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Chioggia

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CRISI DI GIUNTA A CHIOGGIA, LA MAGGIORANZA DI CENTRODESTRA È AL CAPOLINEA. ORA LA PAROLA TORNI ALLA CITTADINANZA

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Chioggia, 13 marzo 2024 – «Dopo mesi di rimpasti, sgambetti e dimissioni, possiamo dire che è stato superato ogni limite: la crisi della maggioranza ha bloccato la città, con ripercussioni per cittadine e cittadini e imprese. Invece di amministrare, Armelao e la sua maggioranza litigano da oltre tre mesi al loro interno, per questioni personali. Così la crisi si trasforma in una stasi che mette in sofferenza l’intera comunità». Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, interviene in merito alla perdurante crisi dell’amministrazione di Chioggia.

«In questa crisi della maggioranza, scatenata da questioni personali più che politiche, nessuno si salva. L’unica soluzione è restituire la parola alla cittadinanza, portando rapidamente la città al voto. Solo così Chioggia potrà uscire dalla palude in cui è sprofondata a causa del fallimento della maggioranza, che si è dimostrata incapace di mettere l’interesse della città davanti a tutto», dichiara Baldin.

«Non possiamo aspettare, non possiamo più perdere tempo. Le questioni irrisolte e mai affrontate dall’amministrazione sono davanti agli occhi di tutti: a partire dal deposito di GPL, che era stato bloccato dal decreto Agosto del governo Conte II, ma questa amministrazione non ha fatto niente per rimuoverlo. E l’UNESCO ha chiesto al sindaco appunto quando sarà abbattuto: se i “bomboloni” rimangono dove sono, Chioggia rischia di perdere la protezione della stessa UNESCO», aggiunge la consigliera regionale. «E, a proposito di energia, nulla ha detto la Giunta di Chioggia sulla ripresa delle trivellazioni nell’alto Adriatico, voluta dal governo Meloni e Salvini». 
 
Conclude Erika Baldin: «La città ha bisogno di un sindaco e di una maggioranza che siano in grado di difendere la popolazione di Chioggia dalle scelte di ACTV, che ha ridotto drasticamente le linee e le corse del trasporto pubblico locale. Occorre avere la forza di incalzare la Regione rispetto ai collegamenti su rotaia: staremo dieci mesi senza ferrovia, e anche quest’anno (come l’anno scorso) il “treno del mare” non partirà. E deve incalzare il governo per quanto riguarda la sicurezza della Romea, una tra le strade italiane che più contribuisce ad aumentare il numero delle persone morte per incidente. Tutto ciò non lo potrà fare una maggioranza arrivata ormai al capolinea, per questo auspico che al più presto sia possibile votare una nuova amministrazione».
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CENTENARIO DALL’ASSASSINO DI MATTEOTTI PER MANO FASCISTA: ACCELERARE LA RIAPERTURA DELLA CASA-MUSEO A FRATTA POLESINE E FINANZIARE INIZIATIVE IN ALTRE PROVINCE

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Venezia, 27 febbraio 2024 – Accelerare i restauri in corso alla casa-museo di Giacomo Matteotti a Fratta Polesine, e pianificare anche fuori dalla provincia rodigina le iniziative in memoria del deputato socialista rapito e ucciso dalle camicie nere cent’anni fa. È quanto ha chiesto Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, in un’interrogazione alla Giunta di palazzo Balbi: «Avevo saputo a gennaio -illustra la consigliera- che il governo Meloni stava ritardando l’erogazione dei fondi, pur approvati dal Parlamento nel quadro delle manifestazioni nazionali. A quanto pare essi sarebbero stati poi sbloccati, ma l’iter di accesso è complicato e vi possono accedere solo le realtà più strettamente collegate all’opera dell’insigne parlamentare antifascista».

Che però non escludono, dal novero degli enti interessati, i Comuni dove lo stesso Matteotti e il figlio Giancarlo vennero eletti: «Penso appunto a Padova e a Verona -aggiunge Baldin- ma anche a Chioggia, la mia città, dove so essere state pensate alcune iniziative. Per questo ho chiesto alla Regione di destinare risorse anche a queste manifestazioni, ovviando alle ristrettezze del governo centrale, e di riservare particolare attenzione alla didattica». In risposta all’interrogazione, l’assessore regionale alla Cultura, Cristiano Corazzari, ha affermato che la collaborazione con i Comuni e le istituzioni promotrici è stretta e avanzata, oltre ai contatti con la Presidenza della Repubblica per garantire la presenza di Sergio Mattarella alle celebrazioni.

Dal 2019, peraltro, l’esecutivo veneto finanzia l’apertura e l’attività della casa-museo di Fratta, ora proprietà dell’Accademia dei Concordi, erogando 35mila euro annui: «Bene che la somma sia stata mantenuta nel tempo -conclude Erika Baldin- e che il programma Grandi Eventi abbia stanziato anche la somma necessaria a organizzare l’esposizione “Come divenni Giacomo Matteotti. Storia e idee di un giovane europeo”. Urge però concepire un programma più vasto, non solo che il portale Cultura Veneto comunichi e dia visibilità a ciò che già valorizza la figura del politico polesano. Prima di tutto, è necessario che la casa-museo chiusa dal 5 febbraio per manutenzione riapra quanto prima, magari in anticipo rispetto alle ricorrenze di giugno: ciò favorirebbe anche gli arrivi turistici in un territorio le cui potenzialità sono state finora spesso dimenticate».

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QUALITÀ DELL’ARIA, DIECI COMUNI VENETI IN ZONA ROSSA: URGONO INTERVENTI SERI RIGUARDO LA SOSTITUZIONE DELLE CALDAIE E DEL PARCO MEZZI. LA REGIONE COORDINA?

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Venezia, 8 febbraio 2024 – Qualità dell’aria, è allarme in Veneto. Ben dieci Comuni hanno oltrepassato i limiti dell’allarme rosso per densità di polveri sottili e PM10, riducendo giocoforza la circolazione alle vetture più obsolete. In tale contesto, l’ANCI chiede al governo misure specifiche, suggerendo tra esse la sostituzione delle caldaie e la riforestazione urbana: «Secondo me -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- questi possibili provvedimenti, pur sacrosanti, sono limitativi se non si aggiunge anche una revisione del parco di mezzi pubblici. Serve un piano straordinario da parte delle amministrazioni, se non vogliamo fare una brutta fine».

Nei giorni scorsi, la consigliera ha depositato in materia un’interrogazione a risposta scritta, che chiede alla Giunta guidata da Luca Zaia se intenda predisporre politiche strutturali di intervento programmato al fine di migliorare la qualità dell’aria, su indicazione e supporto di ARPAV. «Inoltre   -precisa Baldin- il mio proposito è far impegnare le strutture sanitarie e di prevenzione in un’indagine epidemiologica in tema di malattie che derivano dalle emissioni di agenti inquinanti. Infine chiedo all’esecutivo regionale se intende coordinare l’attività dei Comuni, delle Province e della Città Metropolitana di Venezia sia in campo interdittivo ed emergenziale, sia per l’educazione ambientale e di promozione delle buone pratiche».

Intanto oltre ventimila cittadine e cittadini veneziani, e oltre 73mila veneti, hanno sottoscritto online l’azione collettiva promossa da un network che offre assistenza legale e copertura assicurativa alle professioni sanitarie, la quale intende far rispettare dagli enti locali la direttiva comunitaria 50/2008 che impone agli Stati membri specifici standard in materia di qualità dell’aria. «Serve proprio un cambio di abitudini per salvare il pianeta e il proprio territorio -afferma l’esponente del M5S- poiché non sono più sufficienti misure provvisorie o estemporanee. Del resto lo rileva l’ARPAV stessa, quindi una struttura regionale, quando nei suoi bollettini ufficiali vengono squadernati i dati della qualità dell’aria, sempre più mediocre e scadente in tutte le province, con eccezione di Belluno».

