Venezia, 23 giugno 2025 – Ancora una crisi nel settore tessile a Cavarzere, ancora operaie lasciate a casa e senza ammortizzatori sociali. Il caso della Fashion Star, impresa di proprietà cinese con sede in via Einaudi, che lo scorso giovedì aveva inviato circa venti lettere di licenziamento collettivo annunciando la chiusura delle produzioni per la fine di giugno, approderà al Consiglio regionale: la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha infatti depositato un’interrogazione per chiedere alla Giunta di attivare l’unità di crisi che finora ha risolto positivamente alcune situazioni di difficoltà.
«I media e i sindacati -commenta la consigliera- riportano come situazioni del genere si ripetano da tempo nel medesimo territorio, in particolare con il minimo scarto di tempo tra la comunicazione e la cessazione dell’attività. L’area cavarzerana ha perduto negli ultimi anni circa il 60% del proprio patrimonio industriale, vocato alla produzione tessile di massa. E molto spesso le crisi aziendali nel territorio non sono state di facile né veloce soluzione».
In particolare, stavolta, sussiste l’ostinazione della proprietà a non ricorrere agli ammortizzatori sociali previsti dalla legge, promettendo invece il saldo delle spettanze: «Una circostanza grave, da stigmatizzare -continua Baldin- poiché essa rende più difficile il compito delle istituzioni pubbliche di trovare risposta alle primarie esigenze delle operaie collettivamente licenziate, le quali rischiano di ricadere nel novero già affollato di persone seguite dai servizi sociali. Non di rado aziende di questo tipo riaprono dopo qualche tempo, avendo però cambiato ragione sociale, tipologia giuridica di riferimento e conti bancari. Ciò a detrimento dei diritti precedentemente acquisiti dal personale, dalle mensilità arretrate al trattamento di fine rapporto».
L’esponente del M5S si appella all’unità di crisi dell’Assessorato regionale al Lavoro, artefice di un discreto numero di ricomposizioni proficue: «Gli uffici della Regione dovrebbero aprire il tavolo di trattativa tra l’impresa e le organizzazioni sindacali, accordandole attorno a una piattaforma che faccia emergere sia l’utilizzo degli ammortizzatori fondamentali, sia l’attivazione di politiche vocate alla ricollocazione del personale stesso nelle altre realtà del territorio cavarzerano».
Si attende ora la risposta dell’assessora Valeria Mantovan: «Spero tenga conto -conclude Erika Baldin- che la crisi del settore tessile, particolarmente forte nel basso Veneto, insiste in maniera incessante dagli anni successivi alla ripresa delle attività dopo l’emergenza pandemica da COVID-19, portando alla chiusura degli stabilimenti e alla difficile ricollocazione di personale anche non giovanissimo, nonostante la preparazione e l’esperienza acquisite nel tempo».