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IL PROSSIMO BILANCIO REGIONALE SARÀ “LACRIME E SANGUE” PER I TAGLI DEL GOVERNO MELONI-SALVINI. LA REGIONE APPLICHI L’ADDIZIONALE IRPEF AI REDDITI PIÙ ALTI

Venezia, 25 giugno 2025 – Mentre la Regione del Veneto presenta la sessione di assestamento estivo al bilancio dell’ente (illustrato stamane in I Commissione consiliare, con 38 milioni di nuova spesa e ben 128 di indebitamento), i riflettori sono già puntati verso il prossimo Documento di Economia e Finanza Regionale, in previsione del bilancio per il 2026. E, come riportano le cronache, saranno ancora “lacrime e sangue” per le cittadine e i cittadini veneti, nonché per le imprese: lo scorso giovedì, al tavolo di partenariato con le associazioni di categoria, l’assessore Francesco Calzavara ha infatti già preconizzato l’orizzonte fosco che si staglierà di qui a pochi mesi di fronte all’economia regionale, per via dei “sacrifici” chiesti dal governo Meloni.

«Premesso che con le probabili elezioni a novembre sarà inevitabile l’esercizio provvisorio -commenta Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle- e quindi mettere le mani avanti ora significa gravare come un’ipoteca sopra il futuro esecutivo, di qualsiasi colore politico, è evidente come le destre e la stessa Lega con una mano a Venezia toglie e con l’altra a Roma dà. Se n’è accorto anche l’assessore Calzavara, quando ricorda alle imprese che l’addizionale IRAP istituita per il 2025 rimarrà invariata anche nel 2026».

A monte di tale situazione, stanno le richieste del governo centrale alle Regioni, al fine di concorrere al saldo di bilancio della pubblica amministrazione: «Nel 2026 -nota la consigliera- lo Stato chiederà al Veneto 30 milioni in più rispetto al 2025, ovvero 94 contro 64, pari a quasi il 50% di maggiorazione. Lo stesso accadrà nel 2027 e nel 2028, mentre nel 2029 saranno addirittura 104 i milioni che la Regione dovrà sborsare a Roma. Questo nonostante la Conferenza delle Regioni abbia manifestato la propria contrarietà».

Quali le conseguenze? «Evidentemente sono a rischio i servizi pubblici -rileva Baldin- e la compartecipazione della Regione ai progetti finanziati dall’Unione Europea, come alcune opere pubbliche. La politica del governo Meloni-Salvini contro gli enti locali, anche amministrati dalla sua stessa maggioranza, non fa sconti a nessuno, dispiegando i propri danni direttamente nei territori e a scoppio ritardato, scaricando il barile alla futura amministrazione. Come lo spiegheranno al tessuto produttivo che dicono di difendere, con la ragion di Stato?».

In particolare, l’esponente del M5S osserva che «i tagli di cui parla Calzavara saranno orizzontali e si abbatteranno iniquamente verso tutte le fasce della popolazione. Con la conseguenza che a pagarne le spese più feroci saranno le classi meno abbienti, ovvero quelle che più hanno bisogno del welfare regionale». Una soluzione, secondo Erika Baldin, ci sarebbe: «Applicare finalmente un’addizionale IRPEF ai soli redditi superiori a 50mila euro, come da tempo chiedono le minoranze consiliari. Ma piuttosto di farlo, Zaia e Calzavara preferiscono far male a tutte e a tutti».
erika baldin: