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CRISI AZIENDALE DI GEODIS AD ARQUÀ POLESINE, INTERROGO LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE COME AGISCA AL FINE DI SALVARE IL LAVORO

Venezia, 15 marzo 2023 – La situazione alla Geodis di Arquà Polesine, dove 130 dipendenti rischiano il posto di lavoro e hanno iniziato uno sciopero a oltranza, è tenuta sotto osservazione dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin. La consigliera infatti ha presentato un’interrogazione a risposta scritta, chiedendo alla Giunta veneta quali iniziative ha in progetto di compiere per risolvere la crisi aziendale e scongiurare il licenziamento delle maestranze: «Anche se non v’è stata ancora alcuna comunicazione ufficiale, il che aggiunge incertezza all’incertezza -rileva Baldin- il personale è venuto lo stesso a conoscenza della probabile chiusura il prossimo 31 luglio. Vale considerare che il 40% dei dipendenti è donna, con tutte le difficoltà ulteriori che comporta la ricerca proficua di un nuovo impiego per queste lavoratrici».

Geodis è legata a doppio filo alle sorti degli impianti di Amazon: «L’impresa infatti -continua l’esponente del M5S- lavora al 95% sotto unica committenza logistica del gigante della distribuzione. Il che la obbliga a subire anche le decisioni terze, con evidenti riflessi nello strato più basso della scala operativa, ovvero le operaie e gli operai. Ad esempio, negli scorsi mesi Amazon ha ridotto i carichi di lavoro in capo a Geodis, che a sua volta ha subappaltato». Le indagini giudiziarie per presunta frode fiscale e compensazioni di crediti inesistenti, che hanno coinvolto la società a dicembre, hanno interessato anche la fornitura di manodopera da parte di società esterne.

Prosegue intanto la mobilitazione dei sindacati confederali, ai quali Erika Baldin non fa mancare il proprio appoggio: «Sàfilo, Akzo Nobel, ora Geodis. Anche nel Veneto che si ritiene benestante ogni giorno c’è chi va al lavoro senza la certezza di poterlo mantenere. Non si tratta di numeri, buoni per le spedizioni durante il lockdown o la corsa ai regali natalizi, ma di persone con legittime aspirazioni sociali e doveri verso i propri cari, e contribuenti che grazie al loro impiego sostentano l’intera economia polesana. La Giunta regionale non può chiamarsi fuori, in un momento cruciale per la crescita stessa di una provincia a lungo mortificata: e questa crescita non può che passare attraverso il mantenimento degli attuali livelli occupazionali, senza escamotage o cooperative interinali».

erika baldin: