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UNA PANCHINA ROSSA PER DIRE NO ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE #25novembre

Nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, come portavoce 5 stelle e come donna voglio lanciare un messaggio chiaro a tutte le donne: le istituzioni ci sono e sono dalla vostra parte, pronte a far fronte comune contro questo dramma privo di giustificazioni sociali.
 
La consigliera regionale Erika Baldin (a destra) con le colleghe dell’Ufficio di Presidenza e della circoscrizione di Padova
Per questo ho partecipato con convinzione all’iniziativa del Consiglio regionale del Veneto, con la quale abbiamo deciso di patrocinare l’installazione di una panchina rossa per dire stop alla violenza contro le donne. L’iniziativa è promossa dal Lions Club Padova Antenore, d’intesa con il Comune di Padova. La panchina è collocata nei Giardini dell’Arena di Padova, a due passi dalla cappella di Giotto, una zona molto frequentata del capoluogo euganeo dove senz’altro il messaggio potrà arrivare direttamente alla più ampia fetta di cittadinanza.
 
Un messaggio forte di sensibilizzazione, quindi, e di sostegno per ricordare a noi donne che non siamo sole, che esiste una rete di volontari e professionisti, associazioni, servizi, centri di ascolto e strutture di tutela alle quali ci si può rivolgere per chiedere aiuto e protezione. Le donne possono riuscire a spezzare il cerchio perverso della sopraffazione e della violenza, ma non da sole.
 
Oltre al forte significato simbolico, con la panchina rossa vogliamo ricordare che lo scorso anno una donna ogni 350 residenti si è rivolta ai punti di ascolto dei Centri Antiviolenza per segnalare un disagio, una minaccia, un pericolo, gesti di intimidazione e di violenza. Lo scorso anno gli sportelli e i centri di ascolto dedicati alle vittime di violenza hanno ricevuto in Veneto 7.127 segnalazioni, tra primi contatti e richieste di aiuto. Nei centri e nelle 23 strutture protette convenzionate con la Regione sono state 3.174 le donne prese in carico, spesso con figli minori. Poche purtroppo arrivano a denunciare, meno di una su 3 tra le donne prese in carico. Da marzo a maggio di quest’anno, nel periodo di lockdown, le telefonate al numero anti-violenza 1522 sono aumentate del +119% rispetto ai mesi corrispondenti nell’anno precedente!
 
Sono numeri che devono farci riflettere e che responsabilizzano tutti coloro i quali sono chiamati a servire nelle istituzioni, per il bene pubblico.
Voglio concludere allora con una breve riflessione: nel nostro Veneto, come sappiamo, il gender pay gap (ovvero la differenza di stipendio tra uomo e donna) è ancora molto, troppo elevato. Qualche tempo fa, un importante quotidiano titolava addirittura “In Veneto gli stipendi più bassi. Le donne pagate meno d’Italia“, e ancora: “Il «gender pay gap» pesa più che nelle altre regioni”.
 
Diciamolo chiaramente: senza parità, senza la pari dignità nel lavoro e quindi nella retribuzione, non può esserci alcuna sicurezza per le donne. Al tempo stesso è fondamentale che le donne e le ragazze abbiano pari opportunità di accesso all’istruzione, alle cure mediche, a un lavoro dignitoso, così come la rappresentanza nei processi decisionali, politici ed economici.
 
Come ha detto ieri il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, intervenuto in videoconferenza all’evento “Dalla parte delle donne: il ruolo fondamentale dei Centri antiviolenza” organizzato in Senato, «ecco, sul terreno dell’occupazione e della formazione si gioca una partita importante per contrastare la violenza nei confronti delle donne, una partita decisiva».

Erika Baldin
Consigliera regionale del Veneto

erika baldin: