Venezia, 14 luglio 2025 – Che sia estate oppure inverno, poco cambia per le persone anziane ospitate nelle case di riposo Stella Maris e Carlo Steeb, agli Alberoni del Lido di Venezia. Il secondo sopralluogo in otto mesi da parte di Erika Baldin e Renzo Masolo, capigruppo rispettivamente del MoVimento 5 Stelle e di Europa Verde al Consiglio regionale, accompagnati da Salvatore Lihard, rappresentante del Coordinamento veneto per la sanità pubblica, ha avuto la funzione di verificare le disfunzioni segnalate dai familiari delle persone ospiti: dalla carenza di personale al conseguente deterioramento nella qualità delle cure, dal malfunzionamento dell’aerazione estiva e del riscaldamento invernale alla ritardata ristrutturazione degli spazi.
«Sì, la situazione è abbastanza analoga a quella dello scorso dicembre -commentano i due esponenti politici al termine della visita- e sebbene il comitato dei familiari abbia libertà di accesso e controllo, il quadro generale potrebbe essere migliorato». A cominciare dalla ristrutturazione della Stella Maris, del valore di 14 milioni: «È vero che alcune criticità da noi segnalate in inverno sono state affrontate -esordisce Masolo- ma alcuni problemi persistono, non sempre imputabili alla gestione. Come i rallentamenti burocratici che bloccano la costruzione di un nuovo padiglione e le migliorie all’efficienza della struttura storica, ancora al palo. Ci avevano detto che i cantieri sarebbero partiti a febbraio 2025, ora si spera che inizino nel prossimo autunno, considerato che dureranno almeno un anno e mezzo». Intanto circa trenta ospiti sono stati collocati provvisoriamente al piano 3A dell’attiguo ospedale San Camillo.
Per quanto riguarda la cronica carenza di personale, la gestione ha informato che coloro i quali frequentano i corsi messi a disposizione sono in numero sempre inferiore: «Oggi partecipano al massimo quindici persone, mentre gli anni scorsi arrivavano anche a 50 partecipanti. Le condizioni di lavoro e gli stipendi non sono appetibili -rileva Baldin- perciò subentra personale straniero, a volte con difficoltà di natura linguistica e quindi nella comunicazione con le persone anziane ricoverate. Altre regioni, quali Lombardia e Toscana, sono corse ai ripari organizzando corsi per operatori a orario dimezzato, con lo scopo di avvicinare i corsisti alla professione di o.s.s., ma rimangono figure intermedie con un trattamento economico ancora più basso». Tutte circostanze che incidono relativamente alla qualità dell’assistenza.
D’estate, poi, ci si mette anche il gran caldo: «I cambiamenti climatici, con settimane sahariane come quelle vissute a giugno, stanno mettendo in seria difficoltà le persone ospiti nelle case di riposo, che appartengono alle categorie più a rischio. Per alcuni giorni -rende noto Masolo- è mancata anche l’aria condizionata, poi solo “tamponata” dagli strumenti portatili offerti dalla Protezione Civile». Grazie alle segnalazioni che giungono dalle famiglie (ad esempio, le difficoltà di dialogo tra le persone anziane ospitate e il personale infermieristico di origine straniera), il monitoraggio del consigliere verde non verrà a mancare in futuro: «Temo per l’istituto Steeb, augurandoci che non debba subire alcuna interruzione di servizi, visto che il recente bando di affidamento è andato a vuoto. L’ULSS di competenza garantisca soluzioni in tempi rapidi».
Alla mancanza di personale c’è solo una soluzione, invece, secondo Erika Baldin: «Considerando che l’utenza manifesta un grado sempre più elevato di gravità, occorre superare gli attuali limiti normativi, aumentando la stretta dotazione numerica del personale medico-infermieristico nonché delle operatrici e degli operatori sociosanitari, oggi fissata da una delibera della Giunta regionale. La quale invece dovrebbe allargare le maglie, incrementando il numero di impegnative e di accreditamenti. Ci sono circa 150 persone in lista d’attesa per entrare alla Stella Maris e al Carlo Steeb, il problema è epocale e coinvolge tutta la Regione, tutto il Paese».