Dal canto suo Legambiente ha pubblicato un dossier dettagliato, che mostra come da anni i centri urbani di Padova e Venezia si collocano sempre, purtroppo, ai massimi livelli di sforamento: «Chi sostiene che se bloccassimo tutte le auto non cambierebbe niente -polemizza in chiusura Erika Baldin- non sa cosa dice. Occorre investire nei mezzi pubblici, anziché tagliarli, e ridurre fortemente l’utilizzo dell’automobile privata in città, che peraltro è fonte di stress per gli stessi conducenti. Eppure ci sono Comuni, come San Donà di Piave, che non programmano più le domeniche ecologiche, sostenendo siano inutili: il messaggio che lanciano è sbagliato, anche perché è non solo più salutare, ma anche più bello vivere la propria città a piedi, in bicicletta o adoperando i mezzi pubblici».

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TAGLI ALLE LINEE AUTOBUS DI ACTV A CHIOGGIA, L’AZIENDA RISPETTI IL CONTRATTO DI SERVIZIO E COMUNICHI TEMPI CERTI PER IL RIPRISTINO DELLA SITUAZIONE PRECEDENTE

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Chioggia, 30 gennaio 2024 – «Sono sconcertata dai tagli unilaterali del trasporto pubblico di ACTV a Chioggia. Tra un’azienda che non rispetta il contratto di servizio e un’amministrazione comunale silente, ne fanno le spese la cittadinanza e il personale». È categorica Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo la notizia che dal 1° febbraio l’impresa veneziana sopprimerà due linee di autobus e ridurrà drasticamente la frequenza delle altre, per asserita carenza di conducenti.

«Penso alle persone anziane -commenta la consigliera- che con una corriera l’ora si vedranno ridotta la propria mobilità e socialità, abbandonandosi al rischio di depressione. Penso a coloro che abitano le frazioni, che avranno minori possibilità di collegarsi al centro. Penso alle città turistiche degne di tale nome, che hanno un servizio di trasporto efficace anche nelle ore serali, anziché interromperlo prima delle 21».

Baldin non risparmia alcuna delle parti in causa: «ACTV parla solo di sostenibilità economica e di equilibrio, mai dei diritti delle persone e di chi lavora nei mezzi, spesso sotto lo scacco della piccola criminalità e con turni insostenibili, oltre alle controversie contrattuali e salariali. Eppure il contratto sottoscritto con la Città Metropolitana di Venezia è chiaro, quanto all’obiettivo del servizio. Dal canto suo il Comune di Chioggia, là dove l’evasione del biglietto è più marcata (oltre il doppio rispetto alla media aziendale), da tempo parla cripticamente di “riorganizzazione” e ventila il progetto di bus a chiamata, senza fare passi in avanti».

Contestualmente, la coordinatrice metropolitana annuncia la presentazione di un atto ispettivo: «Interrogherò urgentemente la Giunta regionale, che ha competenza generale quanto al funzionamento del trasporto pubblico locale in tutto il territorio veneto, affinché prenda posizione e magari contribuisca a risolvere l’impasse, con attenzione all’utenza e al personale viaggiante. Soprattutto -conclude Erika Baldin- trovo necessaria una moral suasion di palazzo Balbi affinché ACTV determini tempi certi per il ripristino dello status quo, ovvero delle corse che verranno a saltare durante questa latente interruzione di pubblico servizio. Perché sappiamo bene come in Italia, e il Veneto non è certo esente, ciò che nasce provvisorio diventa purtroppo definitivo».

Aggiunge Daniele Stecco, capogruppo del M5S al Consiglio comunale di Chioggia: «Dal marzo 2023 avviso il Comune riguardo il bisogno di spiegare come intende coprire le spese per il trasporto di ACTV, in proroga dal 1° aprile di un anno fa. Ad ogni variazione di bilancio, e in occasione del bilancio per il 2024, ho sempre chiesto se il Comune intendeva stanziare fondi per evitare i tagli del servizio, ma non ho mai ricevuto risposte.

Ora, il colmo: l’amministrazione locale ha avviato con grave ritardo la zona a traffico limitato nel centro storico, prevista dalla Giunta in cui ero assessore, e lo fa proprio in concomitanza con la rarefazione delle corriere e l’assenza di navette, che sono il primo mezzo necessario per poter godere dei benefici della zona pedonale. Senza contare i disagi per chi abita nelle frazioni, sempre fanalino di coda per Armelao e i suoi assessori in sospeso, che da due anni sono assenti ai tavoli dove si decidono le conseguenze per la popolazione di Chioggia».

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IL PFAS NELLE ACQUE FLUVIALI CIRCOSTANTI CHIOGGIA STA DENTRO I VALORI DI NORMA. NON ABBASSARE LA GUARDIA, DOPO 3800 MORTI

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Venezia, 12 dicembre 2023 – Secondo la Regione del Veneto, i valori dell’inquinante PFAS nel territorio di Chioggia e nei suoi bacini idrici rientra nelle misure consentite dalla norma. Lo ha comunicato, nell’aula del Consiglio regionale, l’assessore all’Ambiente Gianpaolo Bottacin, in risposta a un’interrogazione avanzata il 22 marzo scorso dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin. L’atto ispettivo della consigliera chioggiotta faceva riferimento ad alcune notizie di stampa, secondo le quali alcuni dati diffusi nel Comune di Arco (Trento) erano in realtà stati acquisiti durante un campionamento effettuato da ARPAV nei pressi di Chioggia.

«Si è trattato di un errore materiale -spiega Baldin- che ARPAV ha prontamente comunicato alla corrispondente Agenzia trentina, correggendo il rapporto di prova inviato inizialmente. Quanto alla presenza di PFAS nelle acque circostanti Chioggia, la Regione ha smentito che essa sia significativamente superiore a quella di altri territori veneti, estranei alla zona più contaminata, ovvero il Vicentino, la Bassa Padovana e l’Alto Polesine. Pertanto non sono state adottate misure specifiche per quanto concerne i luoghi di rilevazione a Chioggia, ubicati a valle della confluenza tra il Brenta, il Bacchiglione e il Gorzone, oltre che nei pressi dell’idrovora di Ca’ Bianca e lungo il canale delle Trezze».

Il sito di ARPAV riporta infatti i rilievi eseguiti dal 2018 al mese di agosto 2023, inerenti a tutti i corpi idrici di pianura. Secondo l’esponente del M5S, «occorre comunque tenere alta l’attenzione, poiché anche dal processo in corso nei confronti dell’impresa Miteni è emerso negli scorsi giorni come siano state circa 3800 le vittime nei Comuni contaminati, in quarant’anni di attività aziendale. E anche dove gli effetti non sono mortali, non sfugge che i depositi del PFAS nei fondali sono pesanti e arrivano al mare, inquinando la fauna ittica e i terreni coltivati circostanti, che vengono irrigati con le acque di fiumi e canali. Non c’è quindi solo la prioritaria questione legata alla salute -conclude Erika Baldin- e alla potabilità dell’acqua, ma anche i pregiudizi arrecati alla pesca e all’agricoltura. Per questi motivi, nonostante la situazione sia monitorata e in costante aggiornamento, urge non abbassare la guardia delle competenti autorità regionali affinché il PFAS non raggiunga gli alimenti».

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LA LEGGE SPECIALE PER VENEZIA VA MASSICCIAMENTE RIFINANZIATA: IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO ALL’UNANIMITÀ IL MIO ORDINE DEL GIORNO

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Venezia, 24 ottobre 2023 – Proseguire l’interlocuzione in corso con il governo Meloni, al fine di garantire lo sblocco di fondi adeguati a rifinanziare la Legge speciale per Venezia. Lo sollecita il Consiglio regionale, che oggi ha approvato all’unanimità dei presenti (43 voti favorevoli) l’ordine del giorno promosso dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, e rivolto alla Giunta veneta: l’obiettivo è far affluire di nuovo, dopo oltre dodici anni, le necessarie risorse alla città capoluogo, alla gronda lagunare e all’intero bacino scolante, che versano in condizioni di gravi difficoltà sotto molti aspetti.

«Sono assai soddisfatta per l’esito di questo voto in aula -esordisce la consigliera- dal momento che anche la maggioranza di centrodestra ha compreso come non sia più rinviabile un’azione incisiva verso l’esecutivo centrale. Se in questi anni non si è raggiunto alcun risultato in tal senso, la responsabilità è trasversale e nessuno può dirsi esente da colpe. Ma oggi, da Venezia, vogliamo mandare un messaggio a Roma, a nome di un territorio fragile che va salvaguardato».

Molte le minacce che incombono: dallo spopolamento dei centri storici al fenomeno dell’overtourism, dalle maree eccezionali al moto ondoso. «Penso soprattutto al problema della casa -continua Baldin- perché è vero che mancano politiche abitative efficaci, ma l’ATER veneziana avrebbe a disposizione un numero di alloggi atto a soddisfare il fabbisogno dell’intera Città Metropolitana, se solo la funzionalità di tali immobili venisse ripristinata dagli opportuni stanziamenti».

L’ordine del giorno Baldin verrà inviato a tutte e tutti i parlamentari eletti in Veneto: «La Legge Speciale del 1973 -aggiunge la coordinatrice metropolitana del M5S- era infatti stata scritta in modo da rispettare le esigenze non solo della città d’acqua, ma delle intere realtà che si affacciano sulla gronda, come Chioggia e Mira, oltre che di un bacino scolante che coinvolge anche i territori del Padovano e del Trevigiano. Lo stesso presidente Zaia aveva chiesto al governo di rifinanziare la Legge nello scorso mese di febbraio, ma ad oggi le risorse riallocate dalla Regione ammontano solo a poco più di 28 milioni, del tutto insufficienti per mettere Venezia in sicurezza, come imposto anche dall’UNESCO».

Torna quindi necessario agire con forza comune, a nome dell’intera Regione: «Ringrazio le forze politiche presenti in Consiglio -conclude Erika Baldin- perché hanno compreso come Venezia e la sua laguna sono luoghi la cui importanza trascende ogni confine geografico, tanto da suscitare preoccupazione su scala planetaria quando avvengono fenomeni come l’alta marea straordinaria del 12 novembre 2019. La Città Storica rappresenta un patrimonio artistico e architettonico eccezionale,  mentre la laguna (con il suo complesso sistema di canali e barene) è un capitale ambientale inestimabile, e non solo per la biodiversità che custodisce. È ora che anche al governo si rendano conto di questa assoluta specificità, e che di conseguenza dispongano risorse altrettanto speciali».

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FERROVIA CHIOGGIA-ROVIGO, ADDIO SISTEMI TERRITORIALI: ORA LA REGIONE ACCELERI IL PASSAGGIO DI CONSEGNE CON TRENITALIA

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Venezia, 26 settembre 2023 – Con l’approvazione del bilancio consolidato della Regione Veneto e delle sue società partecipate, avvenuta oggi nell’aula di palazzo Ferro Fini a Venezia, termina (si spera definitivamente) anche il capitolo di Sistemi Territoriali, l’azienda che fino ad ora ha retto il trasporto pubblico su rotaia tra Chioggia e Rovigo. Lo scorso agosto, infatti, il TAR ha ufficialmente assegnato a Trenitalia la gestione della linea, respingendo il ricorso presentato dalla concorrente Arriva Italia: «Ora non resta che avviare sollecitamente il passaggio di consegne -commenta Erika Baldin, capogruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle- dal momento che avrebbe già dovuto avvenire prima della fine dell’estate».

