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Inquinamento

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DISCARICA ABUSIVA A FOSSALTA DI PIAVE, LA REGIONE NON PUÒ FINANZIARE LO SMALTIMENTO E “SCARICA IL BARILE” ALLA LEGGE SPECIALE. MA L’INERZIA RENDE L’ACCADUTO POSSIBILE ANCORA

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Venezia, 13 giugno 2023 – Rifiuti abusivi stoccati in un capannone industriale a Fossalta di Piave, la Regione del Veneto “scarica il barile” alla Legge Speciale per Venezia e la laguna. È quanto emerge dalla risposta che l’assessore regionale all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha fornito all’interrogazione presentata lo scorso 20 dicembre da Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle nell’assemblea di palazzo Ferro Fini. L’occasione era stata data dal ritrovamento della discarica -già sequestrata cinque anni fa nell’ambito dell’inchiesta Velenum- e dalle difficoltà per la locale amministrazione comunale di far fronte in autonomia alle spese per lo smaltimento, che ammontano a circa due milioni.

A nome della Giunta, l’assessore ha ricordato che la fattispecie dell’abbandono ricade sotto quanto previsto dall’articolo 192 del decreto legislativo 152/2006, relativo alla bonifica dei siti contaminati, e quindi non passibile di un finanziamento diretto da parte della Regione. «Prendo atto della risposta -commenta la consigliera Baldin- e mi riservo di leggerla attentamente, considerando che l’intervento in questione è necessario e dovrebbe esserlo per tutti gli attori istituzionali coinvolti. L’inerzia genera solo una cosa, ovvero la possibilità che il fatto si possa ripetere anche altrove, per via delle difficoltà degli enti locali a farsi carico delle bonifiche».

La coordinatrice metropolitana del M5S intende tenere la situazione sotto osservazione: «Dal momento che la Giunta ha coinvolto, tramite la Prefettura di Venezia, anche le autorità governative -conclude Erika Baldin- al fine di istituire fondi ad hoc nell’ambito del PNRR, finalizzati alla soluzione dei problemi derivati da illecito stoccaggio di rifiuti nel territorio, non resta che tenere accesi i riflettori attorno al tema e verificare che appunto da Roma arrivi l’adeguato sostegno all’amministrazione comunale. In futuro sarà sempre più necessaria la cooperazione tra Comuni, Regione e Ministeri al fine di determinare le procedure vocate ad agire tempestivamente per fermare ogni ecocidio, con stanziamenti certi».

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INCENERITORE ENI A MARGHERA, LA REGIONE ASPETTA LA V.I.A. MA INTANTO NON ORDINA I BIOMONITORAGGI NELLA POPOLAZIONE

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Venezia, 13 giugno 2023 – Inceneritore di ENI per i fanghi a Porto Marghera, la Regione del Veneto non prende posizione e demanda tutto alla valutazione d’impatto ambientale. È quanto emerge dalla risposta che l’assessore all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, ha espresso -a nome della giunta- nei confronti dell’interrogazione a risposta immediata che la capogruppo del MoVimento 5 Stelle, Erika Baldin, aveva avanzato il 18 gennaio scorso, relativa alla potenziale pericolosità dell’impianto per la salute della popolazione circostante.

«Anche dopo le integrazioni chieste dalla Regione e fornite dall’ENI -commenta la consigliera- tutto rimane appeso alla VIA, che dovrà anche constatare la vicinanza locativa del progetto al termovalorizzatore di Veritas, contro il quale da tempo si mobilitano i comitati di Fusina e dell’adiacente Riviera. Niente di nuovo rispetto a quanto già si conosce, comunque: ancora una volta dalla Regione arriva una risposta meramente burocratica, che non entra nel merito».

Baldin, in sede di replica, ha sollevato ancora una volta il tema dei biomonitoraggi da organizzare, con riguardo alla salute delle cittadine e dei cittadini residenti in zona: «Li chiediamo e attendiamo da anni, e non risulta siano ancora stati resi operativi. Peraltro è lo stesso management di ENI, fin dalla presentazione al pubblico lo scorso 3 aprile, a non negare che all’interno dell’impianto potrebbero venire bruciati anche fanghi contenenti PFAS, il che espone la cittadinanza ad ulteriori rischi per la propria incolumità, e i terreni coltivati ad ospitare prodotti non certo salubri».

