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Buffer zone, sito Unesco di Venezia: la proposta di Brugnaro mette a rischio la tutela della città. Interverremo presso Unesco e Regione

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La proposta di revisione dei confini della “buffer zone” o zona cuscinetto di Venezia e della sua laguna, avanzata dal Sindaco Brugnaro, rischia ora di compromettere una volta per tutte l’eccezionale valore universale riconosciuto dall’Unesco a tale sito e di indebolire la tutela e la salvaguardia di questo patrimonio mondiale dell’umanità.

Attraverso una delimitazione dell’area che fosse la più ampia possibile, in modo tale da alleggerire le prescrizioni imposte dall’Unesco per la fascia di rispetto esterna al sito, Brugnaro sta cercando di indebolire i vincoli paesaggistici afferenti al sito Unesco “Venezia e la sua laguna”, snaturando così la stessa funzione dell’area cuscinetto che ricordo essere quella, oltre che di tutela naturale e paesaggistica, di filtrare le eventuali pressioni esterne che possono gravare sul sito.

Non è certo la prima volta che la salvaguardia di Venezia e della sua laguna viene messa in discussione: basti pensare al progetto, approvato dal Governo, per il passaggio delle grandi navi a Marghera, i continui sforamenti dei limiti emissivi inquinanti nella città di Venezia, la contestata realizzazione della seconda pista di Tessera.

Il nostro sospetto è che attraverso questa mossa si vogliano sacrificare i vincoli esistenti a tutto vantaggio dei grandi interessi economici che girano intorno al sito Unesco.

Per questo motivo il M5S si farà portavoce presso l’Unesco, che è chiamata ad approvare la proposta del Comitato di pilotaggio, della necessità di ripristinare una zona cuscinetto, con una perpetrazione più ristretta rispetto alla proposta Brugnaro, in cui rendere effettivi ed efficaci le raccomandazioni di riduzione del consumo di suolo e di mantenimento del paesaggio.

Agiremo anche in ambito regionale, dove ricordiamo che la Commissione regionale per il Patrimonio Culturale, composta da tutti i soprintendenti del Veneto, nella seduta del 30 ottobre 2017 ha espresso parere contrario alla proposta di ampliamento della Buffer Zone presentata da Brugnaro.

 

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AttualitàComunicati stampa

Birolo e Piacenza d’Adige, il sistema giudiziario mette i cittadini in balia di ladri e rapinatori

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Il sistema giudiziario italiano non tutela le vittime dei reati e non sta dalla parte di chi il reato lo subisce. Parole durissime, che arrivano dal tabaccaio di Correzzola Franco Birolo: nell’aprile del 2012 questi si trovò con i ladri in negozio mentre dormiva con la sua famiglia al piano superiore. Mentre il tabaccaio tentava di difendere i propri cari, un colpo partito dalla sua pistola ferì mortalmente uno degli autori della rapina.

“Birolo ha dovuto aspettare anni e anni per uscire finalmente pulito da questa vicenda giudiziaria – si rammarica la consigliera regionale del Movimento 5 Stelle Erika Baldin – e adesso ha deciso di chiudere il negozio. Questi cinque anni lo hanno segnato profondamente, come segnerebbero qualunque brava persona coinvolta in una vicenda simile”.
La consigliera regionale aveva incontrato Birolo nel suo negozio di Civé testimoniandogli tutto il suo sostegno umano e politico.
“Ora il tabaccaio chiude bottega – dice Baldin – e lancia un’accusa durissima nei confronti del nostro sistema giudiziario, che non tutela le vittime dei reati e mette i giusti, che difendono la propria famiglia e i propri cari, uno scalino più in basso rispetto a chi i reati li compie”.

“Per non parlare dei due anziani – continua l’esponente del Movimento 5 Stelle – di Piacenza d’Adige che hanno visto i loro torturatori, due marocchini autori di una sanguinosa rapina ai danni dei due vecchietti, condannati a sette anni di prigione. I rapinatori hanno avvertito i due poveretti che sarebbero tornati a trovarli per finire il lavoro se avessero parlato e ora gli anziani vivono nel terrore, perché sanno che questi usciranno presto con un qualche cavillo o per buona condotta”.
“È ora di finirla – conclude Baldin – serve una revisione drastica della giustizia italiana, non vi è più alcuna certezza della pena e questa situazione inaccettabile mette i cittadini alla mercé di ladri e rapinatori”.

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