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Chioggia

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UNA SEZIONE DISTACCATA DEL TRIBUNALE POTREBBE TORNARE A CHIOGGIA

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Venezia, 31 agosto 2023 – Dopo dieci anni, la sede distaccata del Tribunale potrebbe tornare a Chioggia. L’iter appare lungo e incerto, ma non impossibile: il prossimo martedì, infatti, l’aula del Consiglio regionale discuterà la proposta di legge statale avanzata dal vicepresidente leghista Nicola Finco, che mira a ricostituire i Tribunali di provincia e le Procure della Repubblica soppresse dal decreto legislativo 155/2012. Tra le possibilità contemplate, sia il ripristino delle vecchie circoscrizioni giudiziarie (Chioggia serviva anche Cavarzere e Cona), sia l’istituzione di nuovi circondari geograficamente omogenei, purché coprano una popolazione di almeno centomila persone: «Sarebbe assurdo -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini- se la norma venisse pensata solo per la Pedemontana bassanese e non coinvolgesse anche la sesta città del Veneto».

La consigliera fa riferimento anche a un disegno di legge giacente alla commissione Giustizia del Senato, promosso da più parti politiche, il quale ventila esplicitamente la nuova geografia giudiziaria che unirebbe Bassano del Grappa all’Alta Padovana e a parte della provincia di Treviso: «Lo scorso 11 agosto -prosegue Baldin- il presidente della Giunta regionale Luca Zaia si era pubblicamente espresso riguardo la “necessità” del ritorno del Tribunale a Bassano. Bene, perché allora non a Chioggia? Non è solo la sesta città del Veneto per numero di abitanti, ma altre sue peculiarità rendono, appunto, necessario il Tribunale in loco: l’ubicazione isolana e distante dal resto dell’area metropolitana, una popolazione fluttuante d’estate per via del turismo, l’essere oggetto di una Legge Speciale che ne postula gli interessi particolari».

Già nel 2012, del resto, il M5S si spese contro il decreto del governo Monti che tagliava i Tribunali nelle città non capoluogo: «Peraltro il limite dei centomila residenti varrebbe solo per sedi di nuovo conio, mentre non si applicherebbe al ripristino della “cittadella  della giustizia” clodiense, con la medesima platea di un tempo o anche allargata. Auspico quindi -conclude Erika Baldin- che il presidente Zaia esprima anche per Chioggia lo stesso favore riservato alla potenziale riapertura pedemontana, vista anche la discussione a livello nazionale in tema di riordino.

Anzi, colgo l’occasione della proposta di legge statale che andrà votata dal Consiglio veneto per chiedere che sia proprio la Regione, come hanno fatto già altri territori, a promuovere l’indicazione di riaprire tutte le sedi chiuse dieci anni fa. Altrimenti, dopo i mancati rimborsi per le scorse mareggiate, lo stop all’erogazione di fondi per bloccare il cuneo salino nel Brenta, le politiche velleitarie in materia di Romea e ferrovia, sarebbe l’ennesima conferma che di Chioggia alla filiera di centrodestra non interessa niente, e anzi la considera una città di serie B, a Venezia come a Roma».

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ARRIVA VENETO E CITTÀ METROPOLITANA SOSPENDONO DUE CORSE ALL’ALBA DA CAVANELLA E SANT’ANNA: NESSUNO DEVE RIMANERE A PIEDI. IPOTESI MINIBUS A CHIAMATA?

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Chioggia, 17 agosto 2023 – Niente più corse delle 5.51 e delle 6.21 antimeridiane da Cavanella d’Adige verso Sottomarina, a bordo degli autobus di Arriva Veneto diretti poi a Mestre e Venezia. La comunicazione giunge dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, che si era rivolta all’impresa del trasporto pubblico extraurbano al fine di conoscere dettagli e spiegazioni relative allo stringato annuncio nel sito aziendale, il quale riportava appunto come da lunedì 14 agosto le due corse sarebbero state sospese. «Arriva Veneto -spiega la consigliera- è stata autorizzata a dismetterle dalla Città Metropolitana, in via sperimentale, per motivi di razionalizzazione del servizio e “impiego ottimale” delle risorse».

Secondo i dati forniti dalla società erogatrice, il numero dei passeggeri delle due tratte distanti mezz’ora l’una dall’altra ammonta a poco meno di due, con uno spostamento a vuoto di 16 km: «Comprendo le motivazioni che stanno alla base dello stop, e apprezzo la trasparenza nella risposta di Arriva -commenta Baldin- ma disporre una tale modifica nel pieno dell’estate, alla chetichella, senza segnalazioni negli organi d’informazione cittadini stride con l’esaustività dei dettagli che mi sono stati forniti in privato. Tali rilievi devono essere espressi direttamente alla cittadinanza, non solo a una rappresentante delle istituzioni».

Nel merito, la coordinatrice metropolitana del M5S osserva che «l’asserito rispetto delle esigenze generali della comunità, dal punto di vista economico e di quello ambientale, va contemperato con la necessità delle lavoratrici e dei lavoratori pendolari che abitano le frazioni meridionali del Comune di Chioggia a poter raggiungere il luogo d’impiego fuori città, fosse anche alle 5 del mattino. La sostenibilità è un valore, ma lo è anche riuscire a mantenere il proprio posto di lavoro. Già la penuria del personale conducente ha portato a numerosi annullamenti di corse diurne lungo i mesi primaverili ed estivi, ora anche il taglio che penalizza chi abita a Cavanella d’Adige e a Sant’Anna suona da campanello d’allarme per il contratto di servizio sottoscritto con la Città Metropolitana, e che a questo punto ha bisogno di un “tagliando”».

Nella difficoltà di reperire soluzioni praticabili in breve tempo, le comunità locali attendono: «Chi non è dotato di un mezzo proprio, o non può guidarlo -conclude Erika Baldin- è giocoforza tagliato fuori da possibilità di lavoro (e di vita) che non prevedano lo smart working. Nessuno si diverte ad uscire di casa tra le 5 e le 6 del mattino, e nella stagione invernale i disagi sono destinati ad aumentare. A questo punto chiedo se il ventilato ricorso ai minibus a chiamata, già postulato in chiave di mobilità urbana, possa aiutare a contemperare le esigenze di razionalizzazione del trasporto pubblico con quelle della popolazione interessata dal servizio. Per quanto mi riguarda, rimango a disposizione e in contatto allo scopo di arrivare a una soluzione condivisa che non lasci a terra nessuno, nemmeno se abita all’estremo confine della Città Metropolitana».

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IL GOVERNO MELONI SI APPRESTA A TRIVELLARE L’ADRIATICO. DALLA REGIONE E DAL COMUNE DI CHIOGGIA NESSUNA OPPOSIZIONE “DI FILIERA”. MIO ORDINE DEL GIORNO PER DIRE ANCORA NO

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Venezia, 25 luglio 2023 – L’annuncio che a settembre il governo Meloni promuoverà il decreto di attivazione delle trivelle petrolifere nel mare Adriatico incontra la netta contrarietà di Erika Baldin. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto commenta così le parole del ministro Pichetto: «Le destre vanno avanti imperterrite per la propria strada, nonostante sia stata bocciata dalla storia. Non tengono conto della contrarietà dei sindaci polesani, molti dei quali vestono i loro stessi colori. E nemmeno ascoltano il grido lanciato dai vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara, tra i pochi ad aver mobilitato gli esperti scientifici per mettere in guardia dal rischio di subsidenza».

In occasione dell’imminente dibattito relativo all’assestamento di bilancio, la consigliera presenterà un ordine del giorno per cercare ancora una volta di far esprimere l’assemblea contro questa evenienza «e la volontà del governo centrale di prevaricare i territori. Ricordo che lo scorso 18 aprile la maggioranza aveva bocciato la mia mozione, finalizzata a chiedere alla Giunta regionale di farsi portavoce con il governo della contrarietà al provvedimento. Vi è quindi una complicità veneta nelle decisione politiche “di filiera”, che dimostra come le destre quando sono all’opposizione affermano una cosa, quando governano praticano il suo contrario». Il riferimento è anche alla campagna referendaria del 2016, quando la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia invitarono a votare per lo stop alle trivellazioni in tutto il territorio nazionale.

«Peraltro -continua Baldin- si tratta dell’ennesimo caso in cui le parole del presidente Zaia, che aveva dichiarato “pura follia” legittimare i nuovi interventi in mare e aveva impugnato il decreto Sblocca Italia, vengono passate in cavalleria dalla sua stessa maggioranza, la quale preferisce non disturbare il manovratore romano a scapito degli interessi della popolazione che dovrebbe rappresentare. Zaia appare ormai un leader senza più i suoi follower». L’esponente del M5S ne ha anche per l’amministrazione comunale di Chioggia, pure di centrodestra, «dalla quale mai si è levata una voce ufficiale né una delibera contro la scellerata decisione di trivellare l’Adriatico. Eppure le prime a pagarne le conseguenze geofisiche sarebbero proprio le città che vi si affacciano, con l’aumento del livello del mare e le conseguenti erosioni».

