeno vengono fatte rispettare quelle che già esistono? Ricordo che il codice della strada prevede per la bici a pedalata assistita il limite dei 25 km/h», sottolinea Baldin e conclude: «Le e-bike non vanno demonizzate, ma va sanzionato chi le usa in modo irresponsabile».

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INTERVENTO URBANISTICO ATTORNO A VALLE OSSI DI ERACLEA, LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE SIA LA PIÙ RIGOROSA E STRINGENTE

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Venezia, 12 settembre 2023 – Una valutazione d’impatto ambientale che sia la più rigorosa e stringente possibile per il progetto urbanistico di Valle Ossi ad Eraclea. La chiede Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo che la Giunta veneta ha confermato che l’iniziativa della società Élite Vacanza Gestioni non è ancora approdata alla VIA: «Le preoccupazioni manifestate sia dal vicino Comune di Jesolo, che da Legambiente -spiega la consigliera- appaiono fondate, dal momento che il sito è classificato SIC e ZPS, quindi a protezione speciale per la fauna e la flora che vi dimorano, tanto che la zona rientra nelle tutele europee di cui alla Rete Natura 2000».

Lo scorso marzo, Baldin aveva presentato un’interrogazione a risposta scritta all’esecutivo di palazzo Balbi, dato che il progetto è ormai quasi giunto alla fase autorizzativa: «La prospettiva è di un villaggio turistico da 14mila presenze giornaliere, cifra maggiore rispetto alla popolazione stanziale, alle soglie di una laguna protetta e di una spiaggia frequentata dagli abitanti del luogo. Per questo il Comitato regionale che sovrintende alla VIA dovrà operare nella massima libertà e considerando tutti i criteri discriminatori del caso». La coordinatrice metropolitana del M5S interviene anche in merito all’aspetto del diritto alla spiaggia libera: «Si tratta di uno dei pochi tratti non concesso a stabilimenti privati in quella parte di litorale. Il che lo configura come bene pubblico, a disposizione di tutte e di tutti. E la legge stessa salvaguarda il diritto universale alla balneazione».

Il progetto di Valle Ossi, che impatta in un’area di pregio florofaunistico riconosciuta come la laguna del Mort, prevede tra l’altro la costruzione di case mobili entro il parco rurale, dando lavoro a circa 400 persone: «Certo non si possono barattare ventilati vantaggi occupazionali -conclude Erika Baldin- in cambio dell’approvazione di un progetto destinato ad eliminare l’ultimo lembo di spiaggia libera della zona. Di tutto c’è bisogno meno che di ecomostri. Il fatto che la VIA sia ancora ferma alla verifica documentale può riuscire a scongiurare tale evenienza. Dopo l’istruttoria degli enti coinvolti, auditi dalla Regione a partire dal 9 maggio scorso, ci sarà la possibilità per gli interessati di presentare osservazioni. Confido che in tale sede emerga con assoluta sicurezza il rischio o meno di un’azione irreversibile, che potrà essere solo mitigata dalla futura conferenza di servizi».

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INCIDENTE MORTALE A TREVISO, LA PULIZIA DELLA STRADA A CARICO DEI GENITORI: DISUMANO, LA REGIONE RIMBORSI LA SPESA

Screenshot 2023-09-11 at 12-48-05 Sfogliatore Il Gazzettino

Venezia, 11 settembre 2023 – «Come si può pensare di far pagare a due genitori le spese per lavare via dalla strada il sangue del figlio ucciso in un incidente? Lo trovo assolutamente disumano». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle Veneto, che esprime piena vicinanza alla famiglia e si rivolge al Presidente della Giunta regionale, Luca Zaia, chiedendo che «la Regione si attivi di propria iniziativa e paghi il conto delle spese di pulizia, come gesto di concreta solidarietà alla famiglia travolta dal lutto».

La notizia arriva da Treviso, dove due genitori si sono visti recapitare una fattura da 183 euro per la bonifica del luogo dell’incidente dalle chiazze di sangue e dall’olio motore sversato dallo scooter del figlio, travolto la sera dell’8 maggio 2022 da un poliziotto che guidava in stato d’ebbrezza. «Non c’è spiegazione che tenga per una mostruosità del genere», commenta Baldin. «Siamo di fronte a una burocrazia cieca e spietata, credo sia giusto intervenire a sostegno dei due genitori. Ma non solo: la Regione potrebbe fare di più per la sicurezza stradale», aggiunge Baldin.

