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DALLO SCOPPIO DI ROMA ALL’INCUBO CHE IL DEPOSITO DI GPL A CHIOGGIA POSSA ESSERE RIPRISTINATO: LA REGIONE CONVOCHI L’AUTORITÀ PORTUALE PER SMANTELLARLO

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Venezia, 16 luglio 2025 – Solo pochi giorni fa, il 4 luglio, un distributore di gpl è scoppiato a Roma, in via dei Gordiani, provocando il ferimento di decine di persone, tra le quali i Vigili del Fuoco accorsi a spegnere l’incendio. «Immediatamente ho pensato al deposito di gpl che ha rischiato di entrare in funzione a Chioggia -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- e che la volontà politica del governo Conte II, attraverso il decreto Agosto del 2019, ha fatto in modo che non diventasse operativo. Anche Chioggia, come Viareggio, ha rischiato una cosa del genere».

L’impianto, tuttavia, è ancora al “suo” posto in Val da Rio, nonostante l’iter risarcitorio sia concluso e l’impresa costruttrice, Socogas Bioenergie, non abbia più niente a pretendere: «Il fatto che il deposito non sia ancora stato rimosso -rileva la consigliera- indica che potenzialmente, con una politica differente, non va escluso un nuovo tentativo di aggirare la norma che lo impedisce, in quanto ubicato ai margini della laguna protetta dall’UNESCO. Solo l’abbattimento garantisce la perenne impossibilità di ripensarci, ma questa prospettiva ancora non si vede».

Pertanto, Baldin ha scritto un’interrogazione alla Giunta veneta, alla quale chiede se essa intenda programmare un incontro risolutore con l’Autorità Portuale e il suo nuovo presidente Matteo Gasparato (nominato anche con il parere della Regione), coinvolgendo il Comune di Chioggia, al fine di chiedere il definitivo allontanamento dal sito di Val da Rio delle cisterne di stoccaggio pertinenti alla Socogas, e la conseguente valorizzazione pubblica del sito, attraverso il trasferimento del mercato ittico all’ingrosso e l’installazione di nuove imprese dedicate alla conservazione ittica.

«Le cittadine e i cittadini di Chioggia -ricorda l’esponente del M5S- hanno vissuto anni di paura, in specie coloro che abitano o lavorano nelle zone limitrofe alla struttura, come la Tombola e Borgo San Giovanni. E l’impatto psicologico dei fatti accaduti a Roma non può essere sottovalutato. È tempo di decretare la fine definitiva di ogni ipotesi di riavvio dell’impianto, e lo si può fare solo attraverso la demolizione, scongiurando ogni presentazione di progetti analoghi in un luogo tanto pericoloso quanto sbagliato».

Il ruolo della Regione Veneto nella vicenda traspare anche dalle politiche di salvaguardia lagunare: «Infatti l’Autorità Portuale -conclude Erika Baldin- è tenuta a rispettare le linee di programmazione urbanistica fornite dalla Regione stessa e ora anche dall’Autorità per la Laguna. Anche per questi motivi, la responsabilità politico-amministrativa nell’area di Val da Rio non può essere lasciata al solo Comune di Chioggia, essendo coinvolta un’Autorità pubblica che gestisce il Porto ed è per ciò stesso la proprietaria dell’area originariamente concessa dal Ministero alla società di Fidenza». 

erika baldin

The author erika baldin

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