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DOCUMENTO DI ECONOMIA E FINANZA REGIONALE, IMPOSSIBILE PROGRAMMARE SENZA RISORSE: ZAIA SEGUA L’ESEMPIO DEI SINDACI E INTERVENGA SULL’IRPEF

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Venezia, 28 novembre 2023 – «Zaia anche quest’anno rinuncia a utilizzare la finanza pubblica per dare risposte alle famiglie e alle imprese in difficoltà. Il dato oggettivo è quello di un bilancio regionale senza risorse, ancor più dopo i tagli del governo Meloni che hanno sottratto ulteriori 28 milioni di euro al Veneto». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, a margine della discussione sul Documento di Economia e Finanza Regionale 2024-26. «Discussione alla quale, in ogni caso, partecipiamo con senso di responsabilità, senza rinunciare a offrire una visione alternativa con le proposte contenute nella nostra manovra emendativa», aggiunge Baldin, che ha depositato 65 emendamenti alla Nota di Aggiornamento al DEFR.

Nel suo intervento in discussione generale, la consigliera si è anzitutto soffermata su «un dato economico incontestabile, messo nero su bianco dalla Giunta Zaia nella Nota di Aggiornamento al DEFR, è che la scelta del governo di cancellare il Superbonus ha arrecato un grave danno al Veneto: “il settore regionale delle costruzioni paga con maggiore intensità il clima d’incertezza creato dalla modifica in corsa delle regole sui bonus edilizi (-1,4% a fronte del +0,1% a livello nazionale) che ha determinato il blocco dei crediti fiscali”. Nel triennio 2019-2022 l’attività che aveva manifestato la crescita più intensa era stata proprio quella edile, con un formidabile +25%, grazie al Superbonus del governo Conte».

Poi le proposte. «Le priorità del MoVimento 5 Stelle sono chiare: fermare la strage nei luoghi di lavoro, rispettando anzitutto gli impegni contenuti nel Patto regionale per la sicurezza firmato con i sindacati. Il primo pacchetto di emendamenti è dedicato proprio al rafforzamento dell’organico relativo agli ispettori Spisal nelle Ulss venete», spiega la consigliera regionale. «Occorre aumentare i controlli, ma il tema della sicurezza è connesso anche a quello del precariato e del lavoro povero. Con altri emendamenti ho posto nuovamente la questione del salario minimo legale, che in Veneto porterebbe un beneficio immediato a quasi mezzo milione di lavoratori», ricorda Baldin.

«Il sostegno ai centri antiviolenza non può essere ridotto a uno spot, lo diciamo con rabbia: serve un investimento strutturale da parte della Regione e vanno sostenute delle campagne di educazione all’affettività rivolta in particolare alle giovani generazioni. Un altro pacchetto di emendamenti riguarda il diritto allo studio, qui la questione è molto semplice: la Regione deve pagare le borse di studio. Il Veneto è la regione italiana con il maggior numero di idonei non beneficiari, lo scorso anno erano più della metà del totale nazionale: una vergogna. Zaia va in tv a dire che sta dalla parte dei giovani, lo dimostri con i fatti e con le risorse», dichiara la consigliera regionale.

«Le altre questioni fondamentali sulle quali la Regione può fare la differenza, compiendo le proprie scelte di programmazione: stop consumo di suolo, sicurezza stradale, salute mentale, contrasto alla povertà e sostegno alla legalità con misure per ridurre la circolazione del contante. Con quali risorse realizzare tutto questo? Chiediamo alla maggioranza di rimpolpare il bilancio regionale tramite l’addizionale Irpef, come stanno facendo molti Comuni, tra i quali Treviso governato dalla Lega. La nostra proposta, però, è di tassare soltanto i redditi più elevati, in modo da redistribuire quelle risorse ai redditi medio-bassi tramite i servizi finanziati dalla regione», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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MANOVRA ECONOMICA, IL GOVERNO MELONI AFFOSSA IL FEDERALISMO: I TAGLI AGLI ENTI LOCALI SVUOTANO L’AUTONOMIA DI ZAIA

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Venezia, 25 ottobre 2023 – «Altro che autonomia, la destra al governo taglia tutto: compresi i trasferimenti agli enti locali. Tagli che comporteranno inevitabilmente un’ulteriore riduzione dei servizi erogati da Comuni e Regioni, come la sanità e il sociale. Una Regione come il Veneto, governata da quella stessa destra che qui predica autonomia e a Roma sa solo tagliare risorse al territorio, non può accettare un simile voltafaccia: per questo ho presentato una risoluzione in Consiglio regionale, affinché i rappresentanti del popolo veneto possano esprimersi compattamente in modo chiaro e franco contro le scelte del governo Meloni, che penalizzano i cittadini veneti così come quelli delle altre regioni». Lo dichiara la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, dopo aver depositato la risoluzione “Manovra di Bilancio statale, a rischio I finanziamenti a Regioni ed enti locali. Il Consiglio regionale del Veneto stigmatizza un simile scenario che metterebbe fine a qualsiasi discussione sul federalismo”.

«Il Veneto, tra l’altro, dipende dai trasferimenti statali molto più delle altre regioni: la scelta di Zaia di rinunciare all’addizionale Irpef sui redditi più alti, infatti, priva il bilancio regionale delle risorse di quel famoso “federalismo fiscale” che già esiste. La quota di risorse libere, disponibili per le politiche regionali, si assottiglia di anno in anno. Il risultato è che a pochissime persone abbienti restano in tasca più soldi, mentre i servizi destinati alle famiglie venete si sono sempre più contratti. Basti pensare a quel che sta succedendo in sanità, con il pubblico che si arrabatta come può mentre le cliniche private spuntano come funghi», osserva Baldin.

«Ora, i tagli prospettati nella manovra di bilancio del governo Meloni rischiano di aggravare la situazione. Non credo si possa rimanere in silenzio di fronte al furto di 15 o 20 milioni di euro, perciò invito tutti i colleghi a condividere la mia proposta. Se la maggioranza di Zaia mostrerà un minimo di coerenza, sono certa che la risoluzione verrà approvata all’unanimità», conclude Baldin.

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IL VENETO È FANALINO DI CODA PER IL DIRITTO ALLO STUDIO: SIAMO DI FRONTE AL PIÙ GRANDE FALLIMENTO POLITICO DI ZAIA

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Venezia, 27 settembre 2023 – «Studiare in Veneto diventa sempre più un privilegio per pochi: se gli studenti vengono ancora qui è solo grazie al prestigio dei nostri atenei, non certo per la qualità del diritto allo studio che vede la Regione all’ultimo posto nella classifica nazionale». Così Erika Baldin, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle e capogruppo a Palazzo Ferro Fini, che ricorda: «di recente, la maggioranza di Zaia ha bocciato una mia mozione che chiedeva alla Regione di finanziare gli ESU, le aziende regionali per il diritto allo studio che dovrebbero occuparsi della residenzialità universitaria. Dovrebbero, appunto, ma non riescono a soddisfare le necessità degli studenti: da anni i trasferimenti regionali sono al palo e gli ESU non possono investire per realizzare nuovi studentati o gli altri servizi necessari, come ad esempio le mense. Nel frattempo, il governo Meloni ha azzerato il fondo affitti che in Veneto valeva 22 milioni di euro».

«Proprio oggi l’Unione degli Universitari è scesa in piazza a Venezia, come in tante altre città italiane, per esprimere il proprio dissenso contro il caro studi e l’emergenza abitativa. “Vogliamo un futuro qui”, questo chiedono gli studenti. E non è un caso che puntino il dito nei confronti della Regione», sottolinea Baldin, «perché i dati sulle borse di studio parlano chiaro: il 65% degli idonei non beneficiari è in Veneto, 3.247 studenti su un totale di 4.947 a livello nazionale. É la fotografia di una Regione che non investe nel diritto allo studio e che sceglie di non essere attrattiva per i giovani: questo, più di altri, è il vero fallimento politico dei tre mandati di Zaia e dei quattro di Donazzan», conclude la consigliera regionale.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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FONDO AFFITTI AZZERATO, IL PARADOSSO: ZAIA INFORMA I COMUNI, MA NON VUOLE CHIEDERE NUOVE RISORSE AL GOVERNO

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Venezia, 19 settembre 2023 – «Il fondo affitti e il fondo per le morosità incolpevoli vengono azzerati dal governo Meloni, e la Regione cosa fa? Si limita ad informare con una circolare i Comuni veneti. Come se gli amministratori locali non fossero già a conoscenza del problema». Così Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle in Consiglio regionale, che il 29 marzo scorso aveva presentato una mozione per chiedere alla Regione di attivarsi presso il governo per ottenere il rifinanziamento dei due fondi.

«Martedì scorso, quando la mozione finalmente è approdata in Aula, la maggioranza di Zaia ha votato contro e l’ha bocciata: evidentemente è più importante difendere l’operato del governo Meloni che tutelare le famiglie venete in difficoltà», dichiara Baldin. «Qualche giorno dopo, la Regione ha predisposto una circolare per informare i Comuni che non potranno contare su quei fondi: non so se si tratti di una coincidenza o meno, ma di certo siamo di fronte ad un paradosso. Invece di chiedere al governo di rifinanziare il fondo affitti, come avevo proposto con la mia mozione, Zaia se ne lava le mani e scrive ai Comuni che non ci sono le risorse. Che però non ci sono proprio perché sono state tagliate dal suo governo!», aggiunge la consigliera regionale, che nella mozione chiedeva alla Regione di attivarsi anche a sostegno degli studenti che protestano contro il caro affitti e delle famiglie colpite dall’aumento delle rate dei mutui.

«Ricordo che durante il governo Conte I, quello sostenuto dal Movimento 5 stelle e dalla Lega, il fondo affitti poteva contare su 10 milioni di euro. Nel 2020, con il governo giallorosso (il Conte II), il fondo è stato aumentato a 200 milioni di euro e poi a 210 milioni nel 2021. Draghi è arrivato a finanziarlo fino a 330 milioni di euro, poi è arrivata Meloni e ha azzerato tutto. Il fondo per le morosità incolpevoli, invece, era arrivato a 50 milioni di euro nel 2021 con Conte, poi è stato azzerato da Draghi nel 2022 e Meloni ha confermato questo azzeramento. Insomma, non mi si venga a dire che non ci sono le risorse: se il governo Conte è stato in grado di reperirle in piena pandemia, vuol dire che si possono trovare anche oggi. Quel che manca è la volontà politica e la bocciatura della mia mozione da parte del Centrodestra lo dimostra», conclude Baldin.

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LA MANCATA APPLICAZIONE DELL’ADDIZIONALE REGIONALE IRPEF PRIVA I MENO ABBIENTI DI RISORSE NECESSARIE PER LA SANITÀ, LE POLITICHE SOCIALI E LA PUBBLICA ISTRUZIONE

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Venezia, 16 agosto 2023 – «Niente addizionale IRPEF? Allora niente nuove case per gli studenti, niente assunzioni nei distretti sanitari scoperti, niente allargamento della copertura per i centri estivi, minori opportunità destinate a chi sta peggio». Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Consiglio regionale, commenta categoricamente la decisione della Giunta veneta di non applicare l’addizionale nemmeno nel 2024: «Zaia dice che lascerà nelle tasche delle cittadine e dei cittadini un miliardo e 179 milioni di euro – prosegue la consigliera – ma la verità è li ha lasciati solo nelle tasche dei più ricchi, perché senza quelle risorse le fasce di reddito medio-basso dovranno spendere di più per la propria salute, per l’istruzione, per una terza età dignitosa nei luoghi familiari alla persona anziana».

Già durante la scorsa sessione di bilancio, nel dicembre 2022, Baldin aveva promosso un emendamento atto a introdurre anche in Veneto l’addizionale regionale all’IRPEF, che avrebbe gravato sopra i redditi di almeno 50mila euro annui: «Con questo gettito extra -ricorda l’esponente del M5S- sarebbe stato possibile, ad esempio, risalire le classifiche nazionali che ci vedono ultimi al nord per numero di asili nido e per investimenti pro capite nella sanità pubblica. La Regione spende solo il 2.8% del prodotto interno lordo in questi settori fondamentali, eppure alla maggioranza di destra pare andare bene così, continuando a privatizzare i servizi e a renderli sempre meno disponibili a livello universale, per tutta la popolazione, anche nelle zone periferiche del territorio».

Conclude Erika Baldin: «Sono trent’anni che ascoltiamo da parte della Lega sempre la stessa solfa, ovvero “le troppe tasse impediscono di creare occupazione”. Ma nella realtà questo principio spesso (e purtroppo volentieri) si è tradotto nelle delocalizzazioni, nei licenziamenti, negli ammortizzatori sociali a carico della collettività. E nel frattempo chiudono presìdi ospedalieri, un numero elevato di donne è costretto a non lavorare per l’assenza di supporti alla maternità, il welfare sbilanciato verso le età avanzate non intercetta né tantomeno soddisfa le nuove povertà. Ancora una volta chi amministra la Regione non ascolta la richiesta di protezione sociale, che emerge omogenea e urgente».

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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RENDICONTO REGIONALE, ALTRI 6 MILIONI “FUMATI” DALLA FINANZA CREATIVA. E IN VENETO AUMENTANO I RITARDI NEI PAGAMENTI DELL’ENTE ALLE IMPRESE

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Venezia, 19 luglio 2023 – «La maggioranza di Zaia ha bocciato in Consiglio regionale i miei ordini del giorno al Rendiconto 2022, con i quali chiedevo alla Regione di affrontare le problematiche relative agli strumenti finanziari derivati e ai ritardi nei pagamenti alle imprese». Ne dà notizia Erika Baldin, presidente del gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle, all’indomani della seduta dell’assemblea legislativa veneta che ha visto la bocciatura dei due atti di indirizzo politico.

«La prima questione, quella dei derivati, si trascina da anni. Nel 2022, altri 5 milioni e 954 mila euro sono stati sottratti al bilancio regionale, poiché assorbiti dalla spesa per interesse relativa ai collar sottoscritti dalla Regione tra il 2003 e il 2005: gli anni d’oro della “finanza creativa” dell’ex ministro delle Finanze Giulio Tremonti, che invitava gli enti locali a investire in prodotti finanziari», spiega Baldin. «Con il mio ordine del giorno, avevo proposto alla Regione di attivare un’interlocuzione con il governo per modificare l’attuale disciplina, palesemente sbilanciata in favore del sistema bancario, in modo da permettere alla Regione di rinegoziare i derivati. In questo modo si risparmierebbero somme per incrementare i fondi a favore del welfare regionale», aggiunge la consigliera regionale.

«Il secondo punto riguarda invece l’importo dei pagamenti effettuati dalla Regione dopo la scadenza dei termini contrattuali: un importo che dal 2018 al 2021 era sceso dai 55 milioni e 94 mila euro a 14 milioni e 432 mila euro, per poi schizzare a 21 milioni e 992 mila euro nel 2022: una repentina inversione di tendenza, con un incremento del 52%, assolutamente inaccettabile nell’attuale congiuntura economica. Famiglie e imprese sono travolte dall’inflazione, la Regione dovrebbe sostenere il sistema economico garantendo la puntualità dei pagamenti! Anche questo secondo ordine del giorno, tuttavia, è stato bocciato dalla maggioranza di Zaia. Spiace constatare che la Regione preferisca continuare a regalare milioni di euro alle banche e, al tempo stesso, dimostri poca attenzione verso le imprese del territorio», conclude Baldin.

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VENETO FUORI DAL “PODIO” DELLE MIGLIORI REGIONI PER L’ASSISTENZA SANITARIA, C’ENTRANO ANCHE LA PRIVATIZZAZIONE STRISCIANTE E LE LISTE D’ATTESA

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Venezia, 6 giugno 2023 – Bene, ma non benissimo. Il report del Ministero della Salute, relativo al nuovo sistema di garanzia per l’anno 2021, conferma che il Veneto è fuori dalle tre miglior Regioni o Province autonome italiane, per quanto riguarda i livelli essenziali di assistenza sanitaria: «Già all’inizio dell’anno in corso -osserva Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a palazzo Ferro Fini- la Regione era scivolata ai piedi del podio, in merito ai dati del 2020. Ora, spostando il focus avanti di un anno, l’esito non cambia. E non può essere solo “colpa” del Covid, se altre realtà territoriali hanno reagito meglio e si sono appoggiate a una rete solidale preesistente».

Va ricordato, tuttavia, che 14 Regioni italiane su 21 -Trento e Bolzano sono due Province autonome- hanno superato brillantemente il limite minimale di adempienza, fissato a quota 60: tra esse anche il Veneto, attestato a una media di 88.3 punti, ottenuta confrontando l’area della prevenzione (in miglioramento, da 80.7 punti a 84.6), quella dell’assistenza distrettuale (peggiora da 98.4 a 95.6) e dell’assistenza ospedaliera, la quale è progredita da 79.7 a 84.8 punti. Se fino al 2019 la graduatoria effettivamente stilata dal Ministero attribuiva alle battistrada il ruolo di Regioni “benchmark” alle cui buone pratiche ispirarsi, nell’incombenza della pandemia la rilevazione è stata sostituita da 22 indicatori non valutativi nelle tre macroaree, che attribuiscono tre punteggi differenti per ogni Regione.