Le 190mila tonnellate annue di fanghi da incenerire sono state oggetto, lunedì, di una seduta di commissione consiliare nel Comune di Venezia: «Mi trovano d’accordo -continua la coordinatrice metropolitana del M5S- le considerazioni espresse da Gianfranco Bettin, ovvero l’anacronistico ricorso alla combustione da parte di un’impresa che, pur avendo già superato il cracking e avviato la riconversione della raffineria, in questo caso non procede attraverso il riciclo dei rifiuti».

L’impianto di ENI, inoltre, sorgerebbe a poche centinaia di metri in linea d’aria dall’agglomerato urbano di Malcontenta: «A tal proposito -conclude Erika Baldin- i media riportano le ultime rilevazioni di ARPAV (dal 17 febbraio al 12 aprile) riguardo il benzene nell’aria, con ben 44 sforamenti rispetto ai limiti, alcuni anche ingenti. Ricordo che nei pressi sorge una scuola primaria, e che le patologie respiratorie indotte da agenti inquinanti si manifestano con particolare violenza durante l’età evolutiva delle bambine e dei bambini».

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GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE: IL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO APPROVI LA MIA LEGGE ANTI PLASTICA, CHE PROMUOVE I PRODOTTI SFUSI E ALLA SPINA

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Venezia, 5 giugno 2023 – «Al Veneto serve una legge anti plastica, per ridurre la produzione di imballaggi sostenere la vendita di prodotti sfusi e alla spina. Il testo c’è già, l’ho depositato in Consiglio regionale il 23 luglio 2021 e il primo marzo di quest’anno l’ho illustrato in Terza Commissione. Ora però bisogna accelerare l’iter per l’approvazione». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, nella Giornata mondiale per l’Ambiente.

«Proprio oggi il WWF lancia l’allarme sui danni causati dalla plastica, l’unico materiale prodotto dall’uomo che si trova ovunque: nel suolo, nell’acqua, nel cibo e perfino nell’aria. Tanto che, dice il WWF, l’inquinamento da plastica in natura ha superato il “limite planetario”, oltre il quale non c’è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita. Nel nuovo report “Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”, il WWF mette in guardia i governi rispetto ai rischi per la salute umana connessi alla cattiva gestione della plastica. L’Italia si conferma tra i peggiori Paesi inquinatori dell’area del Mediterraneo, nonché il secondo più grande produttore di rifiuti plastici in Europa», sottolinea Baldin.

«Per questo io credo sia fondamentale estendere la raccolta differenziata della plastica e investire nell’economia circolare, agendo subito su riduzione, riuso e riciclo. Questa, tra l’altro, è la direzione indicata dall’Unione europea che ci chiede di chiudere progressivamente le discariche e ridurre il ricorso agli inceneritori: il contrario di quello che sta facendo il governo. Il Veneto, fino a due anni fa, non aveva nemmeno recepito gli obiettivi Ue in materia di rifiuti: è stato solo grazie ad un mio emendamento che sono stati inseriti nel Documento di Economia e Finanza Regionale. Auspico pertanto che la mia proposta di legge regionale per il sostegno alla vendita di prodotti sfusi e alla spina venga licenziata al più presto dalla Commissione e giunga in Aula per l’approvazione. Cosa stiamo aspettando? Ce lo spiega il WWF, che non ci resta ancora molto tempo», conclude Baldin.

