Venezia, 9 ottobre 2023 – Le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la cerimonia per il sessantesimo anniversario dalla tragedia del Vajont, riportano d’attualità il tema della conservazione degli atti d’inchiesta. Il processo infatti ebbe luogo all’Aquila, che ora reclama il ritorno dei documenti dislocati a Belluno dopo il terremoto abruzzese del 2009: il Capo dello Stato ha detto infatti di ritenere non solo opportuno, quanto doveroso che essi rimangano nel territorio, vicino a dove la tragedia si è consumata, rivestendo ora finalità di memoria e non più di processo pendente.
«Ringrazio il Presidente Mattarella per la sua presenza a Longarone e per le sue sagge considerazioni -commenta la capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin- che mi trovano del tutto allineata. Lo scorso maggio avevo infatti presentato un’interrogazione a risposta immediata, indirizzata alla Giunta veneta, nella quale chiedevo quali azioni intendesse porre in essere per dar corso alla mozione già approvata all’unanimità dal Consiglio nel 2019, la quale appunto impegnava la Giunta stessa ad adoperarsi per garantire la permanenza dei documenti all’Archivio di Stato di Belluno».
Il 17 luglio era arrivata, in aula, la risposta della Giunta: «Essa ha confermato -prosegue la consigliera- l’intenzione di avviare un confronto con le istituzioni locali e statali per trovare una soluzione in tal senso. Alle dichiarazioni d’intenti, però, devono seguire i fatti. E l’alto richiamo del Capo dello Stato non lascia alibi rispetto a quanto la Giunta può fare per quello che considero un riconoscimento etico». Baldin ricorda che sono serviti otto anni di processo per arrivare a una condanna: la frana del monte Toc era prevedibile, la sentenza riconobbe gli estremi dell’omicidio colposo plurimo e del disastro colposo.
«Questa importante documentazione -spiega l’esponente del M5S- consta di circa 250 buste per ben 5205 unità archivistiche, ed è stata anche inserita nel registro internazionale del programma UNESCO “Memory of the world”, grazie all’impegno dell’associazione Tina Merlin, del Comune di Longarone e della Fondazione Vajont. Un patrimonio per sempre legato alla storia del Veneto». Il lucido monito di Mattarella, conclude Erika Baldin, «serve anche a non dimenticare che quel disastro fu causato dall’attività umana. Una memoria quanto mai attuale, purtroppo, in una terra funestata dal dissesto idrogeologico e dagli effetti del cambiamento climatico. Le carte processuali stanno là a fissare nella storia le responsabilità, e sperabilmente a non ripetere più gli stessi errori».