«I dati Istat-Aci mostrano un nuovo aumento degli incidenti stradali, dopo il calo durante la pandemia. Nel 2021 sono stati 12.403 gli incidenti stradali in Veneto, dei quali 276 mortali con 285 vittime e 16.512 feriti: quasi ogni giorno, una persona muore sulle strade venete. A fronte di questa vera e propria strage, la Regione dovrebbe rendere operativa la Consulta per la sicurezza stradale prevista da una legge del 2012: lo chiedo da tempo, ma la Giunta non si è mai attivata. Anzi, il 7 marzo di quest’anno l’assessora De Berti, rispondendo ad una mia interrogazione, ha ammesso che negli anni si è verificato un differimento delle attività inizialmente previste dalla legge regionale sulla sicurezza stradale. Ecco, credo che questi rinvii non siano più accettabili», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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A JESOLO UN’AMBULANZA ARRIVA DOPO 25 MINUTI DALLA TELEFONATA PER UN INFARTO: INTERROGO LA REGIONE PER CONOSCERE LE CAUSE DELLA CARENZA DI MEZZI IN LOCO

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Venezia, 5 settembre 2023 – Il caso dell’ambulanza di Jesolo, arrivata a 25 minuti dal primo contatto con il 118 per soccorrere un infartuato, approda alla Regione del Veneto. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha infatti depositato un’interrogazione a risposta immediata, rivolta alla Giunta regionale, per conoscere quali azioni intenda intraprendere in relazione al fatto, accaduto domenica sera nei pressi di via Verdi.

In tale circostanza, il mezzo è dovuto arrivare dalla sede di Ca’ Savio, dal momento che l’ospedale di Jesolo era privo di mezzi disponibili: «Meno male che le condizioni del paziente si sono rivelate presto migliori del temuto -commenta la consigliera- ma inizialmente era stato richiesto un codice rosso, dal momento che il turista soffriva di patologie cardiache e aveva già impiantati due bypass».

Baldin ricorda che già nel novembre 2020, in analoga circostanza, una persona del luogo era deceduta poiché l’unico mezzo disponibile proveniva da Caorle e ha impiegato mezz’ora a raggiungere Jesolo: «Anche un solo minuto può fare la differenza tra la vita e la morte -prosegue la coordinatrice metropolitana del M5S- e ciò non è certo imputabile alla velocità con la quale vengono chiamati i soccorsi. Anzi, il fatto che la prima risposta telefonica sia avvenuta dopo ben cinque minuti di silenzio è altrettanto grave, e ne vanno investigate le ragioni per prendere i dovuti provvedimenti».

La questione chiama in causa anche il servizio sanitario offerto nella principale località turistica del litorale veneto: «Non è tollerabile -conclude Erika Baldin- che le aspettative di vita dei soggetti soccorsi si riducano drasticamente perché l’attesa di un intervento medico urgente arriva a rasentare la mezz’ora, tenuto conto anche del tempo necessario per raggiungere l’ospedale via ambulanza. Oltre alla salvaguardia della salute delle persone, ne va anche dell’attrattività della zona, in quanto simili disservizi possono disincentivare arrivi e presenze turistiche».

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ARRIVA VENETO E CITTÀ METROPOLITANA SOSPENDONO DUE CORSE ALL’ALBA DA CAVANELLA E SANT’ANNA: NESSUNO DEVE RIMANERE A PIEDI. IPOTESI MINIBUS A CHIAMATA?

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Chioggia, 17 agosto 2023 – Niente più corse delle 5.51 e delle 6.21 antimeridiane da Cavanella d’Adige verso Sottomarina, a bordo degli autobus di Arriva Veneto diretti poi a Mestre e Venezia. La comunicazione giunge dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, che si era rivolta all’impresa del trasporto pubblico extraurbano al fine di conoscere dettagli e spiegazioni relative allo stringato annuncio nel sito aziendale, il quale riportava appunto come da lunedì 14 agosto le due corse sarebbero state sospese. «Arriva Veneto -spiega la consigliera- è stata autorizzata a dismetterle dalla Città Metropolitana, in via sperimentale, per motivi di razionalizzazione del servizio e “impiego ottimale” delle risorse».

Secondo i dati forniti dalla società erogatrice, il numero dei passeggeri delle due tratte distanti mezz’ora l’una dall’altra ammonta a poco meno di due, con uno spostamento a vuoto di 16 km: «Comprendo le motivazioni che stanno alla base dello stop, e apprezzo la trasparenza nella risposta di Arriva -commenta Baldin- ma disporre una tale modifica nel pieno dell’estate, alla chetichella, senza segnalazioni negli organi d’informazione cittadini stride con l’esaustività dei dettagli che mi sono stati forniti in privato. Tali rilievi devono essere espressi direttamente alla cittadinanza, non solo a una rappresentante delle istituzioni».

Nel merito, la coordinatrice metropolitana del M5S osserva che «l’asserito rispetto delle esigenze generali della comunità, dal punto di vista economico e di quello ambientale, va contemperato con la necessità delle lavoratrici e dei lavoratori pendolari che abitano le frazioni meridionali del Comune di Chioggia a poter raggiungere il luogo d’impiego fuori città, fosse anche alle 5 del mattino. La sostenibilità è un valore, ma lo è anche riuscire a mantenere il proprio posto di lavoro. Già la penuria del personale conducente ha portato a numerosi annullamenti di corse diurne lungo i mesi primaverili ed estivi, ora anche il taglio che penalizza chi abita a Cavanella d’Adige e a Sant’Anna suona da campanello d’allarme per il contratto di servizio sottoscritto con la Città Metropolitana, e che a questo punto ha bisogno di un “tagliando”».

Nella difficoltà di reperire soluzioni praticabili in breve tempo, le comunità locali attendono: «Chi non è dotato di un mezzo proprio, o non può guidarlo -conclude Erika Baldin- è giocoforza tagliato fuori da possibilità di lavoro (e di vita) che non prevedano lo smart working. Nessuno si diverte ad uscire di casa tra le 5 e le 6 del mattino, e nella stagione invernale i disagi sono destinati ad aumentare. A questo punto chiedo se il ventilato ricorso ai minibus a chiamata, già postulato in chiave di mobilità urbana, possa aiutare a contemperare le esigenze di razionalizzazione del trasporto pubblico con quelle della popolazione interessata dal servizio. Per quanto mi riguarda, rimango a disposizione e in contatto allo scopo di arrivare a una soluzione condivisa che non lasci a terra nessuno, nemmeno se abita all’estremo confine della Città Metropolitana».

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LA MAGGIORANZA NON CONDANNA LE TRIVELLAZIONI DI GAS NELL’ADRIATICO, E BOCCIA IL MIO ORDINE DEL GIORNO PER AUMENTARE I FONDI CONTRO SUBSIDENZA E CUNEO SALINO

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Venezia, 1° agosto 2023 – Trivellare il mare Adriatico in cerca di gas, sì. Aumentare i finanziamenti regionali contro la subsidenza e il cuneo salino, no. È la conclusione cui è giunta oggi la seduta del Consiglio regionale del Veneto, chiamata ad approvare l’assestamento del bilancio di previsione 2023-2025: un ordine del giorno avanzato dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, a margine dell’assestamento stesso intendeva infatti impegnare la Giunta di palazzo Balbi a individuare le misure finanziarie (aumentandole quando necessario) atte a contrastare i fenomeni idrogeologici consequenziali alle future trivellazioni, che giocoforza renderanno più fragile l’equilibrio lungo il litorale veneto.

A votare a favore sono state solo le opposizioni, che contano dieci rappresentanti in aula; monolitica invece la maggioranza di centrodestra nel respingere l’atto presentato dalla consigliera chioggiotta, valido anche con riferimento ai prossimi cicli di bilancio. «La destra non sorprende nemmeno più -esordisce Baldin- e per l’ennesima volta preferisce difendere gli interessi di bottega, nello specifico quelli del governo Meloni, anziché la popolazione litoranea e l’ambiente marino. Già il 18 aprile aveva votato contro la mozione che avevo presentato, assieme ad altri esponenti della minoranza, la quale chiedeva alla Giunta regionale di esprimere una forte presa di posizione nei confronti dell’esecutivo centrale, volta a risolvere la crisi energetica attraverso azioni mirate a sfruttare fonti di energia rinnovabile anziché fossile».

