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VENETO SOLO AL 101° POSTO IN EUROPA (E SESTO IN ITALIA) PER INNOVAZIONE TECNOLOGICA, E CHIUDONO INCUBATORI: URGONO INVESTIMENTI PUBBLICI AL 3% DEL P.I.L. REGIONALE

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Venezia, 31 maggio 2023 – Tempi cupi per l’innovazione tecnologica in Veneto. Due notizie in particolare, il declassamento tematico della regione al 101° posto in Europa e il terzo tentativo di vendita per il parco scientifico Vega a Marghera, accendono le considerazioni di Erika Baldin. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle commenta così gli esiti dell’indice 2023 pubblicato dall’osservatorio Ambrosetti, che vede prevalere il land danese di Copenhagen davanti all’Île de France parigina e all’area che circonda Stoccolma.

«Il Veneto non è nemmeno nelle prime cento posizioni -si rammarica la consigliera- nonostante la retorica delle eccellenze di cui si ammanta la sua classe dirigente. Sfiguriamo non solo con i competitori continentali, ma anche nei confronti della Lombardia trentunesima, dell’Emilia Romagna al 52° posto e verso la Provincia di Trento, che si piazza 63esima. Peraltro, tutti territori confinanti».

Addirittura un passo indietro rispetto al 2020, quando il Veneto era quinto fra le regioni italiane: «Ora ci ha superato anche il Lazio -prosegue Baldin- ed è proprio il caso di dire che, se l’Italia intera è sotto la media europea, le sette province venete stazioni stabilmente sotto le migliori realtà italiane. Particolare che fa ancora più male, se si analizzano i dati disaggregati».

I quali parlano di un misero dodicesimo posto per formazione universitaria, anni luce di distanza dal dipartimento lituano di Sostines che ne triplica il numero di laureati: «Ma penso per esempio -sottolinea l’esponente del M5S- allo scarso ammontare di lavoratori impiegati nella ricerca, ovvero solo lo 0.59% della forza lavoro, che ci rende undicesimi. E soprattutto all’1.39% del prodotto interno lordo regionale investito in materia (praticamente a metà classifica).

Ciò richiama in via prioritaria le responsabilità dell’amministrazione regionale, che non cambia colore politico da quasi trent’anni. Sono gli stessi analisti dell’istituto Ambrosetti, del resto, a dire che per invertire la rotta occorre spendere molto di più, raggiungendo il 3% del PIL come richiesto dall’Unione Europea».

Non solo: secondo Erika Baldin è «prioritario arginare la cosiddetta fuga dei cervelli, offrendo migliori condizioni di vita e di lavoro alle ragazze e ai ragazzi che specializzano qui la propria professionalità. E intraprendere seriamente la strada della transizione ecologica da parte delle imprese, da sempre un obiettivo dei 5 Stelle.

Se si esclude l’opera di Veneto Innovazione, inoltre, il quadro degli ultimi anni annovera soprattutto fallimenti o concordati preventivi, come per Veneto Nanotech liquidata nel 2015 con un buco di 12 milioni, o quello di Vega Scarl, che aveva debiti per oltre 15 milioni verso creditori e fornitori. Questo indica -conclude- che da queste parti funzionano soprattutto incubatori privati, il cui successo solo in apparenza deresponsabilizza la Regione».

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CARO AFFITTI A VENEZIA, IL SINDACO BRUGNARO È IMBARAZZANTE: DIMOSTRA DI NON CONOSCERE LA CITTÀ CHE AMMINISTRA

udu Venezia pianta le tende ai magazzini di San Basilio per chiedere soluzioni alla crisi abitativa

Venezia, 19 maggio 2023 – «Poche cose sono più imbarazzanti di un sindaco che dimostra di non conoscere la propria città. Nella lingua inglese esiste una parola, “cringe”, che è perfetta per descrivere la sensazione evocata dalle dichiarazioni di Brugnaro sul caro affitti: secondo il leader di Coraggio Italia, se uno studente paga 700 euro di affitto vuol dire che si è fatto fregare e non merita la laurea. Ebbene, se Brugnaro crede che 700 euro per una stanza siano una truffa, dovrebbe essere lui a denunciare i gestori degli studentati che applicano tariffe anche superiori a quella cifra. A Venezia ce ne sono, il sindaco dovrebbe saperlo. Per non parlare del mercato privato, dove i prezzi sono schizzati alle stelle: Brugnaro evidentemente non conosce Venezia».

Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale del Veneto, che nella giornata di ieri ha depositato una mozione per chiedere alla Regione di intervenire contro il caro affitti, a sostegno degli studenti fuori sede, delle giovani coppie e delle famiglie venete. «Il Veneto guidato da Zaia è tra le regioni che finanziano di meno il diritto allo studio e le politiche per la casa. Poi non possiamo stupirci se i giovani veneti scelgono di andare a studiare o lavorare all’estero», osserva Baldin.

«Con le sue esternazioni Brugnaro manca di rispetto agli studenti sopraffatti dal caro affitti, che da giorni stanno vivendo in tenda davanti alle sedi universitarie di tutta Italia. “Si rimbocchino le maniche”? Da che pulpito! Brugnaro è sindaco di Venezia e capo di un partito nazionale, che fa parte della compagine di governo. Invece di fare la ramanzina ai giovani che chiedono solo di poter studiare, dovrebbe spiegarci quali soluzioni intende mettere in campo contro il caro affitti. Che non riguarda soltanto gli studenti fuori sede, ma anche le famiglie, le giovani coppie e i residenti della città storica, dove gli affitti sono sempre più alti a causa delle locazioni turistiche fuori controllo», conclude Baldin.

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UNIVERSITÀ, DIRITTO ALLO STUDIO: DALLA DESTRA UN VERGOGNOSO SCARICABARILE TRA ROMA E IL VENETO

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Venezia, 14 marzo 2023 – «Rispondendo ad una mia interrogazione, la Giunta Zaia ha confermato che la Regione non intende garantire la completa copertura delle borse di studio universitarie per l’anno accademico in corso perché – stando all’assessora Donazzan – sarebbe compito dello Stato intervenire con ulteriori risorse finanziarie. Insomma, il solito, vergognoso scaricabarile della destra che governa a Roma e in Veneto. Credo che non ci siano più alibi e se la Giunta Zaia non riesce a reperire fondi per il diritto allo studio è anche perché ha rinunciato a rimodulare l’addizionale Irpef come avevamo proposto in manovra di bilancio». Così la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini.

«Siamo di fronte a un fatto gravissimo: mancano all’appello 13 milioni di euro, una cifra che rischia di gravare sui bilanci degli atenei veneti che già gli scorsi anni sono intervenuti per colmare le carenze della Regione. Nel frattempo, la percentuale degli studenti idonei non beneficiari si aggira attorno al 30-40%: sono 2.400 a Padova e circa 700 a Venezia, tra Ca’ Foscari e Iuav. La destra ha voltato le spalle a questi studenti e alle loro famiglie, non è accettabile che a causa dei ritardi e delle scelte sbagliate del governo e della Regione ci siano dei giovani veneti che in questi mesi sono stati costretti a rinunciare agli studi perché, pur avendone diritto, non percepiscono la borsa», dichiara Baldin e conclude: «Donazzan sostiene che sia Roma a dover trovare le risorse? Telefoni al suo alleato Valditara».

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ALZHEIMER, 50 MILA EURO PER LA RICERCA GRAZIE A UN MIO EMENDAMENTO IN CONSIGLIO REGIONALE

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Sanità. Baldin (M5S): «Alzheimer, approvato emendamento al Bilancio regionale: 50 mila euro per la ricerca»

Venezia, 15 dicembre 2021 – «Il Consiglio regionale ha approvato la mia proposta di sostenere la ricerca sull’Alzheimer con un finanziamento di 50 mila euro a favore del CRIC, il Centro Regionale di riferimento per l’Invecchiamento Cerebrale dell’Azienda Ospedaliera di Padova. L’ok è arrivato nella tarda serata di ieri con il voto finale di approvazione del Bilancio 2022». Lo riferisce la consigliera regionale Erika Baldin, del MoVimento 5 Stelle, componente della Commissione Sanità del Consiglio regionale del Veneto.

«La proposta nasce da un mio emendamento, che prevedeva un contributo di 100 mila euro, ed è stata poi accolta nel “maxi-emendamento” della Giunta regionale, che ha ridotto i fondi aggiuntivi a 50 mila euro», spiega Baldin, esprimendo in ogni caso «soddisfazione per la scelta di finanziare il centro regionale di riferimento per l’Invecchiamento Cerebrale, dedicato alla diagnosi, cura e riabilitazione di persone con decadimento cognitivo, oltre che alla ricerca nell’ambito delle malattie che causano demenza, tra le quali in particolare la malattia di Alzheimer».

Erika Baldin (M5S), consigliera regionale

Foto da Amioagio.it

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VENEZIA/ASSOCIAZIONI STUDENTESCHE. BALDIN E VISMAN (M5S): «PIÙ DIALOGO CON GLI STUDENTI PER MIGLIORARE LA CITTÀ»

erika baldin e sara visman – ridotta

«Come nel nostro programma, anche nel loro, si parla di eccessiva cementificazione e di un trasporto pubblico locale poco efficiente». Commentano così Erika Baldin, consigliera regionale e candidata alle elezioni regionali in Veneto nella circoscrizione di Venezia e Sara Visman, candidata sindaca di Venezia del Movimento 5 Stelle, l’iniziativa degli studenti di Rete degli studenti medi e Unione degli universitari, che hanno creato una piattaforma per creare un dialogo costruttivo tra l’universo studentesco e i candidati alle elezioni. «Un esempio che potrebbe diventare un modello per avvicinare gli studenti e i politici.» hanno detto Baldin e Visman.

Tra i punti in comune con il programma del Movimento 5 Stelle la necessità di mettere un freno al proliferare di nuove strutture, soprattutto commerciali, nei pressi delle città e nel territorio circostante. «Bisogna investire di più sulle aree verdi, creandone di nuove e migliorando quelle già presenti. – hanno sottolineato le due esponenti del M5S – Bisogna rendere la città più vivibile per chi decide di studiare qui.»

Gli studenti lamentano inoltre una scarsa efficienza del TPL: «Poche corse, spesso troppo affollate e non di rado addirittura assenti quando ci si sposta dal capoluogo alla provincia, sono la realtà che affrontiamo ogni giorno» si legge nel portale Unaregioneper.it. «Bisogna dare risposte a questi ragazzi che vivono disagi quotidiani per recarsi a scuola e all’università. Come abbiamo più volte sottolineato ci vogliono più corse e più mezzi a disposizione dei cittadini per evitare caos e affollamenti in bus e vaporetti e una gestione più integrata e flessibile del TPL che attualmente dimostra di non essere in grado di rispondere con elasticità ed efficienza ai flussi dinamici che si trova a gestire.» hanno concluso Baldin e Visman.

Mercoledì 26 agosto 2020

#BaldinM5s

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COVID/CRISANTI. BALDIN (M5S): URGE CAMPAGNA MEDIATICA PER COMPORTAMENTI SICURI E METTERE DA PARTE INCOMPRENSIONI CON CRISANTI. SAREBBE ASSURDO ARRIVARE ALL’ADDIO, ANCHE SE NON È ALLINEATO AL “PENSIERO UNICO”

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«Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia. Sul fronte del Covid ci sono troppi segnali negativi per non prendere provvedimenti da parte della Regione, in primis una nuova campagna mediatica per convincere i veneti a rispettare le regole di sicurezza. Non ci possiamo permettere (pensiamo al lato economico e a quello scolastico) di gettare alle ortiche tutti gli sforzi fatti nei mesi passati».

Lo dice in una nota Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle e candidata alle prossime elezioni regionali nella circoscrizione di Venezia, che prosegue: «I numeri sono chiari, in Veneto abbiamo il peggior Rt d’Italia. Siamo a 1,61 contro una media nazionale di 1,01. Quando avevamo i dati migliori si suonava la grancassa, adesso da palazzo Balbi c’è un silenzio che stona. Perché?».

«I prefetti – ribadisce la consigliera M5S – sono in allarme e puntano il dito contro i comportamenti dissennati, soprattutto in spiagge e movida. Si uniscono Dg delle Ulss e medici, mentre le case di riposo tornano di nuovo nell’occhio del ciclone, con alcune recrudescenze nei contagi. Un fronte in cui il Coronavirus ci ha già battuti, ora non deve ritornare pericoloso».

Aggiunge Baldin: «L’Italia è circondata da nazioni dove il Coronavirus galoppa. Una situazione che, insieme con lo scoppio di nuovi focolai, obbliga la Regione a schierarsi con tutta la forza mediatica di cui il super-comunicatore-Zaia è capace. Per convincere la popolazione che la cautela e la prevenzione non sono un optional secondario, ma l’unica strada per contenere la circolazione del virus, anche con qualche multa in più. Oppure Zaia evita di bacchettare i veneti, per paura di perdere un briciolo di consenso?».

«C’è poi, ingombrante e irrisolto, lo scoglio Crisanti. Tra silenzi, querelle sui test super-rapidi, polemiche e ventilati addii al Comitato tecnico scientifico, l’unica verità incontestabile – aggiunge la politica veneziana – è che il Veneto, specialmente ora che la situazione sta tornando preoccupante, non può permettersi di perdere uno dei migliori specialisti al mondo. Non era Zaia che diceva che è meglio avere un team di cavalli di razza, anche se difficili da domare, invece che di ronzini mansueti? Bene, ora il presidente mostri la sua capacità di gestire gli scienziati. Tutte le altre regioni ce lo hanno invidiato e adesso vi rinunciamo, solo perché non è allineato al “pensiero unico” di palazzo Balbi?».

«La salute dei veneti – conclude Baldin – è più importante degli ego personali e delle baruffe interne. Abbiamo bisogno delle dotazioni e delle professionalità migliori per gestire la Fase3 e l’autunno, e il professor Crisanti è indubbiamente una di queste. Arrivare all’addio sarebbe una mossa così miope che nemmeno il fan più sfegatato di Zaia la capirebbe».

lunedì 20 luglio 2020

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SANITÀ. BALDIN (M5S): BENE INTRODUZIONE TELEMEDICINA, STRADA MAESTRA CHE AVEVAMO GIÀ AUSPICATO

Coronavirus/Turismo. Baldin (M5S) su Odg concessioni marittime: «Caner risponda in aula e nel merito, non con reazioni piccate»

«Se le difficoltà di alcuni Cup, presi d’assalto, sono lo specchio della richiesta sanitaria veneta che sta tornando alla normalità dopo due mesi di emergenza, la strada maestra per rispondere alle esigenze dei cittadini, garantendone la sicurezza, sarà l’uso massiccio della tecnologia informatica di ultima generazione e la telemedicina. Siamo quindi in linea con la Giunta regionale, che l’ha inserita ufficialmente nelle offerte del Servizio Sanitario veneto». Così Erika Baldin, consigliera regionale veneta del Movimento 5 Stelle, sull’organizzazione degli ospedali del Veneto.

«Proprio a questo riguardo – spiega la consigliera M5S – nel dicembre 2018, durante la discussione sul nuovo Piano Socio Sanitario, ho presentato un emendamento sui servizi di telemedicina, teleassistenza e telemonitoraggio, in modo che venisse potenziato per migliorare l’inclusione dei pazienti affetti da patologie croniche, in particolare gli anziani. Un auspicio vecchio più di un anno che, complice le nuove necessità, siamo ora soddisfatti divenga realtà operativa in ognuna delle nostre aziende sanitarie.».

Mercoledì 6 maggio 2020

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Comunicati stampaRicercaTerritorio

Ricerca, sviluppo e innovazione, digitalizzazione e sostegno alle PMI. Solo parole?

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Il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) è uno strumento europeo di investimento che mette a disposizione significative risorse economiche per le regioni europee su alcune aree chiave: innovazione e ricerca, agenda digitale, PMI, economie “verdi”. Uno degli importanti compiti cui è chiamata l’Amministrazione Regionale è proprio la strutturazione ed attuazione del Piano Operativo Regionale (POR) nel settennato 2014-2020, nell’ambito del quale i fondi europei, nazionali e regionali, che assommano a circa 600 milioni di euro vengono finalizzati ad un piano di crescita sociale ed economica.

 

Stante l’importanza dello strumento POR-FESR e stante la rilevanza di una sua efficace applicazione per la costruzione organica di un futuro prospero per imprese e cittadini, ci saremmo aspettati la massima attenzione da parte dell’Amministrazione Regionale. E, visto il range temporale (2014-2020), visto che siamo nel 2017, ci saremmo attesi già quasi un discreto insieme di progettualità e risultati intermedi a vantaggio delle nostre pmi e dell’evoluzione socio-economica della nostra regione, a sostegno delle imprese venete, potenziali “motori di innovazione” veneti ed europei.

 

La realtà è – spiace rilevarlo – ben diversa. Dobbiamo registrare una serie di gravissime criticità sia sul piano quantitativo che sul piano qualitativo.  Le elenchiamo:

 

1) alla data del 21 dicembre 2016[1], su un complessivo di 600 milioni da allocare nel periodo 2014-2020, erano stati pubblicati solo 62 milioni (appena il 10%!!!) tramite 12 bandi. Ricordiamo che prima bisogna che ci siano i bandi, poi le assegnazioni, poi i progetti, quindi arrivano le erogazioni: un percorso lungo, ma al 90% non ancora partito!!!

2) da quanto risulta dalla stampa locale[2] sono a tutt’oggi non risolte alcune obiezioni “strutturali” sul POR che la Commissione Europea avrebbe contestato agli Uffici Regionali e che stanno di fatto impedendo l’assegnazione tempestiva (e progressiva) dei fondi alle nostre imprese. Con l’ulteriore rischio di vedersi sottratti i fondi (si parla di 114 milioni). Quando invece – ricordiamolo! – i concorrenti delle regioni confinanti come l’Austria in diversi casi sono state accompagnate alle progettualità FESR sin dal 2014!!!

3) non bastassero questi problemi, le nostre imprese, invece di essere ben indirizzate con dei chiari criteri di selezione per le assegnazioni, sono state obbligate a concorrere ai fondi con il metodo del “click-day”, una modalità assolutamente inadatta, ingiusta e, viene da dire, umiliante![3] La combinazione della erogazione tardiva e inferiore alle attese dei fondi e del click-day ha fatto sì infatti che in pochi minuti i fondi fossero completamente esauriti. Se l’Amministrazione non ha la capacità di identificare dei criteri congrui per l’assegnazione dei fondi, suggeriamo (provocatoriamente, si intende) che la prossima volta si utilizzino i dadi! Sarebbe comunque uno strumento più equo.

 

Come spesso accade, abbiamo visto attribuire le cause di questi ritardi ad altri livelli istituzionali (in questo caso al governo). Ci piacerebbe che invece l’Amministrazione Regionale si prendesse la responsabilità di questo grave ritardo e procedesse con la massima urgenza a sanare la situazione. Tre anni di ritardo su sette vuol dire mettere fuori mercato le imprese più avanzate della nostra regione che facevano affidamento sui fondi europei per investimenti in innnovazione. Vogliamo caricare le imprese venete, già alle prese con tassazioni elevate, crisi del mercato interno e concorrenza esterna di un ulteriore fardello?

 

ERIKA BALDIN

Consigliera regionale M5S Veneto

[1] Cfr. http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2016/21-dicembre-2016/caccia-fondi-ue-robot–2401145669626.shtml

[2] Cfr. anche, per un dettaglio sul “problema RIS3”: http://corrierealpi.gelocal.it/regione/2016/11/17/news/soldi-a-industria-4-0-il-veneto-in-panne-114-milioni-a-rischio-1.14429338

[3] Per inciso, si tratta del modo peggiore di utilizzare le possibilità straordinarie offerte dalle tecnologie informatiche.

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Pesca – Bocciata la mozione Baldin sul progetto Ghost: “Voto contrario incomprensibile, dimostrano disinteresse per i problemi della pesca”

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La maggioranza ha bocciato la mozione presentata dalla consigliera regionale del M5S Erika Baldin sul progetto Ghost, un progetto europeo volto a tutelare le attività dei pescatori e allo stesso tempo l’ambiente.

La consigliera Baldin giudica incomprensibile il voto contrario della maggioranza: “È una richiesta che proviene dal mondo della ricerca che richiama l’attenzione su un problema importante, la presenza di plastica in mare che come sappiamo va a finire nel ciclo biologico degli abitanti del mare e che potrebbe anche avere effetti sul nostro organismo.

La regione dice che non ha competenza sulla questione, ma chi le vieta di sollevare il problema ai tavoli e con gli enti competenti?

Questo atteggiamento di lavarsene le mani dei problemi che non sono di sua diretta competenza, da parte del regione è assolutamente inaccettabile. Come M5S abbiamo ottenuto risultati straordinari facendo pressione, anche da fuori, presso le autorità competenti.

Il Governo veneto dimostra di non aver autorevolezza e allo stesso tempo dimostra disinteresse per i problemi dell’ambiente e della pesca”, conclude Baldin.

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Comunicati stampaRicercaScuola e formazioneTerritorio

Industria 4.0, il governo esclude il Veneto. Baldin (M5S): “Esclusione delle nostre Università grave e incomprensibile, chiediamo al governo di includerle”. Sulla Moretti: “Ridicole le sue proteste, parli con Renzi piuttosto”

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Il Governo sta per rivelare come intende investire 7 miliardi per ricerca e sviluppo, che toccheranno in modo importante il settore della formazione, dalla scuola all’università. Ma non quello veneto.

Fra i poli di eccellenza ai quali il governo destinerà svariati milioni di euro e finanziamenti per dottorati, non risulta nessuna università veneta.

Ripetiamo quindi al governo la richiesta che siano inclusi tra i territori di questo progetto, per ospitare un Competence Center, anche i poli veneti. Per esempio l’università di Padova, che riteniamo debba essere una degli atenei più importanti. Un’esclusione del Veneto da questo progetto sarebbe gravissima e incomprensibile, dato che da soli facciamo il 17% del Pil industriale e abbiamo università d’eccellenza.

Trovo assolutamente ridicola la protesta di Alessandra Moretti per l’esclusione delle università venete dal piano Italia 4.0. Forse la Moretti dimentica che al governo centrale c’è il suo partito e che il presidente del consiglio è suo amico. Dovrebbe rivolgere quindi queste accuse di immobilismo e mancanze incredibili, nonché l’intenzione di riaprire il negoziato col governo, al premier. E non ai nostri giornali.

La consigliera M5S in Regione Veneto Erika Baldin

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