A monte dell’opposizione alle fonti fossili, come gli idrocarburi, sta anche la necessità di investire seriamente nelle fonti rinnovabili: «Non mi sfugge la portata dell’emergenza energetica -conclude Erika Baldin- ma osservo come le imprese del Nordest potrebbero risparmiare circa 362 milioni dall’adozione del Power Purchase Agreement, che agevola accordi per la fornitura di energia pulita a prezzi stabili nel tempo. Oltre a ridurre sensibilmente le emissioni di CO2, concausa di tanti eventi meteorologici nefasti dal punto di vista climatico. Quindi il vantaggio per chi smette di distruggere il mare in cerca del gas sarebbe tanto ecologico quanto economico: solo il centrodestra italiano e veneto continuano a non capirlo».

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NIENTE FONDI AGGIUNTIVI DEL GOVERNO MELONI PER LO SBARRAMENTO AL CUNEO SALINO SUL BRENTA: LA PRESUNTA “FILIERA” DELLA DESTRA FA ACQUA (SALATA) DA TUTTE LE PARTI

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Chioggia, 14 luglio 2023 – E anche per quest’anno, dello sbarramento contro il cuneo salino alla foce del Brenta se ne parla l’anno prossimo. Da Roma, infatti, arriva la notizia che il Ministero per l’Agricoltura non dispone dei 9.5 milioni aggiuntivi ai già 20 programmati per l’opera pubblica: la causa, dicono dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo, sta nei rincari delle materie prime a seguito della guerra in Ucraina. Una spiegazione della quale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dà anche una lettura politica.

«Comprendo la crescita dei prezzi e l’improvviso aumento del fabbisogno -argomenta la consigliera- e faccio mie le preoccupazioni del Consorzio, il quale osserva come ai progetti esecutivi e addirittura già in cantiere fa spesso sèguito lo stop per la penuria di risorse. Ma è un dato di fatto, ormai, che dal governo Meloni a Chioggia non arrivano più risorse e che chi guida la città non sa far valere efficacemente nessuno dei presunti buoni uffici con i propri contatti romani».

Baldin fa riferimento al recente diniego dei fondi della Protezione Civile nazionale per far fronte ai disagi sofferti dalla popolazione e dalle imprese durante le mareggiate del novembre 2022: «Anche un mese fa, alla documentata richiesta della cittadinanza e allo stato di emergenza decretato dalla Regione, il governo Meloni ha risposto picche. Eppure le destre devono capire che le cose sono cambiate: dopo che per anni, quando stavano all’opposizione, hanno invocato le colpe degli esecutivi centrali avversi, ora non hanno più alibi e devono assumersi le proprie responsabilità per risolvere i problemi dei territori».

La coordinatrice metropolitana del M5S ricorda che «il governo Conte II, ad esempio, ha bloccato l’entrata in funzione del deposito di gpl in Val da Rio, prendendo a cuore gli interessi della città. Lor signori, al contrario, dimostrano di non saper aiutare l’agricoltura né difendere l’ambiente, agendo contro il cuneo salino nel Brenta. È sempre più chiaro come Chioggia per la destra non conta niente, a Venezia come a Roma. E presto, mi auguro, lo comprenderanno anche coloro che l’hanno votata».

La speranza è che almeno il progetto riguardante analogo intervento alla foce dell’Adige, finanziato con 22 milioni lo scorso maggio, riesca ad andare in porto: «Siamo di nuovo prossimi all’ennesima, drammatica siccità -conclude Erika Baldin- dovuta ai cambiamenti climatici e all’azione umana. Serve ripristinare il normale ciclo dell’acqua di fiume, ed evitare che venga invasa dal mare, mettendo a rischio le colture. Ma evidentemente la “filiera” invocata dall’amministrazione di centrodestra non funziona, anzi fa acqua da tutte le parti: solo che è acqua salata, e fa pure male».

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TREDICENNE RICOVERATO IN PSICHIATRIA A CHIOGGIA ASSIEME AI PAZIENTI ADULTI: SERVONO RISORSE PER FINANZIARE L’ASSUNZIONE DI UN NEUROPSICHIATRA INFANTILE

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Venezia, 14 luglio 2023 – «Lo avevamo detto in tempi non sospetti, che bisognasse intervenire riguardo la situazione drammatica dei servizi che l’ULSS 3 Serenissima offre alle persone con disturbi dello spettro autistico, specie in giovane età. Ora i nodi vengono al pettine, senza che niente sia stato risolto».

È tassativa Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, a proposito dell’ultima emergenza di settore: un tredicenne ricoverato da un mese assieme ai pazienti adulti nel reparto ospedaliero di Psichiatria a Chioggia, data la perdurante assenza di un analogo reparto infantile o di personale specializzato nella sede distrettuale.

«La denuncia del Movimento per la Difesa della Sanità Pubblica Veneziana -ricorda la consigliera- porta alla luce un caso che è solo la punta di un iceberg: nel Distretto sanitario che serve Chioggia, Cavarzere e Cona manca anche una figura di logopedista, tanto che i genitori di bambine e bambini con problemi di apprendimento si sono rivolti al Comune per far implementare i servizi ora assenti».

Non solo: «Mi segnalano -continua Baldin- che al Distretto gli appuntamenti vengono concessi anche dopo mesi. Specie da quando, e parlo dell’aprile 2022, l’ULSS 3 non ha provveduto a reintegrare uno specialista in neuropsichiatria infantile, dopo la scelta del precedente di trasferirsi al Distretto di Padova. Ora risulta essere impiegato solo un medico part time proveniente da Dolo, peraltro non specializzato in disturbi dello spettro autistico».

Sostenendo l’azione del Movimento per la Difesa della Sanità Pubblica Veneziana, l’esponente del M5S incalza la Regione: «Dal 2019 sta disattendendo i suoi stessi propositi di attivare almeno un reparto di Neuropsichiatria infantile in ogni ULSS. Intanto cominci col fare in modo che nessun minorenne venga più ricoverato assieme agli adulti, e che sia possibile ottenere assistenza sociale ininterrotta, di giorno e di notte.

Ma soprattutto -conclude Erika Baldin- occorre agire attraverso la doppia leva della prevenzione e del bilancio. Sta diventando sempre più elevato il numero delle e degli adolescenti che presentano disagio mentale, effetti delle dipendenze, manifestazioni antisociali: per cui i Ser.D vanno potenziati in modo tale da evitare il peggioramento del quadro e quindi l’ospedalizzazione.

D’altro canto, la Giunta regionale dovrà stanziare maggiori risorse specifiche in questo ambito, ulteriori e aggiuntive rispetto all’aumento del Fondo Sociale che avevo ottenuto tramite i miei emendamenti nella scorsa sessione. Magari ripensando anche allo strumento dell’addizionale IRPEF, finalizzato alle politiche sociali, per redistribuire le risorse nel segno dell’equità».

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SAGRA DEL PESCE DI CHIOGGIA, LA LEGA CI METTE IL CAPPELLO: SGARBO ISTITUZIONALE SENZA PRECEDENTI

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Venezia, 27 giugno 2023 – Una Sagra del Pesce targata Lega. È l’impressione di chi ha seguìto la conferenza stampa che il consigliere regionale Marco Dolfin ha organizzato a palazzo Ferro Fini per illustrare l’84^ edizione della kermesse chioggiotta: ospite il sindaco leghista Mauro Armelao, non invitati i consiglieri regionali di Chioggia Erika Baldin e Jonatan Montanariello.

«Non ci aspettavamo che un partito politico della maggioranza – commentano la capogruppo del MoVimento 5 Stelle e il vicecapogruppo del Partito Democratico – mettesse il cappello sopra alla manifestazione più amata dalla cittadinanza di Chioggia, dalle turiste e dai turisti. Eppure la conferenza convocata da Dolfin si è rivelata essere una passerella della Lega ai massimi livelli, incurante della correttezza istituzionale dovuta in questi casi. Al di là dello sgarbo istituzionale, poiché anche noi rappresentiamo Chioggia in Regione, si tratta di una scorrettezza nei confronti degli organizzatori della sagra, dei gestori degli stand e dei volontari. Non tutti hanno in tasca una tessera della Lega! Dolfin dimostra di non avere a cuore Chioggia, presentare la Sagra sotto il simbolo di un partito danneggia la città. È gravissimo che il sindaco Armelao si sia prestato a questa operazione partitica. La Sagra del Pesce è di tutti, non soltanto di chi ha votato Lega».

Baldin ricorda che «alla recente presentazione della “Grammatica chioggiotta” di Renzo Cremona, curata sempre nella sala stampa di palazzo Ferro Fini, avevo personalmente invitato tutti gli ex consiglieri regionali ed entrambi i colleghi clodiensi, i quali non hanno potuto partecipare solo per la concomitanza con il protrarsi di alcuni lavori delle rispettive Commissioni permanenti. Mai avrei inteso appropriarmi di un’esperienza che è e deve rimanere di tutte e di tutti».

«Un partito che prova a impossessarsi della Sagra del Pesce, con il benestare e la presenza del sindaco Armelao: una cosa del genere non è mai accaduta in cinquant’anni di Consiglio regionale. Più di qualcuno resta amareggiato perché voleva vivere la Sagra come una cosa laica ed oggi si trova ad un’iniziativa della Lega», commenta Montanariello. «Adesso Chioggia esprime ben tre consiglieri regionali, un unicum a livello regionale: è un’occasione storica che dovremmo sfruttare facendo squadra per il territorio. Non capirlo, specie per un consigliere di maggioranza, è molto grave», conclude il vicecapogruppo del Partito Democratico.

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CHIOGGIA ULTIMO AMBITO VENETO PER NUMERO DI ASSISTENTI SOCIALI: NON PUÒ OTTENERE FONDI STATALI PER ASSUMERNE SE NON PROVVEDE IN PROPRIO A TEMPO INDETERMINATO

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Chioggia, 10 giugno 2023 – Aiùtati, che lo Stato ti aiuta. È quel che finora ha faticato a comprendere l’amministrazione comunale di Chioggia in tema di Politiche sociali: l’accusa, mossa dal MoVimento 5 Stelle con Erika Baldin e Daniele Stecco, e da Barbara Penzo del Partito Democratico, è di essere la “cenerentola” del Veneto per quanto riguarda il numero di assistenti sociali. «Uno ogni 7033 abitanti -spiega la consigliera regionale- il che la rende “maglia nera” in regione, superando nel record negativo Adria (dove il servizio professionale copre 6780 residenti) e Sona nel Veronese, dove le cittadine e i cittadini per ogni assistente sociale sono 6405. Lo dicono i dati».

Nello specifico, il rapporto relativo al 2021, giunto giovedì scorso all’attenzione della V commissione Sanità del Consiglio regionale: «Secondo i Livelli essenziali delle prestazioni in Ambito Territoriale Sociale -analizza Baldin- il margine è fissato a 5mila abitanti per ogni assistente. E sono solo quattro su 21 gli ATS in Veneto che esorbitano da tale quota. Nell’Ambito di Chioggia, il numero 14 che comprende anche Cavarzere e Cona, queste cifre si tramutano nella gravissima impossibilità di accedere al fondo nazionale a sostegno dei LEPS, che vengono in aiuto per pagare proprio nuove figure professionali nel settore».

Il motivo è stato illustrato appunto durante la seduta della V commissione: «Se un Comune, ed è il caso di Chioggia -continua la coordinatrice del M5S- non assume a tempo indeterminato un assistente sociale ogni 6500 abitanti con risorse proprie, fossero anche quelle del Fondo di solidarietà comunale in deroga ai vincoli di bilancio, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale non liquida risorse a favore di quell’ente. Ammonta infatti a zero la cifra destinata all’Ambito chioggiotto nel 2021, e altrettanto a zero quella delle prenotazioni per il 2022. Le fonti sono il decreto ministeriale 136/2022 e il report del Sistema informativo unitario dell’offerta nei servizi sociali, anche questo di matrice governativa». Una situazione drammatica, conclude Erika Baldin: «Perdere risorse così è scandaloso».

Il quadro è confermato da Barbara Penzo: «La complessità del settore sociale – esordisce l’esponente democratica- e le numerose risorse economiche disponibili si scontrano con le difficoltà degli uffici ad operare costantemente sotto organico. Il Comune di Chioggia è spesso sollecitato dalla Regione, quanto ai progetti previsti e ai finanziamenti erogati dal Piano Povertà, e siamo sempre in affanno. Il rischio è il collasso, in un momento in cui i servizi sociali assumeranno sempre più responsabilità entro un assetto di Ambito. Perché è evidente a tutte e a tutti che il numero attuale delle assistenti sociali non può garantire la piena soddisfazione dei bisogni relativi alle persone anziane, alla tutela dei minori, all’emergenza abitativa e molte altre».