Anzi, solo una settimana fa il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto (Forza Italia) aveva annunciato che ai primi giorni di settembre avrebbe illustrato il decreto che autorizza la trivellazione dei giacimenti di gas nel mare tra Italia e Croazia: «Sarebbe la sentenza definitiva -argomenta la coordinatrice metropolitana del M5S- per l’aggravamento di un quadro già preoccupante, dove la subsidenza in atto si unisce al pericoloso fenomeno della risalita del cuneo salino dai fiumi, che distrugge i terreni immediatamente vicini alle foci, con grave pregiudizio per l’ambiente e per l’economia agricola».

Per questi motivi, l’ordine del giorno bocciato in aula si sarebbe agganciato ai fondi previsti per interventi di prevenzione e soccorso, a contrasto delle calamità naturali e in riparazione e ricostruzione di opere idrauliche: «A parole questa maggioranza combatte il rischio idrogeologico, conseguenza anche dei cambiamenti climatici -conclude Erika Baldin- ma nei fatti, quando si tratta di votare provvedimenti stringenti, non scongiura affatto l’evenienza di nuove catastrofi che dipendono dalla subsidenza e dalla risalita del cuneo. Prima di opporsi alle trivelle devono chiedere permesso a Roma: è questa l’autonomia che la Lega reclama ogni giorno?».

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SUPERBONUS, CESSIONE DEL CREDITO E SCONTI IN FATTURA: HO DEPOSITATO UNA MOZIONE CHE IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE AD AGIRE NEI CONFRONTI DEL GOVERNO

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Venezia, 14 luglio 2023 – Cessione del credito e sconti in fattura, dalla protesta alla ricerca di una soluzione. Fa ancora discutere lo stop del governo Meloni al Superbonus, la misura (voluta dal governo Conte II) attraverso la quale moltissimi immobili sono stati ristrutturati con vantaggio per chi li abita e per le imprese edilizie: giovedì mattina, davanti al palazzo Grandi Stazioni della Regione Veneto, decine di persone si sono ritrovate per manifestare contro gli esiti della riforma, che blocca la cessione dei crediti alle banche e gli sconti in fattura alle aziende.

A tal proposito, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, Erika Baldin, negli scorsi giorni ha depositato una mozione che, qualora approvata dall’assemblea di palazzo Ferro Fini, impegna la Regione a farsi portavoce con il governo centrale delle difficoltà economiche in cui versano imprese e committenti veneti, affinché sia trovata al più presto una soluzione che eviti il tracollo finanziario del comparto edilizio regionale, determinando una crisi sociale senza precedenti.

«Nonostante le deroghe inserite nella legge 38/2023, che ha convertito il decreto legge 11/2023 -spiega la consigliera- le persone che si trovano in difficoltà sono ancora tantissime, perché chi ha intrapreso il percorso di ristrutturazione del proprio immobile con una determinata disciplina di rimborso fiscale si trova ora a dover fare i conti con una norma del tutto diversa e molto più sfavorevole».

Di conseguenza, allo stato attuale i soggetti coinvolti non hanno più la possibilità di rientrare della spesa: «Era questo il fondamento della volontà di iniziare un intervento di restauro, magari prima rimandato a lungo -osserva Baldin- quando invece ora, a lavori in corso, la prospettiva di rientrare dall’esborso già effettuato non è più uno scenario garantito».

L’esponente del M5S riferisce dei numerosi e accorati appelli ricevuti nelle caselle mail dei membri del Consiglio e della Giunta: «Chi ha la casa sventrata, chi necessita di interventi per la maggior efficienza energetica come richiesto anche dall’Unione Europea, chi ha visto bloccato il proprio cantiere, magari rimettendoci tutti i risparmi di una vita. Quel che è peggio, ci si ritrova a dover pagare tasse per introiti mai percepiti, con il cassetto fiscale che esonda di crediti non esigibili».

Di qui l’idea della mozione: «Dal momento che le dichiarazioni dei partiti di maggioranza -conclude Erika Baldin- vantano l’efficacia del tessuto economico regionale, costituito per lo più da piccole e medie imprese a conduzione familiare, è il momento di dimostrare con i fatti di stare dalla loro parte, intervenendo nelle sedi istituzionali romane per risolvere il problema in tempi celeri. Altrimenti non vengano più a parlarci di “filiera” politica favorevole».

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FERROVIA CHIOGGIA-PIOVE DI SACCO, LA MAGGIORANZA DI CENTRODESTRA DICE ANCORA NO A UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ

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Venezia, 20 giugno 2023 – Era il 26 gennaio 1887, ovvero oltre centrotrenta anni fa, quando il Comune di Chioggia siglava, assieme alla Provincia di Padova, il contratto per la costruzione della ferrovia tra le due città. Il contributo clodiense, fissato da una delibera del Consiglio comunale l’anno precedente, sarebbe ammontato a duemila lire annue, da accantonare per trentacinque bilanci consecutivi.
Eppure, della tratta Chioggia-Piove di Sacco (prodromica al collegamento con Padova) si parla tuttora, dal momento che nessun fatto concreto si è verificato dopo l’ultimo tentativo all’inizio del Novecento: la seduta odierna del Consiglio regionale del Veneto ha infatti bocciato -con 34 voti contrari dal centrodestra, a fronte di 9 favorevoli nelle opposizioni- la mozione avanzata lo scorso 6 marzo dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, tesa a finanziare (o almeno a cofinanziare) da parte dell’ente l’ennesimo studio di fattibilità affidato a RFI, la società che gestisce la rete ferroviaria italiana.

«Dopo che il precedente studio, commissionato nel 2010 a Net Engineering, non aveva portato a niente -commenta la consigliera- oggi si è avuta la conferma che la giunta Zaia non ha intenzione di spendere una quota dei propri fondi per contribuire a realizzare tale studio. E soprattutto non è ancora stato firmato il protocollo d’intesa tra la Regione e RFI, votato all’unanimità il 15 dicembre scorso attraverso un ordine del giorno bipartisan alla legge di bilancio. Da allora, lettera morta».

Baldin contesta anche l’assenza dell’assessora regionale ai Trasporti, la vicepresidente Elisa de Berti: «Con tutto il rispetto, a rappresentare la Giunta in aula c’era solo l’assessore al Bilancio, che non si è esposto. Per cui, secondo la maggioranza, dovremmo riporre fede nelle dichiarazioni del consigliere Dolfin, che ha “rassicurato” delle buone intenzioni di arrivare entro l’anno allo studio di fattibilità da parte di RFI, “continuando un percorso” che però è fermo. Non credo che la fiducia possa essere sufficiente senza un impegno concreto e vincolante per la Regione, che oggi è venuto meno per colpa del centrodestra».

Intanto, il traffico turistico dalla città antoniana al mare continua incessante su gomma: «Ho chiesto alla maggioranza -prosegue la coordinatrice metropolitana del M5S- di votare a favore della mozione per essere conseguente a quanto essa stessa aveva votato a dicembre. Era il momento per dimostrare che gli ordini del giorno votati in aula hanno un valore, e vanno sostenuti economicamente al fine di renderli operativi. Ennesima occasione perduta, quindi: delle parole ci fidiamo fino a un certo punto, in assenza di firme sopra i contratti».

Durante la discussione è emerso ancora il tema del “treno del mare” verso Sottomarina, soppresso quasi dieci anni fa e di nuovo pianificato a partire dal 2024: «La sua mancata attivazione già nell’estate di quest’anno -conclude Erika Baldin- non è dovuta alla lungaggine dell’assegnazione delle linee nella parte meridionale del Veneto, in conseguenza del ricorso di Arriva al TAR contro Trenitalia. Bensì alla volontà della Giunta regionale, che lo scorso 21 aprile chiuse le porte all’ipotesi per via dei lavori lungo la tratta Chioggia-Rovigo. Fa specie che proprio gli esponenti della Lega scarichino così Sistemi Territoriali, società della Regione che ha fallito su tutta la linea, e invochino il subentro della “statalista e centralista” Trenitalia».

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TRAGEDIA DEL VAJONT, LE CARTE PROCESSUALI SONO PATRIMONIO DELL’UNESCO E DEVONO RIMANERE ARCHIVIATE A BELLUNO

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Venezia, 24 maggio 2023 – «Le carte processuali del disastro della diga del Vajont devono rimanere custodite all’Archivio di Stato di Belluno. Mantenere lì quei documenti, recentemente inseriti nel Registro della Memoria Unesco, rappresenta una sorta di riconoscimento etico: la Regione si impegni quindi a scongiurare il ritorno dell’archivio processuale del Vajont a L’Aquila». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle nel Consiglio regionale del Veneto, che oggi ha depositato un’interrogazione a risposta immediata chiedendo alla Giunta «quali azioni intenda porre in essere per dar corso alla mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale nel 2019, con la quale si impegnava la Giunta ad adoperarsi per garantire il mantenimento dei documenti presso l’Archivio di Stato di Belluno».

«Ho ritenuto doveroso sollecitare la Giunta, specie dopo l’inserimento delle carte processuali del Vajont nel registro del programma Unesco “Memory of the World”», sottolinea la consigliera regionale. E aggiunge: «venerdì il Giro d’Italia partirà proprio da Longarone con la tappa dolomitica più attesa, la numero 19. Un bel modo per omaggiare la memoria del Vajont nel sessantesimo anniversario della tragedia».

«Credo sia giusto che l’archivio rimanga qui, a Belluno, dove ogni anno ricordiamo le 1910 persone scomparse il 9 ottobre 1963 in quel disastro causato dall’uomo, non certo dalla natura. Una memoria quanto mai attuale, purtroppo, nel Veneto e nell’Italia funestati dal dissesto idrogeologico e dal cambiamento climatico: si direbbe che non abbiamo imparato dagli errori del passato», conclude Baldin.

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CORSE SALTATE E SOVRAFFOLLAMENTO NEI MEZZI DELLA LINEA 80 TRA CHIOGGIA E VENEZIA: ARRIVA VENETO, COSÌ NON VA

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Venezia, 23 maggio 2023 – Ancora una giornata di passione per le lavoratrici e i lavoratori pendolari che usufruiscono delle linee 80, 85 e 87 del trasporto pubblico da Sottomarina e Chioggia in direzione Venezia, e viceversa. Sono infatti saltate ben sette corse nell’orario centrale della giornata, in aggiunta a quelle dei giorni scorsi: l’indisposizione contemporanea di molti conducenti era stata preventivamente segnalata da Arriva Veneto, l’azienda che ha in appalto il servizio, ma questa informazione non ha certo ridotto i disagi che la numerosa utenza ha dovuto sopportare.

«Per alcuni passeggeri -rileva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- i tempi di attesa sono stati anche di un’ora e mezza. La linea 85, peraltro, conduce anche all’aeroporto Marco Polo e le corse saltate rischiano di avere ripercussioni anche nei voli aerei già prenotati».

Inevitabilmente l’accumularsi delle persone alle fermate (non sempre riparate da pensiline) porta con sé il sovraffollamento delle corse successive, le prime ad essere effettuate: «Giungono segnalazioni -osserva la consigliera- di passeggeri stretti come sardine entro autobus a un solo piano, sia attorno a mezzogiorno che nel primo pomeriggio, dal momento che ulteriori utenti vengono fatti salire lungo il percorso e sono costretti a sostare nel corridoio senza possibilità di muoversi. È chiedere tanto, l’utilizzo continuativo di bus a due piani?».

Arriva Veneto in questi giorni è arrivata addirittura ad offrire perfino il pagamento della patente per eventuali volenterosi che volessero avvicinarsi al mestiere: «I conducenti sono i primi ad essere esasperati da questo stato di cose -ricorda Baldin- considerando che sono pendolari essi stessi. Sta venendo meno l’universalità di un servizio per il quale chi lavora paga mensilmente un cospicuo abbonamento».

Nella legislatura in corso e in quella precedente, la coordinatrice provinciale del M5S ha sollevato diverse volte interrogazioni consiliari e anche lettere alla società erogatrice, che rare volte hanno sortito gli effetti sperati: «Se il contratto di servizio è stato firmato dalla Città Metropolitana di Venezia -conclude Erika Baldin- non va dimenticato che il trasporto pubblico locale è competenza della Regione, già deficitaria nell’area meridionale del Veneziano per quanto concerne la gestione della ferrovia».

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