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OSPEDALE DI TRECENTA IN CONTINUO DEPAUPERAMENTO DI SERVIZI, SPECIE DI EMERGENZA E URGENZA: LA REGIONE RIPRISTINI TUTTI I REPARTI

Venezia, 23 giugno 2025 – Reparti chiusi, provvisorietà dell’assetto ospedaliero in epoca Covid diventata “all’italiana” definitiva, taglio dei posti letto ed emergenze sempre meno evase in via diretta. È la condizione dell’ospedale San Luca di Trecenta, inaugurato nel 1997 per unificare la sanità altopolesana e oggi a rischio di ridimensionamento: sollecitata dalla referente polesana del MoVimento 5 Stelle, Elena Suman, la capogruppo in Consiglio regionale Erika Baldin ha depositato un’interrogazione rivolta alla giunta Zaia, per chiedere come intenda comportarsi al fine di invertire la tendenza al peggioramento della qualità dei servizi.

«È proprio il settore dell’emergenza e urgenza a destare le maggiori preoccupazioni -spiega la consigliera- dal momento che vi opera un solo medico dopo le ore 16, e peraltro è incaricato di seguire anche gli accessi esterni, fungendo di fatto da mero smistamento verso il Pronto Soccorso di Rovigo, a sua volta sovraffollato». Nel corso degli anni, inoltre, la struttura ha subito un progressivo e costante depotenziamento, attraverso la chiusura di reparti e servizi essenziali che ne avevano contraddistinto l’eccellenza, come il centro nascite, le unità di Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia, Lungodegenza e Psichiatria.

Secondo Baldin e Suman, ciò è stato voluto dall’amministrazione regionale di centrodestra: «Il taglio dei posti letto è infatti stato registrato dalle schede ospedaliere del 2013 e del 2019, approvate con delibera di Giunta, che prevedevano rispettivamente 143 e 132 posti letto. E nel mezzo è intercorso anche il Covid, che ha “requisito” l’intero quarto piano del nosocomio al fine di accogliere chi avesse subìto questo specifico contagio. Ma, al venir meno dell’emergenza, tre reparti non sono stati più ripristinati, come spesso succede in Italia e nel Veneto».

Le esponenti del M5S ricordano che l’ospedale comprende un territorio vasto, dove vivono circa 73mila abitanti in 24 Comuni, e, in partenza, aveva offerto ricovero a oltre 240 degenti con la presenza di tutti i principali reparti: «La stessa cittadinanza, riunita in comitati e organizzando iniziative pubbliche, ha più volte chiesto il mantenimento dei servizi esistenti e il pieno ripristino di quelli perduti, in particolare il Pronto Soccorso».

Di qui la richiesta alla Regione di intervenire: «Aggiungo anche -conclude Erika Baldin- che la popolazione altopolesana, in larghissima parte, ha mostrato di non condividere la decisione dei sindaci dei Comuni di Melara, Castelnovo Bariano, Bergantino e Castelmassa di spostare le pazienti e i pazienti della medicina di emergenza in direzione Legnago, ovvero una realtà afferente all’ULSS 9 Scaligera e non già all’ULSS 5 Polesana. Attendo quindi la risposta dell’assessora Lanzarin». 
 
Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale
erika baldin: