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ALLOGGI POPOLARI, L’OSTINAZIONE IDEOLOGICA DELLA REGIONE AL CRITERIO “PRIMA I VENETI”, RESPINTO DALLA CONSULTA, STA BLOCCANDO I BANDI DI ASSEGNAZIONE

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Venezia, 23 settembre 2025 – Bandi per l’assegnazione degli alloggi pubblici in Veneto, tutto sospeso fino alla sentenza d’appello dopo il ricorso della Regione. È quanto emerge dalla risposta della Giunta di palazzo Balbi all’interrogazione rivoltale lo scorso gennaio da Erika Baldin, capogruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle: «Molto tempo prima del Tribunale di Padova e della Corte Costituzionale -commenta la consigliera- l’opposizione aveva avvertito la maggioranza che l’articolo 25 della legge regionale 39/2017 era illegittimo, nella parte in cui introduceva il criterio premiale della residenza in Veneto per almeno cinque anni, e per questo sarebbe stato respinto dalla Consulta. Ma non ci hanno ascoltato».

L’occasione è stata data da un bando del Comune di Venezia, che si appoggiava alla legge regionale e ne recepiva appunto il favore per chi avesse vissuto con continuità nel territorio regionale: «Una norma discriminatoria, in base all’articolo 3 della Costituzione -continua Baldin- in quanto lesiva dell’eguaglianza sostanziale tra tutte le cittadine e i cittadini. L’ordinanza del Tribunale di Padova, datata 2 gennaio 2025, non è mai stata effettivamente applicata dalla Giunta Zaia. Che anzi ha inteso, quale unico atto, avanzare ricorso in appello: la questione verrà discussa il prossimo 11 novembre, fino ad allora non si muoverà foglia».

Ciò significa che chi oggi è in attesa di un alloggio pubblico dovrà ancora aspettare: «E solo perché la Regione non si vuole attenere alla sentenza della Consulta. Se la Giunta avesse adempiuto per tempo -aggiunge l’esponente del M5S- oggi non ci sarebbe tale impasse, con l’assegnazione gli alloggi popolari a chi ne ha fatto richiesta e ne ha diritto, senza alcun requisito ideologico che provoca danni alle persone. Spero che la sentenza della Corte d’Appello elimini tutte le previsioni contra legem e contra Constitutionem, anche se intese ad aggirare l’ostacolo».

Come se non bastasse, lo stesso Comune di Venezia a guida di centrodestra ha emanato l’8 settembre scorso un nuovo bando, il quale però è inficiato dalle stesse specifiche che la Corte ha chiesto di rivedere: «L’osservatorio civico OCIO ha riscontrato che nel nuovo testo sono ancora presenti punteggi aggiuntivi per chi risiede in città da oltre quindici anni e in regione da trenta. Questo nonostante il Tribunale di Padova avesse chiarito che tale valutazione dovesse essere contemperata ad altre condizioni oggettive e soggettive, oltre allo stato di bisogno. Questo rende a serio rischio di modifica, e quindi attualmente inutile, anche la nuova graduatoria. Insomma, “prima i veneti” non vale da nessuna parte: lo dice la legge. Lo capirà mai anche la Regione in mano leghista?», conclude Erika Baldin. 

erika baldin

The author erika baldin

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