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CONSIGLIO DEI MINISTRI SHOCK, ALTRO CHE AUTONOMIA: TRA LA STABILITÀ VENETA IMPUGNATA E LO STOP AL SUPERBONUS, GLI ALLEATI DI ZAIA AL GOVERNO AFFOSSANO IL VENETO

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Venezia, 17 febbraio 2022 – «Non invidio il ministro Calderoli che nel teatrino della Lega sull’autonomia si trova costretto a recitare due parti in commedia: contemporaneamente autonomista e centralista, un giorno porta in Consiglio dei ministri il Ddl Autonomia e il giorno dopo propone l’impugnazione della Legge di Stabilità del Veneto. Perché, nel teatrino della Lega, Roma è sempre cattiva, anche quando al governo ci sono loro: in questo modo però l’autonomia non si realizzerà mai». Così Erika Baldin, capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle e da ieri coordinatrice provinciale di Venezia dei pentastellati. «I leghisti si mettano d’accordo con loro stessi! Il partito di Salvini è ormai allo sbando, lacerato da conflitti e veleni che esplodono ogni giorno nei congressi locali. Addirittura, come nel caso di Belluno, con esposti alla magistratura», aggiunge Baldin.

«É paradossale, poi, che la Lega non utilizzi l’autonomia dove già c’è. Ricordo che nella manovra di bilancio Zaia ha scelto per il tredicesimo anno di fila di non utilizzare gli spazi di autonomia già esistenti in materia di tributi. Noi avevamo proposto di ritoccare l’addizionale Irpef sui redditi più alti, con un gettito da 100 milioni di euro per finanziare il settore sociale e sostenere i cittadini veneti in difficoltà: Zaia e la sua maggioranza si sono opposti, pur riconoscendo il problema», dichiara la consigliera regionale.

«Oltre alla stangata alla Legge di stabilità veneta, ieri dal Consiglio dei Ministri arriva un’altra botta alla nostra regione: la decisione di affossare completamente il Superbonus, vietando agli enti locali e alle regioni di acquistare i crediti. L’intervento di enti locali e regioni nel mercato dei crediti fiscali era la soluzione che il MoVimento 5 Stelle aveva indicato nelle scorse settimane, con progetti di legge e mozioni in tutte le regioni. Dopo l’esempio della Provincia di Treviso, primo ente locale ad applicarsi in tal senso, alcune Regioni si erano già mosse in questa direzione, come Sardegna e Piemonte, e la Giunta veneta aveva avviato delle valutazioni. Lo stop deciso ieri dal Consiglio dei Ministri è un colpo mortale al cuore del settore economico che ha trainato alla ripresa post-Covid. Un errore per il quale Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia dovranno rispondere a lavoratori, imprenditori e famiglie», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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IL SUPERBONUS DI CONTE MANDA LA DESTRA NEL PALLONE: LA MELONI LO “ROMPE” E LASCIA I COCCI ALLA REGIONE

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Venezia, 9 febbraio 2023 – «Finalmente la Lega veneta ammette che il Superbonus 110%, voluto e ideato dal MoVimento 5 Stelle e realizzato da Giuseppe Conte, ha rappresentato la locomotiva della ripresa post-Covid. Lo fa per bocca dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, che invoca un “intervento straordinario” per sbloccare il mercato. E lo conferma l’annuncio dell’assessore al Bilancio, secondo il quale la Regione si sta adoperando per comprare i crediti: è esattamente la direzione indicata dal MoVimento 5 Stelle, che in tutte le regioni sta promuovendo un’iniziativa che punta all’intervento diretto degli enti locali nel mercato dei crediti. Peccato che tutta questa attenzione da parte della destra veneta venga rivolta al Superbonus solo dopo che il governo Meloni, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, ha minato le fondamenta di questa misura straordinaria che in Veneto vale 6 miliardi di euro di investimento». Così la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, che dopo le dichiarazioni degli assessori regionali al Bilancio e allo Sviluppo Economico auspica «l’approvazione all’unanimità della mia mozione per impegnare la Regione a sostenere la circolazione dei crediti fiscali, come già stanno facendo altre regioni».

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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INCARICHI LEGALI ALL’AVVOCATO FABIO PINELLI: ZAIA RISPONDA

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Venezia, 3 febbraio 2023 – «Come mai Azienda Zero non ha attivato fin da subito un ufficio legale interno e si è affidata per anni a professionisti esterni con incarichi di consulenze per decine di migliaia di euro? E quali verifiche sono state effettuate sulla regolarità di questi incarichi?». Queste le domande sullo sfondo dell’interrogazione presentata oggi dalle consigliere regionali Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, e Cristina Guarda, capogruppo di Europa Verde. Nello specifico, Baldin e Guarda si rivolgono all’assessora regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, «per sapere quali verifiche di regolarità sono state effettuate rispetto agli incarichi professionali attributi a soggetti esterni con riferimento all’emergenza covid-19».

Nella passata legislatura, il 23 aprile 2020, era già stata depositata un’interrogazione sul tema da parte del consigliere regionale Piero Ruzzante, oltre che della stessa Guarda. «All’epoca, si chiedeva alla Giunta se avesse verificato la correttezza dell’incarico attribuito all’avvocato Fabio Pinelli dal direttore generale di Azienda Zero con Deliberazione n. 195 del 9 aprile 2020. Si trattava del famoso incarico per valutare il “percorso di sanità pubblica” in relazione all’emergenza Covid, insomma la gestione della pandemia. Come mai all’epoca si scelse proprio Pinelli, un avvocato penalista? E perché un incarico esterno, considerato che nel provvedimento non si faceva cenno all’impossibilità di far fronte alle necessità dell’amministrazione con proprio personale interno? La Giunta Zaia non ha mai risposto all’interrogazione dell’aprile 2020», dichiarano le consigliere regionali.

«Chiediamo di nuovo alla Giunta di esprimersi sulla correttezza di quelle delibere, specie dopo le notizie sconcertanti diffuse oggi dal Fatto Quotidiano proprio in merito agli incarichi attribuiti da Azienda Zero a Pinelli. In questo contesto risulta inquietante l’intercettazione di Mantoan che attribuirebbe la scelta dell’avvocato direttamente a Zaia, nonostante la circostanza sia smentita dall’ufficio stampa della Regione», concludono Baldin e Guarda.

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Comunicati stampa

FONDO SOCIALE, OTTENUTI 140MILA EURO NELLA MANOVRA

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Venezia, 16 dicembre 2022 – La consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini esprime «grande soddisfazione per i 140 mila euro di incremento al Fondo regionale per le politiche sociali, ottenuti per l’anno 2023 grazie alla battaglia emendativa portata avanti assieme alle altre forze politiche dell’opposizione». I fondi, spiega Baldin, «serviranno a finanziare in special modo attività e progetti in materia di disabilità, autismo, salute mentale e lotta contro il cancro».

«Bocciati, invece, le mie proposte contenute negli ordini del giorno presentati al bilancio di previsione», dichiara Baldin. «La maggioranza ha votato contro l’impegno a costituire una scuola di formazione permanente per la Polizia locale in Veneto, come quella che già opera in Lombardia, oppure ad aderire a un Centro interregionale di formazione, come quello che esiste tra Toscana, Emilia-Romagna e Liguria. Niente da fare anche per la mia richiesta, rivolta alla Giunta Zaia, di intervenire sugli strumenti finanziari derivati, i due “collar” sottoscritti con le banche nei primi anni Duemila dalla Regione che, secondo la Corte dei Conti, hanno generato “flussi differenziali negativi di notevole ammontare” causando esborsi milionari che gravano sul bilancio della regione: perché il Veneto non segue l’esempio di molti enti locali, che sono riusciti a liberarsi del macigno dei derivati registrando già alcune sentenze favorevoli?», chiede la consigliera regionale.

«La maggioranza ha detto “no” anche a due ordini del giorno legati al territorio che rappresento, bocciando la richiesta di potenziare i collegamenti infrastrutturali tra Chioggia e il resto della Regione, sia a livello ferroviario che stradale. Respinto, infine, l’impegno a favore dei 200 lavoratori dell’hotel Bauer di Venezia sottoposti a una procedura di licenziamento collettivo che rischia, tra l’altro, di stabilire un pericoloso precedente per procedure di licenziamento collettivo in caso di ristrutturazione di immobili: davvero inspiegabile che la maggioranza abbia voltato le spalle a questi lavoratori e alle loro famiglie», conclude Baldin.

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