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DIRETTIVA EUROPEA IN TEMA DI QUALITÀ DELL’ARIA, TENENDO QUESTA POSIZIONE LA REGIONE DEL VENETO PERDE UN’OCCASIONE PER ENTRARE NEL FUTURO

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Venezia, 26 maggio 2023 – «Un’occasione perduta per entrare nel futuro». È rammaricata Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, per la posizione assunta dal Veneto -assieme alla Lombardia e al Piemonte- in sede di revisione della direttiva europea in tema di qualità dell’aria, durante la seduta di mercoledì scorso a Bruxelles.
Com’è noto, il progetto della Commissione Europea per una nuova direttiva (ora in fase di acquisizione dei pareri) fissa limiti più stringenti rispetto all’attuale concentrazione di PM10 e polveri sottili, con attuazione progressiva a partire dal 2028 ed entrata a regime nel 2030: le tre grandi Regioni del nord Italia si oppongono, affermando di condividere gli obiettivi ma che l’eventuale approvazione non terrebbe conto della specificità dei territori.

La consigliera ironizza: «Torna la Padania… le tre Regioni, amministrate dalla destra per trent’anni, vogliono continuare così, sventolando minacce di chiusura delle imprese con le conseguenti ricadute occupazionali, pur di non convertirsi alla transizione ecologica, chiesta a più riprese dalla stessa Unione Europea quale condizione per fruire degli ingenti fondi del PNRR, conquistato all’Italia dal presidente Giuseppe Conte».

Secondo Baldin, è vero che c’è una specificità veneta: «Siamo la Regione dei PFAS, degli inceneritori tossici, delle tante discariche non autorizzate, del dissesto idrogeologico dovuto al cambiamento climatico indotto dalle attività umane -ricorda la coordinatrice metropolitana del M5S- e chi la amministra continua a rinviare la messa in discussione della propria mobilità, fondata sulla gomma anziché la rotaia, e sul primato del traffico automobilistico privato (anche nelle merci) anziché del trasporto pubblico locale. Rispetto alle altre autorità locali in Europa, si può dire che il Veneto prosegue in direzione ostinata e contraria».

Queste posizioni stridenti non sono sfuggite anche a una cinquantina di esponenti della scienza, della ricerca e della medicina, che hanno sottoscritto una lettera al governo Meloni per chiedere di fermare questi distinguo e di dare il via libera alla nuova direttiva: «Dobbiamo ascoltare questo appello -conclude Erika Baldin- perché non è il tempo del pragmatismo e della cautela, invocate dai rappresentanti regionali in sede UE. Pare quasi che la sindrome nimby, uscita dai territori, si riaffacci nelle istituzioni. Se il Veneto ha stanziato 900 milioni di euro negli anni per migliorare la qualità dell’aria, ora con queste posizioni ufficiali smentisce se stesso, definendo “irragionevoli e non percorribili” gli obiettivi continentali a differenza delle altre macroregioni, pur di continuare a non rivedere il proprio modello di sviluppo industriale e infrastrutturale».

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LIQUAMI E ACQUA ROSSA AL VALLONE MORANZANI DI MALCONTENTA, URGONO NUOVI RILIEVI DI ARPAV PER COMPRENDERE EVENTUALI CORRELAZIONI CON I LAVORI IN CORSO

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Venezia, 18 maggio 2023 – Via Moranzani a Malcontenta, odissea ambientale senza fine. Dopo il benzene nell’aria e il rischio di contaminazione alla natura che i progetti per nuovi inceneritori recano con sé, la novità del giorno riguarda l’acqua dei fossi, che secondo la popolazione locale diventa rossa per via dei liquami insinuatisi attraverso lo scavo del canale parallelo al lato nord: «I lavori in corso per realizzare le opere del famoso Vallone -osserva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale- finirebbero così per inquinare l’acqua necessaria alle irrigazioni degli orti circostanti, e quindi la salubrità degli ortaggi al consumo».

La consigliera conferma di essere in «costante contatto con i comitati civici e ambientalisti della zona, e di aver chiesto per tempo ad ARPAV continui monitoraggi dei fattori inquinanti, per comprendere quali siano le reali responsabilità». Non ultimo, l’affioramento di rifiuti probabilmente provenienti dalla vicina discarica «Lo scorso 8 maggio -ricorda la coordinatrice metropolitana del M5S- ho presentato un’interrogazione a risposta scritta alla Giunta veneta, per conoscere quali analisi siano state effettuate tra Malcontenta e Fusina, quali azioni intenda compiere per mettere in sicurezza il territorio e con quali tempi».

A fine aprile un sopralluogo di ARPAV assieme all’impresa escavatrice riconosceva la gravità della situazione: «Era solo questione di tempo -conclude Erika Baldin- affinché potesse succedere quanto paventato, essendo probabilmente compromesso il diaframma di isolamento della discarica soprastante. Le piogge cadute negli ultimi giorni hanno fatto il resto, favorendo la percolazione dallo strato superiore e il dilavamento delle sostanze inquinanti. Non c’è bisogno di ulteriori elementi per far scattare l’allerta e imporre a chi di dovere di intervenire con i controlli. La salute delle persone, degli animali e degli alimenti deve venire prima degli interessi economici e infrastrutturali».

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VALLONE MORANZANI A RISCHIO DI PERCOLAZIONE DEI RIFIUTI DALLA DISCARICA. QUALI ANALISI SONO STATE EFFETTUATE? QUALI MISURE PER PROTEGGERE LA SALUTE?

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Venezia, 8 maggio 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, ha depositato un’interrogazione a risposta scritta, indirizzata alla Giunta, volta a conoscere quali analisi siano state effettuate tra Malcontenta e Fusina, in corrispondenza di via Moranzani, dove nei giorni scorsi i comitati ambientalisti avevano lamentato l’affioramento di rifiuti, forse provenienti dalla vicina discarica.

«Chiedo alla Regione -afferma la consigliera- non solo quali azioni intenda compiere per mettere in sicurezza l’area, e con quali tempi. Ma anche quali misure saranno praticate nel breve e medio periodo a tutela della salute e dell’ambiente». La questione è stata sollevata nello specifico da organizzazioni quali Opzione Zero, Assemblea permanente contro il rischio chimico di Marghera e il comitato Salute e Ambiente di Malcontenta (già attivi a contrasto dell’installazione di nuovi inceneritori), che hanno presentato anche un esposto al Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri.

Il movente sono i lavori di scavo di un canale parallelo al lato nord di via Moranzani, lungo la strada provinciale 23: «Un video pubblicato online -prosegue Baldin- mostra il sopralluogo avvenuto a fine aprile, dove sia un tecnico dell’impresa che sta operando allo scavo del canale sia un tecnico di ARPAV riconoscono la potenziale gravità della situazione, alla quale intendono far fronte attraverso lavori di copertura dell’area».

Una zona, peraltro, già minacciata dalla presenza abnorme di benzene nell’aria, sia appunto del possibile insediamento di un nuovo essiccatore di fanghi da parte di ENI: «Evidentemente non bastavano queste circostanze -commenta ironica la coordinatrice metropolitana del M5S- per togliere ogni tranquillità a chi vive e lavora a contatto con il rischio chimico». Importante è soprattutto sventare l’ipotesi di percolazione: «Potrebbe accadere -conclude Erika Baldin- se il diaframma di isolamento della discarica è stato compromesso. Le analisi dovranno anche chiarire se sussista o meno il pericolo di dilavamento delle sostanze inquinanti, in conseguenza delle piogge come quelle cadute ultimamente e previste in imminenza».

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RIFIUTI PLASTICI NEI FIUMI, BENE IL PIANO RIVER EYE. MA IL MIO PROGETTO DI LEGGE, AFFINCHÉ LA REGIONE SOSTENGA CHI RACCOGLIE I RIFIUTI, ATTENDE DA ANNI

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Venezia, 28 aprile 2023 – «Bene il piano River Eye annunciato dall’assessore Bottacin, ma non basta». La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, interviene a proposito del progetto annunciato dall’assessore alla Protezione Civile e all’Ambiente, in merito al controllo da remoto dei rifiuti plastici flottanti nei fiumi Po, Piave, Bacchiglione e Canalbianco. «Si tratta sicuramente di una iniziativa interessante -commenta la consigliera- anche perché coinvolge una start up e un’associazione di volontariato. Il tema dei rifiuti plastici nell’ambiente è da sempre al centro della politica del MoVimento, che dove ha amministrato ha sempre emesso atti per contenerne la diffusione e accelerarne lo smaltimento, come l’ordinanza “plastic free” di Chioggia qualche anno fa».

Baldin ricorda di aver presentato, ancora nel 2021, un progetto di legge regionale (il numero 70), per modificare l’attuale legge 3/2000 -successivamente novellata- in materia di gestione dei rifiuti giacenti sulle spiagge e sulle rive dei corsi d’acqua: «Un disegno di legge che a distanza di quasi due anni deve ancora concludere il suo iter in 2^ Commissione -continua l’esponente del M5S- e mi auguro che presto sia reinserito in calendario, dal momento che sta attendendo dalla scorsa legislatura».  

Nelle intenzioni, il progetto di legge Baldin prosegue nel solco della legge nazionale Salvamare, promossa dall’ex ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, che ha permesso finalmente di equiparare i rifiuti accidentalmente pescati in mare a quelli delle navi, favorendone la raccolta e lo smaltimento da parte dei pescatori: «Lo strumento che ho pensato -conclude Erika Baldin- è un contributo della Regione a favore di soggetti pubblici o privati, a cadenza fissa e certa, ripartito annualmente in base a criteri precisi come la quantità di rifiuti raccolta nell’anno precedente, la lunghezza del litorale, la presenza di foci fluviali nel territorio comunale e la relativa portata. Questi interventi troverebbero copertura economica attraverso il risparmio di risorse impegnate per la pulizia dei corsi d’acqua e dei rifiuti spiaggiati, garantendo inoltre un miglioramento della qualità ambientale del territorio e conseguentemente una ricaduta positiva per il turismo della regione».

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IL CONSIGLIO REGIONALE VOTA SÌ ALLE TRIVELLAZIONI DI IDROCARBURI NELL’ALTO ADRIATICO: UNO SCHIAFFO A SINDACI E VESCOVI

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Venezia, 18 aprile 2023 – «Uno schiaffo ai sindaci del Polesine, e anche ai vescovi che la scorsa settimana hanno promosso un incontro di alto livello scientifico per confermare tutta l’apprensione che deriva dallo sblocco delle trivellazioni nell’alto Adriatico». Non usa mezzi termini Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, per commentare la bocciatura in aula della sua mozione che -ove approvata- avrebbe impegnato la Regione a farsi portavoce con il governo Meloni della contrarietà al provvedimento.



Prosegue la consigliera: «La maggioranza ha preferito andare ancora una volta contro gli interessi ambientali ed economici della popolazione locale, pur di accodarsi alla posizione del proprio governo centrale “di filiera”. Eppure lo stesso presidente Zaia aveva dichiarato pubblicamente ai media che “dare legittimazione alle trivellazioni in mare è pura follia”, e aveva impugnato il decreto Sblocca Italia in tal senso». E nel 2016 -ricorda Baldin- «Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia invitarono a votare sì al referendum per fermarle in tutto il territorio nazionale. Si vede che nel centrodestra le posizioni politiche cambiano a differenza di dove ci si siede, se al governo o all’opposizione».



L’emergenza energetica non sfugge alla coordinatrice metropolitana del M5S: «Ma bisogna investire seriamente nelle fonti rinnovabili -conclude Erika Baldin- anziché aumentare l’inquinamento da sostanze fossili come gli idrocarburi, che tra l’altro causano ulteriore subsidenza lungo i litorali coinvolti. I consigli comunali del Polesine, di ogni colore politico, hanno deliberato contro questa prospettiva, e le tre Diocesi hanno fatto ciò che dovrebbero fare le istituzioni, ovvero fornire contributi scientifici nel dibattito pubblico. Solo a palazzo Ferro Fini non giunge l’eco di quel che succede nella società veneta».

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TRIVELLAZIONI: I VESCOVI SI INTERROGANO, IL SINDACO DI CHIOGGIA TACE PER COMPIACERE IL GOVERNO AMICO. MARTEDÌ IN CONSIGLIO REGIONALE LA MIA MOZIONE PER DIRE NO: LA MAGGIORANZA SEGUIRÀ LE PAROLE DI ZAIA?

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Venezia, 13 aprile 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, Erika Baldin, plaude all’iniziativa che i vescovi di Chioggia, Rovigo e Ferrara hanno organizzato a Porto Viro in materia di trivellazioni di idrocarburi nel mare Adriatico. «Davvero un incontro di spessore -commenta la consigliera- con oratori qualificati e di alto livello, in grado di allargare l’interesse all’intero Delta del Po e alle propaggini meridionali della Laguna veneziana».


Baldin, tuttavia, non può fare a meno di notare che «mentre le Diocesi dei territori coinvolti si esprimono, e lo stesso hanno fatto i Comuni polesani, non si è mai ascoltata in proposito la voce del sindaco di Chioggia. Del resto, Armelao non ha mai difeso il proprio territorio dalle politiche di un governo amico, evocando anzi il fantomatico ricorso alla “filiera” per accelerare le decisioni proficue, di cui peraltro non vi è alcuna traccia. Quale posizione ha preso l’amministrazione comunale di Chioggia in merito alle trivellazioni? Nessuna! Così come niente sta facendo per smantellare il deposito di gpl in Val da Rio».

L’esponente del M5S ricorda che martedì prossimo, nella seduta del Consiglio regionale, verrà discussa la mozione n.374, che la stessa Erika Baldin ha avanzato da prima firmataria lo scorso 7 novembre: «Nell’atto -conclude- chiedo che la Giunta tuteli il Veneto e dica no allo sblocco di questa procedura, la quale avrà per effetto l’incremento della subsidenza lungo i litorali.

Non sono le energie fossili e inquinanti la risposta alla crisi attuale, bensì un poderoso investimento nelle fonti rinnovabili. In aula vedremo se le dichiarazioni del presidente Zaia, contrarie alle trivellazioni e riportate dai media, troveranno seguito nel voto della maggioranza. O se questa preferirà seguire gli input del governo Meloni (già impugnati avanti la Corte Costituzionale), contro gli interessi ambientali ed economici della popolazione locale».

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ERACLEA, MAXI VILLAGGIO TURISTICO ALLE SOGLIE DELLA LAGUNA DEL MORT. LA REGIONE EVITI LA POSSIBILE SPECULAZIONE EDILIZIA E LO SCEMPIO AMBIENTALE

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Venezia, 31 marzo 2023 – La capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale di Venezia, Erika Baldin, ha annunciato la presentazione di un’interrogazione a risposta scritta nei confronti della Giunta veneta, che sarà chiamata a dare il proprio parere riguardo l’intervento urbanistico previsto ad Eraclea, attorno alla laguna del Mort.
Il progetto di Human Company è infatti giunto alla fase autorizzativa, che chiama in causa proprio l’ente di palazzo Balbi: «Si tratta di una zona classificata SIC, ovvero sito di importanza comunitaria, e ZPS, quindi a protezione speciale per la fauna e la flora che vi dimorano», rileva la consigliera. Pertanto molto delicata, con ripercussioni anche per la pineta e la spiaggia naturale, come ha fatto notare anche il portavoce di Jesolo in MoVimento, Antonio Lunardelli.

«Un villaggio turistico da 14mila presenze giornaliere -continua Baldin- significa un numero maggiore alla popolazione stanziale. Già queste cifre danno la dimensione del fenomeno, che rischia di configurarsi come uno scempio ambientale e urbanistico. Chiamo quindi in causa la Regione affinché prevenga questa speculazione edilizia e rispetti l’importante classificazione europea dell’area di Valle Ossi».

Anche la viabilità verrebbe stravolta, portando ad Eraclea le file di auto che caratterizzano altre località del litorale: «Da verificare anche -osserva l’esponente del M5S- quale status avrà appunto la spiaggia, se sarà ancora ad accesso libero oppure no». Nonostante ciò, l’imponente opera pare davvero a un passo: «Mi appello quindi alla sensibilità della Giunta regionale -conclude Erika Baldin- per scongiurare un possibile ecomostro, del quale una città finita sotto i riflettori delle cronache giudiziarie non ha certo bisogno per qualificare nella sostenibilità il proprio status turistico».

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