Venezia, 12 maggio 2025 – Sono quasi trent’anni che, nel carcere padovano Due Palazzi, la redazione della rivista Ristretti Orizzonti racconta dall’interno la vita tra le sbarre, impegnando quotidianamente una cinquantina di detenuti e contribuendo al loro futuro reinserimento nella società. Tra essi, circa dieci provengono dal circuito Alta Sicurezza e sono operativi dal 2013. Tuttavia, il 27 febbraio scorso, il direttore generale del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria che si occupa proprio delle persone ristrette, ha emanato una circolare che limita gli orari nei quali costoro possono svolgere attività assieme ai detenuti comuni, mantenendoli invece in cella: in loro sostegno trentacinque docenti universitari italiani hanno sottoscritto un appello al DAP, affinché la situazione venga rimessa in pristino e i carcerati di Alta Sicurezza possano continuare a collaborare con la redazione.
«Mi unisco all’appello e lo faccio mio -commenta Erika Baldin, capogruppo del M5S al Consiglio regionale del Veneto- rivolgendolo anche alla politica e alle istituzioni. Non solo perché Ristretti Orizzonti è un’eccellenza nazionale riconosciuta quale modello nel trattamento dei detenuti verso il reinserimento nella società, ma anche perché se non sono stati commessi ulteriori illeciti la regressione dei diritti può perfino essere impugnata». La consigliera ricorda che «secondo il dettato costituzionale, la pena ha anche un significato rieducativo, e tra le persone reinserite nel lavoro è molto basso il rischio di recidiva». Dietro la decisione dei vertici del DAP, secondo i docenti che hanno firmato l’appello, sta direttamente il governo: «La materia -nota Baldin- è infatti in capo al sottosegretario Delmastro di Fratelli d’Italia, mentre l’omologo leghista Ostellari ha la delega al trattamento dei detenuti».
L’esponente del M5S valuta «assurda l’ulteriore restrizione degli orari di apertura delle cosiddette “camere di pernottamento”, che ha il solo scopo di mortificare la risocializzazione di coloro che pur si sono macchiati di gravi delitti, e mette in ulteriori difficoltà una realtà lavorativa che necessita anzi di risorse per andare avanti. Duemila visite giornaliere al sito, 48 pagine stampate ogni due mesi, un notiziario quotidiano seguitissimo nel settore, incontri con l’esterno e preziosi dossier non possono tramontare perché lo impone una visione calata dall’alto, inutilmente repressiva, assurdamente refrattaria alla realtà. Proprio al Due Palazzi c’è chi, entrato con l’ergastolo ostativo, ne è uscito con due lauree conseguite studiando in carcere: perché ora negare ideologicamente alcuna chance di ravvedimento anche ad altri?», conclude Erika Baldin.