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Comunicati stampa

NON SI CAMBIA LA LEGGE ELETTORALE REGIONALE A POCHI MESI DAL VOTO, E SENZA IL CONSENSO DELLE OPPOSIZIONI, SOLO PER RENDERE ETERNI GLI ASSESSORI “A VITA”

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Venezia, 22 agosto 2025 – Non si cambia la legge elettorale regionale a pochi mesi dal voto, e senza il consenso delle attuali minoranze. Ad enunciare nettamente questo principio è Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale: l’occasione è data dall’ipotesi -niente affatto peregrina- che la maggioranza presenti alla I Commissione (Affari Istituzionali) e poi in aula il progetto volto a modificare l’articolo 6 dell’attuale legge elettorale, aprendo le porte al terzo mandato per quasi tutte le assessore e gli assessori attualmente in carica.

«La destra ha avuto cinque anni per poter cambiare la legge -esordisce la consigliera- ma non l’ha fatto. E trovo squallido farlo ora per cercare di trarre vantaggio nelle urne dalla mobilitazione di chi da dieci anni siede in Giunta». Allo scopo di scongiurare tale proposito, Baldin non esclude di ricorrere all’articolo 43 comma 5 del Regolamento consiliare, relativamente alle leggi iscritte all’ordine del giorno prima delle legge elettorale. Tale comma prevede la possibilità (da utilizzare solo una volta nella legislatura, per un provvedimento di particolare rilievo) di non determinare il tempo complessivo della discussione e la sua ripartizione tra i gruppi. Una deroga che il presidente del Consiglio è tenuto a concedere, sempre a norma di regolamento.

«Se all’ultimo minuto -spiega l’esponente del M5S- la maggioranza depositerà il disegno di legge per consentire altri cinque anni al potere esecutivo (e sarebbero quindici…) agli attuali detentori e detentrici delle deleghe, in qualità di capogruppo valuterò se utilizzare il cosiddetto jolly al fine di non permettere limitazioni e tempi contingentati sui provvedimenti che precedono all’analisi della modifica “salva carèghe”. Ricordo che ai sensi dell’articolo 43, comma 9, la legge elettorale come il Regolamento e lo Statuto non sono contingentabili nei tempi, e tanti sono gli argomenti della legge elettorale stessa che andrebbero discussi. Ad esempio il fatto che in Veneto non ci sia un’adeguata tutela delle opposizioni, là dove in Toscana (comunque vada) la minoranza ha sempre garantito almeno il 35% dei seggi».

Con le consultazioni elettorali alle porte, il tempo è scaduto: «Nei rimanenti mesi, fino alla fine dell’impero di Zaia -conclude Erika Baldin- la Giunta potrebbe occuparsi del Veneto sotto acqua per via dei mancati interventi di laminazione, degli incidenti quotidiani nei luoghi di lavoro, dell’acquiescenza verso i dazi di Trump che manderanno in crisi le aziende e il personale dipendente. Invece cosa fanno? Credono di essere invincibili nei secoli dei secoli, e preparano leggi per perpetuare la propria eternità. Intanto l’area progressista il suo candidato ce l’ha, ed è Giovanni Manildo. A destra invece sono divisi dall’ambizione al potere, e non sono in grado di designare una candidatura in tempi ragionevoli senza spaccarsi. Altro che assessori a vita». 

erika baldin

The author erika baldin

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