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PUBBLICA? LA SANITÀ VENETA GUARDA SEMPRE PIÙ AL PRIVATO

Sanità. Baldin (M5S): «”Sostanzialmente” pubblica? In Veneto la sanità guarda sempre più al privato»

Venezia, 8 luglio 2022 – La sanità in Veneto non è più sostanzialmente pubblica. Lo afferma la consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ribattendo all’intervista che il presidente della Giunta veneta, Luca Zaia, ha rilasciato il 7 luglio al quotidiano Il Gazzettino: nel citare la Corte dei Conti, che avrebbe accertato come «i soldi della sanità non li abbiamo dati ai privati», Zaia sostiene che «siamo la Regione con la minore sanità privata». Ma diversi indicatori, spiega Baldin, fanno ritenere che la tendenza sta andando nella direzione opposta: in primis, i dati forniti dall’ULSS 3 Serenissima ed esposti di fresco dal sindacato Funzione Pubblica della CGIL dicono che – nel Veneziano – già la maggioranza delle prestazioni nel settore riabilitativo viene erogata da strutture private.

«Nello specifico – ricorda la capogruppo del M5S – le strutture pubbliche avrebbero erogato 275.342 prestazioni di area riabilitativa nel 2018; 253.084 nel 2019; 181.765 nel 2020; 190.365 nel 2021. Nello stesso periodo, le strutture private avrebbero erogato 269.185 prestazioni area riabilitativa nel 2018; 240.078 nel 2019; 200.400 nel 2020; 235.253 nel 2021». L’argomento è anche oggetto di una interrogazione della stessa Baldin, depositata oggi, nella quale chiede alla Giunta «quali siano le previsioni relative all’esternalizzazione dei servizi sanitari alle strutture private convenzionate per i prossimi cinque anni, con riferimento ad ognuna delle aziende sanitarie regionali».

Non solo: secondo l’esponente dell’opposizione «Zaia si nasconde dietro un dito, quando dice che alcune prestazioni non possono essere erogate per via della carenza di personale», dal momento che i medici e gli infermieri si sono, ma – come riportano sempre più spesso le cronache – stanno sempre più cercando certezze e gratificazioni di carriera nel settore privato, lasciando in sofferenza interi reparti, ambulatori, liste di attesa.

E non è faccenda solo degli ultimi giorni: già lo scorso 10 febbraio il quotidiano La Tribuna di Treviso riportava i numeri della locale Unioncamere, che attestavano come in dieci anni i centri medici, i poliambulatori e i laboratori di analisi nella Marca sono aumentati del 363%, generando affari per 60 milioni di euro ogni anno e scavalcando le prerogative della sanità privata, ovvero il maggior capitolo di spesa del bilancio della Regione.

Come uscirne? Secondo Erika Baldin, in primis bisogna programmare presto nuovi concorsi per ulteriori assunzioni qualificate, specie nei reparti più in sofferenza. «Ma occorre anche gratificare il personale sanitario oggi all’opera – conclude la consigliera – aumentando gli stipendi grazie ai fondi stanziati per il ristoro dal Covid. L’aumento della spesa pubblica nel settore Sanità deve ottenere, quale risultato, un ritrovato appeal della mano pubblica, dove i medici e gli infermieri possano insediarsi e avanzare la propria carriera opportunamente gratificati». Baldin ricorda che è stato il governo presieduto da Giuseppe Conte fra il 2019 e il 2020 ad aumentare il numero dei beneficiari di borse di specializzazione, e per ciò stesso il numero delle assunzioni del personale sanitario negli ospedali e nei territori.

Erika Baldin (MoVimento 5 stelle), consigliera regionale

 

Photo by camilo jimenez on Unsplash

erika baldin: