Venezia, 12 giugno 2025 – I dati allarmanti di Legambiente e ARPAV relativi allo stato di salute del fiume Livenza diventano materia di discussione tra la Giunta regionale e il Consiglio di palazzo Ferro Fini. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, ha infatti depositato un’interrogazione per chiedere all’esecutivo veneto se, dalle analisi dell’agenzia ambientale per conto dell’associazione, emergano rischi per la salute delle persone e degli animali che abitano la zona frontaliera tra Veneto orientale e Friuli: «Risale a pochi giorni fa -esordisce la consigliera- la presentazione, nella sede del Consorzio di bonifica a Portogruaro, dei primi esiti della quinta Operazione Fiumi, i quali rivelano come la qualità chimica delle acque del Livenza sia bassa a causa dell’eccesso nella presenza di PFAS e glifosati, i cui dati precisi verranno diffusi e aggiornati prossimamente».
Non solo: «Nella centralina trevigiana di Motta -prosegue Baldin- il livello del batterio fecale Escherichia Coli presenta valori ben oltre il consentito, ovvero 8664 mpn/ml in luogo dei 5000 legali. Secondo Legambiente, a ciò contribuiscono in maniera pesante gli scarichi civili a monte, non depurati a sufficienza nelle attigue località friulane». Per questo motivo, l’esponente del M5S chiede alla Regione del Veneto anche di coordinarsi con le autorità adiacenti per controllare e limitare l’utilizzo di sostanze pesticide, nonché nel rimuovere le fonti di contaminazione da PFOS lineare (come previsto dalle direttive europee), oltre a depurare gli scarichi civili.
«Esiste notoria rilevanza scientifica – conclude Erika Baldin – quanto alla nocività di glifosati e PFAS, a proposito dei quali ultimi è in corso un importante processo avanti il Tribunale di Vicenza, dopo innumeri segnalazioni di patologie molto probabilmente correlate alla presenza di tali inquinanti nei corsi d’acqua del Veneto centro-meridionale. In particolare, ARPAV registra la presenza di terbutrina, pesticida il cui utilizzo nell’Unione Europea è stato revocato nel 2003, ma è ancora presente nelle acque del fiume. Dopo oltre vent’anni, è il caso di adempiere a questa disposizione, a vantaggio di tutte e di tutti, agricoltura compresa».