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Comunicati stampa

BUSITALIA SPIEGHI PERCHÉ DOMENICA SERA A SOTTOMARINA DECINE DI GIOVANI TURISTI PENDOLARI SONO STATI LASCIATI A TERRA. LA REGIONE GARANTISCA IL DIRITTO ALLA MOBILITÀ

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Venezia, 27 maggio 2024 – Circa cento ragazze e ragazzi lasciati a terra da un autobus delle linee extraurbane di Busitalia, la domenica sera in piazza Europa a Sottomarina, capolinea delle corse verso Padova. Le immagini pubblicate dal blog d’informazione Chioggia Azzurra hanno fatto il giro del web, e la capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, ha deciso di vederci chiaro: «Scriverò all’impresa di trasporti per chiedere spiegazioni, e interrogherò ufficialmente anche la Giunta veneta, in quanto responsabile per legge del trasporto pubblico locale».

Secondo la consigliera, potrebbero verificarsi i crismi dell’interruzione di pubblico servizio: «A quanto si legge -puntualizza Baldin- l’autobus sarebbe giunto a Sottomarina già in forte ritardo, a causa delle interruzioni stradali e del prevedibile maxi afflusso di turisti verso il mare. Una volta avuto accesso alla piazza, anziché caricare le decine di giovani che attendevano pazientemente di poter tornare a casa, è immediatamente ripartito senza fermarsi, gettandoli nel panico». C’è stato chi ha telefonato a casa per farsi recuperare, chi ha studiato gli orari dei treni da Mestre, chi si è rivolto ai carabinieri.

«Sicuramente tra loro c’erano anche minorenni -osserva l’esponente del M5S- e a rendere grave la situazione sta il fatto che si trattava dell’ultima corsa, ovvero quella delle 20.05. Già è inconcepibile che i trasporti da e verso una località turistica terminino nella bella stagione così presto, se ci si aggiungono disfunzioni del genere si ha chiaro il quadro di un danno d’immagine anche alla località balneare, perché un numero imprecisato di persone potrebbe scegliere di non tornarvi più».

Il settore del trasporto pubblico versa peraltro in una crisi profonda: «Comprendo le ragioni di chi decide di cambiare mestiere -conclude Erika Baldin- tra malattie professionali, stress, tempi ridotti tra una partenza e l’altra, perfino i recenti assalti di teppisti e malintenzionati. A maggior diritto, chiedo di conoscere quali siano stati i motivi che hanno portato all’omesso servizio di domenica sera a Sottomarina, e di sapere se la Regione intenda chiedere garanzie circa l’effettuazione delle corse festive, assicurando corse bis in caso di ampio afflusso da Padova a Sottomarina e viceversa.

Bisogna sempre ricordare che il trasporto pubblico è un diritto inalienabile, e deve soddisfare il bisogno di mobilità di tutte e di tutti, anche a prescindere dalle economie o da altre valutazioni d’impresa o amministrative. Le quali sono alla base dei continui tagli di corse sia a Chioggia e Sottomarina, sia in altre realtà metropolitane o interprovinciali».

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Comunicati stampa

DISAPPUNTO PER LA DECISIONE DEL GOVERNO DI RIPORTARE A L’AQUILA LE CARTE PROCESSUALI DEL VAJONT: SCHIAFFO A MATTARELLA, AL CONSIGLIO REGIONALE VENETO, AI SUPERSTITI

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Venezia, 15 maggio 2024 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, esprime forte disappunto per le parole del sottosegretario Gianmarco Mazzi, il quale in Parlamento ha dichiarato che i documenti originali del processo per la tragedia del Vajont torneranno a L’Aquila (sede del dibattimento) dopo la loro digitalizzazione a Belluno.

«Questo governo non si ferma neanche davanti al monito del presidente Mattarella -constata la consigliera- né a un voto unanime del Consiglio regionale del Veneto, che già nel 2019 aveva impegnato la Giunta a intervenire in tal senso con l’esecutivo centrale, attraverso modifiche alla vigente legislazione».

Lo scorso 9 ottobre, durante le celebrazioni per i sessant’anni dagli avvenimenti, il Capo dello Stato statuì di ritenere non solo opportuno, quanto doveroso che le carte processuali (250 buste per ben 5205 unità archivistiche) rimangano nel territorio, vicino a dove la tragedia si è consumata, rivestendo ora finalità di memoria e non più di processo pendente.

«Ben venga la digitalizzazione, a preservare il valore dei documenti dalla fragilità del supporto cartaceo, soggetto a deterioramento -continua Baldin- ma è necessario che questi beni permangano tra le montagne che hanno visto prima la scellerata azione dell’uomo, poi l’immane ritorsione della natura. Sarebbero un monito eterno, immanente, a non ripeterne le condizioni di dissesto idrogeologico da eccessivo sfruttamento del suolo».

Ora il sindaco di Longarone, Roberto Padrin, è intenzionato a coinvolgere di nuovo il presidente della Repubblica: «Lo supporto in questa azione -aggiunge l’esponente del M5S- perché quasi tutte le persone oggi superstiti, quella notte, hanno perduto tutto. La casa, i propri cari, perfino un luogo dove piangerli. Almeno i loro nomi non vengano cancellati dalla storia, sradicati post mortem per la seconda volta e più».

Erika Baldin era stata la prima in questa legislatura, nel maggio 2023, a interrogare la giunta Zaia per conoscere quali azioni essa intendesse espletare al fine di raggiungere l’obiettivo: «La risposta fu soddisfacente nella teoria di avviare un confronto con le istituzioni sovraordinate, per trovare una soluzione.

Ma alle dichiarazioni non sono seguiti fatti congruenti. E ora, la stessa maggioranza di “filiera” che regge le sorti del governo ha chiuso le porte in faccia a Longarone, alla popolazione bellunese, al lavoro di Tina Merlin, a un’intera regione».

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