Venezia, 28 novembre 2024 – «La nuova relazione dell’Istituto Superiore della Sanità riguardo il progetto dell’inceneritore di fanghi a Porto Marghera taglia la testa al toro, e stavolta la Giunta veneta non potrà fare orecchie da mercante, ma dovrà respingere definitivamente questa ipotesi». Non ammette repliche Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo che il Dipartimento Ambiente e Salute dell’ISS l’11 novembre ha inviato a palazzo Balbi una seconda nota che evidenzia le criticità dell’impianto voluto da ENI: «Vi si legge -continua la consigliera- che da parte dell’impresa non è stata svolta un’accurata descrizione della qualità dell’aria, nonostante i dati di ARPAV riportino plurimi sforamenti del PM10 in tutta la zona fino a Malcontenta. Inoltre manca il monitoraggio del benzene, e sono insufficienti le risposte date in merito ai PFAS. Tutti elementi che dovrebbero portare la giunta Zaia a dire un no secco alla prospettiva, del tutto incompatibile con i già numerosi problemi ambientali che le persone residenti nell’area subiscono ogni giorno».
Lo scorso settembre Baldin non era rimasta soddisfatta della risposta data dall’esecutivo a una sua interrogazione in materia: «La politica non si era esposta, se non attraverso meri dati tecnici. Quando invece mi sarei aspettata una rassicurazione più forte, di fronte a un potenziale grande pericolo: la dovevano anche ai comitati in lotta per evitare il nuovo ecomostro. Invece, l’assessore Bottacin si era trincerato dietro la neutralità delle procedure, che non tengono conto del fatto che la sede è profondamente compromessa da oltre cent’anni di industrializzazione chimica, con esternalità negative per chi lavora e vi abita, in termini di mortalità e morbilità». L’esponente del M5S aveva già in passato presentato due interrogazioni, una nel gennaio e una il 16 aprile dello scorso anno, proprio in concomitanza con il primo parere negativo dell’Istituto.
Appare chiaro che non ci si può esimere di fronte all’incombenza di una struttura abilitata a trattare 190mila tonnellate annue di fanghi, spostando 70 camion al giorno: «Basta con i timori reverenziali davanti ai colossi del fossile -conclude Erika Baldin- ora che non solo i Consigli comunali adiacenti e il patriarca Moraglia, ma anche l’Istituto Superiore di Sanità bocciano senza appello tale possibilità. Non è una questione ideologica, in specie quando da destra viene ventilato il ritorno del nucleare proprio a Porto Marghera: che ne è dell’approfondimento commissionato all’ULSS 3 Serenissima, per il quale avevo già chiesto la massima trasparenza? Da decenni questa maggioranza tollera livelli insostenibili di inquinamento: è palese come non le interessi, ma ciò invece impatta quotidianamente nell’esistenza delle persone ed è incompatibile con lo sviluppo sano di forme di vita animale e vegetale. Sarà mia cura ricordarglielo attraverso un’interrogazione a risposta immediata».