Intervenendo durante la seduta, la consigliera ha ricordato come «anche in questi sgoccioli di servizio, il completo fallimento di Sistemi Territoriali continua a fare danni. Ho notizia infatti di numerose cancellazioni di corse, in specie nei primi giorni di settembre: treni che non sono stati sostituiti da autobus, con il risultato di lasciare a terra studentesse, studenti, lavoratrici e lavoratori pendolari che continuano ad aver bisogno della tratta. Checché ne pensi la maggioranza, la quale ha fatto di tutto per limitare le potenzialità della tratta: le responsabilità delle scelte politiche operate dalla Regione nel malfunzionamento della Chioggia-Rovigo sono evidenti».

Semmai, continua Baldin, «la tratta è poco frequentata proprio perché non è stata in grado di fornire quel minimo di standard che il collegamento tra la laguna sud e il Polesine merita, che noi avevamo richiesto a più riprese e individuato nella normalità di Trenitalia. Anche per questo motivo, sollecito l’assessora regionale Elisa de Berti ad accelerare quanto più possibile la transizione, anche per istituire in tempo utile il “treno del mare” verso le spiagge di Sottomarina prima dell’inizio della prossima estate 2024».

L’esponente del M5S rilancia anche riguardo lo studio di fattibilità di una ferrovia tra Chioggia e Piove di Sacco, necessaria ai collegamenti con Padova, Mestre e Venezia: «La destra che amministra il Veneto vuole che sia RFI, impresa gestrice della rete, a occuparsene. Ma lascia attendere le calende greche, tanto per loro non è una priorità. Per me sì, e chiedo che sia la Regione stessa a finanziare lo studio in questione. Intanto -conclude Erika Baldin- c’è solo di che rallegrarsi della fine di Sistemi Territoriali, anche nel bilancio: addio, non ci mancherà».

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UNA SEZIONE DISTACCATA DEL TRIBUNALE POTREBBE TORNARE A CHIOGGIA

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Venezia, 31 agosto 2023 – Dopo dieci anni, la sede distaccata del Tribunale potrebbe tornare a Chioggia. L’iter appare lungo e incerto, ma non impossibile: il prossimo martedì, infatti, l’aula del Consiglio regionale discuterà la proposta di legge statale avanzata dal vicepresidente leghista Nicola Finco, che mira a ricostituire i Tribunali di provincia e le Procure della Repubblica soppresse dal decreto legislativo 155/2012. Tra le possibilità contemplate, sia il ripristino delle vecchie circoscrizioni giudiziarie (Chioggia serviva anche Cavarzere e Cona), sia l’istituzione di nuovi circondari geograficamente omogenei, purché coprano una popolazione di almeno centomila persone: «Sarebbe assurdo -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini- se la norma venisse pensata solo per la Pedemontana bassanese e non coinvolgesse anche la sesta città del Veneto».

La consigliera fa riferimento anche a un disegno di legge giacente alla commissione Giustizia del Senato, promosso da più parti politiche, il quale ventila esplicitamente la nuova geografia giudiziaria che unirebbe Bassano del Grappa all’Alta Padovana e a parte della provincia di Treviso: «Lo scorso 11 agosto -prosegue Baldin- il presidente della Giunta regionale Luca Zaia si era pubblicamente espresso riguardo la “necessità” del ritorno del Tribunale a Bassano. Bene, perché allora non a Chioggia? Non è solo la sesta città del Veneto per numero di abitanti, ma altre sue peculiarità rendono, appunto, necessario il Tribunale in loco: l’ubicazione isolana e distante dal resto dell’area metropolitana, una popolazione fluttuante d’estate per via del turismo, l’essere oggetto di una Legge Speciale che ne postula gli interessi particolari».

Già nel 2012, del resto, il M5S si spese contro il decreto del governo Monti che tagliava i Tribunali nelle città non capoluogo: «Peraltro il limite dei centomila residenti varrebbe solo per sedi di nuovo conio, mentre non si applicherebbe al ripristino della “cittadella  della giustizia” clodiense, con la medesima platea di un tempo o anche allargata. Auspico quindi -conclude Erika Baldin- che il presidente Zaia esprima anche per Chioggia lo stesso favore riservato alla potenziale riapertura pedemontana, vista anche la discussione a livello nazionale in tema di riordino.

Anzi, colgo l’occasione della proposta di legge statale che andrà votata dal Consiglio veneto per chiedere che sia proprio la Regione, come hanno fatto già altri territori, a promuovere l’indicazione di riaprire tutte le sedi chiuse dieci anni fa. Altrimenti, dopo i mancati rimborsi per le scorse mareggiate, lo stop all’erogazione di fondi per bloccare il cuneo salino nel Brenta, le politiche velleitarie in materia di Romea e ferrovia, sarebbe l’ennesima conferma che di Chioggia alla filiera di centrodestra non interessa niente, e anzi la considera una città di serie B, a Venezia come a Roma».

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ARRIVA VENETO E CITTÀ METROPOLITANA SOSPENDONO DUE CORSE ALL’ALBA DA CAVANELLA E SANT’ANNA: NESSUNO DEVE RIMANERE A PIEDI. IPOTESI MINIBUS A CHIAMATA?

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Chioggia, 17 agosto 2023 – Niente più corse delle 5.51 e delle 6.21 antimeridiane da Cavanella d’Adige verso Sottomarina, a bordo degli autobus di Arriva Veneto diretti poi a Mestre e Venezia. La comunicazione giunge dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, che si era rivolta all’impresa del trasporto pubblico extraurbano al fine di conoscere dettagli e spiegazioni relative allo stringato annuncio nel sito aziendale, il quale riportava appunto come da lunedì 14 agosto le due corse sarebbero state sospese. «Arriva Veneto -spiega la consigliera- è stata autorizzata a dismetterle dalla Città Metropolitana, in via sperimentale, per motivi di razionalizzazione del servizio e “impiego ottimale” delle risorse».

Secondo i dati forniti dalla società erogatrice, il numero dei passeggeri delle due tratte distanti mezz’ora l’una dall’altra ammonta a poco meno di due, con uno spostamento a vuoto di 16 km: «Comprendo le motivazioni che stanno alla base dello stop, e apprezzo la trasparenza nella risposta di Arriva -commenta Baldin- ma disporre una tale modifica nel pieno dell’estate, alla chetichella, senza segnalazioni negli organi d’informazione cittadini stride con l’esaustività dei dettagli che mi sono stati forniti in privato. Tali rilievi devono essere espressi direttamente alla cittadinanza, non solo a una rappresentante delle istituzioni».

Nel merito, la coordinatrice metropolitana del M5S osserva che «l’asserito rispetto delle esigenze generali della comunità, dal punto di vista economico e di quello ambientale, va contemperato con la necessità delle lavoratrici e dei lavoratori pendolari che abitano le frazioni meridionali del Comune di Chioggia a poter raggiungere il luogo d’impiego fuori città, fosse anche alle 5 del mattino. La sostenibilità è un valore, ma lo è anche riuscire a mantenere il proprio posto di lavoro. Già la penuria del personale conducente ha portato a numerosi annullamenti di corse diurne lungo i mesi primaverili ed estivi, ora anche il taglio che penalizza chi abita a Cavanella d’Adige e a Sant’Anna suona da campanello d’allarme per il contratto di servizio sottoscritto con la Città Metropolitana, e che a questo punto ha bisogno di un “tagliando”».

