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SVERSAMENTO DI GASOLIO IN LAGUNA SUD, OCCORRONO PREVENZIONE E CONTROLLI DA PARTE DEI PROPRIETARI DEI RELITTI, NON È AMMESSA L’INCURIA. INTERVENGA ANCHE ARPAV

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Venezia, 26 marzo 2025 – Le immagini dei cormorani intrisi di nafta nelle rive di Sottomarina e salvati dalle volontarie e dai volontari della LIPU, a seguito dell’imponente sversamento di idrocarburi in laguna sud avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, stanno facendo il giro del web. «Scene che fanno male, che accostiamo abitualmente ai conflitti nel Golfo e che mai penseremmo di dover ospitare in città», commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale.

La vasta chiazza oleosa si è in poco tempo diffusa lungo i canali di Chioggia e nel Lusenzo, emanando miasmi avvertiti dalla popolazione e provocando logicamente danni ambientali, come quelli appunto incorsi alla fauna. Il capo del Compartimento marittimo della Capitaneria di Porto ha dichiarato lo stato di emergenza, mentre il personale della Guardia Costiera, dei Vigili del Fuoco e delle Guardie ai Fuochi è ancora al lavoro per il contenimento della perdita, al fine di evitare che si allarghi al resto della laguna.

«Leggo che le indagini si stanno concentrando in Val da Rio -nota Baldin- dove sarebbe stato individuato un natante semisommerso, dal quale sarebbe fuoriuscito il gasolio. Non è la prima volta che succede, come testimoniato dai media locali: anche se solitamente in misura minore, per fortuna. Oltre ad accertare se la fonte sia meramente accidentale o se vi è stata noncuranza, è il momento per ribadire che la prevenzione è sempre la via maestra allo scopo di evitare il ripetersi di simili tragedie».

Secondo l’esponente del M5S, occorre «operare una puntuale manutenzione degli scafi, anche di quelli dismessi. Perché non è possibile preferire il loro pericoloso abbandono nell’ambiente a una rottamazione, ancorché dispendiosa. Le acque della laguna pullulano di relitti che vanno rimossi, anche dalle autorità preposte (con addebitamento delle spese ai proprietari), dal momento che costituiscono un rischio per la navigazione stessa».

Conoscendo le proprietà del materiale in libera uscita, è stato un bene aver iniziato subito le operazioni prima dell’alba, in modo da campionare le acque in luoghi differenti: «Ringrazio tutte le unità intervenute -conclude Erika Baldin- e invoco anche il supporto dell’ARPAV nella fondamentale opera di prevenzione degli incidenti ambientali. Il loro regolare controllo degli spazi acquei non può mancare, per evitare di tornare ai giorni del 1986, quando una chiazza di stirene monomero invase l’Adige, rendendo le acque non potabili e costringendo Chioggia ad approvvigionarsene tramite le autobotti».

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Comunicati stampa

SÌ ALLA SICUREZZA IDROGEOLOGICA, NO ALL’ABBATTIMENTO INDISCRIMINATO DI SPECIE ARBOREE DAGLI ARGINI DEL BRENTA: LA REGIONE INDICHI MODIFICHE SOSTENIBILI AL GENIO CIVILE

LAVORI BRENTA

Venezia, 17 marzo 2025 – Disboscamento selvaggio degli argini del Brenta, arriva un’interrogazione alla Giunta regionale. L’ha depositata Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, rimasta colpita dalla notizia che il Genio Civile di Padova, operativo nei territori di Fossò, Vigonovo e Campolongo Maggiore, avrebbe provveduto ad abbattere indiscriminatamente molti esemplari della vegetazione riparia, al fine di consolidare la stabilità delle golene: «Dal momento che il Genio Civile dipende dalla Regione -spiega la consigliera- la interrogo per conoscere quali azioni intenda compiere affinché, nel portare a termine il proprio specifico mandato, esso modifichi il trattamento delle piante, in modo da assicurare la stabilità idrogeologica delle sponde senza depauperarne la vegetazione e l’avifauna».

L’informazione era stata diffusa nei giorni scorsi dal comitato ambientalista Opzione Zero e dal Gruppo d’Intervento Giuridico, i quali hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica, riservandosi la possibilità di una denuncia penale: «Ove le cose stiano come indicato dalle due associazioni -argomenta Baldin- si tratterebbe di un comportamento arbitrario, che attraverso la perdita di centinaia di alberi e arbusti farebbe venir meno i necessari presìdi di sicurezza rispetto alla fragilità delle aree umide e degli argini stessi, spesso a rischio di smottamento, in quanto le radici rallentano il flusso della corrente, contribuendo di fatto alla laminazione delle piene. Ciò comporterebbe la distruzione della biodiversità locale, in particolare di specie faunistiche che vi nidificano durante la primavera».

A quanto pare, l’episodio ripeterebbe quanto accaduto alcuni anni fa, senza l’intervento di alcuna autorità di controllo: «Naturalmente il ripristino della piena funzionalità idraulica è necessario alla sicurezza del territorio come ai campi coltivati -aggiunge l’esponente del M5S- ma ricordo che il fiume Brenta è sottoposto a vincolo paesaggistico, ai sensi del Codice dei Beni Culturali, ed è riconosciuto dalla pianificazione regionale e metropolitana quale asse fondamentale della rete ecologica del Veneto. E siccome è la Direzione territoriale per il Dissesto idrogeologico della Regione a sovrintendere al coordinamento degli uffici del Genio Civile, chiedo quindi alla Regione di adoperarsi tenendo conto anche di tale disposizione, e di ciò che ne consegue in termini florofaunistici», conclude Erika Baldin.

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