Venezia, 3 giugno – «Questa riforma della legge regionale che disciplina la viabilità silvo-pastorale è un favore ai cacciatori, ai mezzi dei quali viene consentito ciò che al normale traffico privato non sarebbe permesso».
La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, critica l’impianto delle modifiche normative apportate alla legge 14/1992, volute dalla maggioranza di centrodestra (relatore il leghista Giampiero Possamai), che consentono il rilascio di permessi di transito ai soggetti autorizzati -come le associazioni venatorie- per operare in attuazione dei piani regionali di contenimento delle specie selvatiche “invasive”, nonché dei cinghiali.
«La deregulation in questione -continua la consigliera- è promossa da alcuni consiglieri che si dilettano con la caccia, e va ben oltre l’asserito proposito di autorizzare l’accesso a tali percorsi per interventi emergenziali o per “assistenza” alla fauna. In sostanza risponde a interessi particolari di lobby, non certo alla maggioranza della popolazione, né alla salvaguardia dell’ambiente e delle specie in pericolo».
Il problema infatti è anche di ordine ecologico: «Non è possibile -ribadisce Baldin- trasformare una stretta carrareccia montana, adatta al transito pedonale e cicloturistico, in un’autostrada a portata di SUV, solo per compiacere una categoria fortunatamente sempre più esigua nei numeri.
Le emissioni dei gas nell’atmosfera peggiorerebbero la qualità dell’aria negli unici luoghi quasi incontaminati della regione, quando invece occorre essere rigorosi riguardo gli obiettivi di contenimento delle polveri sottili fissati dall’ONU entro l’anno 2030. La mia priorità sono la salute e la natura, non le concessioni di parte. E le deroghe dovrebbero essere appunto eccezionali, non la prassi».
L’esponente del M5S aveva depositato quattro emendamenti in calce al progetto di riforma, due dei quali intendevano introdurre rispettivamente il principio dell’onerosità del transito (in luogo della sua gratuità) e la necessità di ricevere il parere della competente Commissione consiliare in luogo del mero provvedimento amministrativo di Giunta.
«Prendo atto che le colleghe e i colleghi del centrodestra -conclude Erika Baldin- hanno rigettato queste istanze, assieme a molte altre promosse dalle minoranze. Evidentemente preferiscono prestare attenzione a discutibili esigenze parziali anziché migliorare la conservazione dei boschi e il loro godimento da parte di tutte e di tutti, ben sapendo che i veicoli dei cacciatori incrementano anche il rischio di incidenti stradali, stante anche una vigilanza giocoforza limitata. Spiace che il Consiglio non abbia ascoltato le proteste del Club Alpino Italiano, che ha anche manifestato a Venezia per ricordare la sproporzione di cifre tra chi la natura la difende e chi la uccide».