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IL CONSIGLIO REGIONALE APPROVA LA MIA RISOLUZIONE PER CESSARE IL FUOCO IN UCRAINA, E LA DESTRA SI SPACCA. NON È TEMPO DI RIARMO, MA DI DIPLOMAZIA

Venezia, 1° luglio 2025 – La richiesta al governo italiano di impegnarsi per ottenere il cessate il fuoco in Ucraina, approvata oggi dal Consiglio regionale del Veneto, spacca la maggioranza di destra che da trent’anni tiene le redini della Regione. Il voto -conseguente a una risoluzione avanzata dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, e sottoscritta anche dai gruppi di Europa Verde, Veneto che Vogliamo e dal portavoce delle opposizioni Arturo Lorenzoni- ha visto infatti la Lega e la lista Zaia unirsi alle minoranze, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia sono rimaste nel fronte contrario.

«Ringrazio le colleghe e i colleghi che hanno sostenuto la mia risoluzione -commenta Baldin- ovvero un luogo di equilibrio che non può prescindere da alcune certezze. La prima: dopo tre anni e mezzo l’invasione russa dell’Ucraina non ha portato a nuovi assetti internazionali, ma anzi ha acuito le tensioni e lasciato a terra i naturali strascichi di morte, distruzione e miseria, come per ogni guerra. Per questo il Consiglio veneto chiede a Roma di agire diplomaticamente per instradare la cessazione delle ostilità, sotto l’egida delle Nazioni Unite, e l’avvio di negoziati che riconoscano sia la sovranità dell’Ucraina che l’autodeterminazione delle minoranze alloglotte nel Donbass».

Inoltre, la consigliera ricorda la mobilitazione di milioni di persone, in tutto il continente europeo, a sostegno delle ragioni negoziali e contro le prospettive di riarmo nazionale: «L’ascesa al potere di Donald Trump -osserva l’esponente del M5S- ha, forse per la prima volta, messo l’Unione Europea con le spalle al muro, capovolgendo decenni di politica militare comune e di alleanze consolidate. La richiesta di aumentare al 5% la spesa militare di ogni singolo partner è semplicemente irricevibile, là dove risorse così preziose andrebbero investite nella sicurezza sociale e nel welfare».

È quindi un ulteriore no al progetto ReArm Europe, voluto da Ursula von der Leyen: «Esso – conclude Erika Baldin- finirebbe col sottrarre finanziamenti al Fondo di Coesione della UE, al fine di acquistare armi dagli Stati Uniti. Lo stesso Veneto sta pagando le conseguenze di questa guerra, sia in termini di spesa per l’energia che di esportazioni, di flussi turistici e naturalmente della giusta accoglienza alle persone che hanno dovuto fuggire dal proprio Paese bombardato. È ora di cambiare paradigma verso la concertazione diplomatica multipolare e maggiori investimenti nella cooperazione: bene quindi che anche una parte cospicua della maggioranza lo abbia compreso».

La risoluzione verrà quindi inviata alla presidente del Consiglio dei ministri, a tutto il governo compresi viceministri e sottosegretari, ai presidenti delle due Camere, delle Commissioni Esteri e Difesa, nonché a tutte e a tutti i parlamentari nazionali ed europei eletti in Veneto. 

erika baldin: