Venezia, 26 novembre 2024 – «In Consiglio regionale è iniziato il consueto balletto sul bilancio, ma quest’anno il contesto è particolarmente preoccupante. La maggioranza del presidente Zaia sta portando avanti un piano che sembra studiato ad hoc per mettere in ginocchio il Veneto, colpendo duramente sia la cittadinanza che le imprese con tagli e aumenti di tasse. Il presidente non potrà più vantarsi di essere una regione tax free. Noi sappiamo che era un’affermazione del tutto teorica e che nella pratica solo i redditi più elevati avevano potuto beneficiare della cancellazione dell’addizionale IRPEF regionale. Qui emerge un mix perfetto per demolire ulteriormente il potere d’acquisto e la stabilità economica delle fasce più povere e della classe media. Come se non bastasse, la Regione deve affrontare il macigno economico della Pedemontana, che rischia di mandare i conti in rosso, aumentando il peso sulle spalle dei cittadini. Il Veneto che Zaia e la sua Giunta ci stanno consegnando è una Regione incapace di progettare il suo futuro e di investire su istruzione, diritti, sicurezza nei territori, e soprattutto sicurezza sul lavoro e per lavoratrici e lavoratori.
E intanto le persone giovani, e spesso sono i migliori cervelli se ne vanno. Secondo i dati della Fondazione Nordest, nel 2023, ben 3759 giovani tra i 18 e i 34 anni hanno lasciato la regione e sono più di 34mila negli ultimi dieci anni. Manca una prospettiva, mancano progetti concreti, manca un’idea di lungo termine. Noi abbiamo proposto borse di studio per gli aventi diritto e trasporto gratuito per le giovani generazioni per incidere sull’aria sempre più inquinata e sui livelli di traffico. Dall’altro lato, emerge con forza l’incapacità della stessa maggioranza, e in particolare del presidente Zaia, di tutelare i cittadini e i Comuni veneti. Sorprende e preoccupa che Zaia non riesca nemmeno a dire una parola contro il governo Meloni che taglia risorse agli enti locali. Il suo è un silenzio assordante, altroché autonomia… Emerge in maniera drammatica che il Veneto non conta nulla nei palazzi romani, è tornato ad essere un “nano politico”.
Nei prossimi giorni ci aspetta un lavoro intenso, e come opposizione adempiremo al nostro compito portando avanti proposte e soluzioni alternative. Porteremo in Consiglio i nostri emendamenti, tra i quali alcuni firmati da tutte le componenti dell’opposizione: proveremo a parlare di diritto allo studio, di salute e prevenzione, di accesso alle cure, di trasporti accessibili e sostenibili ma anche di Venezia, della legge speciale cancellata dalla destra, e intanto della situazione della sicurezza alla stazione di Mestre se ne occupa perfino Le Monde. Chiederemo anche che il Consiglio esprima in maniera chiara il no alla ipotizzata centrale nucleare a Porto Marghera. Faremo una battaglia pensando ai cittadini del Veneto a partire dai bisogni delle famiglie: che fine ha fatto la proposta approvata all’unanimità di garantire la gratuità degli asili nido come servizio essenziale alle famiglie?». È quanto dichiara intervenendo in aula Erika Baldin, consigliera regionale per il MoVimento 5 Stelle in Veneto.