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Comunicati stampa

GIUNTA E CONSIGLIO REGIONALE CHIUDONO LE PORTE IN FACCIA A PUNTA GORZONE: INTERVENTI SOLO NEL 2027, VENGONO PRIMA LE SEDI ISTITUZIONALI. SE SUCCEDESSE ALTROVE…

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Venezia, 1° aprile 2025 – Ancora porte chiuse dalla Giunta e dal Consiglio regionale veneto all’anticipo delle opere di salvaguardia idrogeologica per Punta Gorzone. L’aula di palazzo Ferro Fini ha infatti bocciato gli emendamenti depositati da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle e da Jonatan Montanariello, consigliere del Partito Democratico e vicepresidente della II Commissione, al Piano triennale per le opere pubbliche: niente anticipo dal 2027 al 2025, niente aumento dell’impegno di spesa da 350mila euro (dilazionati appunto di due anni) a un milione.

«L’ennesimo smacco che la popolazione residente nell’area golenale deve subire dalla maggioranza di centrodestra, da trent’anni al governo della Regione», commenta Baldin. «Ogni anno, dalla mia prima elezione, sottopongo questo emendamento sia al bilancio che al piano delle opere, ma trovo sempre porte sbarrate. Significa che in tutto questo tempo la situazione non è cambiata di una virgola per le cittadine e i cittadini che finiscono sott’acqua ad ogni pioggia. Viene da pensare che se l’intervento avesse investito altri luoghi, più cari ai vertici regionali, l’attenzione sarebbe stata differente. Evitassero allora di alimentare false aspettative, quando nell’ultimo anno l’argine è franato ancora di un metro e mezzo. Punta Gorzone necessita di una data certa per l’appalto».

Aggiunge Montanariello: «Nonostante i tecnici della Regione sostengano che sia possibile anticipare l’intervento previsto, per il quale l’ente spenderebbe 350mila euro al posto di un milione, sarebbe stato possibile operare già quest’anno con l’azione di minima, prelevando le risorse da manutenzioni ordinarie meno significative, come quelle ai palazzi regionali. Invece l’amministrazione considera una priorità le proprie sedi e non le persone alluvionate! Facessero meno passerelle elettorali in loco allora, se dopo gli stanziamenti per Punta Gorzone sono diminuiti da due milioni, a uno e mezzo, a 500mila euro per fare economia, a 350mila euro ma solo il terzo anno. Il risultato è che alla prossima bomba d’acqua la cittadinanza (che ha la valigia sempre pronta) verrà di nuovo evacuata, con la responsabilità politica e morale di chi oggi ha votato contro l’anticipo degli interventi».

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Comunicati stampa

IL CONSIGLIO REGIONALE BOCCIA UNA MIA MOZIONE PER IL BENESSERE ANIMALE NEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI: LA MAGGIORANZA POSPONE ANCHE LA SALUTE AL PROFITTO

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Nei giorni in cui i Carabinieri sanzionano un allevamento di pollame nella Riviera del Brenta per inutili crudeltà inferte alle galline prima di arrivare al macello, e mentre gli Stati Uniti sono sconvolti dall’ennesimo focolaio di influenza aviaria, derivante anche dalle condizioni di vita dei volatili allevati, il Consiglio regionale del Veneto boccia la mozione che la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva depositato per impegnare la Giunta a valutare una moratoria nelle autorizzazioni per nuovi impianti o per ampliamenti di allevamenti esistenti, e a predisporre progetti e sostegni da erogare per la transizione verso una zootecnia sostenibile.

«Sono molto amareggiata -commenta la consigliera- in specie perché nei suoi interventi la maggioranza dimostra di non aver letto il testo che ho avanzato, ma lo ha respinto per mera ideologia. Non capiscono che garantire il benessere degli animali da macello significa anche garantire la salute delle persone che li consumano, oltre a ridurre emissioni ed inquinamento da ammoniaca. La stessa immagine del settore e delle aziende virtuose viene intanto opacizzata non da atti come questo, ma da coloro che abbandonano le carcasse dentro le gabbie assieme agli esemplari vivi, che li sollevano per un’ala e li lanciano dentro i mezzi per il loro ultimo trasporto. Dispiace che il gruppo del Partito Democratico si sia astenuto nella votazione finale del provvedimento, probabilmente le vicende del Parlamento europeo hanno avuto un certo impatto».

L’intento dal quale ha preso le mosse Baldin è stata la proiezione del documentario “Food for profit” di Giulia Innocenzi, la cui diffusione ha destato scalpore ed è stata anche ostracizzata: «Esso -spiega l’esponente del M5S- traccia la grave commistione tra politica e industria, coinvolgendo direttamente parlamentari uscenti ed ex ministri, e non esonerando un paio di maxi allevamenti veneti. I signori della maggioranza dovrebbero fare i conti con questo aspetto, isolando le poche aziende che violano i diritti degli animali quali esseri senzienti, e che peraltro producono in regime di concorrenza sleale. Senza contare appunto l’aspetto della zoonosi, ovvero la diffusione nel genere umano di patologie connaturate all’alta concentrazione di specie avicole, bovine o suine, particolarmente evidente nei casi di peste suina e influenza aviaria».

Di qui l’intento della promotrice: «Intendevo coinvolgere la giunta Zaia a mettere in campo misure per la formazione mirata del personale agricolo, volta alla variazione dei metodi di allevamento, sostenendo altresì il reddito che verrebbe a mancare dalle diminuzioni temporanee dei ricavi, e a trattare finalmente la grande questione dei reflui zootecnici, dato che le aree dove sono ubicati gli allevamenti intensivi soffrono molte forme di contaminazione da metalli pesanti, erbicidi e appunto liquami animali, fonte delle polluzioni di fosforo nel suolo e nelle acque dolci. Dai signori della destra -conclude Erika Baldin- mi sono sentita dare della folle ecologista, di mettere a rischio la filiera alimentare, di assistenzialismo: magari un giorno, verità alla mano, si ricrederanno anche loro».

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