«Eppure -commenta la consigliera regionale- queste cifre non sono asettiche, e dicono che, pur essendo abbondantemente sopra la sufficienza, c’è chi in Italia sta facendo meglio di noi. Come Emilia Romagna (media 93.7) e Toscana (media 91.5), dove la destra non amministra e il modello di sanità preserva la primazia del pubblico». Baldin pensa, ad esempio alle liste d’attesa: «In Emilia esse vengono smaltite ricorrendo alla professione intramuraria a carico delle ULSS, come sto cercando di ottenere anche nel Veneto attraverso un progetto di legge regionale. Da queste parti, invece, la privatizzazione del sistema sanitario è strisciante, come pure le esternalizzazioni e il ricorso al personale medico delle cooperative, pagato molto di più di chi rinuncia alla professione nel settore pubblico per via di stipendi bassi e continue minacce».

Prosegue l’esponente del M5S: «Il Veneto si autoproclama eccellenza, ma anche la Provincia di Trento e la Lombardia contano sopra parametri più elevati. Sicuramente il Covid ha influito, specie nell’assistenza ospedaliera che non è ancora tornata perfettamente a regime, ma non è l’unica concausa. Tornando alle liste d’attesa, è necessario notare come in ben undici Regioni stia diminuendo la quantità di prestazioni erogate in classe B entro i tempi di priorità breve, ovvero dieci giorni».

E se tra gli indicatori ora figurano anche la copertura vaccinale alle bambine e ai bambini di età inferiore ai due anni, l’assistenza domiciliare integrata e il numero di giorni necessari ad ottenere l’operazione al femore per le persone anziane, «non posso non segnalare -conclude Erika Baldin- che da fine febbraio stiamo attendendo il bando di concorso per la formazione dei medici di base. Secondo i dati di GIMBE, ne mancano 482 e lasciano scoperte 1300 zone: il bando è fondamentale, così come il fatto che le lezioni possano iniziare già il prossimo settembre. Invito la Regione del Veneto ad accelerare le procedure, anche per fugare i dubbi che una tale inazione voglia favorire il competitore privato».

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CONSIGLIO DEI MINISTRI SHOCK, ALTRO CHE AUTONOMIA: TRA LA STABILITÀ VENETA IMPUGNATA E LO STOP AL SUPERBONUS, GLI ALLEATI DI ZAIA AL GOVERNO AFFOSSANO IL VENETO

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Venezia, 17 febbraio 2022 – «Non invidio il ministro Calderoli che nel teatrino della Lega sull’autonomia si trova costretto a recitare due parti in commedia: contemporaneamente autonomista e centralista, un giorno porta in Consiglio dei ministri il Ddl Autonomia e il giorno dopo propone l’impugnazione della Legge di Stabilità del Veneto. Perché, nel teatrino della Lega, Roma è sempre cattiva, anche quando al governo ci sono loro: in questo modo però l’autonomia non si realizzerà mai». Così Erika Baldin, capogruppo in Consiglio regionale del MoVimento 5 Stelle e da ieri coordinatrice provinciale di Venezia dei pentastellati. «I leghisti si mettano d’accordo con loro stessi! Il partito di Salvini è ormai allo sbando, lacerato da conflitti e veleni che esplodono ogni giorno nei congressi locali. Addirittura, come nel caso di Belluno, con esposti alla magistratura», aggiunge Baldin.

«É paradossale, poi, che la Lega non utilizzi l’autonomia dove già c’è. Ricordo che nella manovra di bilancio Zaia ha scelto per il tredicesimo anno di fila di non utilizzare gli spazi di autonomia già esistenti in materia di tributi. Noi avevamo proposto di ritoccare l’addizionale Irpef sui redditi più alti, con un gettito da 100 milioni di euro per finanziare il settore sociale e sostenere i cittadini veneti in difficoltà: Zaia e la sua maggioranza si sono opposti, pur riconoscendo il problema», dichiara la consigliera regionale.

«Oltre alla stangata alla Legge di stabilità veneta, ieri dal Consiglio dei Ministri arriva un’altra botta alla nostra regione: la decisione di affossare completamente il Superbonus, vietando agli enti locali e alle regioni di acquistare i crediti. L’intervento di enti locali e regioni nel mercato dei crediti fiscali era la soluzione che il MoVimento 5 Stelle aveva indicato nelle scorse settimane, con progetti di legge e mozioni in tutte le regioni. Dopo l’esempio della Provincia di Treviso, primo ente locale ad applicarsi in tal senso, alcune Regioni si erano già mosse in questa direzione, come Sardegna e Piemonte, e la Giunta veneta aveva avviato delle valutazioni. Lo stop deciso ieri dal Consiglio dei Ministri è un colpo mortale al cuore del settore economico che ha trainato alla ripresa post-Covid. Un errore per il quale Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia dovranno rispondere a lavoratori, imprenditori e famiglie», conclude Baldin.

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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IL SUPERBONUS DI CONTE MANDA LA DESTRA NEL PALLONE: LA MELONI LO “ROMPE” E LASCIA I COCCI ALLA REGIONE

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Venezia, 9 febbraio 2023 – «Finalmente la Lega veneta ammette che il Superbonus 110%, voluto e ideato dal MoVimento 5 Stelle e realizzato da Giuseppe Conte, ha rappresentato la locomotiva della ripresa post-Covid. Lo fa per bocca dell’assessore regionale allo Sviluppo Economico Roberto Marcato, che invoca un “intervento straordinario” per sbloccare il mercato. E lo conferma l’annuncio dell’assessore al Bilancio, secondo il quale la Regione si sta adoperando per comprare i crediti: è esattamente la direzione indicata dal MoVimento 5 Stelle, che in tutte le regioni sta promuovendo un’iniziativa che punta all’intervento diretto degli enti locali nel mercato dei crediti. Peccato che tutta questa attenzione da parte della destra veneta venga rivolta al Superbonus solo dopo che il governo Meloni, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia, ha minato le fondamenta di questa misura straordinaria che in Veneto vale 6 miliardi di euro di investimento». Così la consigliera regionale Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, che dopo le dichiarazioni degli assessori regionali al Bilancio e allo Sviluppo Economico auspica «l’approvazione all’unanimità della mia mozione per impegnare la Regione a sostenere la circolazione dei crediti fiscali, come già stanno facendo altre regioni».

Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle), consigliera regionale

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INCARICHI LEGALI ALL’AVVOCATO FABIO PINELLI: ZAIA RISPONDA

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Venezia, 3 febbraio 2023 – «Come mai Azienda Zero non ha attivato fin da subito un ufficio legale interno e si è affidata per anni a professionisti esterni con incarichi di consulenze per decine di migliaia di euro? E quali verifiche sono state effettuate sulla regolarità di questi incarichi?». Queste le domande sullo sfondo dell’interrogazione presentata oggi dalle consigliere regionali Erika Baldin, capogruppo del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, e Cristina Guarda, capogruppo di Europa Verde. Nello specifico, Baldin e Guarda si rivolgono all’assessora regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, «per sapere quali verifiche di regolarità sono state effettuate rispetto agli incarichi professionali attributi a soggetti esterni con riferimento all’emergenza covid-19».

Nella passata legislatura, il 23 aprile 2020, era già stata depositata un’interrogazione sul tema da parte del consigliere regionale Piero Ruzzante, oltre che della stessa Guarda. «All’epoca, si chiedeva alla Giunta se avesse verificato la correttezza dell’incarico attribuito all’avvocato Fabio Pinelli dal direttore generale di Azienda Zero con Deliberazione n. 195 del 9 aprile 2020. Si trattava del famoso incarico per valutare il “percorso di sanità pubblica” in relazione all’emergenza Covid, insomma la gestione della pandemia. Come mai all’epoca si scelse proprio Pinelli, un avvocato penalista? E perché un incarico esterno, considerato che nel provvedimento non si faceva cenno all’impossibilità di far fronte alle necessità dell’amministrazione con proprio personale interno? La Giunta Zaia non ha mai risposto all’interrogazione dell’aprile 2020», dichiarano le consigliere regionali.

«Chiediamo di nuovo alla Giunta di esprimersi sulla correttezza di quelle delibere, specie dopo le notizie sconcertanti diffuse oggi dal Fatto Quotidiano proprio in merito agli incarichi attribuiti da Azienda Zero a Pinelli. In questo contesto risulta inquietante l’intercettazione di Mantoan che attribuirebbe la scelta dell’avvocato direttamente a Zaia, nonostante la circostanza sia smentita dall’ufficio stampa della Regione», concludono Baldin e Guarda.

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