La consigliera comunale ricorda che «gli ATS diventeranno sempre più strategici, dal momento che saranno il luogo di concentrazione delle risorse. Dentro il Piano Povertà, di cui si è parlato giovedì in Regione, confluiscono anche i contributi per il Reddito di Inclusione Attiva e il sostegno all’abitazione (legato alla residenza con progetti individuali per ogni persona assistita), l’attuazione di interventi finanziati dal PNRR come la Missione 5 e il progetto PIPPI per prevenire l’allontanamento dei minori, nonché il Pronto Intervento Sociale divenuto appunto LEPS. Servono quindi capacità organizzativa e di struttura, al fine di incamerare risorse esterne e trasformarle in progetti operativi».

Anche l’ex assessore al Bilancio Daniele Stecco, ora consigliere del MoVimento, rimarca le responsabilità dell’amministrazione in carica: «Nella situazione attuale il Comune non è in grado di far fronte ad ogni incombenza. Urge correre ai ripari con maggior personale e programmazione, perché diventa anche complicato operare in rete tra Ambiti e Piani di Zona. L’opposizione aveva presentato emendamenti al bilancio, al fine di bandire i concorsi atti ad assumere il personale di cui la macchina comunale necessita, e soprattutto nelle politiche sociali c’è necessità di aumentarne la dotazione organica proprio per via dell’accrescimento di competenze previste in seno agli Ambiti. Ma nessuno della maggioranza ci aveva ascoltato. Eppure, in campagna elettorale, anche loro dissero che i concorsi sarebbero stati banditi sùbito».

Invece il prossimo, per due posti a tempo pieno e indeterminato, è stato pubblicato nell’albo pretorio solo il 24 maggio di quest’anno, con un mese di tempo per presentare le domande.

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NIENTE RIMBORSI A SOTTOMARINA E ISOLAVERDE PER LE MAREGGIATE DEL NOVEMBRE 2022, LA “FILIERA” DEL SINDACO ARMELAO HA FATTO FLOP. AL GOVERNO, DI CHIOGGIA, NON INTERESSA

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Chioggia, 7 giugno 2023 – Il 22 novembre 2022 una mareggiata eccezionale si era abbattuta contro i litorali di Sottomarina e Isolaverde, erodendone l’arenile e in modo particolare le strutture erette dalle imprese concessionarie balneari. La prima conta dei danni ammontava a circa 2 milioni di euro, tanto che la Regione del Veneto aveva dichiarato lo stato di emergenza e le dovute ricognizioni erano state inoltrate al Dipartimento nazionale della Protezione Civile.

Martedì scorso però è arrivata la doccia fredda da Roma: niente rimborsi, perché l’istruttoria romana ha dato esito negativo, in quanto «gli eventi non sono stati tali da giustificare l’adozione di misure che trascendono le capacità finanziarie degli enti competenti».

In pratica, nessun rimborso è dovuto dal governo alle imprese coinvolte loro malgrado nell’alluvione: «Esprimo la mia vicinanza a coloro che sono stati colpiti dal disastro -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- e che ora si ritrovano beffati da un governo del quale l’amministrazione chioggiotta dice di essere “amica”».

La consigliera ricorda le nefaste condizioni meteorologiche di quella mattina: «La marea superò il metro e settanta, con vette di oltre due metri alla diga nord di Malamocco. Se i centri storici di Chioggia e Sottomarina hanno potuto godere dell’attivazione tempestiva del sistema MOSE e non subire danni, altra faccenda per la riva del mare, la prima a essere esposta. Dichiarare che i fenomeni non siano stati ingenti è una presa in giro nei confronti di chi ha perso tutto».

Sotto accusa è la “filiera”, più volte evocata dalla maggioranza clodiense: «Il sindaco Armelao -osserva Baldin- spesso si vanta degli “agganci” a tutti i livelli, Parlamento e Governo compresi. Beh, stavolta evidentemente hanno fatto flop, visto che i rimborsi ammontano a zero. Magari qualcuno si renderà conto di quanto poco il governo Meloni e i partiti del centrodestra siano davvero vicini ai problemi del territorio di Chioggia… mentre è stato grazie alla “filiera” del MoVimento se il deposito di gpl non entrerà mai in funzione».

Se tanto mi dà tanto, insiste la coordinatrice metropolitana del M5S, «anche il pressing relativo alla strada Romea e ai collegamenti ferroviari con Padova e Venezia faranno la stessa fine, risolvendosi con un pugno di mosche in mano. Viste le turbolenze di questi giorni (e non solo) in Giunta comunale, e il continuo scarto tra le parole e i fatti -conclude Erika Baldin- c’è da sperare che questo triste periodo si concluda prima del tempo, e che la parola torni alla cittadinanza».

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IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA UNANIME IL MIO ORDINE DEL GIORNO PER ESTENDERE AL TRATTAMENTO DEL CUNEO SALINO LE MISURE DI GESTIONE DELLE ACQUE METEORICHE

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Venezia, 18 aprile 2023 – È stato approvato all’unanimità, oggi in Consiglio regionale, l’ordine del giorno che Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle, ha presentato in calce al progetto di legge per la disciplina e la gestione delle acque meteoriche. L’iniziativa della consigliera ha trovato d’accordo maggioranza e opposizione nell’allargare la questione anche al cuneo salino, il fenomeno per cui l’acqua del mare penetra all’interno delle foci fluviali, modificando la salinità dei terreni coltivati con grave pregiudizio per l’agricoltura.

«Grazie a questo intervento -spiega Baldin- le disposizioni del progetto di legge regionale verranno estese non solo agli effetti della siccità e delle precipitazioni intense, ma anche al contrasto della risalita del cuneo salino». Continua l’esponente del M5S: «Lo spirito stesso dell’iniziativa legislativa va in questa direzione, poiché il recupero dell’acqua piovana si associa alle necessità idriche evidenti nelle aree contigue alle foci». Tra le zone maggiormente interessate dall’ordine del giorno avanzato da Erika Baldin ci sono le frazioni a sud del Comune di Chioggia e l’intero Basso Polesine.

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FERROVIA CHIOGGIA – PIOVE DI SACCO, LA GIUNTA REGIONALE NON FINANZIA LO STUDIO DI FATTIBILITÀ CHE PURE AVEVA APPROVATO. COSÌ RESTA UNA SCATOLA VUOTA

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Venezia, 7 marzo 2023 – Una scatola vuota. È lo studio di fattibilità per la costruzione della tratta ferroviaria tra Chioggia e Piove di Sacco, che pure il Consiglio regionale del Veneto aveva votato all’unanimità dei presenti lo scorso 15 dicembre: oggi infatti l’assemblea di palazzo Ferro Fini ha respinto, con soli otto voti favorevoli a fronte di 33 contrari, un nuovo ordine del giorno promosso dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, il quale intendeva assumere in capo alla Regione l’impegno a sostenere economicamente la realizzazione di questo stesso studio.

«L’ordine del giorno numero 128, infatti -ricorda la consigliera- impegnava l’ente solo a sottoscrivere un protocollo d’intesa con Rete Ferroviaria Italiana per predisporre tale strumento fondamentale. Non prevedeva alcuno stanziamento di fondi a bilancio, necessario per dare gambe a un progetto che la comunità di Chioggia attende da circa 140 anni». Baldin, che aveva sottoscritto l’odg di dicembre assieme al consigliere leghista Marco Dolfin, chiedeva quindi che la Giunta regionale concretizzasse tale mandato consiliare affinché lo studio non rimanesse lettera morta sulla carta.

La neocoordinatrice metropolitana del M5S è rimasta delusa dall’atteggiamento della maggioranza, e in particolare dello stesso Dolfin, promotore dell’ordine del giorno tre mesi fa: «Succede non di rado che, messo alle strette tra le esigenze della città e gli ordini di scuderia, egli scelga di sostenere i secondi. Peccato, perché non è sufficiente attivarsi nero su bianco con RFI, se non viene prevista una copertura finanziaria pubblica».

La Regione -conclude Erika Baldin- «dica chiaramente che non vuole finanziare lo studio di fattibilità per la ferrovia Chioggia-Piove di Sacco, la quale consentirebbe all’area meridionale del Veneziano di congiungersi in tempi più celeri al capoluogo come a Padova, rompendo il monopolio automobilistico con la conseguenza di intasare meno le strade ed inquinare meno».

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