Nella difficoltà di reperire soluzioni praticabili in breve tempo, le comunità locali attendono: «Chi non è dotato di un mezzo proprio, o non può guidarlo -conclude Erika Baldin- è giocoforza tagliato fuori da possibilità di lavoro (e di vita) che non prevedano lo smart working. Nessuno si diverte ad uscire di casa tra le 5 e le 6 del mattino, e nella stagione invernale i disagi sono destinati ad aumentare. A questo punto chiedo se il ventilato ricorso ai minibus a chiamata, già postulato in chiave di mobilità urbana, possa aiutare a contemperare le esigenze di razionalizzazione del trasporto pubblico con quelle della popolazione interessata dal servizio. Per quanto mi riguarda, rimango a disposizione e in contatto allo scopo di arrivare a una soluzione condivisa che non lasci a terra nessuno, nemmeno se abita all’estremo confine della Città Metropolitana».

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IL GOVERNO MELONI SI APPRESTA A TRIVELLARE L’ADRIATICO. DALLA REGIONE E DAL COMUNE DI CHIOGGIA NESSUNA OPPOSIZIONE “DI FILIERA”. MIO ORDINE DEL GIORNO PER DIRE ANCORA NO

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Venezia, 25 luglio 2023 – L’annuncio che a settembre il governo Meloni promuoverà il decreto di attivazione delle trivelle petrolifere nel mare Adriatico incontra la netta contrarietà di Erika Baldin. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto commenta così le parole del ministro Pichetto: «Le destre vanno avanti imperterrite per la propria strada, nonostante sia stata bocciata dalla storia. Non tengono conto della contrarietà dei sindaci polesani, molti dei quali vestono i loro stessi colori. E nemmeno ascoltano il grido lanciato dai vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara, tra i pochi ad aver mobilitato gli esperti scientifici per mettere in guardia dal rischio di subsidenza».

In occasione dell’imminente dibattito relativo all’assestamento di bilancio, la consigliera presenterà un ordine del giorno per cercare ancora una volta di far esprimere l’assemblea contro questa evenienza «e la volontà del governo centrale di prevaricare i territori. Ricordo che lo scorso 18 aprile la maggioranza aveva bocciato la mia mozione, finalizzata a chiedere alla Giunta regionale di farsi portavoce con il governo della contrarietà al provvedimento. Vi è quindi una complicità veneta nelle decisione politiche “di filiera”, che dimostra come le destre quando sono all’opposizione affermano una cosa, quando governano praticano il suo contrario». Il riferimento è anche alla campagna referendaria del 2016, quando la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia invitarono a votare per lo stop alle trivellazioni in tutto il territorio nazionale.

«Peraltro -continua Baldin- si tratta dell’ennesimo caso in cui le parole del presidente Zaia, che aveva dichiarato “pura follia” legittimare i nuovi interventi in mare e aveva impugnato il decreto Sblocca Italia, vengono passate in cavalleria dalla sua stessa maggioranza, la quale preferisce non disturbare il manovratore romano a scapito degli interessi della popolazione che dovrebbe rappresentare. Zaia appare ormai un leader senza più i suoi follower». L’esponente del M5S ne ha anche per l’amministrazione comunale di Chioggia, pure di centrodestra, «dalla quale mai si è levata una voce ufficiale né una delibera contro la scellerata decisione di trivellare l’Adriatico. Eppure le prime a pagarne le conseguenze geofisiche sarebbero proprio le città che vi si affacciano, con l’aumento del livello del mare e le conseguenti erosioni».

A monte dell’opposizione alle fonti fossili, come gli idrocarburi, sta anche la necessità di investire seriamente nelle fonti rinnovabili: «Non mi sfugge la portata dell’emergenza energetica -conclude Erika Baldin- ma osservo come le imprese del Nordest potrebbero risparmiare circa 362 milioni dall’adozione del Power Purchase Agreement, che agevola accordi per la fornitura di energia pulita a prezzi stabili nel tempo. Oltre a ridurre sensibilmente le emissioni di CO2, concausa di tanti eventi meteorologici nefasti dal punto di vista climatico. Quindi il vantaggio per chi smette di distruggere il mare in cerca del gas sarebbe tanto ecologico quanto economico: solo il centrodestra italiano e veneto continuano a non capirlo».

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