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AMIANTO NELLA DISCARICA DI VAL DA RIO A CHIOGGIA: CHIEDO ALLA REGIONE QUALI CONTROLLI SIANO STATI EFFETTUATI E QUALI GARANZIE PER LA SALUTE E L’AMBIENTE

Venezia, 11 agosto 2025 – La storia infinita della discarica di Val da Rio a Chioggia si arricchisce di un nuovo capitolo. Chiusa oltre quarant’anni fa, la bonifica iniziata nel 2019 è stata interrotta poiché le analisi avevano rilevato la presenza nel terreno di amianto, di largo uso prima che venisse dichiarato fuori legge nel 1992: «L’Unione Europea -ricorda Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto- aveva inserito il plesso tra quelli da mettere in sicurezza entro la fine del 2025, a pena di infrazione per l’Italia. Ma mancano pochi mesi e sorgono ulteriori problemi».

La consigliera si riferisce al fatto che, negli ultimi giorni, le attività di livellazione preliminari al “capping” (produzione di un sarcofago, strumento ritenuto sostenibile rispetto alla bonifica integrale) hanno smosso il terreno, sollevando polveri presumibilmente inquinate dall’asbesto: la circostanza ha suscitato preoccupazione in città, sia per l’incolumità di chi lavora nell’impianto, sia per la salute del vicinato e dell’ambiente circostante. A tal proposito, Baldin annuncia che depositerà un’interrogazione alla Giunta di palazzo Balbi, sperando in una risposta urgente.

«Chiedo ufficialmente alla Regione -spiega l’esponente del M5S- che tramite i servizi di ARPAV e ULSS faccia conoscere quali controlli sono stati effettuati in materia nel sito, nonché quali garanzie esistono per il personale operativo e per la popolazione, dal momento che l’ubicazione non è distante dai centri abitati, dalle attività e dalle scuole prossime a riaprire. Inoltre vorrei sapere se è stata almeno programmata la decoibentazione della zona, anche successivamente alla fine dell’anno in corso, ovvero il limite entro il quale scatterebbero ingenti sanzioni», conclude Erika Baldin. 

erika baldin: