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LA LEGGE SPECIALE PER VENEZIA VA MASSICCIAMENTE RIFINANZIATA: IL CONSIGLIO REGIONALE HA APPROVATO ALL’UNANIMITÀ IL MIO ORDINE DEL GIORNO

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Venezia, 24 ottobre 2023 – Proseguire l’interlocuzione in corso con il governo Meloni, al fine di garantire lo sblocco di fondi adeguati a rifinanziare la Legge speciale per Venezia. Lo sollecita il Consiglio regionale, che oggi ha approvato all’unanimità dei presenti (43 voti favorevoli) l’ordine del giorno promosso dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, e rivolto alla Giunta veneta: l’obiettivo è far affluire di nuovo, dopo oltre dodici anni, le necessarie risorse alla città capoluogo, alla gronda lagunare e all’intero bacino scolante, che versano in condizioni di gravi difficoltà sotto molti aspetti.

«Sono assai soddisfatta per l’esito di questo voto in aula -esordisce la consigliera- dal momento che anche la maggioranza di centrodestra ha compreso come non sia più rinviabile un’azione incisiva verso l’esecutivo centrale. Se in questi anni non si è raggiunto alcun risultato in tal senso, la responsabilità è trasversale e nessuno può dirsi esente da colpe. Ma oggi, da Venezia, vogliamo mandare un messaggio a Roma, a nome di un territorio fragile che va salvaguardato».

Molte le minacce che incombono: dallo spopolamento dei centri storici al fenomeno dell’overtourism, dalle maree eccezionali al moto ondoso. «Penso soprattutto al problema della casa -continua Baldin- perché è vero che mancano politiche abitative efficaci, ma l’ATER veneziana avrebbe a disposizione un numero di alloggi atto a soddisfare il fabbisogno dell’intera Città Metropolitana, se solo la funzionalità di tali immobili venisse ripristinata dagli opportuni stanziamenti».

L’ordine del giorno Baldin verrà inviato a tutte e tutti i parlamentari eletti in Veneto: «La Legge Speciale del 1973 -aggiunge la coordinatrice metropolitana del M5S- era infatti stata scritta in modo da rispettare le esigenze non solo della città d’acqua, ma delle intere realtà che si affacciano sulla gronda, come Chioggia e Mira, oltre che di un bacino scolante che coinvolge anche i territori del Padovano e del Trevigiano. Lo stesso presidente Zaia aveva chiesto al governo di rifinanziare la Legge nello scorso mese di febbraio, ma ad oggi le risorse riallocate dalla Regione ammontano solo a poco più di 28 milioni, del tutto insufficienti per mettere Venezia in sicurezza, come imposto anche dall’UNESCO».

Torna quindi necessario agire con forza comune, a nome dell’intera Regione: «Ringrazio le forze politiche presenti in Consiglio -conclude Erika Baldin- perché hanno compreso come Venezia e la sua laguna sono luoghi la cui importanza trascende ogni confine geografico, tanto da suscitare preoccupazione su scala planetaria quando avvengono fenomeni come l’alta marea straordinaria del 12 novembre 2019. La Città Storica rappresenta un patrimonio artistico e architettonico eccezionale,  mentre la laguna (con il suo complesso sistema di canali e barene) è un capitale ambientale inestimabile, e non solo per la biodiversità che custodisce. È ora che anche al governo si rendano conto di questa assoluta specificità, e che di conseguenza dispongano risorse altrettanto speciali».

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INTERVENTO URBANISTICO ATTORNO A VALLE OSSI DI ERACLEA, LA VALUTAZIONE D’IMPATTO AMBIENTALE SIA LA PIÙ RIGOROSA E STRINGENTE

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Venezia, 12 settembre 2023 – Una valutazione d’impatto ambientale che sia la più rigorosa e stringente possibile per il progetto urbanistico di Valle Ossi ad Eraclea. La chiede Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dopo che la Giunta veneta ha confermato che l’iniziativa della società Élite Vacanza Gestioni non è ancora approdata alla VIA: «Le preoccupazioni manifestate sia dal vicino Comune di Jesolo, che da Legambiente -spiega la consigliera- appaiono fondate, dal momento che il sito è classificato SIC e ZPS, quindi a protezione speciale per la fauna e la flora che vi dimorano, tanto che la zona rientra nelle tutele europee di cui alla Rete Natura 2000».

Lo scorso marzo, Baldin aveva presentato un’interrogazione a risposta scritta all’esecutivo di palazzo Balbi, dato che il progetto è ormai quasi giunto alla fase autorizzativa: «La prospettiva è di un villaggio turistico da 14mila presenze giornaliere, cifra maggiore rispetto alla popolazione stanziale, alle soglie di una laguna protetta e di una spiaggia frequentata dagli abitanti del luogo. Per questo il Comitato regionale che sovrintende alla VIA dovrà operare nella massima libertà e considerando tutti i criteri discriminatori del caso». La coordinatrice metropolitana del M5S interviene anche in merito all’aspetto del diritto alla spiaggia libera: «Si tratta di uno dei pochi tratti non concesso a stabilimenti privati in quella parte di litorale. Il che lo configura come bene pubblico, a disposizione di tutte e di tutti. E la legge stessa salvaguarda il diritto universale alla balneazione».

Il progetto di Valle Ossi, che impatta in un’area di pregio florofaunistico riconosciuta come la laguna del Mort, prevede tra l’altro la costruzione di case mobili entro il parco rurale, dando lavoro a circa 400 persone: «Certo non si possono barattare ventilati vantaggi occupazionali -conclude Erika Baldin- in cambio dell’approvazione di un progetto destinato ad eliminare l’ultimo lembo di spiaggia libera della zona. Di tutto c’è bisogno meno che di ecomostri. Il fatto che la VIA sia ancora ferma alla verifica documentale può riuscire a scongiurare tale evenienza. Dopo l’istruttoria degli enti coinvolti, auditi dalla Regione a partire dal 9 maggio scorso, ci sarà la possibilità per gli interessati di presentare osservazioni. Confido che in tale sede emerga con assoluta sicurezza il rischio o meno di un’azione irreversibile, che potrà essere solo mitigata dalla futura conferenza di servizi».

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DISCARICA DI RIFIUTI LUNGO L’IDROVIA A MIRA, SECONDO IL DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELL’ULSS 3 NON SONO INQUINANTI. MA LA REGIONE FINANZIA IL COMUNE PER SMALTIRLI

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Venezia, 12 settembre 2023 – Discariche incontrollate di rifiuti, Mira chiama e la Regione risponde. Durante i lavori del Consiglio regionale, la Giunta veneta ha risposto all’interrogazione che lo scorso 31 marzo la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva avanzato riguardo la scoperta di ingenti quantità di fibrocemento sversato lungo gli argini dell’idrovia in Riviera: «Si tratta di oltre dieci tonnellate -ricorda la consigliera- depositate illecitamente a cielo aperto, quando non dentro le acque, facendo della zona tra Malcontenta e Gambarare un centro di stoccaggio non autorizzato per gran parte dell’area metropolitana».

Dalla risposta di palazzo Balbi, emerge come il Comune rivierasco (a seguito di un bando emanato nell’agosto 2022) abbia conseguito un finanziamento di 63mila 440 euro lo scorso novembre, quale sostegno alle spese per lo smaltimento delle lastre in cemento amianto sul letto dell’idrovia e lungo gli argini: «Bene che vengano stanziati questi fondi -prosegue Baldin- anche a fronte delle segnalazioni di problemi reali, come questo nello specifico, che potrebbero ripetersi anche in altri territori». Se è vero che la competenza spetta ai sindaci, che possono agire tramite ordinanze, spesso essi si trovano privi delle risorse necessarie: «Il Comune di Mira -continua l’esponente del M5S- aveva già sborsato a proprio carico 20mila euro, oltre a richiedere un contributo ministeriale perché lo stanziamento non era sufficiente, ad esempio per installare telecamere di videosorveglianza all’imbocco della Romea e lungo la strada verso Sambruson». A tal proposito, proprio la Regione del Veneto ha deliberato e rifinanziato due volte, nel corso del 2022, un bando ad hoc per contribuire al monitoraggio da remoto delle zone da bonificare.

L’attenzione attorno all’inquinamento da amianto va comunque tenuta alta, dato il suo essere fonte di patologie anche letali, come il mesotelioma pleurico che ha colpito decine di operai negli stabilimenti di Porto Marghera durante gli scorsi decenni: «Auspico che venga fatto il massimo -conclude Erika Baldin- per prevenire questi fenomeni, riuscendo a smascherare i colpevoli con celerità. Noto però che, interessato dalla Regione assieme ad Arpav, il Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 3 Serenissima ha comunicato di aver ricevuto notizia delle discariche solo dagli organi di informazione, e che ciononostante non risultano inquinamenti specifici derivanti proprio da questi depositi incontrollati. Quanto accaduto soprattutto in via Argine Destro e in via Pallada, nel territorio comunale di Mira, è invece quotidianamente sotto gli occhi della cittadinanza e dell’amministrazione locale, che ne subiscono in via primaria gli effetti».

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LA MAGGIORANZA NON CONDANNA LE TRIVELLAZIONI DI GAS NELL’ADRIATICO, E BOCCIA IL MIO ORDINE DEL GIORNO PER AUMENTARE I FONDI CONTRO SUBSIDENZA E CUNEO SALINO

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Venezia, 1° agosto 2023 – Trivellare il mare Adriatico in cerca di gas, sì. Aumentare i finanziamenti regionali contro la subsidenza e il cuneo salino, no. È la conclusione cui è giunta oggi la seduta del Consiglio regionale del Veneto, chiamata ad approvare l’assestamento del bilancio di previsione 2023-2025: un ordine del giorno avanzato dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, a margine dell’assestamento stesso intendeva infatti impegnare la Giunta di palazzo Balbi a individuare le misure finanziarie (aumentandole quando necessario) atte a contrastare i fenomeni idrogeologici consequenziali alle future trivellazioni, che giocoforza renderanno più fragile l’equilibrio lungo il litorale veneto.

A votare a favore sono state solo le opposizioni, che contano dieci rappresentanti in aula; monolitica invece la maggioranza di centrodestra nel respingere l’atto presentato dalla consigliera chioggiotta, valido anche con riferimento ai prossimi cicli di bilancio. «La destra non sorprende nemmeno più -esordisce Baldin- e per l’ennesima volta preferisce difendere gli interessi di bottega, nello specifico quelli del governo Meloni, anziché la popolazione litoranea e l’ambiente marino. Già il 18 aprile aveva votato contro la mozione che avevo presentato, assieme ad altri esponenti della minoranza, la quale chiedeva alla Giunta regionale di esprimere una forte presa di posizione nei confronti dell’esecutivo centrale, volta a risolvere la crisi energetica attraverso azioni mirate a sfruttare fonti di energia rinnovabile anziché fossile».

Anzi, solo una settimana fa il ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto (Forza Italia) aveva annunciato che ai primi giorni di settembre avrebbe illustrato il decreto che autorizza la trivellazione dei giacimenti di gas nel mare tra Italia e Croazia: «Sarebbe la sentenza definitiva -argomenta la coordinatrice metropolitana del M5S- per l’aggravamento di un quadro già preoccupante, dove la subsidenza in atto si unisce al pericoloso fenomeno della risalita del cuneo salino dai fiumi, che distrugge i terreni immediatamente vicini alle foci, con grave pregiudizio per l’ambiente e per l’economia agricola».

Per questi motivi, l’ordine del giorno bocciato in aula si sarebbe agganciato ai fondi previsti per interventi di prevenzione e soccorso, a contrasto delle calamità naturali e in riparazione e ricostruzione di opere idrauliche: «A parole questa maggioranza combatte il rischio idrogeologico, conseguenza anche dei cambiamenti climatici -conclude Erika Baldin- ma nei fatti, quando si tratta di votare provvedimenti stringenti, non scongiura affatto l’evenienza di nuove catastrofi che dipendono dalla subsidenza e dalla risalita del cuneo. Prima di opporsi alle trivelle devono chiedere permesso a Roma: è questa l’autonomia che la Lega reclama ogni giorno?».

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VALLONE MORANZANI, OK IMPERMEABILIZZARE IL FOSSO INQUINATO: MA CON QUALI TEMPI? LA GIUNTA REGIONALE NON LO DICE, ED È URGENTE

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Venezia, 1° agosto 2023 – Il fosso di via Moranzani a Malcontenta, che continua a spurgare acqua rossastra con danno per le coltivazioni e per la salute della cittadinanza, sarà impermeabilizzato “in tempi estremamente ristretti”. Lo ha dichiarato in aula l’assessore regionale Francesco Calzavara, rispondendo all’interrogazione avanzata lo scorso 10 maggio dalla capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin: «Mi ritengo solo parzialmente soddisfatta dalla risposta ricevuta -commenta la consigliera- poiché l’annuncio dell’intervento, che pure viene classificato “di immediata realizzazione”, non reca con sé alcuna data. Non è quindi chiaro se i lavori di impermeabilizzazione siano già iniziati, né quanto dureranno. E non credo siano dettagli di poco conto».

Nel corso della seduta, l’assessore ha aggiunto che le acque accumulatesi nella nuova sezione dell’invaso sono state inviate a trattamento specifico di depurazione: «La strada è quella giusta -prosegue Baldin- ma preoccupa appunto, nel documento, la totale assenza di dettagli che consentano di comprendere per quanto tempo ancora la popolazione di Malcontenta dovrà subire questa situazione. Ricordo che la discarica “Moranzani B” è costata all’Italia anche una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea: bene quindi che siano stati apprestati gli opportuni presidi idraulici per disconnettere il fosso inquinato con la rimanente rete consortile, ma i residenti non possono scontare lo sversamento di liquami rossastri senza controlli, a seguito di scavi, allargamenti e rimozione di oltre tremila piante».

La coordinatrice metropolitana del M5S ha inoltre ricordato che «si tratta di una porzione di territorio particolarmente fragile, dove alla discarica si assommano le emissioni delle industrie dalle vicine Porto Marghera e Fusina, compresa quella di benzene nell’area circostante la scuola primaria, con ovvia e conseguente preoccupazione dei genitori». Pertanto, conclude Erika Baldin, «sono e sarò la sentinella di queste zone, al fine di ottenere risposte rapide ed efficaci dalle istituzioni. Per addivenire alla preannunciata seconda fase, ovvero il capping permanente sopra il fosso, è necessario e urgente che le promesse opere di impermeabilizzazione vengano messe subito in cantiere e concluse in tempi ragionevoli ma celeri. Abitare nei pressi del vallone è una costante fonte di timori, per cui rinnovo l’invito ad ARPAV di continuare a tenere monitorata la natura delle acque, la qualità dell’aria e i parametri biometrici di persone e animali».

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IL GOVERNO MELONI SI APPRESTA A TRIVELLARE L’ADRIATICO. DALLA REGIONE E DAL COMUNE DI CHIOGGIA NESSUNA OPPOSIZIONE “DI FILIERA”. MIO ORDINE DEL GIORNO PER DIRE ANCORA NO

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Venezia, 25 luglio 2023 – L’annuncio che a settembre il governo Meloni promuoverà il decreto di attivazione delle trivelle petrolifere nel mare Adriatico incontra la netta contrarietà di Erika Baldin. La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale del Veneto commenta così le parole del ministro Pichetto: «Le destre vanno avanti imperterrite per la propria strada, nonostante sia stata bocciata dalla storia. Non tengono conto della contrarietà dei sindaci polesani, molti dei quali vestono i loro stessi colori. E nemmeno ascoltano il grido lanciato dai vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara, tra i pochi ad aver mobilitato gli esperti scientifici per mettere in guardia dal rischio di subsidenza».

In occasione dell’imminente dibattito relativo all’assestamento di bilancio, la consigliera presenterà un ordine del giorno per cercare ancora una volta di far esprimere l’assemblea contro questa evenienza «e la volontà del governo centrale di prevaricare i territori. Ricordo che lo scorso 18 aprile la maggioranza aveva bocciato la mia mozione, finalizzata a chiedere alla Giunta regionale di farsi portavoce con il governo della contrarietà al provvedimento. Vi è quindi una complicità veneta nelle decisione politiche “di filiera”, che dimostra come le destre quando sono all’opposizione affermano una cosa, quando governano praticano il suo contrario». Il riferimento è anche alla campagna referendaria del 2016, quando la Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia invitarono a votare per lo stop alle trivellazioni in tutto il territorio nazionale.

«Peraltro -continua Baldin- si tratta dell’ennesimo caso in cui le parole del presidente Zaia, che aveva dichiarato “pura follia” legittimare i nuovi interventi in mare e aveva impugnato il decreto Sblocca Italia, vengono passate in cavalleria dalla sua stessa maggioranza, la quale preferisce non disturbare il manovratore romano a scapito degli interessi della popolazione che dovrebbe rappresentare. Zaia appare ormai un leader senza più i suoi follower». L’esponente del M5S ne ha anche per l’amministrazione comunale di Chioggia, pure di centrodestra, «dalla quale mai si è levata una voce ufficiale né una delibera contro la scellerata decisione di trivellare l’Adriatico. Eppure le prime a pagarne le conseguenze geofisiche sarebbero proprio le città che vi si affacciano, con l’aumento del livello del mare e le conseguenti erosioni».

A monte dell’opposizione alle fonti fossili, come gli idrocarburi, sta anche la necessità di investire seriamente nelle fonti rinnovabili: «Non mi sfugge la portata dell’emergenza energetica -conclude Erika Baldin- ma osservo come le imprese del Nordest potrebbero risparmiare circa 362 milioni dall’adozione del Power Purchase Agreement, che agevola accordi per la fornitura di energia pulita a prezzi stabili nel tempo. Oltre a ridurre sensibilmente le emissioni di CO2, concausa di tanti eventi meteorologici nefasti dal punto di vista climatico. Quindi il vantaggio per chi smette di distruggere il mare in cerca del gas sarebbe tanto ecologico quanto economico: solo il centrodestra italiano e veneto continuano a non capirlo».

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NIENTE FONDI AGGIUNTIVI DEL GOVERNO MELONI PER LO SBARRAMENTO AL CUNEO SALINO SUL BRENTA: LA PRESUNTA “FILIERA” DELLA DESTRA FA ACQUA (SALATA) DA TUTTE LE PARTI

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Chioggia, 14 luglio 2023 – E anche per quest’anno, dello sbarramento contro il cuneo salino alla foce del Brenta se ne parla l’anno prossimo. Da Roma, infatti, arriva la notizia che il Ministero per l’Agricoltura non dispone dei 9.5 milioni aggiuntivi ai già 20 programmati per l’opera pubblica: la causa, dicono dal Consorzio di bonifica Adige Euganeo, sta nei rincari delle materie prime a seguito della guerra in Ucraina. Una spiegazione della quale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, dà anche una lettura politica.

«Comprendo la crescita dei prezzi e l’improvviso aumento del fabbisogno -argomenta la consigliera- e faccio mie le preoccupazioni del Consorzio, il quale osserva come ai progetti esecutivi e addirittura già in cantiere fa spesso sèguito lo stop per la penuria di risorse. Ma è un dato di fatto, ormai, che dal governo Meloni a Chioggia non arrivano più risorse e che chi guida la città non sa far valere efficacemente nessuno dei presunti buoni uffici con i propri contatti romani».

Baldin fa riferimento al recente diniego dei fondi della Protezione Civile nazionale per far fronte ai disagi sofferti dalla popolazione e dalle imprese durante le mareggiate del novembre 2022: «Anche un mese fa, alla documentata richiesta della cittadinanza e allo stato di emergenza decretato dalla Regione, il governo Meloni ha risposto picche. Eppure le destre devono capire che le cose sono cambiate: dopo che per anni, quando stavano all’opposizione, hanno invocato le colpe degli esecutivi centrali avversi, ora non hanno più alibi e devono assumersi le proprie responsabilità per risolvere i problemi dei territori».

La coordinatrice metropolitana del M5S ricorda che «il governo Conte II, ad esempio, ha bloccato l’entrata in funzione del deposito di gpl in Val da Rio, prendendo a cuore gli interessi della città. Lor signori, al contrario, dimostrano di non saper aiutare l’agricoltura né difendere l’ambiente, agendo contro il cuneo salino nel Brenta. È sempre più chiaro come Chioggia per la destra non conta niente, a Venezia come a Roma. E presto, mi auguro, lo comprenderanno anche coloro che l’hanno votata».

La speranza è che almeno il progetto riguardante analogo intervento alla foce dell’Adige, finanziato con 22 milioni lo scorso maggio, riesca ad andare in porto: «Siamo di nuovo prossimi all’ennesima, drammatica siccità -conclude Erika Baldin- dovuta ai cambiamenti climatici e all’azione umana. Serve ripristinare il normale ciclo dell’acqua di fiume, ed evitare che venga invasa dal mare, mettendo a rischio le colture. Ma evidentemente la “filiera” invocata dall’amministrazione di centrodestra non funziona, anzi fa acqua da tutte le parti: solo che è acqua salata, e fa pure male».

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PREVEDIBILE L’INVASIONE DELLA PORRACCHIA NEI CANALI DELLA RIVIERA DEL BRENTA. A DICEMBRE IL CONSIGLIO BOCCIÒ IL MIO EMENDAMENTO PER FINANZIARNE LA RIMOZIONE

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Venezia, 3 luglio 2023 – Un prato fiorito, in piena estate. L’immagine amena, tipica dei paesaggi collinari e montani, diventa fuori luogo se ad ospitare la fioritura sono i canali navigabili della Riviera del Brenta: sono gli effetti della Ludwigia hexapetala, più comunemente nota come porracchia, che da tempo ha messo radici nei fondali del Naviglio e del canale Novissimo, rendendoli in estate simili a lunghe distese erbacee e provocando la morte per anossia della fauna ittica fluviale.

«Non solo -nota Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- poiché ai danni per l’ambiente si aggiungono quelli che investono le attività economiche, le quali dal percorso del Brenta traggono sussistenza. Come, ad esempio, il trasporto di numerosi turisti attraverso i burchielli».

La consigliera riporta il grido di dolore delle amministrazioni locali: «Lo scorso anno -spiega Baldin- il Genio Civile aveva iniziato l’opera di eradicamento della pianta infestante nel canale Taglio, ma senza esiti sufficienti, data l’invasività della specie che da Oriago, Malcontenta e dalla conca di Moranzani si è diffusa anche nei territori dei Comuni limitrofi come Campagna Lupia».

Enti locali che hanno sempre meno risorse per intervenire in modo efficace: «Peccato -ricorda Baldin- che lo scorso dicembre, in sede di approvazione del bilancio regionale, la maggioranza di centrodestra che regge il Consiglio da circa trent’anni abbia bocciato il mio emendamento al disegno di legge collegato, che (qualora fosse stato approvato) avrebbe garantito fondi destinati proprio a estirpare la porracchia, venendo incontro alle richieste di amministratori e imprese».

Anche un altro emendamento utile al territorio rivierasco era stato respinto: «Si trattava -continua la coordinatrice metropolitana del M5S- di supportare il Comune di Mira nella gestione e manutenzione dei dieci ponti mobili, che attualmente grava solo sopra le casse della città veneziana. Un fardello insostenibile, in epoca di continui tagli ai bilanci civici». Eppure l’infrastruttura navigabile è pertinenza della Regione: «Ma essa si gira dall’altra parte quando si parla della Riviera. Io farò il contrario, continuando a occuparmene e facendomi interprete dei suoi bisogni. Ritenterò di ottenere questi finanziamenti anche nella prossima sessione di bilancio», conclude Erika Baldin.

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DISCARICA ABUSIVA A FOSSALTA DI PIAVE, LA REGIONE NON PUÒ FINANZIARE LO SMALTIMENTO E “SCARICA IL BARILE” ALLA LEGGE SPECIALE. MA L’INERZIA RENDE L’ACCADUTO POSSIBILE ANCORA

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Venezia, 13 giugno 2023 – Rifiuti abusivi stoccati in un capannone industriale a Fossalta di Piave, la Regione del Veneto “scarica il barile” alla Legge Speciale per Venezia e la laguna. È quanto emerge dalla risposta che l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha fornito all’interrogazione presentata lo scorso 20 dicembre da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle nell’assemblea di palazzo Ferro Fini. L’occasione era stata data dal ritrovamento della discarica -già sequestrata cinque anni fa nell’ambito dell’inchiesta Velenum- e dalle difficoltà per la locale amministrazione comunale di far fronte in autonomia alle spese per lo smaltimento, che ammontano a circa due milioni.

A nome della Giunta, l’assessore ha ricordato che la fattispecie dell’abbandono ricade sotto quanto previsto dall’articolo 192 del decreto legislativo 152/2006, relativo alla bonifica dei siti contaminati, e quindi non passibile di un finanziamento diretto da parte della Regione. «Prendo atto della risposta -commenta la consigliera Baldin- e mi riservo di leggerla attentamente, considerando che l’intervento in questione è necessario e dovrebbe esserlo per tutti gli attori istituzionali coinvolti. L’inerzia genera solo una cosa, ovvero la possibilità che il fatto si possa ripetere anche altrove, per via delle difficoltà degli enti locali a farsi carico delle bonifiche».

La coordinatrice metropolitana del M5S intende tenere la situazione sotto osservazione: «Dal momento che la Giunta ha coinvolto, tramite la Prefettura di Venezia, anche le autorità governative -conclude Erika Baldin- al fine di istituire fondi ad hoc nell’ambito del PNRR, finalizzati alla soluzione dei problemi derivati da illecito stoccaggio di rifiuti nel territorio, non resta che tenere accesi i riflettori attorno al tema e verificare che appunto da Roma arrivi l’adeguato sostegno all’amministrazione comunale. In futuro sarà sempre più necessaria la cooperazione tra Comuni, Regione e Ministeri al fine di determinare le procedure vocate ad agire tempestivamente per fermare ogni ecocidio, con stanziamenti certi».

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INCENERITORE ENI A MARGHERA, LA REGIONE ASPETTA LA V.I.A. MA INTANTO NON ORDINA I BIOMONITORAGGI NELLA POPOLAZIONE

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Venezia, 13 giugno 2023 – Inceneritore di ENI per i fanghi a Porto Marghera, la Regione del Veneto non prende posizione e demanda tutto alla valutazione d’impatto ambientale. È quanto emerge dalla risposta che l’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha espresso -a nome della giunta- nei confronti dell’interrogazione a risposta immediata che la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva avanzato il 18 gennaio scorso, relativa alla potenziale pericolosità dell’impianto per la salute della popolazione circostante.

«Anche dopo le integrazioni chieste dalla Regione e fornite dall’ENI -commenta la consigliera- tutto rimane appeso alla VIA, che dovrà anche constatare la vicinanza locativa del progetto al termovalorizzatore di Veritas, contro il quale da tempo si mobilitano i comitati di Fusina e dell’adiacente Riviera. Niente di nuovo rispetto a quanto già si conosce, comunque: ancora una volta dalla Regione arriva una risposta meramente burocratica, che non entra nel merito».

Baldin, in sede di replica, ha sollevato ancora una volta il tema dei biomonitoraggi da organizzare, con riguardo alla salute delle cittadine e dei cittadini residenti in zona: «Li chiediamo e attendiamo da anni, e non risulta siano ancora stati resi operativi. Peraltro è lo stesso management di ENI, fin dalla presentazione al pubblico lo scorso 3 aprile, a non negare che all’interno dell’impianto potrebbero venire bruciati anche fanghi contenenti PFAS, il che espone la cittadinanza ad ulteriori rischi per la propria incolumità, e i terreni coltivati ad ospitare prodotti non certo salubri».

Le 190mila tonnellate annue di fanghi da incenerire sono state oggetto, lunedì, di una seduta di commissione consiliare nel Comune di Venezia: «Mi trovano d’accordo -continua la coordinatrice metropolitana del M5S- le considerazioni espresse da Gianfranco Bettin, ovvero l’anacronistico ricorso alla combustione da parte di un’impresa che, pur avendo già superato il cracking e avviato la riconversione della raffineria, in questo caso non procede attraverso il riciclo dei rifiuti».

L’impianto di ENI, inoltre, sorgerebbe a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’agglomerato urbano di Malcontenta: «A tal proposito -conclude Erika Baldin- i media riportano le ultime rilevazioni di ARPAV (dal 17 febbraio al 12 aprile) riguardo il benzene nell’aria, con ben 44 sforamenti rispetto ai limiti, alcuni anche ingenti. Ricordo che nei pressi sorge una scuola primaria, e che le patologie respiratorie indotte da agenti inquinanti si manifestano con particolare violenza durante l’età evolutiva delle bambine e dei bambini».

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